La Selezione Nazionale di Pallavolo

La storia di Elia (18 anni) convocato per la selezione nazionale giovanile di pallavolo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    Capitolo 0 – Intro
    Ancora non riuscivo a credere di trovarmi sul gradino più alto del podio, affianco la mia squadra di pallavolo under 20. Le lacrime mi bagnavano le guance arrossate quando mi abbassai per eseguire un salto verso l’alto, tra le mani la coppa del campionato regionale. In quel momento ero davvero felice…
    Qualche settimana prima
    Mi chiamo Elia, ho 18 anni e da almeno metà vita perseguo un compito, non far cadere il pallone nei miei 81 mq. Ho sempre saputo che avrei fatto il libero, mio padre non supera i 180 cm e mia madre i 170cm, perciò mi sono fatto piacere questo ruolo, adatto ai miei 175 cm. Per chi non fosse affine al mondo del Volley: il libero è il ruolo che occupa il difensore principale, quello bassino che vedete vestito con una maglia di colore differente, ruolo decisamente sottovalutato ma essenziale all’interno di una squadra. Sono come si dice, un fenomeno. Ho sempre giocato a pallavolo, ciò mi ha portato a costruire un bagher poderoso. Oltre al talento seguo una dieta rigida da quando ho 14 anni, il risultato è un fisico super definito. Adoro mostrarmi, ragazzi e ragazze stravedono per me. Da ormai due anni sono bisex dichiarato e questo ha sempre giocato a mio favore. Durante la partita mi giro verso la tribuna avversaria e con la scusa di asciugarmi il sudore dalla fronte mi alzo la maglia, mostrando a tutte quelle troie i miei addominali sudati. Cerco sempre di incrociare lo sguardo con qualche ragazzo, magari un fratellino, un tifoso della squadra avversaria. Dopo le partite arrivo in spogliatoio e accendo Instagram, non mi sorprendo a ritrovarmi almeno 5 o 6 nuovi follower. Per esperienza personale se osservo un ragazzo in tribuna e me lo ritrovo tra i nuovi follower, il gioco è fatto. Sudato e appiccicoso mi dirigo nello spogliatoio degli allenatori. E’ chiuso durante le partite, a meno che non si sappia dove tengono la chiave.
    Mi chiudo dentro e faccio prendere aria al mio cazzo, la vita è stata dura con la mia altezza, ma devo dire che ha compensato notevolmente in altro. Prendo il cellulare e mando una mia foto al follower selezionato. E’ facile con i ragazzini come me, fanno i vaghi a parole, ma sbattuta in faccia l’opportunità non se la lasciano sfuggire. <vieni nello spogliatoio degli allenatori>
    Dopo pochi minuti eccolo che bussa. 16 anni sono pochi? Ma è venuto lui qui…
    Lo sbatto contro la porta e iniziamo a limonare duro, imponendo io il ritmo, decisamente poco adatto ad un ragazzino. Poco dopo lo metto in ginocchio e gli sbatto il loro primo cazzo contro la guancia. Non mi masturbo mai prima di una partita, questo rende il mio cazzo sudato dritto come un palo, puzzolente e sgocciolante. Glielo infilo in gola, ignorando i rantoli d’inesperienza, è questo che mi piace. Dopo pochi minuti ci ha preso gusto e inizia a succhiarmi le palle, anche quelle sudate maleodoranti. Inizio a masturbarmi e poco dopo il mio cazzone è di nuovo nella sua gola, mano dietro la nuca e un rivolo di saliva mi esce dal labbro inferiore mentre il mio sperma riempie la boccuccia del sedicenne. Alcuni provano a divincolarsi ma sono di marmo. Dopo 15 secondi di sborrata allento la presa sulla nuca, un sorriso soddisfatto mentre sento solo tossire.
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    Capitolo 1 – La chiamata

    La carriera pallavolistica sta andando a gonfie vele. Ieri abbiamo vinto la coppa Regionale, non che sia chissà quale risultato per una squadra della Basilicata, ma una vittoria è una vittoria anche se di poco conto. <finalmente sono le 16:00 cazzo>, inizio a preparare il borsone di pallavolo.
    Arrivato in palestra solita routine, spogliatoio, riscaldamento e allenamen... <ragazzi devo darvi delle bellissime notizie>, la voce di Paolo il nostro allenatore ci porta sull’attenti.
    <elia, sei stato convocato al ritiro per la nazionale in Trentino, complimenti!! Avevo notato che in tribuna era venuto a guardarti l’osservatore ma non ti ho detto nulla per non farti agitare>.
    Terminato di parlare un applauso generale riempì la palestra.<sono senza parole, davvero vogliono me al ritiro con la nazionale?!>
    <e’ solo un ritiro per la selezione non montarti la testa, però avrai l’occasione di far vedere quanto vali. Ci saranno i migliori giocatori di tutta Italia quindi non sarà semplice>
    L’eccitazione è incontenibile.
     
    .
  3.     +5    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    Capitolo 2 – Il pullman

    1 mese dopo

    Finalmente il giorno è arrivato, oggi si parte per il ritiro. Il ritrovo è alle 5:00 a Modena in Emilia Romagna. Da qualche giorno sto a casa di zia a Parma, sveglia alle 4:30 direzione Modena.
    Arrivati sul posto rimango a bocca aperta. Sotto la fioca luce della luna vedo un autobus enorme e lussuosissimo, la fiancata è adornata da striature nere, blu e gialle con su scritto Modena Volley.
    <ciao zia, grazie mille>, rigirandomi verso la vettura deglutisco e due passi dopo sono di fronte alla porta d’ingresso. <tu devi essere Elia>, la voce scoprì essere di Luca. <sono l’allenatore e responsabile della giovanile nazionale, forza sali sei in ritardo>.
    Un giovane uomo, non arrivava neanche a 30 anni, ma già incuteva rispetto e disciplina.
    <si sii… certo salgo subito> Salì i tre gradini a testa bassa pensando di essermi già inimicato l’allenatore. <forza allora siamo tutti, andiamo la strada è lunga>.
    Quello che stavo ammirando era ben diverso dal cassone che trasportava me e la mia squadra le poche volte che lasciavamo la Basilicata. Un autobus almeno da mezzo milione di euro immaginai, non cerano i comuni due posti per lato ma tre, su di essi una dozzina di ragazzi dormienti. La luce era blu elettrico soffuso, proveniente da strisce di led che percorrevano ad onde tutto il soffitto in pelle nera. I vetri erano oscurati, ma si intravedevano all’esterno i lampioni della città che tra poco avremmo abbandonato. L’atmosfera era fuori dai miei canoni e senza accorgermene mi ritrovai in fondo all’autobus. Mi girai prima a sinistra, poi a destra. Alla mia sinistra un ragazzo altissimo, almeno 190 cm, di carnagione chiara, castano con i capelli a mezza lunghezza, lisci pettinati gli calavano sulla fronte. Era stravaccato con le gambe completamente stese su entrambi i posti affianco al suo. Ai piedi delle sneackers nere. Aveva una felpa di Modena Volley e una tuta della stessa marca. Girai la testa e osservai l’altro ragazzo. Sull’autobus non faceva freddo, decisamente non una temperatura adatta a restare in maglietta, ma lui lo era. Sentii qualcosa smuoversi nelle mie mutande quando un lampione illuminò l’avambraccio di lui, disteso su quel piccolo spessore che delimita il vetro. Una quantità di vene gli correvano sul bicipite visibilmente allenato, passando il gomito e raggiungendo l’avambraccio dove esse si moltiplicavano diminuendo di spessore per terminare sul dorso della mano bianca come il latte e le dita lunghe e curate.
    Mi superava in altezza di almeno 10 cm e riguardo il fisico non mi sentivo più tanto speciale, addirittura in soggezione. La corporatura era molto simile alla mia, un vero atleta forgiato probabilmente anche lui da anni e anni di dedizione allo sport.
    Continuai a osservarlo e notali dalla scollatura della maglietta che le vene proseguivano sul collo, per arrestarsi sotto alla mascella squadrata, era bellissimo. Gli occhi erano chiusi ma i lineamenti del viso illuminati dai led blu elettrico bastarono per farmelo diventare barzotto. Smisi di osservargli il volto, la mia tuta della puma non celava per nulla la mia iniziale erezione, quasi
    l’amplificava. Lui vantava una tuta lunga di un nero molto carico, era visibilmente una tuta costosa.
    Gli occhi calarono nuovamente alla ricerca delle scarpe… non le indossava.
    Ai piedi aveva solo i calzini da allenamento, come li vidi ne iniziai anche a sentire l’odore, non era fortissimo o insopportabile ma comunque non si può dire che sapessero di viola. Il cazzo mi si tramutò in un palo di marmo. Mi accorsi dell’erezione:<oh cazzo!> Rimasi in silenzio per qualche secondo, nella speranza di non aver svegliato nessuno. Mi rilassai solo dopo una decina di secondi, nessuno si era mosso.
    Più osservavo quel dio più il mio cazzo pulsava, e un’idea probabilmente stupida e pericolosa mi balenò in testa. Senza fare alcun rumore mi tolsi lo zaino dalle spalle e lo posai nel ripiano soprastante le sedute. Mi inginocchiai difronte al dio, e avvicinai il mio naso a quel meraviglioso piede, al contempo facevo finta di allacciarmi la scarpa destra mentre il mio sguardo era fisso su di lui, nessun movimento. Il piede era lungo e magro, con addosso un calzettone Elite di taglia 45.
    L’odore era sempre più nitido, diedi una profonda e sonora annusata e il mio cazzo implose. Sentivo il bagnato attraverso la tuta e iniziai a sfregarmelo. Ero assuefatto, completamente inebriato.
    Un’espressione da idiota mi si rivelò in viso, alzai lo sguardo ed era ancora li appisolato, il viso poco illuminato era rivolto verso di me. Ansimai e il mio cuore si fermò... un lampo di luce proveniente dall’esterno, come un flash, illuminò il viso di lui. Potevo vedere chiaramente i suoi occhi blu, e loro vedevano me. Non mi mossi, come se servisse per nascondermi.
    Il piede scomparve dalla mia visuale, lo osservai in viso, gli occhi inespressivi e poi… un sorrisetto.
    Il sorriso durò solo un secondo, un’espressione di sforzo poi sbattei prepotentemente la fronte sul pavimento. La pressione esercitata dalla pianta di quel 45 era enorme.
    (E)<scusami… scusa.. perdonami> dissi a bassa voce. Nessuno rispose, poi la pressione aumentò,
    (M)<che cazzo vuoi frocio di merda?>
    Mi faceva male, ma per fortuna la moquette aiutava. Cercai di girarmi, mi mise il piede sulla gola, dopo qualche secondo il mio viso prese un colorito violaceo.
    (M) <hai interrotto il mio sonno bastardo, lo sai?>, non riuscì a rispondere.
    (M)<non riesci a respirare frocio di merda, bene allora vorrà dire che morirai qui>.
    L’idea di morire schiacciato da un piede non mi era mai passata per la mente, aprì gli occhi chiusi per lo sforzo ed era li, sopra di me. I capelli gli calavano verso il basso e gli occhi sprizzavano eccitazione, desiderio di dominare e dolore, alchè iniziai a prendere in considerazione l’idea che mi avrebbe ucciso davvero. Passarono 5 min, le mani con cui avvolgevo la sua caviglia bruciavano, e i muscoli della gola mi cedevano mentre aumentava la pressione. Le mie spalle erano schiacciate tra i due sedili e il mio stupendo esecutore mi osservava negli occhi, non se lo sarebbe perso per nulla al mondo, quel bellissimo spettacolo. Ad un tratto tutto si fece sfocato, nella penombra le sagome iniziavano a perdere il contorno, e l’odore di quei piedi fù l’ultimo mio ricordo.
    Non saprei dire quanto, forse 30 o 40 sec dopo ripresi conoscenza.
    (M)<frocio di merda, svegliati>
    Ero vivo.
    Le nostre voci erano più dei sussurri.
    (E)<scusami, scusami, perdonami ti prego>
    (M) <se fossi in te mi preoccuperei di uscire da questa brutta situazione, non di scusarti capito frocio> ricominciò a premere sulla gola.
    (E) <farò tutto quello che vuoi, tutto ma lasciami andare>.
    Quel ragazzo non aveva nulla di normale, mi aveva quasi ucciso e comunque mi faceva arrapare da matti, dalla mia visuale la sua bellezza e perfezione non era diminuita, anzi…
    Il piede alzandosi mi liberò la gola ma non osai muovermi, la mano gli si avvicinò e in un lampo si tolse il calzino. Poi fece lo stesso con l’altro piede.
    (M) <leccami i piedi schifoso>.
    Con un secondo tonfo entrambi i piedi mi schiacciarono la faccia, si coricò all’indietro lasciandomi sotto di lui.
    Come ci sono arrivato qui? Ripensai fra me e me. Di solito ero io a fare questo alle persone e ora si sono invertite le posizioni. Nulla importava, ero quasi morto e se non volevo rischiare di rimanerci dovevo agire. La puzza mi avvolse il viso, non avevo mai leccato un piede.
    La mia lingua uscì timida dalla bocca e iniziai a leccare piano la pianta. Faceva schifo, disgustoso, maleodorante e sudicio, ma tutto questo era bellissimo. Aprii di più la bocca per prendere l’alluce e una volta dentro iniziò a fare pressione, poi due dita, poi tre, poi quattro. Tutto il sudore di quel dio mi si stava sciogliendo in bocca, tutto lo sporco e il marcio di quei piedi perfetti.
    Restai ore ad assaporarli e ad annusarli finché la luce dell’alba lo svegliò.
    (M) <sei ancora li schifoso?>
    Pronunciò queste parole quando si sporse per guardarmi. Avevo la faccia arrossata con ancora i 45 piantati in faccia.
    (M) <gli hai puliti a dovere schiavo, quasi non ne sento più la puzza orribile>
    In quell’instante sentì un movimento alla sua destra, lo guardai con occhi preganti per scongiurarlo quando mi rimise il piede con tutte e quattro dita in bocca.
    Un forte sbadiglio mi fece sussultare.
    (A) <cazzo che male al culo, si dorme di merda su questi sedili>
    (M) <hei Ale ben svegliato, guarda un po' chi abbiamo qui>
    Non riuscivo a vedere nulla, la mia testa era schiacciata al suolo.
    (A) <ahahahahhaa, chi cazzo è sto frocio hahahaha>
    (M)<un coglione che mi stava annusando i piedi verso le 5:00, quindi l’ho messo ai miei servizi fino ad ora ahha>
    (A) <sei un cazzo di genio Milo, immagino che ti sia fatto dare una bella ripassata ai piedi, ho fatto fatica anche ad addormentarmi con quella cazzo di puzza insopportabile, senti dallo a me finché gli altri non si svegliano>
    Il piede uscì dalla mia bocca ormai distrutta, diedi la mia prima boccata di aria da ore poi di nuovo un nodo alla gola. Milo mi mise una mano sul collo e trozzandomi mi sbattè sul vetro, si avvicinò al mio orecchio.
    (M) <senti figlio di troia, io mi chiamo Milo, sono il miglior schiacciatore d’Italia senza ogni dubbio e tu farai quello che ti dico. Vedi quel ragazzo li affianco, si chiama Alessandro, figlio del dirigente di Modena Volley, dipende da lui la tua selezione capito. Tu ora sei il nostro schiavo o la tua esperienza in nazionale durerà davvero poco.>
    Annuì spaventato e Milo mi strattonò per poi lanciarmi ad Alessandro.

    Continua...
     
    .
  4.     +4    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    Ciao a tutti, dopo due anni che fruisco dei meravigliosi racconti di questo sito ci tenevo a fare la mia parte.
    La storia narra di Elia, giovane talentuoso pallavolista selezionato per un ritiro con la nazionale.
    Ho in mente solo una bozza di trama quindi ogni suggerimento è ben accetto. Cosa vi piacerebbe accadesse a Elia??
    Come potete vedere il mio stile è molto descrittivo, spero che piaccia anche a voi.
    Dai prossimi capitoli mi ricorderò di aggiungere il punto finale alle parolacce così da essere leggibili.
    Buona lettura
     
    .
  5.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    385
    Reputation
    +369

    Status
    Offline
    Magari aggiungere altri sport: karate, calcio sopratutto con l'aggiunta delle scarpe con i tacchetti
     
    .
  6.      
     
    .
    Avatar

    Interessato a trample e facesit.

    Group
    Lombardia
    Posts
    61
    Reputation
    +24
    Location
    Monza

    Status
    Offline
    Bellissimo inizio. Mi aspetto un gran racconto
     
    .
  7.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Lombardia
    Posts
    49
    Reputation
    +35

    Status
    Offline
    Molto bello
    E grande potenziale
    Il tuo stile molto descrittivo mi piace moltissimo
    Mi sa che Elia ne potrà vedere di tutti i colori
     
    .
  8.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    223
    Reputation
    +334

    Status
    Online
    molto bello! aspettiamo la continuazione
     
    .
  9.     +5    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    Capitolo 2.1 – Il pullman

    SBAMM!!
    Un dolore mi percorse tutta la schiena quando il mio corpo colpì il bracciolo del sedile. Mi irrigidii per qualche secondo, inarcandomi sull’asta di gomma.
    (A) <hei Milo aspetta almeno che sollevi il bracciolo non ti pare ahhaha>
    Cercai di alzarmi quando un bruciore di fregamento mi infiammò la schiena. Cadetti a terra stringendo i denti per il dolore, cercando di non piangere.
    Aprì gli occhi e quello che vidi mi fece sentire ancora più vulnerabile. Gli occhi vitrei di Milo mi osservavano con indifferenza. Quel ragazzo stupendo che non sarei mai riuscito a ignorare mi stava fissando come se fossi la peggior feccia sulla terra.
    (A)< Ohhh scusaa, devo essere stato troppo frettoloso>
    Il tono della voce traspariva tutto tranne che pentimento. Girai la testa e vidi l’espressione compiaciuta di Alessandro, il braccio fermo che afferrava saldamente il bracciolo alzato.
    (A)<vieni qui>
    La mano mi afferò i capelli e con un grande strattone mi ritrovai sul sedile di Alessandro. La schiena mi bruciava parecchio, probabilmente mi aveva strappato la pelle.
    Una salda presa mi afferrò le estremità delle braccia, un attimo dopo mi sentii completamente immobilizzato. Il braccio destro si torse, schiacciando il polso contro la ferita. Un secondo dopo il fiato caldo di Alessandro sul collo.
    Alessandro mi era superiore in tutto: altezza, muscoli, forza, cattiveria…
    Il polso iniziò a percorrere la spina dorsale, prima giù poi su, poi di nuovo giù e nuovamente su, in un’interminabile loop di dolore e lacrime.
    (A)<ti fa male?!> disse Alessandro premendosi la bocca al mio orecchio.
    (E)<fermati, ti prego, ti scongiuro>
    Il dolore era insopportabile, dovetti urlare…
    Più che un urlo sembrava un miagolio soffocato, la grossa mano di Alessando mi tappò la bocca.
    (A) <forse invece che torturarti ti potrei spezzare un braccio>
    Il mio polso premette ancor più forte contro la spina dorsale, fin sù, alla prima vertebra cervicale.
    Sentivo il gomito spaccarsi…
    (A) <allora brutta troia!! Lo spacco?!>
    (M)<fermò…>
    Pochi attimi e sbattei il mio culo nuovamente sul fondo del pullman.
    Mi tenni stretto il gomito con le lacrime agli occhi, alzai lo sguardo e vidi Milo.
    Si girò nella mia direzione, visibilmente scocciato.
    Il piede nudo e ancora umido si posò sul mio ginocchio flesso. Non riuscì a non guardarlo, era semplicemente meraviglioso. Senza accorgermene il mio cazzo era nuovamente dritto.
    (M)< sei solo un libero da due soldi, non dovresti essere qui>
    Ancora una volta il piede si alzo, si spostò di lato e…. nero.


    <hei, heiiii sveglia…. Forza siamo arrivati!>
    Non compresi appieno quelle parole, ma sembravano gentili…
    Gli occhi si aprirono uno alla volta, un viso difronte al mio mi fissava.
    Pochi attimi dopo misi a fuoco i lineamenti del suo viso: caruccio nulla da dire, occhi mandorla e capelli a cresta. Non era un uomo; un ragazzino, forse sui 17 anni, lentiggini e accenni dell’acne giovanile.
    ( R ) <hei ben svegliato eh, ormai sono tutti scesi>
    Ci misi un poco a capire dove mi trovassi, poi ricordai tutto quello che mi era capitato dall’ingresso in quel maledetto pullman. Ero seduto nell’ultimo sedile sul lato destro. La testa mi girava da impazzire e la tempia pulsava.
    ( R ) <forza andiamo!>
    Il ragazzo mi prese la mano tirandomi a sé. Un dolore acuto mi percorse la spina dorsale ed emetti un grido di dolore.
    ( R ) <ti ho fatto male, scusami scusami davvero>
    (E) <no tranquillo tutto bene, solo una fitta>
    Il dolce ragazzino mi fissò e risposi con un sorriso forzato, forse non del tutto convincente.
    Fummo gli ultimi a scendere dalla vettura, gli altri ragazzi si erano sparpagliati attorno al bus.
    (L) <bene ragazzi, benvenuti a Chivasso>, disse Luca ad alta voce.
    La località era immersa nel verde paesaggio Torinese, l’aria fresca e le montagne all’orizzonte erano incredibilmente belle e naturali, facendomi dimenticare per un momento il duro viaggio passato.
    (L) <qui passeremo le prossime due settimane, verrete valutati sulla vostra preparazione fisica, tecnica, resistenza, mentalità e atteggiamento. Chissà forse tra di voi si nasconde una promessa nazionale.>
    Il tono di Luca era di sfida, più che una selezione mi sembrava un vero campo di lavoro forzato.
    (L) <siete qui per essere valutati, solo i migliori verranno selezionati. Affianco a voi non ci sono amici bensì rivali, tenetelo a mente>
    Voltai la testa a destra per osservare meglio gli altri ragazzi, non fui il solo. A braccia conserte, con la felpa legata in vita Milo troneggiava su tutti, fù l’unico a non seguire il naturale riflesso di guardare i proprio rivali. Come sul pullman non sembrava soffrisse il freddo, da li a un attimo capii il motivo. Sul dorso della maglia era stampato il logo della ViViBanca Torino, celebre squadra di serie A maschile. Probabilmente era di casa e il freddo lo conosceva bene.
    ( R ) <lui è veramente fortissimo>
    Mi girai verso Riccardo.
    (E) <lo conosci?>
    ( R ) < E’ il figlio del proprietario della scuola Torinese ViViBanca, si chiama Milo. E’ nato con la palla in mano, se giochi a pallavolo e sei uno schiacciatore fidati, vorresti avere il suo talento. Da un anno si allena in serie A ed è entrato per qualche punto questa stagione, è una vera promessa. >
    Assurdo, ancora una volta mi ritrovai a chiedermi cosa ci stavo a fare li dentro. La pressione che provavo in quel momento non era neanche paragonabile alle blande e comode vittorie della mia regione, ero tra i migliori.
    (L) <forza andiamo!>
    Dopo aver scaricato i bagagli io e Riccardo seguimmo il gruppo per un breve percorso ghiaiato, dopo cinque minuti arrivammo al convitto.
    Spalancai gli occhi alla visione dell’edificio. Sarà stato alto 20 metri, tutto in legno e pietra naturale.
    Ogni due finestre corrispondeva un balcone di almeno 5 o 6 metri e dietro di esso un enorme palazzetto dello sport anche quest’ultimo enorme. Per la seconda volta deglutii.
     
    .
  10.     +2    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    6
    Reputation
    +26

    Status
    Offline
    A giorni il seguito delle avventure o disavventure di Elia
    Purtroppo sono molto preso con gli esami di università in questo periodo.
    Chiedo pazienza e partecipazione, sbizzarritevi nei commenti. ^_^ <3 <3
     
    .
  11.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Campania
    Posts
    1,003
    Reputation
    +290

    Status
    Offline
    Grande continuaaaaaa
     
    .
  12.     +1    
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    192
    Reputation
    +122
    Location
    Lazio

    Status
    Offline
    Che bravo. Bello stile di scrittura.
     
    .
  13.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Campania
    Posts
    19
    Reputation
    +17
    Location
    Campania

    Status
    Offline
    Sei davvero bravo a scrivere, molto eccitante grazie ai dettagli che spero continueranno ad esserci in tutti i capitoli.
     
    .
  14.      
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    72
    Reputation
    +74
    Location
    Abruzzo/Milano

    Status
    Offline
    ti prego continua, si sentiva la mancanza di un racconto ben strutturato e scritto in italiano corretto e piacevolmente scorrevole!
     
    .
13 replies since 10/2/2024, 22:56   1890 views
  Share  
.