Il campione di tennis e lo youtuber

dominazione

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    No vabbe avevo l’ansia! Sempre meglio! Un po mi piaceva il fatto che fosse un campione schiavo ma anche cosi merita! Ti giuro scrivi troppo bene
     
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    Il quinto capitolo non l'ho ancora scritto: stavo per farlo, con uno sviluppo ben chiaro in mente, ma poi ha iniziato a frullarmi in testa un'altra versione e ora non so scegliere.

    Lascio a voi la palla: Luigi ha inviato davvero quelle foto o ha finto per vedere la reazione di Enrico?
    Per non condizionarvi non dirò qual era la versione che avevo prevista inizialmente e quale mi è venuta in mente dopo! :P
     
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    bel racconto! scritto davvero bene bravo! spero che la dominazione coi piedi continui!!! forse sarebbe bello che la storia delle foto sia stata finora una finta, così il ricatto può continuare...
     
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    Ciao inserirai sempre cose più spinte? Fart, poca igiene ecc?
     
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    CITAZIONE (Alessac @ 28/5/2023, 00:54) 
    Ciao inserirai sempre cose più spinte? Fart, poca igiene ecc?

    Il viaggio nell'abisso di Enrico è appena iniziato... ma non sarò più specifico o sarebbe spoiler. :lol:

    Nessun altro a parte Peterpedal si esprime sul bivio che ho proposto?
     
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    Ho fatto la mia scelta, ma speravo in qualche commento in più, in questa maniera ho fatto un po' fatica a orientarmi, spero di non deludere.
    Se vedo che questo capitolo non funziona mi fermo, del resto come dice il saggio, una serie deve finire prima di venire a noia. :D

    CAPITOLO 5

    "Allora recchia, sei contenta? Ci vorrà un po', ma credo che entro un paio di giorni i media inizieranno a pubblicarle. I giornali di destra festeggeranno per settimane. Pensa ai danni per la lotta dei diritti dei gay: la loro campionessa, uno dei loro simboli, è in realtà una malata di mente a cui piace farsi fare foto mentre si strozza col vomito e succhia i piedi dei maschi. In Italia nessuno potrà più parlare di diritti dei gay almeno per dieci anni, ahahah!"
    Non riesco a dire una parola. Così continua:
    "Vogliamo poi parlare della tua vita? Tutti i tuoi amici, i tuoi colleghi, i tuoi sponsor… sia gli affetti, sia il lavoro evaporeranno come neve al sole. Pensa quando le vedrà tua madre, ahahah!"
    Inizia a girarmi la testa. Mi appoggio al tavolino da caffè o cadrei in terra. Sento una notifica sul telefonino di Luigi. Non sto pensando più a lui come al Padrone, ora che è crollato tutto rimane solo Luigi, l'eccitazione è finita.
    Luigi: "Guarda checca, il tizio di Twitter mi ha risposto".
    Mi mostra il telefonino, leggo un messaggio in inglese, inviato privatamente via Twitter: "Che bomba! Con queste gli iscritti al mio profilo schizzeranno alle stelle! Le twitto fra un paio d'ore, nell'orario di punta del mio profilo. Grazie mille bro, e continua a schiacciare quel fr***o!".
    Inizio a gattonare, questa volta non perché stia ubbidendo a Luigi ma perché non ho le forze per camminare, e mi dirigo verso il bagno. Sento Luigi che mi ride alle spalle.
    Apro la porta, entro e appoggiandomi al lavandino riesco a sollevarmi, afferro un rasoio ma Luigi, che è dietro di me, mi blocca.
    "Stai fermo, fr***o di mer**". Caspita, è tornato a parlarmi al maschile, anche se dicendo parole non proprio carine.
    "Quel profilo lo gestisco io, mi sono risposto da solo. Nessuno ha ricevuto niente".
    L'emozione di sapere che la mia vita non è finita mi colpisce come un pugno in faccia e svengo.
    Sento voci in lontananza, poi nel buio iniziano ad apparire immagini sfocate. Le voci ora si fanno più nette e le immagini più nitide. Metto a fuoco: sto osservando il televisore della mia stanza. Sono nudo, disteso sul pavimento, davanti al divano. Ho una pressione sul petto e una sul lato del viso. Mentre riacquisto lucidità, realizzo: sono i piedi di Luigi su di me.
    Emetto involontariamente un sospiro e Luigi si accorge che sono tornato cosciente.
    "Ehi, cagna. Meno male che ti ho sorretto prima in bagno o ti saresti spaccata la faccia contro il marmo del lavandino. Poi mi son detto, finché non torna la uso come tappeto, ahahah".
    È passato di nuovo al femminile. Non sono comunque ancora pronto e lucido per rispondere… non sono neanche sicuro che Luigi voglia una risposta. Così continua:
    "Le regole sono identiche a prima, checca. Io sono il Padrone e tu la schiava, mi devi obbedienza assoluta. Rinuncia al libero arbitrio. Ho potere assoluto su di te e lo esercito. Ti ho dimostrato di essere fisicamente più forte e anche molto più intelligente, visto che da quando ci siamo incontrati prevedo ogni tuo comportamento, mentre tu non riesci mai ad anticipare i miei. Ho iniziato a lavorare per vederti strisciare ai miei piedi già durante la prima intervista.
    L'unica maniera in cui potrai rovinarti la vita sarà sottraendoti al mio controllo, ma finché continuerai a obbedire ciecamente i media non sapranno niente della tua malattia mentale. Non rinuncio tanto facilmente a un portafogli gonfio come il tuo, per non parlare di quanto mi diverto a usarti. Allora, non hai niente da dire?".
    Sono stupito dalla domanda. "C-c-cosa devo dire, Lui…", mi correggo al volo, "P-Padrone?".
    Luigi: "Ahahah! Troppo tardi checca, ti sei corretto ma ormai avevo già sentito. Questo ti costerà un'ulteriore punizione, la mettiamo in atto fra poco. Intanto dimmi, cosa hai provato quando hai creduto che avevo spedito quelle foto?"
    Me: "Ho provato un grande senso di angoscia, Padrone".
    Luigi: "Direi che è riduttivo, visto ciò che hai provato fare".
    Non sono sicuro di cosa Luigi voglia sentirsi dire e quindi esito…
    Luigi: "Ti rendi conto che hai pensato valesse la pena morire, checca? Ho molto apprezzato che annebbiata dai miei piedi tu mi abbia supplicato di inviare quelle foto, ma la reazione successiva è stata deludente.
    Se anche le avessi inviate, avresti potuto continuare a vivere come mia cagna, fregandotene di tutte le caz**te come le reazioni della mammina, degli amici e di milioni di persone. Ti sei mostrata debole. Quella è l'unica cosa che non avevo previsto, ho creduto che saresti rimasta sotto il mio controllo nonostante l'umiliazione in mondovisione. Un'altra lezione da aggiungere alla mia esperienza: mai aspettarsi prove di coraggio da una fr*cetta".
    Mi viene da piangere. Le lacrime iniziano a sgorgare silenziose, poi sempre più forti e inizio a singhiozzare.
    Luigi: "Che palle, checca! Ogni volta che ti spiego come funziona il mondo finisci col piangere. Bacia la mia fetta dai, così ti calmi".
    Solleva il piede dalla mia guancia, in modo che possa girare il viso in direzione del soffitto, poi la poggia delicatamente sulla mia faccia e inizio a dare piccoli baci, ancora piangendo.
    Luigi: "Cosa sono questi, bacini della buonanotte? Non servono, ormai è quasi l'alba. Bacia con passione, pomicia, questa fetta è la cosa che ami di più al mondo".
    Gasato dalle sue parole mi lascio andare e la mia bocca inizia a fare l'amore con il suo piede. Prendo coraggio e anche se non ho avuto il permesso di usare le mani, decido di farlo: le porto sul suo piede per guidarlo lungo il mio viso.
    Il mio c**zo è di nuovo di marmo e il Padrone non tarda ad accorgersene:
    "Vedo che è tutto sistemato, checca. Anche il tuo bigattino è tornato duro".
    "Grazie Padrone". L'ho detto quasi automaticamente, fra una slinguazzata e l'altra.
    Mi rendo conto che sono tornato a pensare a lui come al Padrone, non è più solo Luigi, e mi maledico per la pausa in cui non l'ho considerato più tale: nel momento in cui ho smesso di riconoscerlo come Padrone, ho tentato il suicidio. Questa è la prova che la mia vita dipende da lui, che Enrico Dominici è ormai solo un'appendice del Padrone.
    Mi prometto di non dimenticarlo mai più.
    Dopo dieci minuti di miei amoreggiamenti col suo piede, lo solleva e mi dice:
    "Ora basta, è arrivato il momento della punizione. Torno subito, rimani lì".
    Si alza e lo vedo sparire dalla mia vista dietro il divano. Sento qualche rumore nella suite, passano alcuni minuti. Sono curioso di sapere cosa stia facendo, ma non oso muovere neanche un mignolo.
    Lo sento parlare da un'altra stanza: "Mettiti a quattro zampe intanto". Obbedisco.
    Eccolo che torna. Ha in mano un vassoio. Lo poggia in terra davanti a me: ci sono sopra un paio di tozzi di mer**.
    Sollevo lo sguardo allibito. La mia espressione deve essere tragicomica, perché il Padrone scoppia a ridere in maniera molto sincera (mentre altre volte ho percepito una risata forzata mirata a umiliarmi).
    Luigi: "Dovresti vedere che faccia hai fatto, checca. Comunque sì, dovrai farlo, non chiedere pietà e non dire caz**te come «qualsiasi cosa ma non questo»: io non voglio qualsiasi cosa, io voglio questo. Sono due tozzi piccoli come vedi, gli ultimi che mi sono usciti, se ti impegni puoi ingoiarli addirittura senza masticare, e fossi in te cercherei di riuscirci, ahahah" (è tornata la risata forzata volta a umiliarmi).
    Continua: "Voglio essere chiaro su questo: non mi piace questa pratica e non ti costringerò a ripeterla, se tu non mi costringerai a punirti. Anzi la mettiamo come regola ufficiale: ogni volta che dimenticherai di chiamarmi Padrone, ti farò mangiare la mer**. Ora muoviti. Visto che non l'hai mai fatto ti do cinque minuti. Se non riesci entro il tempo richiesto te la faccio mangiare lo stesso e poi ti prendo a calci nelle palle. Inutile dirti che riprenderò tutto con il telefonino".
    Detto ciò, si accovaccia davanti a me e mi punta addosso il cellulare: "Quando vuoi, recchia. Io sono pronto".
    Le parole del Padrone sono state chiare, so che qualsiasi tentativo di sfuggire a quest'atrocità sarebbe vano e lo farebbe solo arrabbiare maggiormente. Mi chino sul sesto, metto il primo pezzo in bocca e ingoio senza masticare, come detto dal Padrone. Poi ripeto l'operazione per il secondo pezzo. In un paio di minuti è tutto finito.
    Non posso descrivere cosa stanno percependo i miei sensi perché non ho mai provato un simile disgusto. Non masticare mi ha evitato di vomitare, ma per evitare odore e sapore sarebbe servita un'anestesia. Comunque è finita. Sento il Padrone dire:
    "Due minuti! Sei un mangiamer** nato, checca! Quasi quasi ho cambiato idea, forse è il caso di allenare questo talento".
    Alzo di nuovo lo sguardo disperato verso il Padrone e sento di nuovo la sua risata sincera riempire la stanza. Poi dice:
    "Sei impagabile, davvero. Non credo avrò più un giorno di noia con te… e credo neanche tu, a giudicare da quant'è duro il tuo vermicello. Neanche la mer** te l'ha fatto ammosciare, anzi forse è più duro di prima, ahahah!".
    Non me ne ero neanche accorto, ma è vero: l'erezione è ancora in pieno vigore, neanche un atto tanto disgustoso l'ha fatta affievolire. Poi il Padrone aggiunge:
    "Scherzavo dai, tu non dimenticare più le buone maniere e t'assicuro che non te la farò più mangiare. Dipende da te però".
    Mugolo: "Grazie Padrone".
    Luigi: "Di niente, recchia. Torno al mio hotel, vado a preparare i bagagli, fra poche ore ho il volo di ritorno. So che tu rimarrai un altro paio di giorni per le interviste televisive. Non dimenticare di lodarmi se ti fanno domande su di me e non dire niente sui tuoi programmi per il resto della stagione tennistica: li deciderò io quando ci rivedremo. Per il resto puoi dire quello che vuoi, anche le tue caz**te sui diritti dei fr**i. Ti contatto giovedì, ciao".
    Così il Padrone esce dalla stanza, lasciandomi lì ancora a quattro zampe. Appena la porta è chiusa, mi alzo in piedi e corro a lavare via quel sapore nauseabondo dalla mia bocca, poi mi faccio una doccia e vado finalmente a dormire, mentre fuori è ormai giorno.

    Edited by sub1984 - 28/5/2023, 21:14
     
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    Sempre molto bello... Scrivi bene. E i colpi di scena rendono tutto più interessante. Continua 😉
     
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    Grande! Secondo me hai fatto benissimo a fare cosi! Mi sarebbe dispiaciuto se avesse veramente mandato le foto, in piu la situazione di controllo anche della sua carriera è super eccitante. Non vedol’ora di leggere una bella sessione di sottomissione. Ps non sono amante dello scat ma ci stava come punizione!
    Grande continua cosi
     
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    Troppo bello questo racconto, ti prego continua. Viva i piedii
     
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    Grazie per gli incoraggiamenti ragazzi. Vi giuro che li apprezzo tanto, sono una persona molto insicura e ho bisogno costante di motivazioni... un po' come Enrico... :lol:

    CAPITOLO 6

    È giovedì. Sono rientrato a casa ieri e ho dormito tantissimo, mi sono svegliato alle 14. Sto mangiando una triste pasta in bianco. Non avevo voglia di cucinare e i domestici non ci sono, gli ho detto espressamente di non venire oggi.
    Sto ancora ripensando all'ultima sera con il Padrone e a cosa è riuscito a farmi credere. All'improvviso mi torna in mente un particolare: il Padrone ha detto che quell'account Twitter con gli schiavi che vengono umiliati lo gestisce lui. Riesco a ricordarmi il titolo: "The School of Ruined Fa*****" ("La scuola dei fr**i rovinati").
    Inizio a sfogliarlo: contiene un'infinità di foto di uomini di ogni età, dall'appena diciottenne all'anziano, ripresi in pose e atti particolarmente perversi, tutti con il volto ben visibile. Ho un rigurgito di attivismo lgbt, che riaffiora da non so dove, e penso: che stronzo, sta rovinando centinaia di omosessuali per puro divertimento.
    Non faccio in tempo a formulare il pensiero, che il mio cellulare squilla. È il Padrone. Rispondo alla chiamata.
    Luigi: "Ciao recchia, sei a casa?"
    Me: "Salve Padrone, sì".
    Luigi: "Perfetto, sarò da te fra un'ora, se ci sono amici, parenti, domestici o altri rompico*****i mandali via. Oggi ti spiego per filo e per segno come sarà la tua vita da ora in poi, voglio la tua massima attenzione. Aspettami nuda a quattro zampe. A dopo".
    Attacca senza aspettare una mia risposta. Il mio c**zo è già duro come il marmo, l'orgoglio gay che aveva fatto timidamente capolino pochi istanti prima è già stato annientato.
    Un po' più tardi eccomi nudo a quattro zampe, sono da poco passate le 15 quando sento un'automobile parcheggiare davanti casa. Apro il cancello con il tasto sul citofono e aspetto in casa, dietro la porta, che il Padrone entri. Poco dopo anziché sentire bussare alla porta, sento squillare il telefono. Rispondo.
    Luigi: "Checca, guarda che sono qui al cancello".
    Me: "Lo so Padrone, vi ho aperto, potete entrare".
    Luigi: "Come? Ma con chi credi di parlare? Esci fuori, sempre nuda a quattro zampe, e il cancello me lo apri tu, put***a. Poi una volta che l'hai aperto ti metti in ginocchio, ti presenti come mia schiava personale e mi supplichi di entrare. A quel punto io entro, tu chiudi il cancello, mi gattoni dietro ed entriamo. È tutto chiaro?".
    Me: "Ma Padrone, non ci sono siepi a casa mia, i vicini rischierebbero di vedermi…".
    Luigi: "Vieni ad aprire il cancello, è l'ultima volta che lo ripeto".
    Ingoio la saliva e con il cuore in gola rispondo: "Arrivo padrone".
    Apro la porta e gattono fuori, mi guardo intorno con sospetto, sperando di non incrociare sguardi indiscreti. Arrivo al cancello e lo apro, mi alzo in ginocchio, guardo il mio padrone… e mi accorgo che sta registrando tutto con il telefonino.
    Penso fra me e me: "Ha ripreso cose anche peggiori". Come richiesto, recito:
    "Salve Padrone, la vostra umile schiava vi supplica di entrare in casa".
    Noto che il Padrone trattiene una risata, poi mi passa accanto. Chiudo in fretta il cancello e gli gattono dietro. Siamo dentro casa. Mi avrà visto qualcuno?
    Luigi: "Devo punirti purtroppo, non riesce a entrarti in testa che devi ubbidire senza pensare. Cazzo vuoi che me ne freghi dei tuoi vicini?"
    Me: "Ma Padrone, se mi vedessero, se mi riprendessero coi telefonini…"
    Luigi: "Porta e cancello distano pochi metri l'una dall'altro, tutto è durato poco più di 20 secondi… avrebbero dovuto stare appostati per poterti riprendere. E poi un po' di rischio ci vuole, rende la vita più frizzante. Comunque non c'era nessuno, come hai visto".
    Non ribatto, so che non servirebbe.
    Luigi: "Torniamo alla punizione. Pensavo di prenderti a schiaffi coi piedi. Volevo dartene cinquanta, ma visto che hai ribattuto anche una seconda volta facciamo cento. Guidami verso il divano. Una volta terminata la punizione mi farai esplorare la casa".
    Si siede sul divano, io sono innanzi a lui. Gli tolgo scarpe e calzini con la bocca.
    "Mettiti seduta con le mani dietro la schiena. Non muovere le mani, devi prendere gli schiaffi in pieno volto, non provare mai a proteggerti. Bene, iniziamo…".
    La pianta del suo piede sporco e sudato si schianta contro la mia guancia e rischio di cadere di lato… mi sento frastornato… se gli altri novantanove saranno così arriverò come poltiglia alla fine.
    Il secondo me lo rifila sull'altra guancia con l'altro piede, e continua così, alternandoli. Mi sento completamente annebbiato, quando si ferma e chiede:
    "A quanti siamo?"
    Me: "N-non lo so Padrone… non li ho contati".
    Luigi: "E adesso come c**zo facciamo?"
    Non so cosa dire e rimango zitto. Luigi: "Bisogna ricominciare, questa volta contali però! Al termine di ogni decina mi avvisi, capito?".
    La prospettiva di ricominciare è terribile, ma l'alternativa sarebbe protestare, ricevere comunque la punizione e poi venire punito ulteriormente. Mi limito a rispondere:
    "Capito, Padrone".
    Riprende così a darmi schiaffi con le sue imponenti fette. Quando è arrivato a dieci, dico: "Dieci, Padrone".
    Non dice niente e prosegue. Superati i cinquanta comincia a essere un po' stanco anche lui (contando quelli dati in precedenza, saremo già oltre i cento), così diminuisce la potenza e aumenta la velocità.
    Poco dopo posso finalmente dire: "Cento, Padrone".
    Al mio annuncio Luigi poggia le gambe a terra, è sudato e ha il fiatone:
    "Fantastico! Che figata! Recchia, d'ora in poi cinquanta schiaffi con le fette ogni giorno, a prescindere, poi per ogni tua caz**ta o risposta fuori luogo ne aggiungiamo altrettanti".
    Mugolo: "Va bene Padrone". Luigi: "Ora mostrami casa".
    La mia casa è bassa ma molto estesa, conta otto stanze al piano terra (cucina, sala, due camere, due bagni e due studi), più un grande seminterrato diviso in quattro stanzoni (un garage, una palestra, un bunker per i trofei e una sala rustica). Sul davanti ha un giardino di pochi metri che separa la porta dal cancello, mentre sul retro ha un giardino enorme con piscina e un campo da tennis in cemento.
    Gli faccio fare il tour completo della casa gattonando, compreso l'esterno sul retro, che per mia fortuna, a differenza dell'ingresso, è inaccessibile a occhi indiscreti.
    Rientriamo, mi chiede carta e penna, si stravacca sul divano, con me sempre al suo cospetto a quattro zampe, e dice:
    "Nuova vita di Enrico Dominici. Prima cosa, licenziamento immediato del tuo team in blocco. Assumerai un team scelto da me, con un membro in meno perché il manager sarò io".
    Rimango a bocca aperta.
    Continua: "O questo, o il materiale che ben sai va ai quattro venti. Te l'ho spiegato, se ti sottrai al mio controllo non ho più alcun motivo di proteggerti".
    Incredibile come stia ribaltando la frittata. Mi sta apertamente ricattando, ma cerca di convincermi che in realtà mi sta proteggendo. Che faccia tosta! Purtroppo, nel frattempo sento il mio c**zo pulsare talmente forte che ho spasmi di piacere all'inguine.
    Luigi: "Vedo che il tuo micropene è d'accordo con me, quindi la considero cosa fatta. Non mi piace perdere tempo, quindi domani li riunisci e dai loro la notizia, con effetto immediato. Se c'è da pagarli, si paga, tanto i soldi non sono un problema.
    Seconda cosa: prendo possesso immediato di tutte le tue carte di credito. Su questo foglio mi scrivi subito i dati dei tuoi conti bancari, le tue e-mail, le password, i dati di tutti i tuoi account personali, social networks e chat inclusi, voglio tutto. Mentre lo fai, dammi il tuo telefonino".
    Eseguo tutto quello che mi dice senza fiatare, non avrebbe senso alcuna protesta.
    Finito di scrivere tutti i dati che mi ha richiesto, gli rendo il foglio e mi restituisce il telefonino. Prosegue:
    "Ho installato un programma che mi dà accesso immediato al tuo cellulare. Se lo accendi, posso vedere cosa stai facendo dal mio e volendo posso anche controllarlo. D'ora in poi la privacy per te è un concetto superato. A breve mi faccio una copia di tutte le tue chiavi di casa.
    I prossimi tornei li salti, tanto non sono particolarmente importanti, il che significa due mesi di pausa. Ti farò giocare solo il torneo di fine anno, perché ci sono troppi soldi in ballo.
    Appena possibile ci mettiamo a tavolino, anzi io a tavolino e tu per terra, e studiamo per bene tutti i tuoi contratti e i tuoi sponsor, voglio avere il quadro completo dei tuoi guadagni, poi per sicurezza parlerò anche con il tuo commercialista.
    Per quanto riguarda i domestici, non li licenzierai, ma gli diminuirai il lavoro, ossia verranno a pulirti la casa solo quando sarai in viaggio, ma quando ci sei sgobbi tu. Lo stipendio rimane invariato, non voglio metterli in difficoltà, non sono certo benestanti".
    Sembra un fiume in piena, fatico ad assorbire tutto ciò che sta dicendo. Prosegue:
    "La collezione di libri, gadget e pupazzi che visto nei due studi non ti servirà più: non avrai più modo di approfondire le tue passioni, d'ora in poi l'unica tua passione saranno le caccole dei miei piedi, quindi farò venire a prendere tutto e lo regaleremo a qualche mercatino dell'usato."
    Lo guardo con gli occhi stravolti. Non può farmi questo, nelle mie collezioni ci sono i ricordi di una vita, le ho messe insieme con tanta dedizione…
    Il Padrone intuisce che vorrei dire qualcosa e mi anticipa:
    "Non fiatare. Se non vuoi prendere dieci calci nelle palle, non dire una parola. Le tue collezioni spariscono, occupano spazio inutilmente. Così è deciso. Tieni, lecca", e così dicendo mi mette un piede a due centimetri dal viso.
    Inizio a leccarlo. Entro venti secondi ci sto già pomiciando senza ritegno, mentre dal mio c**zo durissimo gocciola precum.
    Luigi: "Allora recchia, la diamo via la tua collezione o no?"
    Me, fra una slinguazzata e l'altra: "Sì padrone, sì".
    Lugi: "Perché la diamo via?"
    Me: "Perché lo dite voi Padrone".
    Luigi: "Esatto, vedi che non è difficile? Impara questo semplice concetto: la tua vita precedente va scaricata nel cesso e ricostruita secondo i miei criteri. Chiaro?".
    Me: "Sì Padrone, chiarissimo".
    Luigi: "Bene. La prossima settimana ti farò conoscere il nuovo team, ho già parlato con tutti loro. Ti anticipo che sapranno tutti e tre della tua condizione di schiava sottomessa e ti tratteranno anche loro come tale".
    Incredibile, ogni volta che penso di aver toccato il fondo, il Padrone riesce a scavare.
    So che dovrei stare zitto, ma in preda al panico comincio a farfugliare: "M-m-ma Padrone… così il mio segreto non sarà più al sicuro, c-c-cosa succederà se qualcuno di loro lo andrà a dire in g-giro?"
    Lo vedo alzarsi in piedi con lo sguardo furibondo e darmi un ceffone potentissimo, cado all'indietro con un sacco di patate. Sto ancora cercando di capire cosa sia successo quando il Padrone mi è addosso, si mette a sedere sul mio petto e dice, con tono inaspettatamente calmo in rapporto alla furia di pochi istanti prima:
    "Chi è il tuo Padrone?"
    Me: "Voi, Padrone".
    Luigi: "Chi decide la tua vita al 100%?"
    Me: "Voi, Padrone".
    Luigi: "Hai diritto di ribattere?"
    Me: "No Padrone".
    Luigi: "E allora perché ribatti?"
    Cerco di usare un po' di strategia psicologica e rispondo: "Lo dico per voi Padrone, se il mio segreto trapelasse perdereste il vostro portafogli ambulante".
    Mi mette un dito davanti alla bocca, per zittirmi:
    "Non ci provare, checca. Ricordati che sono uno degli youtuber più amati d'Italia, se tu scomparissi non avrei alcuna difficoltà economica. Voglio controllare i tuoi soldi solo per il gusto di farlo.
    Tornando al nuovo team, ho la certezza assoluta che nessuno di loro dirà mai niente, quindi piantala di frignare. È necessario che sappiano, perché devi vivere come una schiava ogni istante della tua vita, voglio disumanizzarti, non devi avere mai tregua. Solo che io non potrò stare sempre con te.
    A breve verrò a vivere qui, ma anche così gli impegni di lavoro potrebbero allontanarmi di tanto in tanto: in quei casi uno dei membri del team mi sostituirà. Sarai controllata tutto il tempo. Durante i viaggi verremo tutti con te, come un vero team, ma starai a casa più di quanto credi. L'anno scorso hai giocato diciassette tornei, decisamente troppi. D'ora in poi ne giocherai una decina l'anno.
    Infine, ecco le regole di base che valgono per ogni schiava, te le ho scritte in questo foglio così le impari a memoria: in privato starai sempre nuda a quattro zampe; mangerai e berrai da ciotole per cani senza usare le mani; divieto assoluto di parlare, a meno che non ti diamo esplicitamente il permesso, per il resto ti esprimerai abbaiando; verrai depilata dal collo ai piedi in maniera integrale e permanente; non potrai masturbarti ma non useremo cintura di castità, semplicemente se ti beccheremo a farlo passerai le pene dell'inferno; per andare in bagno dovrai chiedere il permesso… poi decideremo insieme in che modo, a me piacerebbe farti ululare, immagina che spasso! Infine, ti risparmierò lo scat, ma una pisciata al giorno devi berla. Quest'ultima regola forse è superflua, perché in generale dovrai fare qualsiasi cosa ti venga ordinata, ma l'ho inserita per dimostrarti che sono un uomo di parola: non ti farò più mangiare mer**, a meno che - nelle rare volte in cui ti sarà concesso parlare - tu non dimentichi di chiamare Padrone me o un nuovo membro del team".
    Il Padrone ha appena finito di scandire queste parole quando il mio telefono squilla. Controllando il mio dispositivo dal suo cellulare, mi dice: "Ah… è tua madre. Vorrà vederti, visto che sei rientrata ieri notte. Dille che andrai da lei sabato a cena, ma che oggi e domani vuoi riposarti, non importa quanto insisterà".
    Rispondo e seguo le istruzioni del Padrone. Mia madre per fortuna non insiste più di tanto e rimaniamo d'accordo per la cena di sabato. Attaccato il telefono, il Padrone mi dice:
    "Bene. Direi di inaugurare la tua nuova vita con una bella bevuta di piscio, andiamo in bagno".

    Edited by sub1984 - 30/5/2023, 12:57
     
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    Grandeeeeee, sempre più eccitante e sadico questo padrone 😍😍
     
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    Non vediamo l'ora di vedere i nuovi membri... E cmq direi di mettere anche qualcuno o molto più giovane o molto più grande per aumentare l'umiliazione
     
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    Ciao Piedi. Enrico ha 24 anni, cosa intendi per molto più giovane? Lo chiedo per evitare di finire in galera. 😅 Intanto grazie per il commento.
     
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    CAPITOLO 7

    La bevuta di piscio non si rivela particolarmente difficoltosa, il che porta il Padrone a insospettirsi:
    "Dimmi un po', recchia, per caso l'hai già bevuto? L'hai buttato già come fosse acqua fresca, non credo sia possibile se si è alle prime armi. Dimmi la verità…"
    Divento rosso in viso come un peperone e non riesco a rispondere…
    Luigi: "Ahahah! Non ci credo… che fr*cia! Che c**zo di fr*cia! E chi ti ha allenato in questa curiosa pratica? Quella checca del tuo ex?"
    Mugolo: "Sì padrone".
    Luigi: "Pazzesco. Ricordo che per tre anni sui giornali non s'è parlato altro che di voi due e di quanto eravate innamorate. Sembrava doveste stare insieme per sempre e invece… a proposito, come mai vi siete lasciate?"
    Me: "Era troppo geloso Padrone, mi faceva continuamente scenate, non ne potevo più"
    Luigi: "Tipico comportamento da checca isterica come lei. Che altra schifezza ti ha fatto fare oltre a bere il piscio?"
    Me: "Niente di particolare Padrone. Bevevo il suo piscio e gli leccavo i piedi, sono gli unici fetish che abbiamo provato".
    Luigi: "E lei li leccava a te?"
    Me: "No Padrone, lui con me era attivo in tutto, inclusi questi fetish…"
    Luigi: "Ahahah… ma se è una donna mancata… hai visto quant'è effeminato? Tu non sei in quel modo, se non avessi fatto coming out non l'avrebbe saputo nessuno… davvero ti facevi mettere sotto da quella sfranta?"
    Me: "Il punto Padrone è che…"
    Luigi: "Che?"
    Non riesco a dirlo, mi si fermano le parole in gola. Poi il Padrone ha l'illuminazione:
    "Non me lo dire… ce l'aveva grosso, vero?"
    Sono talmente imbarazzato che credo di essere diventato viola, non rispondo ma il mio silenzio è come un'assordante conferma.
    Luigi scoppia a ridere, ride per un minuto buono a crepapelle, ha le lacrime agli occhi. Poi riesce a calmarsi e dice:
    "Che spettacolo… una donna mancata che con un po' di trucco in più sembrerebbe Lady Gaga si mette con un campione di tennis fisicamente prestante e d'aspetto mascolino… e l'attivo lo fa la donna mancata perché ha un c**zone, mentre il presunto maschione ha un vermicello, poco più che un clitoride. Sembra una barzelletta! Ma dimmi checca, quanto ce l'ha lungo?"
    Me: "21 centimetri, padrone"
    Luigi: "Appena uno meno di me… hai capito, la sfranta! Tu invece, checca?"
    Me: "13 centimetri, padrone"
    Luigi: "Vai a prendere un centimetro dai, che te lo misuriamo, per conferma".
    Gattono in cucina e torno con un centimetro. Quando torno, Luigi dice:
    "Dai, te lo misuro io".
    Mi afferra il c**zo con una mano. Inizia a pulsarmi impazzito, se solo mi smanettasse per pochi istanti sborrerei subito. Il Padrone lo nota:
    "Calma checca, non c'è niente di sessuale in tutto questo, lo sto facendo per la scienza, ahahah!"
    Mi mette l'estremità del centimetro in corrispondenza della punta della cappella e poi lo tira giù fino alla base del c**zo.
    Luigi: "Ma checca, sono 11 centimetri, non 13… volevi prendermi per il culo?"
    Me: "N-n-no Padrone, vi giuro che è sempre stato 13 centimetri quando l'ho misurato"
    Luigi: "Allora come spieghi che ora è lungo 11?"
    Me: "Ah… forse ho capito… è che io lo misuravo da sotto Padrone"
    Luigi: "Ma sei scema? Da sotto non è neanche chiaro dove finisca perché diventa tutt'uno con lo scroto… probabilmente il tuo subconscio te l'ha fatto misurare da sotto per poter guadagnare un paio di centimetri, data la situazione disperata… ahahah!"
    Deglutisco, senza rispondere.
    Luigi: "Anche i 21 centimetri della tua ex sono gonfiati quindi?"
    Me: "No Padrone, non gliel'ho misurato io, la misura me la disse lui. Era davvero grosso, quindi credo siano realistici".
    Luigi: "Buon per lei. Tornando a noi, non trovi poetico che il tuo pipino sia lungo 11 centimetri? È precisamente la metà del mio. D'altronde, la stessa cosa vale anche per le tua facoltà mentali: sono precisamente la metà delle mie, ahahah!"
    Non rispondo, non c'è niente da rispondere, sta dimostrando coi fatti di avere ragione. Continua:
    "Davvero non facevate niente di più spinto? Non ti ha mai scorreggiato in bocca, per esempio?"
    La domanda mi prende in contropiede, è una cosa a cui non ho mai pensato. Il Padrone si accorge del mio sguardo stupito:
    "Nooo… dai c**zo, una mega-recchia come te non ha mai provato le scorregge?"
    Me, quasi sentendomi in colpa: "No Padrone".
    Mi fa tornare in sala in fretta e furia, si sdraia sul divano e si toglie in un colpo calzoni e mutande, rivedo finalmente il suo cazzo da quando mesi fa mi inculò a casa sua.
    Solleva le gambe e sporge lievemente il culo dal bordo del divano, divaricandosi le chiappe con le mani: io sto a quattro zampe avanti al divano e ho quindi il suo ano davanti alla faccia. Sono ipnotizzato da quella rosa di carne, non ho mai visto niente di tanto perfetto in vita mia.
    Il Padrone mi fa bruscamente risvegliare dall'incanto:
    "Sveglia, checca! Non dormire a occhi aperti, ascolta bene le istruzioni. Poggia la tua bocca intorno al mio buco del culo, le labbra devono contornarlo perfettamente e aderire il meglio possibile. Tieni la lingua immobile, non sono fr***o e non voglio che entri in contatto col mio buco. Quando siamo entrambi pronti, conto fino a tre e poi sgancio una scorreggia. Quando senti che inizio a scorreggiare tu inizi a respirare profondamente, devi mandare l'aria del mio culo in circolo nei tuoi polmoni. Se mi accorgo che non stai respirando in maniera convinta o che le tue labbra non aderiscono bene e stai lasciando fuoriuscire l'aria, giuro che ti massacro di botte."
    Eseguo le sue istruzioni. Appena le mie labbra contornano il suo ano il mio c**zo inizia a pulsare impazzito. Lo sento sbattere ripetutamente contro il mio inguine, sta grondando precum.
    Luigi: "Pronta checca? Tre, due, uno…"
    Inizia a scorreggiare. Sento il suo ano vibrare e un gettito d'aria invadermi la bocca. Inizio a respirare profondamente come detto dal padrone. Mi sorprendo nel pensare che l'odore non sia affatto male. Anzi, ben più di così: è stupendo, caldo, mi fa sentire a mio agio, vorrei che non finisse mai.
    Il mio c**zo pulsa sempre più forte, sbatte come un picchio contro il mio inguine, non lo controllo più… non… non ci credo… rischio di venire… cosa devo fare… devo avvisare il Padrone? Per farlo dovrei staccare la bocca dal suo culo e non oso immaginare le conseguenze. Devo resistere… devo… ma il mio c**zo continua a a sbattere… e sbatte, e sbatte… non è possibile… arriva… arriva anche se non mi sto toccando (le mie mani sono ben piantate per terra)… mi arrendo, sento il liquido risalire il canale lungo il mio pene… sto sborrando. Sto sborrando con un'intensità indescrivibile.
    Inizio a mugolare di piacere proprio mentre il padrone ha terminato la sua lunga scorreggia. Il suono è ovattato, essendo la mia bocca serrata contro il suo culo, ma si sente chiaramente che sto godendo (oltre a ciò, per quanto cerchi di controllarlo, il mio corpo è percorso da spasmi).
    Luigi: "Ma che c**zo…?"
    Rimanendo a gambe alzate per non farmi staccare la bocca dal suo culo, sporge la testa di lato e scorge il mio c**zo che emette gli ultimi spruzzi di sperma, nonché il resto del liquido sparso in terra.
    Luigi: "Non ci posso credere. Hai sborrato senza neanche toccarti!"
    Scoppia di nuovo a ridere e sembra non smettere più, probabilmente non si aspettava un effetto del genere. Rimango attaccato con la bocca sul suo culo e sento il suo ano contrarsi ed aprirsi, andando al ritmo delle risate. Un senso di felicità mi pervade: ho appena avuto la prova che le risate che faccio fare al Padrone distribuiscono una sensazione di benessere lungo tutto il suo corpo. Sento che la mia vita acquista un nuovo scopo. Sono un campione sportivo amato in tutto il mondo, ma quello non conta niente: ciò che dà senso alla mia vita è che l'ano del mio Padrone si contragga e si rilassi al ritmo delle risate che io gli provoco.
    Finito di ridere, il Padrone dice:
    "Va bene checca, staccati pure. Non riesco a credere a cosa è appena successo, riesci sempre a stupirmi e a renderti più ridicola di quanto già non ti renda io coi miei ordini. Ora lecca tutto quello schifo in terra però".
    Mentre mi chino e inizio a ripulire il mio sperma dal pavimento con la lingua, il Padrone aggiunge:
    "Per farti contenta aggiungiamo almeno una scorreggia in bocca alla lista dei rituali quotidiani, accanto alla bevuta di piscio e ai cinquanta schiaffi coi piedi, va bene checca? Ora andiamo in cucina, sono già le 19, ci prepariamo la cena. Dopo cena vedo come punirti per avere sborrato senza permesso. Oppure hai da dire qualcosa in tua discolpa?"
    So bene che qualsiasi cosa dicessi non servirebbe. Cerco di ingraziarmi la sua clemenza dicendo:
    "No Padrone, ho contravvenuto a una regola e quindi è giusto che io venga punito".
    Luigi: "Brava checca, mi piaci quando mostri sportività. Goditi queste chiacchierate col tuo Padrone perché ne avrai ancora per pochi giorni, una volta che ti avrò introdotta al nuovo team e che ogni istante del tempo sarà programmato e supervisionato, entrerà in vigore anche la regola dell'abbaiare e sarò molto rigoroso nel fartela rispettare. Eccetto situazioni d'emergenza, in privato non potrai più dire una parola in vita tua."

    Edited by subpig - 2/6/2023, 01:48
     
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    Grande!! Questa storia sta prendendo una bella piega! Non vedo l’ora di conoscere il team! Spero che qualcuno di loro lo usi anche sessualmente 😂🙃
     
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