un'estate da schiavo

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    Avevo preparato tutto con cura. Avevo cominciato a pubblicare messaggi sui più frequentati siti di incontri ad aprile. Cercavo gruppi di ragazzi che mi portassero con loro in vacanza a luglio e agosto per essere il loro sguattero e occuparmi di tutte le pulizie della casa, della cucina, del bucato ecc.
    Sono sempre stato un sottomesso, mi piace essere comandato a bacchetta da qualcuno e rendermi utile nelle faccende domestiche. Del resto, da anni i miei fratelli mi fanno sistemare i loro letti la mattina, si fanno servire il caffè mentre studiano, mi danno i loro vestiti sporchi da riporre nella cesta della biancheria e altre cose che io faccio sempre volentieri. Non so per loro cosa rappresenti, ma di sicuro a me la cosa fa eccitare parecchio anche se cerco di nasconderlo in tutti i modi. Come dicevo, sono abituato a obbedire e da un bel po' di tempo sogno un'esperienza estrema di servitù 24 ore su 24. Per soddisfare questo mio bisogno di sottomissione, di pomeriggio vado a dare una mano al magazziniere della squadrata di calcio del mio quartiere. Ho detto loro di farlo per racimolare qualche soldo, ma in realtà lo faccio per poter raccogliere negli spogliatoi magliette, calzoncini e soprattutto calze sudate che porto in lavanderia e metto a lavare. Mi occupo di dare anche una sistemata allo spogliatoio quando i giocatori vanno via.
    Sono gay, ma non cerco padroni che mi usino anche sessualmente. Voglio essere un domestico, pulire quello che i miei padroni sporcano e mettere in ordine la casa. Mi piace inginocchiarmi per lavare i gabinetti anche se sono molto sporchi e in fatto di fetish ho pochi limiti. Ho avuto qualche esperienza con padroni di vario tipo purtroppo non da domestico, ma mi sono disimpegnato bene come leccapiedi, leccaculo, sputacchiera, orinatoio.
    Tornando all'annuncio, devo dire che non aveva troppo successo. Nonostante continuassi a pubblicarlo ogni giorno, nessuno rispondeva. Finalmente un giorno arriva una mail. E' di un ragazzo di Roma, mi scrive che con i suoi amici ha deciso di passare tre settimane ad agosto in un residence di Rimini. Il loro programma è mare, divertimento, discoteche. Mi dice esplicitamente che non hanno né tempo Nè voglia di fare assolutamente niente in casa e quindi uno come me gli farebbe comodo.
    Non mi sembra vero. Spero che non si tirino indietro all'ultimo momento. Per conoscerci, organizziamo una videochat su Zoom. Loro sono 4 tutti romani anche se uno di loro è di origine asiatica (sembra filippino). Hanno più o meno 20 anni mentre io ne ho 22 (tanto meglio, essere al servizio di ragazzi più giovani è ancora più eccitante). Parlano con un forte accento romanesco, mi dicono di essere tutti lavoratori. Sanno che il loro amico che mi ha scritto è gay e dove ha trovato l'annuncio per cui chiariscono subito che cercano solo un servo per la casa (anche il ragazzo che mi ha contattato dice che non ha interesse sessuale per me). Va bene, rispondo. Ci accordiamo su quello che loro vogliono che faccia e gli dico che per me non c'è nessun problema anzi, mi sembra che essendo per loro un'esperienza nuova, siano abbastanza limitati nelle richieste. Vogliono che io pulisca la casa e prepari da mangiare.
    Siamo a giugno, mancano circa due mesi alla vacanza e ci mettiamo d'accordo per vederci anche di persona a Roma in modo da valutarci anche di persona.
    Il giorno dell'appuntamento parto in treno per Roma e poi vado direttamente a casa del ragazzo che mi mandò la mail. Abita in periferia, arrivarci non è facilissimo ma cambiando un paio di mezzi riesco ad arrivare. E' un sabato, lui è solo in casa per il weekend e trovo anche i suoi tre amici. La giornata è molto calda e loro sono vestiti esattamente come speravo. Canottiera, pantaloncini o jeans tagliati al ginocchio e infradito. Il ragazzo asiatico é il più bello di tutti (forse perché a me piacciono quelli con la carnagione olivastra). Gli altri sono ragazzi normali, carini, con fisico nella norma.
    Si vede che sono un po' imbarazzati perché non sanno come affrontare questa situazione. Mi chiedono se ho esperienza, cosa so fare e sopratutto perché ho pubblicato quell'annuncio. Gli spiego che sono un tipo naturalmente sottomesso, che mi piace mettermi al servizio degli altri e farmi comandare mentre faccio i lavori domestici. Si guardano in faccia con aria un po' stupita, qualche risatina, qualche domanda tipo "ma se lasciamo il cesso sporco di merda lo pulisci? La mattina ci servirai la colazione? Lo sai che dovrai lavorare per tutto il giorno?" e cose così. Gli dico che sono pronto a tutto (non entro nel dettaglio delle cose fetish che sono disposto a fare per non rischiare di rovinare tutto emettiamo a punto i dettagli del viaggio.

    P.S. Continua e cominceranno anche un po' di dialoghi diretti
     
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    Ottima l’idea vediamo come si evolve 👍
     
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    Idea interessante... aspetto con curiosità di vedere come si evolve
     
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    Molto interessante come inizio
     
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    Premessa: tenete presente che i quattro padroni sono romani, quindi i dialoghi immaginateli con cadenza ed espressioni romanesche. Non so come "scriverle" e non vorrei rovinare tutto scrivendo fesserie. E scusate se c'è qualche errore di battitura

    Il viaggio verso casa lo passo a immaginare come saranno quelle tre settimane, ma soprattutto a cercare di capire cosa potrò dire ai miei genitori per giustificare questa partenza. Certo, dirò che parto con i miei amici, ma al ritorno vorranno sapere come mai non mi sono per niente abbronzato. Comunque, ho ancora un po' di tempo per trovare una valida scusa.
    Finalmente arriva sabato 7 agosto, il giorno in cui comincerò a servire i miei nuovi tre padroni Alessandro (quello che ha risposto al mio annuncio), Ivan, Gianluca e Julian (il ragazzo filippino).
    Mi hanno detto che devo farmi trovare sotto il residence a mezzogiorno e così parto di mattina preso da casa mia (abito in Puglia, il viaggio non è proprio brevissimo). Sono riuscito a convincere i miei che sto partendo con degli amici per la riviera romagnola ma che non ho tanta voglia di andare al mare ma solo di cazzeggiare e divertirmi la notte recuperando il sonno durante la giornata. Non ci hanno fatto troppo caso, ma del resto con loro non ho mai avuto un rapporto felicissimo. Uno dei miei fratelli, invece, mentre finivo di preparare le valige, mi ha detto "Ehi, visto che vai in un appartamento con i tuoi amici non ti far mettere sotto a fare tutti i servizi. Quelli li puoi fare solo per i tuoi fratellini". Gli ho risposto di stare tranquillo e che volevo godermi questi venti giorni.
    Arrivo in stazione tardissimo, il treno è pieno (sono veramente un cretino, era ovvio che fosse pieno visto che siamo ad agosto e va verso il mare della Romagna). quindi mi tocca stare ore e ore in piedi o al massimo seduto sul pavimento nello spazio dove ci sono le porte che è abbastanza scomodo perché si sente tutto il movimento del treno, ma siccome non sono l'unico cretino che è arrivato tardi, lì ci sono anche altri ragazzi che vanno a Rimini e sono in ciabatte o infradito così grazie agli occhiali da sole posso godermi da vicino lo spettacolo dei loro piedi. Il tempo non mi sembra passare mai. Sono agitato ma al tempo stesso eccitato. Sto per vivere un'esperienza che immagino da anni e mi sembra di aver anche trovato i padroni giusti per questa mia prima volta. Sento le farfalle nello stomaco, non so bene cosa aspettarmi e quindi provo un po' di paura. In fondo non so chi siano loro, cosa potrebbero farmi fare e come mi tratteranno, ma al tempo stesso sono motivato perché il mio ruolo nel mondo è quello, essere al servizio di altre persone, dire "si padrone" e obbedire agli ordini senza neanche pensare a cosa sto facendo. So che il mo destino è quello già da qualche anno, da quando alla scuola superiore conobbi un ragazzo con cui iniziai una storia e in uno dei primissimi incontri baciargli e laccargli i piedi mi sembrò la cosa più naturale del mondo. Eravamo fidanzati, ma in fondo ero anche il suo schiavetto, gli facevo da autista con il motorino, quando uscivamo insieme e lui comprava qualcosa io portavo le buste dei negozi, quando i suoi non c'erano e andavo a casa sua gli mettevo a posto la stanza, gli facevo il bucato, cucinavo e gli servivo da mangiare e la sera quando uscivamo gli pulivo le scarpe. Avevo iniziato io spontaneamente a fare tutte queste cose, ma a lui piaceva e dopo un po' cominciò a darmi sempre più ordini. Dopo quel rapporto ho avuto altre esperienze di sottomissione in cui ho massaggiato, baciato e leccato piedi, ho subito rapporti sessuali anche in gruppo, mi sono fatto sputare e schizzare in faccia e in bocca e un padrone mi ha fatto provare il pissing e da allora l'ho fatto anche con altri padroni. Tutto bellissimo, mi sento realizzato quando qualcuno mi dice "schiavo inginocchiati e fai questo". Poi ho cominciato ad avvertire l'esigenza di diventare un servo domestico non solo per i miei fratelli ma anche per dei perfetti sconosciuti che mi chiamano e mi obbligano a pulirgli la casa o l'ufficio o a lavargli la macchina o cose del genere.
    Il treno continua ad andare. Siamo nelle Marche, Rimini si avvicina. Sono vestito già con la "tenuta da lavoro" quindi t-shirt bianca, pantaloncini e ciabatte Adidas. Trovo che sia la tenuta più comoda per fare i servizi e praticamente in valigia non ho messo molta altra roba però ho portato detersivi, stracci e altre cose che possono permettermi di cominciare a pulire l'appartamento dei padroni appena arrivato in modo da fare anche bella figura davanti a loro.
    Il treno per fortuna arriva in orario e ho già studiato su internet il modo per arrivare al residence. Lo trovo senza troppi problemi quando mi arriva un messaggio sul telefono. E' di Alessandro "Siamo già a Rimini, fra 5 minuti siamo a casa. Tu dove stai?" Mi affretto a rispondere "Sono davanti al residence, vi aspetto qui". Dopo pochi minuti un Punto nera parcheggia lì davanti e scendono tutti e quattro. Sono vestiti praticamente come la prima volta che li ho visti. Solo Gianluca che guidava ha scarpe da ginnastica, delle Nike, gli altri tutti in infradito. Li saluto con rispetto e proprio Gianluca mi dice "Visto che sarai il nostro domestico per queste tre settimane, apri il portabagagli e tira fuori i borsoni". Lo faccio subito. Ci sono quattro borse abbastanza grandi e apparentemente piene di roba più qualche zaino e altre borse più piccole. Tiro fuori tutto poggiando le borse per terra mentre Alessandro è andato nell'ufficio a farsi dare le chiavi di casa. Quando torna, me le consegna e dice "Terzo piano, appartamento 16. Comincia a portare su la roba e noi restiamo qua a controllare". Anche in questo caso mi metto subito all'opera; le valige sono piuttosto pesanti, ma riesco a prenderne due e qualche zaino e mi avvio verso l'appartamento. Sistemo tutto quello che ho potato davanti alla porta e torno giù per prendere quello che resta. Noto con piacere che i miei padroni non si preoccupano del fatto che dalla vetrina della reception si veda che mentre loro sono lì a chiacchierare, stiracchiarsi e fumare, io da solo porti tutti i bagagli. Forse hanno cominciato a trovare divertente l'idea di avere uno schiavo e vogliono sfruttare appieno la situazione. Dopo che ho preso le ultime borse, salgono anche loro con me. L'ascensore è troppo piccolo per tutti e così decido di andare a piedi. E' una bella faticaccia, ma non posso mica pretendere di usare l'ascensore e far usare a loro le scale.
    Finalmente siamo tutti in casa. Alessandro comincia a fare un giro per guardare tutte le stanze, Ivan e Gianluca si buttano sul divano e Julian resta in piedi vicino a me che sono lì ad aspettare che mi dicano cosa fare. La casa è confortevole. Ci sono due stanze, una con un letto matrimoniale e l'altra con due letti singoli. In più, nel soggiorno (dove c'è anche l'angolo cottura) c'è una poltrona letto. Poi c'è il bagno che è abbastanza grande. Loro hanno già deciso come dividersi i posti ed è Ivan a dirmelo e a darmi le prime regole. "Allora, io e Julian dormiamo nella stanza doppia, Gianluca che è il più grande prende la matrimoniale e Alessandro che russa come un orso dorme qua. Il letto per te non c'è quindi ti devi arrangiare in qualche modo". Rispondo senza esitazione "Non c'è problema, posso dormire sul pavimento con un telo da mare". "Cazzi tuoi" risponde subito Ivan.
    "Durante il viaggio abbiamo discusso di come comportarci con te. Non abbiamo mai avuto un servo tutto per noi ma comunque un po' di idee ci sono venute" dice ancora Ivan. "Tanto per cominciare il tuo compito è quello di tenere la casa sempre pulitissima e in ordine. A me piace camminare scalzo e quindi controllerò come pulisci guardando le piante dei miei piedi. Soprattutto il bagno dove essere splendente. Noi siamo in vacanza, dobbiamo divertirci e non ce ne frega un cazzo di lasciare il cesso sporco o di non centrare il buco quando pisciamo. Oppure di lasciare mutande e calze sporche ovunque. Ci sei tu per pulire e raccogliere tutto quello che buttiamo per terra". Annuisco. "Devi essere disponibile in pratica 24 ore al giorno per prepararci da mangiare e fare quello che ti ordiniamo. La mattina faremo colazione ognuno quando cazzo gli pare e tu ce la devi servire. Se la notte torniamo e abbiamo fame, devi cucinare. I costumi da bagno vanno lavati ogni giorno e la mattina devono essere pronti per usarli. E' tutto chiaro?" "Si signore" rispondo subito". A quel punto comincia a parlare Julian che è sempre in piedi non troppo lontano da me e mi osserva. "Non avevamo parlato di come ci devi chiamare. Signore va bene. Anzi no, io voglio essere chiamato signorino Julian. E dacci del lei così sarà più divertente ahahahahahahahah. Però ricordati, meno parli meglio è. Non vogliamo essere disturbati dalla tua voce". Faccio di nuovo sì con la testa.
    Dopo il giro di ispezione della casa, Alessandro dice. "Porta le borse nelle nostre camere e sistema tutto negli armadi. I miei vestiti mettili nell'armadio della senza grande che c'è più posto". Prendo i bagagli di Ivan e Julian per portarli a posto ma Gianluca mi ferma. "Aspetta. Apri il mio borsone e prendi gli infradito che stanno dentro e portameli qua". Lo faccio subito, apro la sua borsa nera e comincio a cercare con le mani gli infradito. Finalmente li trovo e li porto a Gianluca posandoli per terra. Lui si sfila le Nike con i piedi e noto subito i fantasmi grigi che per il sudore hanno cambiato colore. Se li sfila e li mette dentro le scarpe.Poi mi guarda e mi dice "Portale in camera mia insieme ai bagagli". Le prendo in mano sono ancora calde e anche l'odore che arriva è davvero intenso ed eccitante.
    Il mio lavoro è cominciato nel migliore dei modi.
     
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    Molto bello
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    La trama si evolve con i giusti tempi e nella giusta direzione 😍
    Non vedo l’ora di leggere
     
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    storia stupenda non vedo l'ora di un prossimo capitolo
     
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    capitolo 3

    Portai le valigie nelle varie camere ma non riuscii ad aprirle perché mi chiamò Gianluca "Prepara il pranzo con la spesa che abbiamo portato e poi ce ne andiamo al mare. Cucina anche per te ma non mangerai con noi. Ci servirai il pranzo e quando avremo finito e avrai sparecchiato potrai mangiare".
    "Va bene signore". Non avevano portato moltissimo per cucinare ma riuscii comunque a preparare un po' di pasta, apparecchiai e avvisai i miei padroni che il pranzo era pronto. Loro erano ancora stravaccati sul divano a decidere cosa avrebbero fatto in quei giorni per divertirsi e a immaginare quante ragazze sarebbero riusciti a conquistare. Si sedettero e servii loro quello che avevo preparato. Mentre mangiavano rimasi in piedi alle loro spalle ad aspettare che mi dessero qualche ordine oppure che finissero per togliere il piatto sporco. Quando vedevo che avevano il bicchiere vuoto versavo altra acqua. Quando finirono, andarono a mettersi i costumi da bagno e andarono al mare lasciando tutti i vestiti che si erano tolti in giro per la casa o nel bagno buttati per terra o sui letti. "Mentre siamo al mare, metti tutto in ordine e pulisci la casa. Ti lasciamo un po' di soldi, vai anche a fare la spesa. Quando torneremo ti diremo se mangiamo qui stasera oppure no" mi disse Alessandro uscendo di casa. Rimasto solo, mi detti da fare, sistemai tutti i loro vestiti negli armadi, pulii la casa da cima a fondo e andai a fare la spesa comprando quello che mi avevano lasciato scritto nella lista.
    Tornarono poco dopo il tramonto con i piedi sporchi di sabbia che distribuirono per bene in tutta la casa. Andarono direttamente a farsi la doccia quasi ignorandomi. Io cercavo di rendermi utile raccogliendo i costumi da bagno che lasciavano per terra e cominciando a spazzare il pavimento per togliere la sabbia, ma sembrava che fossi invisibile. Mi dissero soltanto che avrebbero mangiato fuori e che poi sarebbero andati in qualche locale. In pratica finiva così la mia prima giornata di lavoro. Ero un po' deluso, speravo che avrebbero sfruttato meglio l'occasione di avere uno schiavo pronto a obbedire a ogni ordine, ma in fondo andava bene così. Loro erano i padroni ed era giusto che non mi considerassero. In fondo me l'avevano detto che stavo lì per pulire e mettere in ordine. Non sapevo però, che quella prima notte sarebbe cambiato tutto.
    Ero steso sul mio "letto" (il telo da mare poggiato per terra) perché purtroppo in casa non c'erano altri servizi da fare quando comincio a sentire un po' di chiasso nel palazzo. Erano più o meno le 3 di notte. Riconosco le voci dei miei padroni. Si capisce subito che hanno passato una bella serata e che hanno anche bevuto abbastanza. Mi metto in piedi davanti alla porta per accoglierli. Entrano, mi guardano e scoppiano a ridere. "Che bravo il nostro schiavo, ci ha aspettati sveglio" sghignazza Ivan. "Che c******e" continua e poi dice una cosa che mi lascia per un attimo senza fiato. "Inginocchiati e toglici le scarpe schiavo così non sporchiamo il pavimento che hai pulito da bravo servetto". La mia sorpresa dura giusto un attimo, il tempo di rendermi conto di aver avuto l'ordine che aspettavo dal primo giorno che li avevo conosciuti e mi butto subito per terra e mi avvicino ai loro piedi. Ivan e Gianluca hanno delle Vans nere, Julian delle Stan Smith strausate e Alessandro delle Nike Silver. Per esperienza so che tutte fanno sudare i piedi e spesso l'odore è molto intenso. In più, considerato che avranno camminato e forse anche ballato per un bel po' di ore, immagino che mi diventerà subito duro. Da bravo schiavetto slaccio e sfilo dai piedi dei miei padroni tutte le scarpe e resto in ginocchio a guardare i loro piedi anche se purtroppo hanno ancora i fantasmini o le calze di spugna. "Che c***o aspetti? Toglici le calze e baciaci i piedi" dice Gianluca ridendo divertito. Non me lo faccio ripetere due volte e mi precipito a sfilare quelle calze sudate ancora calde. Posso sentire l'odore dei piedi a distanza, è forte ma bellissimo. Comincio a baciare avidamente i loro piedi, tutti e otto senza fermarmi. Loro sono lì fermi che continuano a ridere e a prendermi in giro. Quando pensano che sia sufficiente come umiliazione (io in realtà avrei continuato per tutta la notte e chissà per quanto altro tempo ancora) Julian mi dà un calcetto sulla testa e dice "Basta schiavo. Ora ce ne andiamo a dormire. Però questa cosa ci è piaciuta, da domani ci divertiremo molto di più con te". Mi lasciano lì in ginocchio e si mettono direttamente a letto lasciando i loro vestiti dovunque capiti e dopo pochissimo tempo già dormono. Raccolgo quello che trovo per terra e lo metto da parte. Poi vado a dare una controllata al bagno e vedo che c'è da dare una bella pulita perché evidentemente da ubriachi non sono riusciti a centrare la tazza. Pulisco tutto cercando di non fare rumore per non dare fastidio ai padroni prima di tornare sul mio telo da mare tutto contento per quello che è successo e per quello che forse succederà
     
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    Scusate se i capitoli stanno venendo un po’ lunghi ma ho tante idee e non voglio scrivere troppi capitoli
     
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