SCHIAVO LECCAPIEDI
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Caro Piedibari, il tuo racconto mi ha accompagnato in questi ultimi due anni ed ha reso piacevoli le mie serate, molte volte l'ho commentato sia pubblicamente sia in privato con te. Hai costruito uma storia con un protagonista inarrivabile, Roberto, e due veri e propri deuteragonisti, Gabriel e Michele, i due poli attorno ai quali le vicende principali del racconto e della storia personale di Roberto si sono dipanate. Sei riuscito a portare avanti coerentemente questo filone principale, pur non rinunciando a narrare anche storie collaterali e parallele con nuovi personaggi, alcuni molto intriganti dal punto di vista BDSM, come il Padrone Ludovico, con le sue serate mondane, in cui gli schiavi venivano usati e abusati come nei tempi antichi, puri strumenti di piacere ad esclusivo servizio dei loro Padroni. Ad un certo momento hai introdotto un mutamento non meno intrigante nel rapporto di Gabriel con Roberto, che li ha resi amici, facendoli crescere entrambi, specialmente Gabriel,che ha trovato in Roberto non solo il suo schiavo più obbediente, capace di appagare il suo naturale bisogno di dominazione ma anche l'amico più fidato, non meno capace di ascoltarlo e di sostenerlo quando era lui, il Padrone, quello paradossalmente ad aver bisogno di qualcuno che gli fosse al fianco come il cane più fedele ed affezionato. Mi dispiace che il racconto sia terminato, ma il finale che hai escogitato è in qualche modo aperto, così mi piace pensare, perché Roberto continua a sentirsi lo schiavo di Gabriel ed è per obbedire al suo Padrone, che glielo sta chiedendo, che accetta di rinunciare ad essere uno schiavo per donarsi totalmente a Michele, suo fidanzato ed amico e confidente di Gabriel.
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