Il campione di tennis e lo youtuber

dominazione

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    Ciao a tutti, questo è il primo racconto che scrivo. Il campione di tennis non è ispirato a nessun giocatore in particolare, invece lo youtuber è ispirato al celebre Luis, ma solo fisicamente, il carattere è inventato da me.
    In questo primo capitolo i piedi sono secondari, c'è solo un accenno, ma il capitolo è importante per creare il rapporto fra i due protagonisti. Se vi piace fatemelo sapere e dal secondo capitolo inserirò scene coi piedi.


    CAPITOLO 1

    Mi chiamo Enrico Dominici e sono un tennista di 24 anni. Sono considerato uno dei più grandi talenti della mia generazione, ma ho appena perso la finale di Wimbledon. È la quinta volta che perdo una finale importante su cinque che ne ho raggiunte.
    Sono gay dichiarato da sempre e ciò ha attirato l'attenzione su di me sin da quando giocavo i tornei junior. A diciott'anni avevo già sponsor importanti e venivo considerato un esempio dalla comunità lgbt.
    Sono ancora in hotel a Londra, sto per andare a dormire, domani tornerò in Italia. Decido di leggere gli articoli sportivi su Internet riguardo alla mia ennesima sconfitta e mi imbatto nella dichiarazione di un politico di destra che afferma:
    "Dominici è un grande talento, ma si ferma sempre sul più bello. Forse gli manca un po' di mascolinità, non è un caso se è l'unico tennista gay di cui si abbia notizia".
    Le parole sono già diventate un caso, con polemiche fra chi gli dà ragione e chi mi difende, ma ormai ci sono abituato: devo subire polemiche sulla mia sessualità sin da quando ero un ragazzino.
    Il giorno dopo, mentre sono in aereo, il mio manager mi dice:
    "Ehi, mi hanno appena contattato Sferez e Luigi Sale, mi chiedono se vuoi andare ospite a Erba Selvatica, il podcast su YouTube, lo conosci?"
    Penso che l'iniziativa potrebbe rivelarsi interessante, non sono mai stato intervistato per più di un'ora dalle stesse persone. "Sì, digli che accetto volentieri".
    Una settimana dopo sono lì nel loro studio, ci salutiamo e iniziamo l'intervista. La maggior parte delle domande le pone Sferez, mentre Luigi si limita a fare qualche osservazione.
    Dopo circa mezz'ora è però lui a entrare nell'argomento sessualità:
    "Posso chiederti se sei stanco delle polemiche riguardo al fatto che sei gay? Mi riferisco per esempio alla recente uscita del senatore Passoni".
    Rispondo che le affermazioni del senatore non meritano commento e che le polemiche saranno inevitabili finché l'omosessualità non sarà ritenuta normale dalla maggior parte delle persone, ma la strada al riguardo è ancora lunga.
    Luigi insiste: "Permettimi un pettegolezzo. Che tu sappia quanti tennisti gay ci sono, a parte te, fra i primi venti al mondo?"
    Rispondo: "Se anche sapessi di altri, non te lo direi per correttezza, tuttavia che io sappia al momento fra i primi venti sono l'unico".
    Luigi: "Non pensi che questa statistica, per quanto casuale, possa offrire a persone come Passoni, un argomento a cui aggrapparsi? Non è il mio pensiero ovviamente, sto solo provando a capire come ragiona la gente".
    Rispondo: "Non tutta la gente ragiona come Passoni per fortuna. Considera inoltre che in media una persona su venti è gay, quindi che ci sia un tennista gay su venti rientra perfettamente nella statistica".
    Luigi: "Però Passoni dice che non è un caso se è proprio l'unico gay a perdere le sue prime cinque finali consecutive".
    Mi sento quasi assediato, nonostante Luigi sottolinei che quello è il pensiero del senatore omofobo e non il suo, non capisco il motivo di riproporlo con tanta insistenza.
    Qualche minuto dopo l'intervista vira su toni più sbarazzini e Sferez mi chiede: "Com'è il tuo ragazzo ideale a livello fisico?"
    Rispondo senza pensarci troppo: "Alto come me, moro, possibilmente con pochi peli e con i muscoli ben definiti".
    Sferez a quel punto osserva: "Ma hai appena descritto Luigi. La possiamo considerare una proposta ufficiale?"
    Ci mettiamo tutti a ridere, ma in realtà mi morderei la lingua perché non mi sono reso conto, mentre rispondevo, che effettivamente stavo descrivendo una tipologia di ragazzo identica a Luigi Sale.
    Finita l'intervista rimaniamo a parlare del più e del meno per un'altra mezz'ora e io ne approfitto per guardare meglio Luigi: è davvero bono, strano che prima della battuta di Sferez non ci avessi fatto caso, forse ero troppo preso dall'intervista. Penso però anche che Luigi sia stato un po' stronzo con me.
    A un certo punto Sferez si allontana per rispondere al telefono e il resto della troupe è fuori a fumare, rimango solo con Luigi, che mi dice:
    "Sono felicissimo che tu sia venuto, è davvero piacevole parlare con te. Usi Telegram per caso? Così per mantenere un contatto nel caso servisse in futuro".
    Rinfrancato dalle sue parole, gli do il mio contatto Telegram e lui mi gira il suo. Poco dopo torna Sferez, ci si saluta tutti e torno a casa.
    Una settimana dopo, mentre sto oziando in casa a Bologna (ho deciso di prendermi un mese di pausa dopo l'ultima sconfitta), mi arriva un messaggio su Telegram. Vedo dalla notifica che è Luigi Sale.
    "Ciao Enrico, sei a Bologna?"
    "Ciao Luigi, sì perché?"
    "Anche io abito a Bologna, te lo accennai durante l'intervista. Che ne dici se ti invito a casa mia per stasera a cena?"
    "Non saprei, così su due piedi…"
    "Vieni dai, ci siamo divertiti tanto l'altro giorno e poi vorrei dei consigli, sai quando gioco a tennis coi miei amici perdo sempre perché il mio rovescio è pessimo…"
    Decido di accettare e la sera mi presento da lui. Mi apre la porta di casa in pantaloncini corti e canottiera, a piedi scalzi e tutto sudato.
    Mi dà la mano e mi dice: "Ciao Enrico, entra, scusa se sono in questo stato ma mi stavo allenando e non mi ero accorto dell'ora, seguimi che ora mangiamo".
    Normalmente avrei dovuto pensare "accidenti che stronzo, mi invita a casa sua e poi non controlla neanche l'ora?"… ma non lo faccio, perché sono intento a osservare il suo fisico statuario, sottolineato dagli indumenti corti e aderenti. C**zo, quant'è bono.
    Inoltre l'odore pungente del suo sudore ha invaso tutto l'ambiente e all'improvviso sento qualcosa muoversi nelle mie mutande. Sto avendo un'erezione!
    "Senti una cosa, avevo pensato a una cenetta leggera perché poi vorrei andare in giardino ad allenarmi sotto la tua direzione, che ne dici? Ti va bene un panino?"
    Rimango interdetto, mi aveva chiesto di dargli consigli, non di passare l'intera serata ad allenarlo… e aveva detto che avremmo cenato insieme, non mangiato un panino al volo. Ma sono ancora stordito dal suo odore e dalle sue forme, ho il c**zo durissimo e gli dico che non c'è problema.
    "Perfetto allora… vado a preparare le racchette e il resto dell'attrezzatura, tu intanto prepara i panini, anche per me se non ti dispiace, trovi pane e affettati in cucina già pronti".
    Non ho il tempo di dire nulla che è già uscito dalla stanza… incredibile, mangerò un panino del c**zo e devo pure prepararmelo. Eppure per qualche motivo obbedisco e preparo i due panini.
    Rimango lì ad aspettare per venti minuti, poi mi spazientisco e decido di andare a cercarlo, quando eccolo ricomparire. "Eccomi, scusa ma non trovavo le palline. Ah, vedo che hai fatto i panini, bravo. Mangiamo dai".
    Dà un morso al suo panino e poi dice: "Ma mi ci hai messo una sola fetta di prosciutto? Vuoi farmi morire di fame?"
    Rispondo: "Ah, scusa… non sapevo quanto ne volessi, non mi hai dato istruzioni…"
    Luigi: "Sono alto quanto te e ho anche più muscoli, secondo te posso cenare con una singola fetta di prosciutto?"
    Rispondo: "Hai ragione, scusa… non ci ho pensato".
    Luigi: "Tagliamene altre quattro visto che sei lì, dai".
    Rispondo: "Sì, faccio subito".
    Ma che c**zo succede? Sono invitato a casa sua, mi sono dovuto preparare la cena da solo e ora vengo pure rimproverato? Dovrei mandarlo al diavolo e uscire sbattendo la porta di casa.
    Invece sto qui a scusarmi e a eseguire le sue richieste, con il c**zo nelle mutande che è sull'orlo di un'esplosione. Nei venti minuti in cui è stato assente inoltre non è neanche passato in bagno a pulirsi, perché puzza ancora di sudore come prima. Eppure anche questo non fa che eccitarmi.
    Finito di mangiare apre il frigo, tira fuori una lattina di Pepsi, richiude il frigo e inizia a berla. Di offrirne una anche a me non se ne parla. Una volta scolata la lattina, la schiaccia con le mani e la butta sul tavolo:
    "Tieni Enrì, buttamela via tu, il secchio è lì dietro".
    Sono sempre più allibito, ma ormai è come se non avessi più volontà, eseguo senza neanche dire una parola.
    A questo punto, senza preavviso, fa un rutto gigantesco, che mi fa spalancare gli occhi dalla sorpresa.
    "Ahahah! Ti ho spaventato? Non fare la femminuccia dai, andiamo in giardino".
    Lo seguo ormai in trance, non riesco neanche più a distinguere se sto sognando o tutto ciò sta accadendo davvero.
    Mentre stiamo per uscire in giardino, si volta e mi dice: "Ma tu non puoi allenarti vestito elegante come sei".
    Rispondo: "Sei tu che devi allenarti, no? Io sono qui per darti consigli"
    Luigi: "Non essere stronzo dai… ho a disposizione il più grande tennista italiano e dovrei limitarmi a qualche consiglio? Alleniamoci insieme così mi fai vedere come si fa, non fare la difficile dai…"
    L'ultima frase al femminile! Vorrei saltargli addosso e prenderlo a pugni in faccia, invece riesco solo a balbettare:
    "Ma… ma… come dicevi, non ho neanche i vestiti per allenarmi…"
    Inoltre, penso fra me e me, con dei pantaloncini sportivi sarebbe impossibile nascondere l'erezione.
    Luigi: "Te ne darò alcuni miei, non c'è problema".
    Va nella stanza accanto e torna subito dopo con dei pantaloncini cortissimi e una canottiera. "Ecco qua…"
    Rispondo: "Ma le scarpe? Quelle che indosso sono eleganti…"
    Luigi: "Perché, io sto forse indossando scarpe? Ci alleniamo scalzi, non ci sono sassi nel prato, stai tranquillo. Spogliati dai, non perdiamo tempo".
    Non so più cosa ribattere. Mi tolgo la camicia, sto per appoggiarla su una sedia del salone e mi ferma.
    "Aspetta Enrì, non mi sembra igienico, sulle sedie ci faccio sedere gli ospiti".
    Rispondo: "Ah scusa… allora sul divano…"
    Luigi: "Anche quello lo uso per gli ospiti. Buttala a terra, non si sporca mica, la signora delle pulizie ha dato lo straccio questa mattina".
    Piego la camicia al meglio che posso e la poggio per terra, poi mi infilo la sua canottiera. Mi sta stretta e lascia completamente scoperto l'ombelico… non capisco come sia possibile, lui è alto come me e più massiccio, non potrebbe mai indossare questa canottiera.
    Notando la mia perplessità, prima che io possa parlare mi dice: "Deve essersi ristretta dopo l'ultimo lavaggio… ma tanto è caldo e siamo solo noi, non farmi andare a cercarne un'altra dai. Finisci di cambiarti, veloce".
    Mancano solo i pantaloni. Ho il cuore in gola, non so cosa fare, ma lui mi sprona: "Dai c**zo, vuoi metterci un'ora a cambiarti?"
    Mi giro dandogli le spalle e me li sfilo, poggiando anche questi per terra. Prendo poi i pantaloncini e li indosso. È un dramma, l'erezione è perfettamente visibile, mi sento come fossi nudo. Non voglio voltarmi e fargliela vedere, ma non ho neanche il tempo di ragionare che lui si avvicina da dietro, mi mette le mani sulle spalle e mi volta dicendo: "Fatti vedere, timidona".
    Di nuovo il femminile! Preso alla sprovvista mi porto le mani sul pacco, fingendo che sia una posa casuale e che non stia coprendo qualcosa.
    Lui però se ne accorge e me le fa togliere dicendo: "Via le mani da lì, che hai da nascondere?"
    Sentendomi sconfitto, senza dire una parola, le abbasso e lascio visibile l'erezione.
    Luigi commenta: "Ahahah, ce l'hai duro? Allora vedi che ce l'hai ancora un minimo di testosterone? Alla faccia del senatore!"
    Sono probabilmente paonazzo in viso, ma a quel punto Luigi mi spinge fuori e dice: "Basta perdere tempo, andiamo a giocare".
    Dopo un'ora di allenamenti e consigli vuole sfidarmi in una partita di tennis (in giardino ha un campo apposito), gli dico che non ha senso, ma lui insiste. Lo batto 6 a 0 in cinque minuti. Appena ha perso l'ultimo punto viene verso di me, mi mette un braccio intorno al collo e poi mi stringe la testa in una morsa, scherzando in maniera apparentemente amichevole, ma in realtà stringendo più del dovuto: "Brava la nostra campionessa!"
    Ho il naso quasi attaccato alla sua ascella sudata e l'odore è fortissimo, vado in confusione, riesco a balbettare soltanto:
    "Luigi, mi… mi f-fai male"
    Molla la presa e commenta: "Scusa, scusa. Che campionessa delicata che abbiamo".
    Coliamo entrambi di sudore e Luigi decide di rientrare. Apre la porta e mi precede, io sono ancora in giardino stordito quando lo sento ridere a squarciagola da dentro casa.
    Corro dentro per vedere cosa sia successo e lo trovo ancora a ridere, abbasso lo sguardo e vedo che è coi piedi sopra ai miei vestiti eleganti, che mi aveva fatto lasciare in terra. Abbiamo giocato scalzi sul prato e i suoi piedi sono sporchi di erba e terra. Sia la camicia, sia i pantaloni sono macchiati.
    Mi guarda e dice: "Scusami, non mi sono ricordato che li avevi lasciati qui, ahahah!"
    Lo guardo con sconcerto, non riesco a dire niente, e allora continua: "Visto che ormai sono rovinati tanto vale usarli per pulirsi i piedi, così non sporco in giro per la casa".
    Detto questo inizia a strofinarli sui vestiti, stropicciandoli e sporcandoli ulteriormente. A un certo punto avverto uno strappo e vedo che ha lacerato il cavallo dei pantaloni.
    Poi scende dai vestiti, li volta dall'altra parte, dove sono ancora puliti, e mi dice: "Vieni dai, pulisci i tuoi piedi".
    Ancora una volta, immagino di prenderlo a pugni, ma rimane soltanto una fantasia. Senza dire niente obbedisco. Quando ho finito mi dice:
    "Comunque senza offesa Enrì, puzzi come un cane bagnato. Dovresti andare a farti una doccia, usa pure il bagno, è la porta lì a destra".
    Mi incammino verso il bagno e mi ferma: "Scusa Enrì, ma dove vai?"
    Rispondo spaesato: "Al… al bagno…"
    "Sì ma togliti questi vestiti prima, puzzano da fare schifo, non voglio che mi rendi il bagno inutilizzabile".
    Ci sarebbero mille cose da rispondergli: che lui puzza molto più di me, che anche se entro in bagno senza vestiti, essendo sudato, l'odore entra con me… oppure che basta arieggiare o spruzzare un deodorante per ambienti. Invece riesco solo a farfugliare:
    "Sc-scusa… co-cosa dovrei fare?"
    Luigi: "Co-cosa? Co-co-coccodè… sei diventato una gallina? Ahahah!"
    Lo guardo esterrefatto per l'ennesima volta, ma non riesco a ribattere.
    Luigi: "Spogliati qui e poi vai in bagno no? Non è difficile…"
    Mi tolgo canottiera e pantaloncini, li lascio in terra e mi dirigo verso il bagno ma mi stoppa di nuovo:
    "Enrì, ma sei serio?"
    Rispondo: "Sc-sc-scusa… cosa ho fa-fatto adesso?"
    "Cosa hai fa-fatto?", dice visibilmente alterato, facendo di nuovo il verso alla mia balbuzie (solitamente non ne soffro, è lui che mi fa mancare le parole).
    "Te lo dico io cosa hai fa-fatto. Primo i vestiti che ti ho prestato li hai gettati a terra come fossero mer**, dovresti avere un minimo di riguardo…"
    Non riesco a credere che l'abbia davvero detto, quando due metri più in là ci sono i miei vestiti eleganti macchiati di erba e terra (e i pantaloni pure strappati!).
    "Secondo", continua, "le mutande non te le togli? Se ti dico spogliati, spogliati… non voglio le tue mutande puzzolenti nel mio bagno. C**zo, sembri scemo a volte".
    Le mie difese sono ormai rase al suolo, mi limito a obbedire e mi sfilo le mutande. La mia erezione, che non se n'è mai andata, rimbalza libera nell'aria. Neanche ci provo a coprirla, tanto mi farebbe togliere le mani come ha fatto prima.
    "Uhm, saremo anche alti uguale, ma a quanto pare la tua dotazione è decisamente inferiore alla mia", dice stringendosi il c**zo da sopra i pantaloncini e rivelandone la forma.
    Il suo a riposo sembra in effetti grande quanto il mio in tiro. Non rispondo e alla fine mi dice:
    "Del resto non hai scelto tu di averlo piccolo, è capitato. Ora raccogli i miei vestiti e portali nella stanza della lavatrice, è nella dépendance in giardino, poi vatti a fare 'sta doccia".
    Esco nudo in giardino, per fortuna la casa è circondata da siepi, entro nella dépendance, e trovo il cesto dei panni sporchi. Prima di buttarceli do uno sguardo all'interno del cesto e vedo un mucchio di sue mutande e calzini sporchi.
    Senza ragionare, afferro un paio di calzini, li porto al naso e inalo. Il mio cervello va in tilt. Respiro profondamente, mi sembra di essere in paradiso, mi basterebbe sfiorare il c**zo per sborrare all'istante. Sto per farlo, quando la voce di Luigi, proveniente dalla casa, mi interrompe:
    "Enrì, dai c**zo, quanto ci metti?"
    Mi riprendo, butto tutto nel cesto e corro in casa.
    Appena rientrato mi dice: "Pulisciti di nuovo i piedi sui tuoi vestiti, non voglio che sporchi in giro, poi fila in doccia. Usa l'asciugamano bianco per asciugarti".
    Obbedisco e vado in doccia. Una volta rinfrescatomi, mi giro intorno ma non riesco a trovare un asciugamano bianco. Chiamo Lugi sperando che mi senta.
    Entra in bagno con aria seccata: "Si può sapere che c'è?"
    Rispondo: "Sc-sc-scusa… è che non trovo l'asciugamano bianco".
    Prende un piccolo asciugamano appeso alla maniglia del bidet e mi dice: "E questo cos'è?"
    Mormoro: "Sc-scusa…"
    Ma Luigi manco se ne accorge e mi sgrida: "Di che colore è questo asciugamano?"
    Rispondo: "Bianco".
    Luigi: "E allora perché non l'hai trovato da solo?"
    Vorrei rispondergli che davo per scontato l'asciugamano fosse grande, visto che dovevo asciugarci tutto il mio corpo, e non ho quindi notato un piccolo asciugamano da bidet. Ovviamente non rispondo niente e sto zitto.
    Esce dalla stanza fortemente alterato, quasi ringhiando: "Vedi di sbrigarti, che c'hai messo mezz'ora a farti la doccia, porco***".
    La bestemmia mi sconvolge non perché io sia religioso, anzi sono ateo, ma perché presuppone un livello di confidenza assoluto. Sembra un padre violento che sgrida il figlio. Inoltre non è vero che ho impiegato mezz'ora, sono stato dentro appena cinque minuti.
    Costernato, sto per iniziare ad asciugarmi con l'asciugamano da bidet, quando noto che non è pulito. Al centro ha anzi una visibile sgommata… ma in qualche modo devo fare, non posso uscire grondando acqua, Luigi non me lo perdonerebbe mai (mi rendo conto con sgomento che sto iniziando a comportarmi in modo da farlo contento, nonostante mi abbia maltrattato sin dal mio ingresso in casa sua). Piego l'asciugamano in due, lasciando la sgommata all'interno, e mi asciugo. Per fortuna non mi sono lavato i capelli.
    Quando ho fatto, esco dal bagno e raggiungo Luigi in salone. Mi dice: "Ué Cenerentola, si è fatta mezzanotte, direi che puoi andare, rivestiti", e mi lancia i miei vestiti eleganti, ormai rovinati.
    Mi rivesto, mentre penso ai miei due domestici: spero stiano già dormendo, o sarà difficile giustificare i vestiti ridotti così.
    Mi accompagna alla porta, è alle mie spalle, mi giro per salutarlo quando mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio. Rimaniamo immobili mentre mi fissa negli occhi.
    Vorrei baciarlo ma sono paralizzato e all'improvviso sento qualcosa che fa pressione sulle mie labbra: è il suo dito indice. Apro la bocca e lo faccio entrare. Inizio a succhiarlo e lui inizia a fare avanti e indietro, come se mi stesse scopando la bocca col dito, poi rallenta, lo tira fuori e me lo passa sulle labbra. Mi preme col suo intero corpo contro la porta, avvicina la sua bocca al mio orecchio e sussurra con la voce strozzata in un misto di eccitazione e arroganza:
    "Questo era un dito, ma se vuoi è disponibile anche il pezzo forte… lo vuoi?"
    Mugolo: "Oh sì…"
    Luigi: "Sicuro che lo vuoi?"
    Mugolo ancora: "Oh sì sì, ti prego…"
    A quel punto si distacca e spingendo con le mani sulle mie spalle mi fa inginocchiare.
    Mi dice: "Spalanca la bocca più che puoi".
    Obbedisco. Ci lascia cadere lentamente un grosso globo di saliva.
    Lo osservo dal basso, sento la sua saliva che mi tocca la lingua e poi scivola dentro, sono in trance.
    Ordina: "Ingoia". Eseguo senza pensarci. Poi si volta dicendomi: "Vieni, torniamo di là".
    Tornati in sala, mi spoglia in fretta e furia, strappandomi così anche una manica della camicia, mi fa sdraiare sul divano e si toglie pantaloncini e mutande, rimanendo solo con la canottiera. Vedo finalmente il suo c**zo, che ora è duro e sarà lungo 22 centimetri. Il mio è di 13 centimetri, sembra un clitoride in confronto al suo.
    Mi dice: "Ora ti farcisco di sborra, intesi campionessa?"
    Provo ad accennare: "Scusa, ma i preservativi…"
    Mi dà uno schiaffo sulla coscia, non troppo forte ma è inaspettato e mi fa sobbalzare: "Ma quali preservativi? Finiscila con la recita, lo so che non vedi l'ora che io ti metta incinta".
    Non rispondo e d'altro canto ha ragione… voglio che mi scopi a pelle, ho chiesto il preservativo per un ultimo sussulto di coscienza da attivista lgbt, che questo arrogante fascio di muscoli e testosterone ha ormai neutralizzato.
    Così si sputa sul c**zo, si mette le mie gambe sulle spalle e punta la sua grossa cappella sul mio ano. Un colpo ed è già entrata. Non fa fatica: non sono vergine e l'ho preso in culo parecchie volte da un mio ex ragazzo, con cui mi sono lasciato lo scorso anno.
    A questo punto inizia a scoparmi furiosamente, finché non mi sborra dentro e si lascia andare su di me. Mente sono schiacciato dal suo corpo imponente e sudato, alza un braccio, porta l'ascella all'altezza della mia faccia e dice: "Lecca dai, che prima morivi dalla voglia di farlo".
    Non me lo faccio ripetere, affondo il viso nella sua ascella, inspiro profondamente il suo odore di maschio e poi inizio a leccare con voracità.
    Il suo c**zo intanto si sta ammorbidendo e sta quasi per uscire dal mio culo, quando lo sento spingere di nuovo.
    "Mi spiace ma non lo faccio uscire. Ti voglio farcire due volte. Scommetto che nessuno t'ha mai scopata due volte di seguito, vero pu****a?"
    Mugugno di piacere, senza rispondere, e a quel punto mi ringhia in faccia: "Rispondi, ***cane".
    Rispondo: "No, nessuno l'ha mai fatto".
    Luigi: "Allora ci penso io".
    Inizia così a spingere di nuovo con rabbia e in meno di due minuti il suo c**zo è di nuovo durissimo. Mi scopa con una tale furia che il divano inizia a spostarsi. Lo "slap, slap, slap" del suo corpo contro le mie chiappe è velocissimo e assordante, riempie tutta la stanza.
    Mi sborra dentro una seconda volta, ringhiando a denti stretti:
    "Tieni, pu****a, fr**** di mer**, prendi la sborra di un maschio vero. Porca*******, ti riempiooo!!!".
    Mi crolla di nuovo sopra, questa volta sfinito anche lui. Rimaniamo immobili senza dire una parola per circa un quarto d'ora. Nel frattempo il suo c**zo si ammorbidisce e questa volta esce dal mio buco. Quando se ne accorge prende al volo la mia camicia dal pavimento e mi tappa l'orifizio.
    Mi dice: "Scusa, ma se usciva la sborra mi si sporcava il divano".
    Mi alzo dal divano e tolgo la camicia da in mezzo al culo, stringendo le chiappe per non far colare la sborra sul pavimento. Gli dico:
    "Vado in bagno a darmi una ripulita".
    Luigi: "No, col c**zo, adesso ci vado io in bagno che devo farmi una doccia, non mi lavo da ieri sera. Tu ti rivesti e vai a casa".
    Rispondo: "Ma mi cola il tuo sperma in mezzo alle gambe…"
    Luigi: "Stringi la fichetta più che puoi e vedrai che non esce. Inoltre non è carino che vuoi subito liberarti del mio seme, lascialo riposarsi un po'", detto questo mi dà una sculacciata e aggiunge, con un tono rilassato ma autoritario: "Ora vestiti e vai, mi sei stato fra le palle anche troppo".
    Mi rivesto, con i vestiti ormai luridi e strappati, e mi avvio verso l'uscita. Questa volta non mi accompagna. Lo saluto dalla porta, prima di aprirla, e lo sento rispondermi dal salone: "Ciao checca, ci risentiamo".

    Edited by subpig - 9/6/2023, 12:20
     
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    Grazie mille! Ho il secondo capitolo già pronto, ma aspetto prima di metterlo per vedere se c'è qualcun altro che è interessato. :]
     
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    Vaiii continuaa😍😍😍😍😍😍
     
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    Grazie a tutti. Allora proseguo e ora entrano in azione anche i piedoni di Luigi. :f:

    CAPITOLO 2

    Nei giorni successivi mi masturbo compulsivamente ripensando a cosa è accaduto a casa di Luigi. Mando i miei domestici in vacanza e per due settimane non faccio che rimanere a letto completamente nudo e mi sego pensando a lui, mi alzo solo per andare al bagno e a mangiare. Non distinguo neanche più il giorno e la notte, mi sembra di diventare pazzo.
    Poi per fortuna la pausa dal tennis finisce e devo riprendere ad allenarmi. l membri del mio team (un allenatore, un manager, un fisioterapista e un nutrizionista) mi trovano fiacco e fuori forma e mi chiedono più volte cosa sia successo, ma gli dico semplicemente che non sono abituato a stare tutto quel tempo senza allenarmi.
    Dopo poco tempo sono di nuovo in forma e la presenza del mio team mi aiuta a tenere Luigi fuori dai miei pensieri. Lui d'altro canto non mi ha più contattato e concludo che sia meglio così. Partecipo a un torneo minore per non arrugginirmi e lo vinco senza problemi, poi verso la fine dell'estate volo a New York per giocare uno dei tornei più importanti, lo US Open.
    Ho appena vinto il quarto round del torneo e dopo aver dato la conferenza stampa e essermi fatto la doccia, rientro in hotel. Sto per mettermi a dormire quando arriva un messaggio su Telegram. È Luigi.
    Non resisto e lo apro: "Ciao cagna, ti manca questo?" e in allegato una foto del suo grosso c**zo in erezione.
    Rispondo: "Luigi ma sei impazzito? Cerca di essere più discreto, che se qualcuno scoprisse la nostra chat e vedesse questo tuo messaggio…"
    Luigi: "Capirebbe che sei ghiotta di c**zo… non sarebbe una novità, lo vai sbandierando ai quattro venti da sempre".
    Me: "È proprio necessario questo tono denigratorio?"
    Luigi: "Sì. Le regole le faccio io coi miei 22 centimetri, non tu con quel vermicello. Ora ascoltami checca, ti mando il mio Iban, versami 2500 euro".
    Me: "Ma sei scemo? Perché dovrei? Poi che ci devi fare con 2500 euro?"
    Luigi: "Mille per andata e ritorno da Milano a New York, milleduecento per due notti in hotel e 300 per spese eventuali. Vengo a vederti in finale domenica, arrivo sabato sera".
    Me: "Non è detto che io la raggiunga…"
    Luigi: "La raggiungerai, ne sono sicuro. Ovviamente non ho intenzione di pagare per l'ingresso, quindi avvisa la biglietteria del torneo che arriverò per la finale e fammi assegnare un pass come membro del tuo team".
    Me: "Luigi ti prego, cosa direi al mio team poi? Che all'improvviso sei un loro collega?"
    Luigi: "Di questo ne parliamo sabato sera, tranquillo. Muoviti con 'sti 2500 euro"
    Me: "Scusa, ma non puoi pagarti viaggio e hotel da solo?"
    Luigi: "Certo che posso, ma perché non sfruttare una fichetta in calore che non vede l'ora di farsi impalare? E poi sei molto più ricco di me, non fare lo stronzo e sgancia la grana, muoviti. Ecco il mio Iban: xxxxxxxxxxxxx"
    Mi rendo conto che ho il c**zo durissimo da quando ho iniziato a chattare e che non vedo l'ora di rivederlo. Attivo l'App della mia banca e gli invio i 2500 euro.
    Poco dopo lo avviso: "Ho fatto, entro un paio di giorni dovresti averli".
    Luigi: "Brava fichetta, ci vediamo sabato sera".
    Venerdì sera vinco la semifinale. La finale è domenica. Normalmente passerei tutto il sabato ad allenarmi e a discutere col mio team, ma sono troppo in attesa per l'arrivo di Luigi. Mi alleno la mattina e poi dico al mio team che voglio pomeriggio e sera per rilassarmi e che ci saremo rivisti direttamente domenica mattina. Passo alla biglietteria del torneo per avvisare che il giorno dopo si presenterà tale Luigi Sale, membro del mio team, e che dovranno rilasciargli un pass per entrare.
    Alle 18 Luigi mi telefona: "Ciao checca, il mio hotel è a due passi dal tuo, ho sistemato la mia roba, fra mezz'ora sono da te, aspettami al bar".
    Quando lo vedo entrare nel bar, bello come il sole, ho un'erezione istantanea. Mi saluta formalmente dandomi la mano, per non dare nell'occhio, poi si avvicina e mi dice: "Andiamo subito in camera tua".
    Gli faccio strada e saliamo nella mia suite. Una volta entrati e chiusa la porta si ferma in mezzo alla stanza e mi dice: "Oggi solo io qui dentro starò vestito, spogliati checca".
    Provo a obiettare: "Ma…"
    Luigi: "Niente ma. Ti prego non cominciare con le tue lamentele. L'altra volta mi hai rotto il c**zo a sufficienza, puoi limitarti a obbedire o devi farmi incazzare per forza?"
    Mormoro un "ok… scusami" e mi spoglio, rimanendo anche questa volta con il c**zo in erezione al suo cospetto. Si siede sul divano, si mette a gambe larghe e dice:
    "Prendimi il telecomando del televisore, poi accucciati qui in mezzo alle mie gambe". Eseguo l'ordine.
    Mi afferra la testa e se la strofina sul pacco. Provo ad annusare il suo c**zo attraverso i pantaloni. Mi solleva il viso con due dita sotto il mento e avvicina il suo viso al mio.
    "Apri la bocca". Eseguo e ci sputa dentro. "Ora ingoia. Così, brava". Mi carezza la testa come a un cagnolino a cui si vuole dare un premio.
    "Mettiti a quattro zampe, parallelo al divano. Esatto così, come se fossi il mio tavolino".
    Senza neanche togliersi le scarpe, mi poggia un piede in mezzo alla schiena e uno sulle spalle. "Ora tu rimani così zitta e buona mentre io mi guardo un film, intesi pu****a?"
    Non rispondo neanche e lui non pretende che io lo faccia, accende la televisione e si guarda un film mentre io rimango a fargli da poggiapiedi. Dopo mezz'ora il dolore ai ginocchi, alla schiena e ai polsi è notevole, comincio a sudare freddo. Dopo un'ora cerco di fare dei minuscoli movimento per sgranchirmi, attento a non disturbarlo, ma se ne accorge:
    "Che c'è checca, stai faticando? Resisti dai, mancano solo quaranta minuti".
    Fra me e me penso: "Speriamo che questo dolore sparisca quando mi alzo, altrimenti domani come farò a giocare la finale?" Eppure non ho il coraggio di spostarmi senza che lui me lo abbia accordato.
    Finisce il film e mi accorgo che non si muove, lo sento russare. Non oso comunque togliere i suoi piedi dalla mia schiena e decido semplicemente che è meglio svegliarlo. Lo chiamo delicatamente: "Luigi… scusa, Luigi… il film è finito".
    Si sveglia: "Ah… mi sono addormentato. Ho perso l'ultima mezz'ora. Rimando indietro e me la riguardo, va bene checca? Rimani così come sei".
    Non ci posso credere. Mi sento ribollire il sangue, vorrei aggredirlo. Il mio ca**etto di marmo, pulsante in mezzo alle gambe, sembra però avere un'opinione diversa dalla mia sul trattamento che sto subendo.
    Finito il film, Luigi toglie finalmente le sue gambe dalla mia schiena. "Rimettiti pure in ginocchio, checca. Ora ascoltami bene, perché dobbiamo fare un discorso. È evidente che tu godi da morire a farti trattare come una mer** da me e io ho intenzione di approfittarne. Voglio che diventi mia schiava. D'ora in poi devi fare tutto quello che ti dico, senza esitazione, qualunque cosa ti chieda, in qualunque momento, in qualunque luogo. Che te ne pare?"
    Deglutisco, ma poi trovo il coraggio di rispondere: "Luigi… non credo che farmi inculare da te valga la mia libertà…"
    Luigi: "Infatti non ti inculerò più. A me piace la fica, ti ho inculato solo per fare sì che ti innamorassi di me. Ora che il mio scopo è raggiunto non ne ho più bisogno. D'ora in poi il nostro rapporto consisterà esclusivamente in umiliazioni e maltrattamenti che tu dovrai subire, e ti piacerà da morire".
    Me: "Ma Luigi…"
    Luigi: "Zitta" (mi tira uno schiaffetto sulla guancia) "e ascoltami. D'ora in poi potrò farti fare qualsiasi cosa. Voglio che questo concetto ti entri in testa. Potrei anche dirti di rinunciare alla finale di domani e sono sicuro che lo faresti, vero?"
    Me, con le lacrime agli occhi: "Luigi…"
    Luigi: "Vero o no?"
    Me, scoppiando a piangere: "Ve… ve… vero…"
    Luigi mi prende la testa fra le mani e mi guarda intensamente negli occhi: "Esatto, piangi. Lasciati andare, abbandona ogni difesa. Da questo istante tu sei mia e fai solo quello che dico io, intesi?"
    Me, ancora singhiozzando: "In… in… intesi".
    Luigi: "Perfetto. Ora che abbiamo stabilito le gerarchie, ti detto le regole della tua nuova vita, ascolta attentamente. Anzitutto, d'ora in poi quando siamo da soli io per te non sono più Luigi, ma il Padrone. Dovrai ricordarti di chiamarmi Padrone in ogni frase che mi rivolgerai e dovrai sempre darmi del Voi, a ogni dimenticanza ti punirò e ti assicuro che non ci andrò leggero. Capito?"
    Me: "Sì Padrone".
    Luigi: "Bene. Secondo, d'ora in poi ti scatterò delle foto per ogni umiliazione a cui ti sottoporrò, in modo da costruire un grande archivio di tue immagini compromettenti il cui uso sarà a mia completa discrezione. Sarai costretta a fidarti di me. Tutto chiaro?"
    Me: "Sì Padrone".
    Luigi: "Terzo, ti considero il mio portafoglio vivente. Comunque non preoccuparti, guadagni talmente tanto che non potrei spendere tutti i tuoi soldi neanche in tre vite, e poi non ho interesse a mandarti in rovina. Però se voglio farmi una vacanza esclusiva la faccio e se voglio comprare un'auto nuova la compro, intesi?"
    Me: "Sì Padrone".
    Luigi: "Comunque sulla finale di domani scherzavo, non voglio che ci rinunci. La giocherai e la vincerai. Dopo che l'avrai vinta, voglio che durante il discorso ringrazi il tuo team in maniera generica e sbrigativa, senza neanche dire i loro nomi, e poi ti soffermi su di me dicendo le seguenti parole: «ringrazio in particolare lo youtuber Luigi Sale, nuovo membro del mio team, il cui supporto psicologico mi ha dato la motivazione che finora mi mancava per fare il grande passo. Luigi rappresenta il motivo per cui le precedenti finali le ho perse e questa l'ho vinta. Grazie Luigi, ti sarò grato per sempre». Va bene?".
    Me: "Ma Padrone… così il resto del mio team se la prenderà… e se si licenziassero?"
    Luigi: "Magari si licenziassero… tu non hai bisogno di un team, hai bisogno di me e basta. Io sono il tuo intero universo da oggi, te lo devi mettere in testa".
    Me: "Sì Padrone… però non capisco Padrone, come fate a essere così sicuro che non perderò per la sesta volta di fila?"
    Luigi: "Ne ho la certezza, più tardi ti spiegherò. Ora però voglio divertirmi. Realizziamo il tuo primo albo fotografico come mia schiava, d'accordo? Lo intitolerò: Enrico Dominici la tr**a leccapiedi".
    Rispondo "d'accordo Padrone", arrossendo dalla vergogna.
    Luigi: "Bene, prendi quel piccolo tavolo da caffè e mettilo qui davanti al divano, in modo che io possa poggiarci i piedi. Hai mai leccato i piedi di un maschio, cagna?"
    Me: "Qualche volta quelli del mio ex ragazzo, Padrone"
    Luigi: "Toglimi le scarpe e i calzini".
    Obbedisco e appena rimosse le scarpe vengono investito dall'odore, che diventa ancora più penetrante quando ho tolto i calzini. I suoi piedi sono lunghissimi, numero 46, con la pianta bella larga. Sono accaldati e appiccicosi, c'è un sacco di laniccio attaccato alla pelle della pianta.
    Luigi: "Erano così sporchi quelli del tuo ex quando li leccavi?"
    Me: "No Padrone… lo facevamo dopo la doccia di solito".
    Luigi: "Ma pensa… io invece non me li lavo da tre giorni proprio per portarteli saporiti. Li devi ripulire perfettamente, non voglio più vedere una singola caccola, intesi checca?"
    Me: "Sì padrone"
    Luigi: "Datti da fare allora"
    Allungo una mano per togliere un crosso pezzo di laniccio prima di iniziare a leccare, ma Luigi mi ferma subito: "Che c**zo fai con questa mano? Sei scema, ***cane?"
    Me: "Sc-sc-scusate Padrone… cosa ho fat-t-to di ma-male?"
    Luigi: "Devi leccare e basta, devi pulirli usando solo la lingua, cretina"
    Me: "Ma padrone, c'è questo laniccio…"
    Luigi: "Tira fuori la lingua". Obbedisco e rimango immobile in attesa.
    Si toglie i pezzi più grossi di laniccio da ambo i piedi e li unisce in un'unica pallina, poi me la mette sulla lingua.
    Luigi: "Ecco fatto, ora ingoiala". Obbedisco, con le lacrime agli occhi. "Visto che non era difficile? E adesso leccali per bene, devono essere perfetti, controlla in particolare che non rimangano caccole fra le dita. Se ne trovo anche solo una ti riempio di calci, sei avvisata".
    Passiamo così la successiva mezz'ora, io a leccare le piante dei suoi piedi e a succhiare le dita, passando per bene la lingua in mezzo, lui a navigare su Internet col telefonino, senza rivolgermi la parola.
    Poi mi dice: "Ok, ora voglio che prendi uno dei due piedi e provi a ficcartelo in bocca il più che puoi, spingi col massimo della forza, non mi importa se ti vengono i conati di vomito o ti manca il respiro. Ma soprattutto, guardami mentre lo fai, non staccare mai gli occhi dal mio viso, intesi?"
    "Sì Padrone". Obbedisco all'ordine. Già far entrare il piede in bocca è un'impresa, perché li ha enormi, ma allargandomi le guance con le dita ci riesco, dopodiché inizio a premere verso il basso con tutta la forza. Sento il suo alluce grattarmi il fondo del palato e ho un riflesso di vomito. "Guorrrrgh!!!"
    Luigi: "Non ti fermare, brava così, continua, anche se ti esce il vomito voglio che continui. Spingi dai cagna!".
    Non posso vedermi in volto, ma probabilmente sono rosso e le vene della fronte devono essere gonfie per lo sforzo che sto sopportando. Ho la vista appannata dalle lacrime, ma ciononostante cerco di tenere gli occhi puntati sul viso del Padrone. Santo cielo, ho appena pensato a lui non come a Luigi, ma come al Padrone. Mi sta fottendo il cervello!
    Percepisco dei lampi di luce e vedo un oggetto nero davanti al viso, ho la vista totalmente sfocata ma capisco che si tratta del telefonino e che il Padrone mi sta facendo le foto. Quest'ordalia prosegue per oltre venti minuti, che a me sono sembrati venti ore, poi mi consente di alzarmi e riprendere fiato. Mi accorgo che il tavolino da caffè è lercio di saliva e vomito, provenienti dalla mia bocca e dal mio stomaco.
    Luigi: "Ora una cosa più leggera, ma molto simpatica. Poggia il mento sul tavolino checca".
    Cerco un punto che non sia stato sporcato dai miei liquidi interni e poggio lì il mento. Il Padrone però si accorge che sto cercando di evitare quella poltiglia e scoppia a ridere:
    "Ahahah! Fai la schizzinosa? Ora ti insegno io a fare la difficile…"
    Detto questo poggia entrambe le piante dei piedi sul tavolino nei punti più sporchi, impastandole per bene di vomito e saliva, e poi inizia a spalmarmi le piante sul viso. In pochi secondi divento una maschera grottesca piena di filamenti di saliva e pezzetti di cibo vomitato.
    Luigi: "Ahahah! Dovresti vederti! Sei più bella che mai! Adesso apri la bocca".
    Eseguo e mi infila un alluce all'interno della guancia sinistra e l'altro alluce all'interno della guancia destra, poi inizia a tirare nelle due direzioni opposte, allargandomi la bocca a dismisura, fino a deformarla completamente.
    Mi scatta diverse foto anche in questa posizione. "Bene, brava. Ma possiamo fare anche meglio, tira fuori la lingua più che puoi. Esatto, così. Bravissima! Ahahah, sei un mostro!"
    Ormai non mi viene neanche più da piangere, sto perdendo la mia umanità, mi sembra di essere in catalessi, potrebbe massacrarmi di botte e non me ne accorgerei.
    A un certo punto si ferma, mi toglie gli alluci dalla bocca e mi dice con un tono particolarmente serio:
    "Lo sai scrofa perché sono sicuro che domani vincerai tu?"
    Me: "No Padrone, perché?"
    Luigi: "Perché se ti azzardi a perdere, tutte le foto che ti ho appena scattato fanno il giro del mondo".

    (CONTINUA...)

    Fatemi sapere che ve ne pare! :wub:

    Edited by sub1984 - 25/5/2023, 13:00
     
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    Ecco il terzo capitolo, un po' diverso dal precedente. I piedi torneranno protagonisti nel quarto capitolo, ma sento il bisogno di esplorare anche altri aspetti, in modo da non rendere la storia monotona.

    CAPITOLO 3

    Rimango a bocca aperta innanzi alle sue ultime parole. Lo guardo in faccia e noto il suo ghigno compiaciuto. In pochi istanti mi ronzano in testa mille pensieri: pubblicherà davvero le foto? Sarebbe la mia fine, non potrei sopportare un'umiliazione del genere, mi resterebbe solo il suicidio… no, non può fare una cosa del genere. Istintivamente scatto in piedi e provo a prendergli il telefono dalle mani. Purtroppo anche se sono uno dei migliori tennisti al mondo, Luigi è più massiccio di me (io peso 73 chili, lui 82) e ha rudimenti di boxe e arti marziali miste, mentre io non ho mai praticato nulla che prevedesse il contatto fisico con altre persone. Inoltre sono indolenzito dal fatto di essere stato in ginocchio o a quattro zampe per circa tre ore.
    Morale della favola, neutralizza facilmente il mio attacco, mi torce un braccio dietro la schiena e mi immobilizza a terra. Pianta un ginocchio sulla mia schiena e poi si china su di me, per parlarmi all'orecchio:
    "Hai fatto un grosso errore, Dominici. Pensavi davvero di potermi sopraffare? Hai mai osservato attentamente il mio fisico? Non hai capito che hai a che fare con un dio sceso in terra? Tu sei bravissimo a colpire una pallina con la racchetta, ma nel corpo a corpo non serve a niente. Nel corpo a corpo conta chi è più grosso e chi conosce tecniche di lotta. In questo caso il più grosso sono io e chi conosce le tecniche di lotta sono io. Cosa pensavi di poter fare?".
    Mi lamento per il suo peso sulla schiena: "Ahi… Luigi mi fai male, scendi ti prego…".
    Luigi: "Stai zitta pu****a. Prima finisco il discorsetto e poi scendo, voglio che ti entri bene in testa. Tu d'ora in poi fai quello che dico e basta, non devi neanche azzardarti a pensare qualcosa che sia contrario ai miei ordini. Anzi, non devi azzardarti a pensare e basta. Svuota il tuo cervello, il pensiero è per gli uomini, tu non sei un uomo, sei una cagna che ha bisogno di leccare piedi sporchi, solo quello può dare un senso alla tua vita. Ovviamente per questa tua ribellione subirai una punizione esemplare. In un'altra situazione ti starei già riempiendo di botte, ma domani hai una finale da vincere e non posso mandarti in campo dolorante. Dopo la premiazione e la conferenza stampa però saluti il tuo team, gli dici di non voler essere disturbato fino al mattino successivo e rientri in hotel in fretta e furia, senza neanche cenare. Ti aspetterà una nottata infernale, ti assicuro che preferirai di non essere mai nato. Devi capire che la tua volontà ormai non esiste più, sei una marionetta che io muovo come c**zo mi pare".
    Me, piagnucolando: "Ti prego perdonami Luigi, giuro che non lo faccio più…"
    Luigi: "Stai solo peggiorando la tua posizione, fichetta. Sono già due volte che non mi dai del Voi e mi chiami per nome. Io per te sono il Padrone! Il Padrone! Porco***, il Padrone!", mi ringhia ripetutamente nell'orecchio facendo pressione sul mio braccio torto dietro la schiena.
    Me: "Aaaah… sì, voi siete il Padrone… perdonatemi Padrone, vi obbedirò sempre, non rompetemi il braccio Padrone".
    Luigi: "Tranquilla checca, ho già detto che non te lo rompo, perché devi vincere domani. Però la punizione arriverà lo stesso, domani sera. Non posso lasciar passare il fatto che hai provato ad aggredirmi. Devi capire che d'ora in poi sarai punito a ogni trasgressione, senza eccezioni. Ora lascio la presa e andiamo insieme in bagno a lavarci, che mi sono sporcato di saliva e vomito anche io per metterti fuori combattimento".
    Andiamo in bagno e ci facciamo una doccia insieme. Sotto il getto dell'acqua calda, vedendo il mio viso contratto dalla disperazione, mi abbraccia e mi lascia sfogare in un pianto a dirotto con la testa appoggiata sulla sua spalla.
    Mi dice all'orecchio: "Questo è l'atteggiamento giusto. Abbandonati a me. Rinuncia alla tua personalità, tu non sei una persona, sei un errore della natura. Devi fare solo una cosa, ossia avere fiducia cieca in me. Tutto quello che faccio è per il tuo bene. Quando ti insulto, quando lecchi le caccole dei miei piedi, quando lecchi il mio sudore, quando ingoi la mia saliva, quando mi fai scattare foto che potrebbero distruggere la tua carriera e la tua vita, è tutto per il tuo bene. So io cosa è meglio per te, tu non puoi saperlo perché il tuo cervello non funziona. Il mio funzionerà per entrambi d'ora in poi, intesi checca?"
    Sempre piangendo disperatamente riesco a balbettare: "S-s-sì, Pa-Padrone".
    Fatta la doccia, si riveste e mi dice: "Io torno al mio hotel, che è tardi. Tu fila subito a dormire, devi riposare, perché domani sarà la giornata più importante della tua vita: o la consacrazione definitiva come campione, o la degradazione come pervertito agli occhi di tutto il mondo. Ma io so che vincerai. Ti telefono domattina, voglio che mi presenti al tuo team prima della partita. Buonanotte checca".
    La mattina mi sveglio alle 8, scendo subito al bar a fare colazione e alle 9 sono negli spogliatogli dell'impianto che ospita il torneo. Entro mezz'ora arriverà il mio team al completo, decido che è il caso di avvisare il Padrone (dopo la batosta di ieri sera, sono tornato a pensare a lui come al Padrone, non più come a Luigi). Gli scrivo su Telegram:
    "Padrone, alle 9:30 il mio team sarà qui, rimarremo nella zona degli allenamenti fino alle 12, poi andremo a pranzo al ristorante dell'impianto. In qualsiasi momento volete venire, basta che mostrate il passaporto, sanno già che siete del mio team, un inserviente vi accompagnerà direttamente da me. Dimenticavo, posso chiedervi come vi dovrò presentare al mio team Padrone? Per quale motivo dovrei avervi assunto?".
    Gli faccio anche uno squillo per assicurarmi che controlli il telefonino. Dopo cinque minuti risponde: "Gli dirai che sono il tuo motivatore e supporto psicologico, hai scoperto che parlando con me ti senti molto più sicuro. Ovviamente davanti a loro comportati come fossi un tuo amico e chiamami Luigi. Arriverò verso le 10, a dopo fichetta".
    Quando il mio team arriva, mentre ci rechiamo al campo per gli allenamenti, li avviso che entro un'ora conosceranno un nuovo membro della squadra, che ho assunto come motivatore e supporto psicologico e che si tratta di un personaggio famoso. Non sembrano prendere male la notizia, anzi sono tutti molto curiosi… spero che qualora io vinca non se la prendano per il discorso in cui ringrazierò solo Luigi… se invece perdessi, il team sarebbe l'ultimo dei problemi.
    Sto già sudando e colpendo palline sul campo quando vedo arrivare il Padrone accompagnato da un inserviente. Lo saluto da lontano e lui grida: "Ciao campione!".
    Il manager: "Aspetta… ma… è lui il motivatore?"
    Rispondo di sì. Manager: "Non ci posso credere… vedi che grande idea è stata quell'intervista al suo podcast?".
    Penso fra me e me: "Non lo so mica se è stata così grande…". Intanto il c**zo mi si sta già indurendo, ormai la sola presenza del Padrone mi eccita in automatico. Per fortuna l'avevo previsto e ho indossato un jockstrap sotto le mutande, in modo che il c**zo rimanga ristretto e non si vedano forme sospette in caso di erezione.
    Finito l'allenamento andiamo a pranzo insieme e il Padrone scherza con il team senza problemi, sembrano andare d'amore e d'accordo.
    Io mangio con accortezza, alle 16 inizia la partita e non posso permettermi problemi fisici, mentre il Padrone sembra avere la fame di un lupo e trangugia ogni piatto, chiedendo anche un paio di bis (del resto, non paga lui). Finito il pranzo rimaniamo nell'area relax dell'impianto a parlare del più e del meno, poi ci rechiamo negli spogliatoi, dove ogni membro del team mi dà gli ultimi consigli.
    Quando è il turno del Padrone, dice: "Ragazzi, il mio metodo funziona maggiormente se è a tu per tu, se non vi spiace recatevi già ai vostri posti, io vi raggiungo subito". Nessuno ha niente da obiettare, anzi sembra a tutti una cosa piuttosto logica, così ci lasciano soli.
    Luigi, parlandomi sottovoce (negli spogliatoi anche i muri hanno le orecchie): "In realtà non devo dirti niente checca, era per mostrarmi professionale agli occhi degli altri. Vai là fuori e vinci, oppure accetta le conseguenze della tua ennesima sconfitta… che questa volta saranno un po' peggiori del solito".
    L'ultima frase la dice facendomi un occhiolino e strizzandomi una guancia come si farebbe a un bambino. Si volta e se ne va verso gli spalti a raggiungere il resto del team.
    La partita si rivela massacrante. Finisco più volte a un passo dalla sconfitta e ogni volta guardo verso il mio team: tutti i volti sono preoccupati, tranne quello del Padrone, che ghigna… so cosa significa quel ghigno… sta già pregustando le reazioni di tutto il mondo alle mie foto con la faccia sporca di vomito e i suoi piedi infilati nella mia bocca… non posso crederci, vuole farlo davvero!
    Non posso permetterlo, non può finire così! Ogni volta riesco così a trovare energie residue che non pensavo di avere e riesco a tirarmi fuori dal pericolo. Alle 21:30, dopo oltre cinque ore di partita, l'arbitro dichiara il nome del vincitore: è il mio. Pazzesco... ho vinto! La fatica mi piomba addosso tutta insieme a crollo per terra in preda ai crampi: non riesco neanche ad andare a stringere la mano al giocatore sconfitto, viene lui da me, mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna a bordo campo.
    È il momento della premiazione… durante il mio discorso, dopo aver ringraziato gli sponsor e gli organizzatori e dopo aver fatto i complimenti all'avversario, pronuncio le parole che il Padrone aveva richiesto. Non ricordo ogni parola, ma il succo è lo stesso: "Ringrazio tutto il mio team, ma in particolare l'ultimo acquisto, Luigi Sale. Voi americani potreste non conoscerlo, ma è uno dei più famosi youtuber italiani. Da qualche tempo è il mio motivatore e il mio maggiore supporto psicologico. Se le altre finali le ho perse e questa l'ho vinta è esclusivamente merito suo. Ti sarò grato per sempre Luigi".
    Mentre lo stadio intero applaude, io sto cercando il più possibile di calmarmi: dire queste parole davanti a migliaia di persone ha fatto risvegliare il mio c**zo come non mai, sta pulsando di eccitazione e complice il jockstrap che lo stringe, sono a un passo dall'orgasmo. Compio purtroppo un fatale errore, il mio sguardo si posa ancora una volta sul volto del Padrone: di nuovo quel ghigno.
    Non riesco più a trattenermi e raggiungo l'orgasmo. Mentre lo sento arrivare, in un'istante di lucidità riesco a capire quale sia la cosa migliore da fare e mi accascio a terra fingendo un mancamento: ho pensato che, essendo già crollato a terra per la fatica pochi minuti prima, nessuno l'avrebbe ritenuto strano. Così ho potuto coprire il mio inguine e gli spasmi dell'orgasmo alla vista degli altri.
    Subito gli organizzatori e lo staff medico mi circondano per accertarsi delle mie condizioni. Butto un occhio ai pantaloni… non si vede nulla, il jockstrap mi ha provocato l'orgasmo ma mi ha anche protetto dalla macchia dello sperma. Mi rialzo in piedi chiedendo scusa, ancora un frastornato dall'intensità dell'orgasmo.
    Finalmente la premiazione termina e posso rientrare. Negli spogliatoi nessun membro del mio team sembra offeso dal mio discorso, anzi il manager mi dice: "Enrico, assumere Luigi è stata una mossa vincente, oggi ti ho visto giocare con un fuoco che non hai mai avuto. Caro Luigi, spero che rimarrai parte della nostra squadra il più a lungo possibile".
    Il Padrone gli sorride ringraziandolo, poi mi lancia uno sguardo e vedo il suo sorriso incattivirsi. Probabilmente sta già pensando alle punizioni che mi infliggerà più tardi.

    (CONTINUA...)

    Il quarto capitolo sarà sulla notte di punizioni che Enrico dovrà subire. Avete qualche suggerimento? Ci sono pratiche che vi piacciono particolarmente e le vorreste vedere usate da Luigi?
    Vorrei anche sapere se questo terzo capitolo vi è piaciuto oppure se vi ha annoiato essendo di carattere più psicologico.


    Edited by sub1984 - 24/5/2023, 20:06
     
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    Grandeeee continua ancora super eccitante questo racconto
     
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    Bellissimo racconto e bellissimo stile. Adoro l'approfondimento psicologico della relazione e mi piacerebbe che acquisisse mantenesse qualche elemento di ambiguità affettiva, che permettano a Luigi di non essere solo e unicamente un sadico ma anche una figura più ambivalente. Per le punizioni... visto che tornerai a parlare di piedi, cosa ne pensi del divieto di coito, magari durante un footjob? Così il nostro protagonista potrebbe entrare in contatto con i piedi di luigi, ovviamente fallirebbe ed eiaculerebbe sui piedi del padrone, giustificando una punizione estremamente seria.
     
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    Grazie a tutti e in particolare a BurningFeet per il lungo commento, sono quelli che desidero di più quando scrivo...
    Luigi si dimostrerà più profondo di un semplice sadico... posso anticiparti che non mostrerà mai il minimo romanticismo per il suo schiavo... ma mostrerà una strana forma di umanità nei suoi confronti, diciamo così...
    per il footjob non so se posso accontentarti, è una pratica che non ho mai trovato granché dominante (magari in futuro cambierò idea, mai dire mai)... il divieto di coito invece lo approvo, ma non subito perché questa notte sono stato colpito dall'ispirazione, così ho scritto di getto il quarto capitolo e ho ideato le basi per il quinto... quindi dovrai pazientare fino al sesto o settimo capitolo. Spero di non deludervi. <3

    Edited by sub1984 - 25/5/2023, 13:01
     
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    Il nuovo capito è totalmente incentrato sulle fette numero 46 di Luigi, spero vi piacerà, ammetto che ho sborrato mentre lo scrivevo... :XD:

    CAPITOLO 4

    È mezzanotte, sono da poco rientrato in stanza e mi sono spogliato. Il Padrone mi ha dato istruzione di farmi trovare nudo e a quattro zampe quando arriverà. Sta raggiungendo la mia suite tramite un altro percorso, in modo da non mostrare al resto del team che siamo saliti insieme. Eccolo che bussa. Il mio c**zo si drizza all'istante, ormai credo sia quasi superfluo dirlo. Apro la porta ed entra.
    "Ciao recchia, vieni che ora ci divertiamo". Lo seguo gattonando col cuore in gola. Si siede sul divano, si mette il tavolino da caffè davanti e ci poggia sopra i piedi.
    "Vieni, toglimi scarpe e calzini. Questa volta non potrai usare le mani, sei una cagna e quindi puoi solo usare la bocca".
    Faccio una gran fatica, ma alla fine riesco a sfilare entrambi. Provo un grande senso di soddisfazione per esserci riuscito. Ho appena vinto uno dei più grandi tornei del mondo, ma ciò che mi fa provare soddisfazione è aver sfilato un paio di scarpe e di calzini sudati dai piedi di un uomo che abusa di me. Cosa sto diventando? Il cuore mi batte talmente forte che sento i battiti nelle orecchie, sembra un tamburo.
    La voce del Padrone mi solleva dai miei pensieri: "Brava cagna. Ora premi delicatamente la faccia contro la pianta di uno dei miei piedi e rimani così, a occhi chiusi, a inspirare il mio odore mentre io guardo un film. Non provare a tirare fuori la lingua o a baciare, non muoverti, non fare niente, devi solo respirare".
    Così metto la faccia contro uno dei suoi piedi, mentre lui accende la televisione. Penso che forse mi è andata bene, non sembra molto agguerrito, aveva detto che mi avrebbe fatto rimpiangere di essere nato invece mi sta solo facendo annusare i suoi piedi.
    Chiudo gli occhi e respiro. Inizio a rilassarmi. La puzza è molto forte ma non è un problema, la adoro. A ogni respiro è come se una parte del Padrone entrasse nel mio corpo. Ha detto che non mi inculerà mai più, quindi il suo odore che penetra in me è la cosa più vicina a una scopata che potrò ottenere da ora in poi.
    In sottofondo scorre l'audio del film, ma non lo seguo, l'odore intenso del Padrone mi distrae da ogni possibilità di concentrazione. Dopo un po' mi rendo conto che la mia eccitazione non accenna a placarsi: voglio ubriacarmi di quell'odore, voglio morire di quell'odore.
    I suoi piedi però sono stati tolti dalle scarpe da almeno mezz'ora e l'odore si sta lentamente disperdendo. Sento che il mio c**zo inizia a pulsare, come se avesse volontà propria: non vuole che quell'odore se ne vada, così cerco di fare maggior pressione con il viso contro la pianta del Padrone.
    Cerco di essere impercettibile, perché ho l'ordine di non muovermi. Ora l'intensità dell'odore è aumentata di nuovo, premere il viso contro la pianta ha funzionato. Il mio cervello si rilassa e si gode questo paradiso.
    Purtroppo passa ancora del tempo e l'odore sembra di nuovo diminuire, cerco di resistere ma il mio corpo si ribella. Non solo il c**zo inizia nuovamente a pulsare, ma ho improvvisi crampi allo stomaco… forse c'entra il fatto che il Padrone non mi ha permesso di cenare?
    Ma a chi voglio darla a bere? Il motivo è che voglio sentire quell'odore… lo voglio come nessun'altra cosa al mondo… premo di nuovo il viso contro la pianta, ma questa volta, per quanto io possa farlo con discrezione, il Padrone se ne accorgerà… il mio naso è completamente piegato contro la sua pianta dalla pressione.
    Tuttavia non dice niente, socchiudo gli occhi e benché una parte del campo visivo sia occupato dal piede del Padrone, vedo che sta dormendo. Penso: che fortuna!
    Poi inizio a riflettere… sono uno degli sportivi più ricchi al mondo e qual è la mia fortuna? Essermi potuto allenare nelle migliori accademie? Essere seguito da un team coi migliori professionisti? Avere il sostegno degli sponsor e dei media internazionali? No, poter schiacciare la mia faccia contro i piedi puzzolenti del Padrone, questa è la mia fortuna!
    Alla formulazione di questo pensiero il mio c**zo inizia a pulsare come impazzito, se solo lo sfiorassi sborrerei all'istante, ma non ho il coraggio di farlo, le conseguenze potrebbero essere pesanti.
    Scorrono altri minuti, ormai non mi rendo neanche più conto quanti… il film nel frattempo è finito, l'audio che sento alle mie spalle è di un altro programma. Non sveglio il padrone però perché sono totalmente ipnotizzato dal suo odore e vorrei che questo momento non finisse mai.
    Dopo un po' l'odore sembra nuovamente diminuire, ma ho la faccia già fortemente premuta contro la pianta, più così non potrei… e se tirassi fuori la lingua?
    Il Padrone l'ha proibito, ma ora dorme, se facessi piano potrebbe non accorgersene.
    Apro la bocca, tiro fuori la lingua e la appoggio lungo la pianta del Padrone. Non lecco, la tengo ferma, in modo da non disturbare il sonno del padrone.
    Con la lingua a contatto, oltre all'odore riesco a sentire anche il sapore ed è come se tutto si amplificasse: sono di nuovo in estasi, se morissi in questo istante sarei felice.
    Anche questo nuovo stratagemma smaltisce però la sua efficacia col passare del tempo e mi ritrovo ancora una volta insoddisfatto. In preda alla frustrazione inizio a dare piccole leccate con la lingua: è rischioso, sento il Padrone sbuffare, ma è solo un rumore prodotto nel sonno. Rimane addormentato.
    Grazie alle leccate il sapore si accentua e torno a calmarmi. Ancora una volta però la soddisfazione è solo temporanea e presto mi trovo di nuovo a volerne di più. Ma cosa può esserci più di una faccia schiacciata contro la pianta e di una lingua che lecca? Aumentare l'intensità significherebbe lasciar andare ogni freno e pomiciare con il piede come se fosse il viso della persona amata.
    Non posso farlo, sto già rischiando al massimo, cerco di frenarmi, ma di nuovo il c**zo si mette a pulsare e lo stomaco a farmi male, in più sudo freddo e iniziano a tremarmi le braccia. Il mio corpo sta impazzendo, è in preda al furore.
    Come in uno scatto di follia, perdo ogni controllo e inizio a baciare la pianta senza alcun freno, con passione, roteando la lingua e provocando rumorosi risucchi.
    Sento la voce del Padrone rimbombare nella stanza: "Finalmente, ce ne hai messo di tempo per cedere, frocetta".
    Mi blocco all'istante, come congelato… era sveglio? È stato sveglio tutto il tempo?
    Mi stacco dal suo piede e farfuglio terrorizzato: "P-p-p-padrone... non s-so cosa m'è preso… ho perso il co-controllo… non v-volevo… lo giuro, lo giuro, lo giuro".
    Luigi: "Stai tranquilla recchia, lo so che non volevi... ho architettato tutto per farti impazzire… avevo già sperimentato questa tecnica qualche tempo fa con un'altra checca e aveva funzionato alla grande, ahahah!"
    Continua a ridere e improvvisamente mi sembra tutto così ovvio… ho pensato davvero di poter fregare il Padrone?
    Sin dal nostro primo incontro è stato lui a dettare i giochi, quando utilizzò le frasi omofobiche di quel senatore per mettermi in difficoltà… anche quando mi sono recato a casa sua è andato tutto come aveva previsto… ancora prima che il nostro rapporto assumesse connotati sessuali, è riuscito a farmi fare cose assurde, che nessuno con un po' di amor proprio avrebbe fatto… mi disse di pulirmi i piedi sui miei stessi vestiti eleganti e io lo feci come se non avessi altra scelta. Per non parlare di eri, quando mi ha convinto a posare per delle foto che possono distruggermi.
    Quest'uomo ha su di me potere di vita e di morte e io pensavo di poterlo fregare! Ora capisco perché sta ridendo così tanto, anzi sta venendo da ridere pure a me… non riesco a resistere e mi unisco timidamente alla sua risata.
    Quando vede che rido anch'io inizia a ridere ancora più forte, lo prendo come un incoraggiamento e inizio a ridere più intensamente anche io, alla fine stiamo entrambi ridendo sguaiatamente.
    Poi quasi all'improvviso si placa e di riflesso mi interrompo anche io.
    Luigi: "Santo cielo checca, voi fr**i sembrate programmati apposta per rendervi ridicoli. Giuro che mi avete fatto fare le più grosse risate della mia vita. Pensavo che tu, che hai raggiunto livelli così alti, fossi diverso dalla media, invece sei il peggiore di tutti. L'attivista gay di 'sta minc***". Sull'ultima frase si afferra il pacco da sopra i pantaloni e gli esce una risatina.
    Sento qualcosa morirmi dentro: tutti gli anni di battaglie e di interviste sui diritti, per poi finire schiavo di un omofobo. La sua voce, subito tornata seria, mi scuote ancora una volta dai miei pensieri:
    "Ora però ascoltami checca, anche se hai vinto io voglio la prova che tu daresti tutto per me". Non dico niente, sono intento ad ascoltarlo.
    Prosegue: "Voglio pubblicare quelle tue foto. Ho intenzione di inviarle con un profilo anonimo a un account Twitter che pubblica foto di schiavi mentre vengono umiliati. È un profilo con trentamila followers, sono sicuro che molti ti riconosceranno e le gireranno ai canali di informazione più noti".
    Me: "Pa-pa-padrone no vi prego… ho vinto il torneo, ho fatto tutto quello che volevate…"
    Luigi: "Sì, ma mi sono reso conto che non basta. Devo avere la prova che per te conto più della tua stessa vita e ho solo due modi per esserne certo: uno è che tu ti faccia ammazzare, che non metterei mai in atto perché come ti ho detto voglio solo il tuo bene, e l'altro è che tu distrugga la tua carriera per me. Vieni qui…"
    Mi afferra il collo con una mano e mi preme la faccia contro la pianta del suo piede, poi dice: "Annusa, lecca, assorbi l'essenza del tuo Padrone. Senti quanto sono potente, senti quanto sono maschio. Riesci a sentirlo?"
    Lecco e sniffo con frenesia, poi gli rispondo: "Sì Padrone, lo sento!"
    Luigi: "Ti farò pomiciare coi miei piedi per il resto della tua vita, ma devi darmi il permesso di inviare le tue foto, anzi voglio che mi supplichi tu di farlo!"
    Sento di stare cedendo. Lecco e sniffo quel piede come se la mia vita dipendesse dal pulirlo… sì, sì, è questo ciò che voglio fare per il resto della vita. Non voglio più correre per ore in un'arena con migliaia di tifosi che urlano, non voglio più massacrarmi di allenamenti, voglio solo il mio Padrone, voglio la puzza dei suoi piedi, voglio non dover pensare più a niente.
    Come se non fossi io, come se provenisse da un'altra persona, sento la mia voce dire:
    "Vi supplico Padrone, inviate le mie foto a quel profilo Twitter, vi scongiuro".
    Il Padrone, che mi tiene la faccia ben pressata contro il suo piede, chiede: "Sicura checca? Ricorda che poi non si può tornare indietro",
    Me: "Sicurissimo Padrone, fatelo subito vi prego".
    Lascia la presa sul mio collo e mi dice: "Continua a leccare". Non me lo faccio certo ripetere.
    Dopo un minuto mi ordina di alzare il viso. Mi mostra il suo cellulare: ha preparato un messaggio privato su Twitter allegando tutte le mie foto. Poi mi dice:
    "Ora facciamo un giochino. Ti devi masturbare con tutta la foga di cui sei capace, mentre mi annusi i piedi… e non provare a fingere checca, voglio vedere la tua mano andare talmente veloce che il tuo micro-c**zo deve consumarsi. Se resisti più di un minuto sarai graziata, ma se sborri prima che scocchino i sessanta secondi, premerò invio. Ci siamo capiti?"
    Rispondo meccanicamente: "Sì padrone"
    Mi pianta entrambi i piedi in faccia e dice: "Mano sul c**zo, al mio via tu inizi a segarti e io faccio partire il cronometro. Sei pronta put***a?"
    Rispondo: "Sì Padrone", ma la voce è ovattata dalla pressione dei suoi piedi sulla mia bocca. Lo sento fare una breve risata. Poi lo sento dire:
    "3, 2, 1, via!"
    Inizio a segarmi furiosamente e a inalare il suo odore maschio più forte che posso… non so quanto tempo sia passato ma sento che l'orgasmo si avvicina. Non posso fermarlo, sta arrivando come un torrente in piena, spero solo che il minuto sia già passato.
    Sborro, con un'intensità mai provata in vita mia, quando si accorge che sto venendo il Padrone mi preme con ancora più forza i piedi contro la faccia e io avidamente continuo a inspirare il suo odore mentre il mio c**zo impazzito emette fiotti di sperma e il cuore sembra uscirmi dalla gola.
    Grondo sudore da ogni poro e ho spasmi di piacere fortissimi all'inguine.
    Il godimento sembra non finire mai. Quando inizio a calmarmi lentamente sembro riacquisire la ragione: ho sborrato prima della scadenza? Ha inviato quelle immagini? Ha distrutto il mio futuro?
    Quasi come se mi avesse letto nel pensiero, il Padrone toglie le sue piante dal mio viso e riesco a vederlo di nuovo. Sta ghignando. Mi si gela il sangue nelle vene.
    Mi mostra l'orologio con cui stava cronometrando: è fermo a 51 secondi. Senza dire una parola, e senza che io possa fare niente per impedirglielo, porta l'indice sullo schermo del cellulare e preme invio.

    (CONTINUA...)

    Edited by sub1984 - 25/5/2023, 20:00
     
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