George in palestra e non solo

Il mio capo George

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    Di sera, in hotel, dopo la cena al ristorante al piano terra, saliamo in camera. George ha preso su un pezzo di pane.
    Entriamo in stanza e lui si leva le scarpe. Ha dei fantasmini neri. Non sono belli ma su di lui stanno bene uguale.
    Le sue gambe giovani e depilate sono una visione celestiale.
    "Siediti a terra."
    Mi siedo con la schiena appoggiata al fondo del suo letto.
    "Segati. Senza sborrare."
    Mi abbasso i pantaloni e le mutande e comincio a massaggiare il mio membro. Sì indurisce velocemente.
    George si siede alla scrivania e taglia a metà il panino, con le mani. Ci sputa dentro, cinque volte.
    "Questo sarà molto buono."
    Si tira giù i pantaloni e i boxer e piscia poco sul pane, che si bagna della sua urina.
    Poi viene di fronte a me, con il pane in mano.
    "Togli le mani dal tuo lurido caxxo e succhia il mio. La sborra farcirà il tuo panino."
    Non ho fame, abbiamo già mangiato di sotto. Ma non ho scelta.
    Succhio il suo membro grosso. Mi attacco alle palle e le gusto come se questo sia l'ultimo giorno della mia vita. Sono buone. Pulite ma col sapore che le caratterizza.
    Poi avvolgo con la lingua la cappella e la Lecco voracemente.
    Lui mi accarezza i coglioni con il suo piede destro. Vorrei togliergli il fantasmino, un po' sudato, ma non mi azzardo. Mi piace lo stesso.
    Alzò lo sguardo e rimango stupito come al solito dalla perfezione dei suoi addominali e intensifico, lo voglio tutto in bocca. Quasi soffoco, la sua cappella esplora la mia gola e ho voglia della sua sborra.
    Sento che il caxxo si irrigidisce, sta per sborrare.
    Mi sposta violentemente la faccia da lì e sborra sopra il pane umido. Wow, quanta ce n'è.
    Fino all'ultima goccia sparge il suo liquido sul pane poi lo chiude.
    Mi avvicina il panino.
    "Mangia."
    Al primo morso riconosco il sapore dei suoi fluidi corporei. Quasi ho fame ora.
    "Muoviti."
    Il panino è gustoso, con la crema in mezzo e il pane inumidito del suo piscio.
    Col piede mi sta accarezzando ancora i coglioni.
    Morsico il panino mentre il mio cazzo è al limite.
    George lo capisce e intensifica.
    Sborro mentre addentò l'ultimo pezzo di pane sporco. Gocce di sperma spruzzano dal mio caxxo senza controllo e sporcano il suo piede, il pavimento e tutto quello che trova.
    Mi sbatte il piede in faccia e inizio subito a leccare il suo fantasmino sporco della mia sborra.
    Quando ho finito se lo toglie e posa il piede a terra.
    Raggomitola il fantasmino e me lo infila in bocca.
    Poi si sdraia e letto e accende la TV.
    Rimango seduto e sporco col calzino in bocca e aspetto che il capo mi liberi da questa condizione.
    Ho un flash. Mi viene in mente quel figo di mahmood. Stamattina in spiaggia era così bello. Lo vorrei qui a condividere le mie perversioni. Vorrei vederlo limonare con George e vorrei leccare la saliva che cola dalle loro bocche eccitate.
     
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    Bellissima quest’ultima parte
     
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    Dopo quella volta ho visto george solo una volta. È stato triste perché mi ha detto che aveva voglia di stare solo per qualche mese senza vedermi. Mi ha detto che aveva voglia di scopare e divertirsi in giro con ragazze e ragazzi ma che per un po’ io non ero nei suoi piani. Ho sperato in questi mesi che questo fosse un modo per farmi arrivare eccitato al nostro incontro. Io sono sempre stato convinto che lui provava e prova un sentimento per me. Una settimana fa, mi chiama al telefono.

    “Sono io stronzo.”
    Quasi mi scende una lacrima, non riesco a parlare.
    “Vai a comprarmi un regalo e vieni a casa mia.”
    “Ok, capo. Cosa vorresti?”
    “Brutto figlio di puttana, ti devo dire tutto quello che devi fare?”
    “Si capo.”
    “Sei una merda!”
    Il mio cazzo è già duro come la pietra, i suoi insulti mi mandano in estasi.
    Mi immagino george a casa in pantaloncini a piedi nudi sul pavimento. Poi penso ai suoi addominali e la voglia di lui e del suo corpo è irrefrenabile.
    Non rispondo al suo insulto, ma la mia mente vaga.
    “Comprami una cazzo di birra e delle patatine. Le più costose.”
    “Certo, capo.”
    Mi iniziò a toccare il cazzo. Il pensiero di vederlo dopo tutto questo tempo mi rende felice.
    Non appena riattacca il telefono mi cambio e vado a fare la spesa. Il mio cazzo rimane semi duro al supermercato. Poi giungo sotto casa sua e sento che spinge durissimo nelle mutande, quasi mi fa male.
    Mi apre il portone senza rispondermi. Salgo le scale eccitato, e quando me lo ritrovo davanti quasi mi sento mancare. È bellissimo. Indossa una canotta grigia e dei pantaloncini bianchi. Le sue gambe sono perfette: magre e muscolose, glabre. Gliele leccherei ora. Poi fissò il mio sguardo sui piedi nudi che posano sopra lo zerbino. Li riconoscerei in mezzo a milioni di piedi. Sono i piedi del mio george.
    “Idiota… idiota!”
    La sua voce si fa più forte.
    “Testa di cazzo!”
    Sposto lo sguardo dai piedi.
    “Scusa, capo”
    Allunga la mano verso di me.
    “Dammi la spesa.”
    Gli consegno la spesa e lui rientra dentro. Lo guardò di spalle mentre entra, è un dio greco. L’ultima cosa che vedo sono i suoi polpacci perfetti, prima della porta che si chiude dietro di lui.
    Subito dopo ho un morso allo stomaco e l’istinto del pianto. Speravo e pensavo che mi avrebbe fatto entrare dentro e che avremmo ripreso i nostri soliti giochi di dkminazione, che mi avrebbe fatto ingioiare i suoi liquidi e che mi avrebbe consentito di stare con lui e soddisfarlo, come sapevo fare.
    Mi manca da morire il mio george, ho paura che si sia spezzato qualcosa e non sono più convinto che mi stia facendo aspettare per farmi eccitare. Forse mi sta solo usando ma sessualmente non vuole più niente.
    Quando rientro a casa piango disperato. Lui mi direbbe che sono ridicolo. Poi mi sego mentre penso ai suoi piedi affusolati posati sullo zerbino. In risalto qualche vena li rendevano divini. Sborro nel water.
     
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    Stanotte l’ho sognato ancora. Non resisto più. È giorni che mi sego pensando a lui. Nel sogno era sudato. Molto sudato. Io gli leccavo il sudore che però continuava ad aumentare sul suo corpo definito. I piedi erano intrisi del sudore che colava da tutto il corpo. E io continuavo a leccarlo tutto, in ogni millimetro. E godevo. Mi sono ritrovato la notte al risveglio con il cazzo duro e mi sono segato all’istante. Non sono andato in bagno, ho sborrato sulle mutande. Ho aspettato dieci minuti e mi sono fatto un’altra sega, lunga e intensa. Ho sudato pure, sdraiato a letto al pensiero di george tutto nudo e sudato.
    Vorrei chiamarlo ma so che mi prenderebbe a male parole. Non posso farlo. Ma vorrei dirgli che lo adoro e lo venero e che ogni liquido del suo corpo mi eccita. Voglio stare ai suoi piedi, così perfetti, e leccarli per ore. Glieli leccherei anche sporchi. Il problema è che non so come faccia ma sono sempre puliti, come un vero dio greco. Anche da sudati non hanno un odore forte. Hanno solo un buon sapore, intenso ma buono. Il sapore dei suoi piedi lo sento ancora sulla lingua. Soprattutto dei suoi piedi sporchi di sborra.
    Poi mi viene in mente quel panino farcito del suo seme e del suo piscio e vado in estasi. Lo voglio, non resisto più.
     
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    Squilla il telefono. È lui. È george. Il mio cuore batte fortissimo.
    “Pronto”
    “Sono io.”
    “Ciao capo. Quanto mi sei mancato.”
    Mi escono quelle parole di getto.
    “Brutto sfigato, non ti ho chiesto di parlarmi dei tuoi sentimenti. Idiota.”
    “Scusa”
    “Devi stare zitto!” Urla.
    Non dico più nulla. Passa qualche secondo poi è lui a parlare.
    “Stasera io e una ragazza con cui esco da qualche sera andiamo a una festa in maschera….. ogni coppia deve portare uno schiavo addomesticato. Tu sei il nostro. Ho già comprato il guinzaglio.”
    Sorrido. Anche se l’idea che ci sia anche una ragazza con lui mi rende la sorpresa meno gradita.
    Non rispondo poi lui prosegue.
    “Vieni da me e ci aspetti giù davanti al portone, ti carichiamo nel baule della macchina e quando siamo là puoi solo abbaiare quando te lo dico io.”
    L’idea mi eccita.
    Non rispondo e lui riattacca il telefono. Non mi ha detto l’orario, andrò là presto in modo da essere pronto.
    Alle 18 sono sotto casa di george. Aspetto eccitato, più di un’ora e mezza. Sono quasi le 8 di sera e george esce dal portone con questa ragazza bellissima. La invidio da morire.
    Lei mi lancia un’occhiataccia e io ricambio incattivito. Questa vuole rubare il mio george.
    Lui a malapena mi volge uno sguardo. Apre la macchina che sta lì di fronte.
    “Sali nel baule”.
    Durante il viaggio patisco caldo mentre sento i loro discorsi. Parlano di Instagram. Lei dice di aver accumulato più di mille followers durante la giornata è lui si complimenta con lei.

    “La smetti di toccarmi il cazzo” dice lui ridendo.
    “Non resisto” risponde lei.
    Dopo poco george ferma l’auto.
    Mi viene a prendere con il guinzaglio che mi stringe intorno al collo.
    Da questo momento in poi sono il loro cane, non posso deludere il mio capo.
    Arriviamo in una bellissima reggia. Nel lungo viale che percorriamo per arrivare all’ingresso c’è un’altra coppia: sono due uomini effeminati che ne tengono al guinzaglio un terzo, sulla quarantina, col cazzo che penzola. Io sono vestito, per fortuna, anche se le mie ginocchia sono già doloranti. Non mostro il male che provo altrimenti potrei deludere il mio capo.
    Entriamo e saliamo le scale. Per me non è semplice, ho già un po’ di stanchezza. Quando arriviamo su, è pieno di ragazzi e ragazze, per lo più giovani. È una piacevole visione. Un grosso banchetto centrale e intorno questi ragazzi che sorseggiano dai calici.
    George mi lega intorno a una sedia, nell’angolo della stanza. Ma non sono l’unico, infatti altri ragazzi ma anche ragazze sono legati alle sedie, sparsi per la stanza.
    Il mio capo va al centro della stanza e comincia a stringere mani. La sua ragazza non so dove sia finita. Lo vedo chiacchierare con Davide Moccia! Bello come sempre. Poi mangiamo qualcosa insieme e scherzano. Sono distante quindi non capisco di cosa stiamo parlando.
    Il tavolo al centro è imbandito di ogni cosa, che fame che mi sta venendo. Fame di cibo oltre che di ragazzi che mi sevizino.
    Io rimango in ginocchio come un cane e faccio il bravo mentre osservo george che si diverte.
    A un certo momento, si abbassano le luci e la musica aumenta di intensità.
    Vedo un ragazzo poco distante da me che si toglie la maglietta e la lancia per terra. Bella schiena muscolosa, il mio cazzo si indurisce subito.
    La ragazza più vicina a lui gli si avvicina subito e comincia a toccarlo. Lui la prende e le tira un limone. Che maschio.
    Poco distante due uomini si stanno già masturbando, completamente nudi.
    È noto solo ora che tutti hanno indossato delle maschere. È cominciata la festa.
    Ho perso di vista george, in questo inizio di orgia.
    La promiscuità aumenta e oltre ai limoni iniziano pompini, penetrazioni, alcuni stanno bevendo del piscio.
    Credo siano circa un centinaio di ragazzi intorno. Alcuni sono bellissimi, hanno dei fisici eccezionali.
    Ecco Davide Moccia, è in mutande, mascherato che limona con una tipa. Porta ancora i calzini, grigi. Che fisico, non è cambiato dall’ultima volta che l’ho visto in quella stanza di hotel.
    All’improvviso però un ragazzo sulla trentina, a torso nudo, con indosso jeans e sneakers bianche si avvicina a me. Molto peloso sul petto, ha un buon fisico, gli si intravedono gli addominali.
    Me lo trovo di fronte e lui si abbassa pantaloni e mutande.
    “Apri quella fogna di bocca!”
    Eseguo senza batter ciglio. Poi comincio a bere l’abbondante piscio. È molto saporito.
    Quando ha finito mi lecco le labbra. Lui si tira su i pantaloni e se ne va.
    Un ragazzo di fianco a me invece se la passa ancora meglio. Un ragazzo e una ragazza stanno di fronte a lui. Lei lo masturba puntando il cazzo sulla bocca del mio collega legato col guinzaglio alla sedia. Sta per sborrare abbondante sulla sua lingua vorace.
    Sono li che osservo ma una mano maschia mi prende il viso e me lo sbatte in mezzo alle chiappe, non so chi sia e non faccio nemmeno in tempo a vederlo che comincia a scorreggiare forte. Quasi soffoco. Quando si sposta lo guardo: penso abbia sui 40 anni, è completamente nudo e i piedi non sono un granché. Molto pelosi e dita irregolari. Mi tira un ceffone mentre gli guardo i piedi. Poi se ne va.
     
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    Belli belli!!!
     
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    Sono sporco di sborra e piscio ormai ovunque. Mi cola sugli occhi ma non mi pulisco. Gli altri ragazzi legati col guinzagliò alle sedie sono eccitati e sporchi come me.
    Non siamo dei cani, siamo proprio dei cessi. Ci stanno facendo qualunque cosa. Ormai sono ore che sono in ginocchio e le ginocchia mi bruciano dal dolore. Cerco di non mostrare la sofferenza, perché in fondo ne provo piacere.
    I ragazzi continuano a festeggiare da ore, alcool e sesso senza sosta, mentre noi sottomessi rimaniamo in un angolo a guardare. Ogni tanto si avvicinano a noi quando devono pisciare o sborrare e ci sporcano.
    Prima un ragazzo sui vent’anni, magro è alto circa un metro e novanta mi ha sborrato abbondante in bocca.
    Io ho provato a ingoiare tutto avidamente ma era molto abbondante e qualcosa è gocciolato sul pavimento.
    “Lecca tutto!” Mi ha ordinato mentre con il piede scalzo mi tirava un calcio nei coglioni.
    Dolore e piacere si mescolano questa sera e gli odori forti del sesso e dei liquidi corporei sono motivo di grande eccitazioni per tutti noi sottomessi.
    Mi volto al centro della stanza dove c’è una ragazza dal seno abbondante, completamente nuda e sudata che sta leccando un cazzo nero di grosse dimensioni. Con le mani invece tiene altri due cazzi che aspettano di essere a loro volta ingoiati. Continua a succhiare quel grosso membro mentre masturba gli altri due. Lo vuole sentire in gola quel cazzo, fino in fondo.
    “Stronzo.”
    La voce di Davide Moccia mi distrae. Finalmente qualcuno che conosco è venuto a trovarmi.
    “Ciao Davide” gli sorrido.
    Mi tira uno schiaffo poi ride.
    È a torso nudo con gli addominali sudati. Un paio di jeans e i piedi nudi. Ho il cazzo che scoppia.
    Si siede di fronte a me.
    “Noi ci stiamo divertendo. George non sta più in piedi, ha bevuto come un secchio.”
    Io gli sorrido.
    “Ma quanto cazzo sei sporco”, poi mi guarda con aria schifata il corpo.
    Sto per rispondere qualcosa di circostanza ma rimango interdetto dalla sua giovane mano che mi prende in mano il cazzo. Sto già per sborrare. Lo capisce e si ferma. Poi ride.
    Si avvicina ancora di più a me, seduto con i piedi nudi che mi sfiorano le gambe. Rimango in ginocchio, fermo immobile a godermi il momento. I suoi occhioni azzurri mi fanno innamorare di ogni suo gesto.
    Con la mano me lo prendo di nuovo e mi masturba. Con i piedi mi accarezza le gambe.
    Lo guardò con il desiderio di farmi possedere da lui in ogni momento per tutta la vita.
    “Sei bellissimo” mi lascio scappare.
    Lui si ferma un attimo e sorride.
    George mi avrebbe picchiato o insultato ma Davide ha un carattere più gentile.
    Riprende a masturbarmi fino a quando sto per sborrare. Poi me lo molla.
    Continua così per un po’ e non resisto più ma allo stesso tempo mi piace.
    Adoro sentire i suoi piedi nudi che mi accarezzano, guardare i suoi riccioli e i suoi occhi azzurri. Vorrei leccargli gli addominali ma non mi azzardo a chiederglielo, non so come potrebbe prenderla.
    Mentre penso a queste cose finalmente sborro come un idrante. Gli sporco un po’ la mano è un po’ il braccio.
    “Bravo stronzetto”
    Poi mi infila la sua mano calda in bocca e gliela pulisco per bene.
    Quando ho fatto, mi accarezza dolcemente il viso e si alza. Poi torna a festeggiare con gli altri.
     
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    Valerio Mazzei ha appena pubblicato una foto dove sta mezzo nudo e io non ho resistito. Mentre lo guardò mi masturbo tra le lenzuola del mio letto.
    Adoro quel ragazzo, è di una bellezza unica.
    Oggi ho fatto poche cose, sono ancora sconvolto da quel che è successo ieri sera alla festa. Davide ha riaccompagnato a casa me, George e la sua fidanzata, che erano completamente ubriachi. Prima di salire in auto, Davide mi ha tolto il guinzaglio e mi ha detto di rilassarmi e di comportarmi tranquillamente.
    Così ho fatto e mentre quei due dormivano nei sedili posteriori, abbiamo chiacchierato tanto è trovato anche passioni in comune come il ballo. Lui balla e a me piace guardare il ballo. È un ragazzo simpatico.
    Quando siamo arrivati sotto casa mia Davide ha tirato fuori una penna e senza dire una parola mi ha scritto sul braccio il suo numero di telefono.
     
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    Ti prego, ti supplico, metti qualche episodio dello schiavo che fa da sparring partner a Davide Moccia in tenuta da karate nel suo tatami personale e ovviamente anche un pó di insulti e umiliazioni di ogni genere con i piedi
     
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    Sono passati dieci giorni e ancora non ho avuto il coraggio di chiamarlo. Se posso coprisse George si incazzerebbe con me. Probabilmente lo perderei per sempre. Io sono il suo schiavo e non posso permettermi di cominciare qualcosa di diverso, anche se non so cosa, con il suo caro amico.
    Anche Davide mi ha stupito e lasciato senza parole. Non mi aspettavo che facesse un gesto del genere e ho notato in lui qualcosa di diverso, come se non volesse più solo usarmi come cesso da calpestare e riempire di piscio e sborra.
    Ripensando alla prima volta in quella doccia della palestra, quando george mi ha fatto conoscere quel ragazzetto dagli occhi azzurri, che quasi mi soffoca sul pavimento della doccia con i suoi liquidi, non riesco a capire come si possa essere arrivati a questo.
    Che poi continuo a ripensarci e mi sooo quasi convinto che la mia sia solo un’illusione, magari mi ha dato il numero in amicizia. Magari no.
    Non ne posso più. Lo chiamo e chiariamo la questione.
    Faccio il numero.
    Al terzo squillo risponde.
    “Pronto”
    “Ciao Davide, sono l’amico di george, il suo schiavetto.”
    “Ciao, finalmente mi hai chiamato. Vuoi che salvo il tuo numero come schiavetto di george?”
    Penso sia un modo per chiedermi dopo tutto questo tempo il mio nome. Ma non voglio affrettare le cose.
    Quindi rido.
    “Come vuoi Davide”
    “Ok” risponde
    “Davide, voglio essere chiaro. Il fatto che mi hai dato il numero e che ultimamente mi hai guardato con occhi diversi mi rende molto felice e sono quasi imbarazzato.”
    “Imbarazzo per cosa?”, interviene.
    “Non posso tradire il mio capo George. Poi è tuo amico!”
    “Ti ho solo dato il mio numero di telefono, non siamo fidanzati. George comunque non è il tuo ragazzo, non devi dargli spiegazioni.
    Sentì un attimo. Io oggi ho allenamento di karate. Ti mando un whatsapp con l’indirizzo. Se vuoi venire, io sono lì altrimenti stai in casa a segarti mentre pensi a me nudo e sudato.”
    Il cazzo mi si è indurito. L’ha fatto apposta. Mi provoca.
    “Va bene, scrivimi dove e quando, ma non parliamone con George.”
     
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    Davide è in tenuta da karate, è bellissimo e non riesco a non fissargli i piedi.
    “Inginocchiati” mi ordina.
    Mi butto con la bocca sui piedi e comincio a leccare avidamente.
    Lui rimane fermo immobile in piedi mentre Lecco sempre più eccitato.
    Credo si sia tagliato un po’ le unghie per il nostro incontro e i piedi hanno un sapore eccezionale. Mi piace sentire un paio di vene che risaltano sul collo del piede, bello pronunciato.
    I piedi di Davide sono diversi da quelli di george, che ha meno collo, dita più lunghe e magre. Sono belli entrambi, quelli di george esteticamente impeccabili e quelli di Davide particolari. Non riesco più a staccarmi da quelle dita affusolate. Che buone.
    Ma Davide mi prende il viso e me lo gira all’insù.
    “Apri la bocca”
    È abbondante la saliva che scende dentro la mia bocca. Ingoio felice.
    Non sono sazio e lo capisce. Ancora saliva, quanta ne ha e quanto cazzo é buona.
    Si inginocchia di fronte a me. Ora siamo alla pari. Nel giro di due secondi mi ritrovo la sua lingua umida dentro la mia bocca. Potrei sborrare come un idrante anche ora. Sono in estasi.
    La sua lingua mi travolge e io subisco la sua mascolinità. Il bacio è profondo, duro e in parte anche romantico.
    Mentre mi limona mi tocca il culo, in modo vigoroso. Poi mi infila un dito nel culo, mi piace da morire.
    Mi gusto i suoi baci e penso di essere l’uomo più felice al momento.

    A un certo punto si stacca per prendere una pausa. Mi accarezza il viso e si appoggia col naso contro il mio.
    Non so che gli succede ma è sempre più romantico.
    Non sono un appassionato di romanticismo ma in questo caso era un mio master che ora è diventato dolce con me. Mi piace e mi eccita questa doppia situazione. Davide Moccia è il mio master gentile.
    Lo fissò negli occhi e lui è semplicemente bellissimo, non me lo merito.
    Mi toglie la maglietta. Mi accarezza e bacia il collo. Penso sia finito il tempo di pensare. Gli slego la cintura del camice e lo lascio in mutande a mostrarmi il suo fisico giovane, magro e ben fatto. Lo guardo e gli sorrido. Poi mi prende la mano e me la infila nelle sue mutande. Il suo cazzo è duro e comincio a toccarlo. In punta è un po’ bagnato.
    Non ci penso su due volte e gli abbasso le mutande e mi butto sul suo cazzo. Lo lecco tutto. Comincio dalla punta dove raccolgo un po’ di liquido per poi scendere alle palle umide, un po’ sudate. Che buon sapore che hanno. Mi soffermo sulle palle e le adoro come un bravo slave sa fare. Voglio renderlo felice. Sento che lui ansima e mi accarezza i capelli.
     
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    Siamo sudati fradici. Davide sdraiato a letto e io appoggiato su di lui. Gli sto accarezzando gli addominali bagnati di sudore e ho già il cazzo duro. Abbiamo fatto sesso due volte praticamente di fila. Ho il sapore della sua sborra che mi avvolge la bocca. Con le dita mi accarezza la schiena.
    “È stato bellissimo Davide”
    Lo guardo e lui mi sorride.
    Gli bacio il capezzolo, poi mi tiro su e annuso il suo collo. Odora di maschio e io non resisto. Glielo bacio mentre lui con la mano afferra il mio cazzo. Ricominciamo a limonare e i nostri corpi sudati si strusciano con forza. Il bacio è lungo e profondo, sento la sua lingua che avvolge la mia e io ricambio eccitato. Questo bacio è lunghissimo e lo strusciarci mi eccita troppo. Sborro abbondante mentre lui non smette di baciarmi.
    Mentre lo sporco del mio caldo sperma, mi afferra la chiappa con la sua forte mano. Mi morde il labbro e io mi adagio su di lui a rilassarmi.
     
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    Da quella volta io e Davide non abbiamo più smesso di frequentarci. Siamo diventati praticamente due fidanzati. Mi ha presentato a tutti i suoi amici e non come schiavo. Ma come suo amico speciale. George ci parla a stento. Da quando ha saputo della nostra frequentazione non mi guarda nemmeno in faccia. So di averlo deluso e sono dispiaciutissimo di questo. Però Davide mi fa stare bene e a letto è una bomba sexy, i suoi piedi sono sempre caldi e vogliosi. Il suo cazzo èduro praticamente tutto il giorno e sui suoi addominali passo ore con la mia lurida lingua. Ormai siamo inseparabili e George deve accettarlo.
    Quando ci vediamo in gruppo George viene sempre con delle strafighe. Sono sempre diverse e lui non le presenta neanche. Stanno zitte quasi tutto il tempo, non so cosa fa poi a letto, se se le scopa davvero o ha altri schiavetti da sodomizzare.
    Siamo al bar tutti insieme. Io sono seduto di fianco.a Davide e ho la mano dentro le sue mutande da sotto il tavolo. Lui intanto chicchiera con i suoi amici. George è seduto più o meno di fronte a me e continuo a guardarlo mentre accarezzo il cazzo duro del mio ragazzo. George è bellissimo e mi immagino i suoi piedi sudati . Chissà se quella tipa poi li leccherà
    George ride alla battuta di un amico, Simone…..
    Aumento l’intensità con la mano e Davide sborra abbondante e la mia mano accoglie il suo seme con godimento, è caldo è abbastanza denso. Prendo un tovagliolo e faccio finta di soffiarmi il naso poi di metterlo in tasca, in realtà mi pulisco la mano piena di sborra. Che voglia di ingoiare.
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Ottimo racconto.
     
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    Sono a letto abbracciato a Davide. Lui abbraccia me da dietro. Sento il suo caxxo contro il mio culo. È duro e sono eccitato ma non voglio svegliarlo.
    Stanotte mi ha riempito di sborra. Abbiamo fatto sesso tre volte, praticamente fino alla mattina. Credo che siano le 12 perché c’è molta luce nella stanza…. Lui russa un po’ e io gli stringo la mano calda . Il profumo della sua pelle è tanto buono e mi piace sentire il suo corpo nudo che mi stringe.
    Ogni tanto penso a George, quasi tutti i giorni. Ma sono più dei sensi di colpa alla fine, perché con Davide sto bene e non posso chiedere altro …. Sono due rapporti diversi, uno era più di sottomissione mentre questo è più romantico.
    Questi flash su George mi preoccupano a volte.
    Davide si sveglia. Si allontana e si stira. Mi giro e gli accarezzo il petto.
    Lui mi guarda con gli occhi assonnati
    “Ciao piccoletto”
    È la prima volta che mi chiama così.
    Sorrido.
    Mi prende il viso con la mano e mi infila la lingua in bocca. Noto il suo alito non fresco, sa ancora un po’ di sesso, un po’ di alcool e si sente che si è appena svegliato. L’insieme delle cose mi eccita. La lingua mi arriva quasi in gola, è un bacio profondo. Quando si stacca ho il caxxo che quasi sborra.
    Poi si alza e va in bagno. Nudo è bellissimo e lo guardo desideroso.
    “Una pisciata dopo quello che ho bevuto ieri sera ci stava tutta” dice mentre torna a letto.
    “Eh sì…. Potevi anche pisciare su di me o dentro di me”
    Azzardo quella proposta. Ammetto che mi mancano quelle cose, ultimamente succede meno.
    Mi accarezza il viso.
    “Non ci ho pensato”
    “Non importa” rispondo.
    Mi guarda negli occhi e io abbasso lo sguardo. Poi con la mano mi tira su il mento.
    “Guardami in faccia”
    “Dimmi Davide”
    “C’è qualcosa che ti turba, hai pure il caxxo molle. Non è da te.”
    “No non ho niente”
    Davide scuote la testa.
    “Dimmi cosa c’è “
    Prendo il respiro.
    “Ogni tanto lo penso!”
    “Pensi a George?”
    “Sì “
    Inaspettatamente Davide mi si avvicina di più e mi stringe forte.
    Poi si stacca.
    Mi accarezza ancora il viso.
    “Pensi a cosa in particolare?”
    “Penso un po’ a quello che gli ho fatto, che l’ho tradito, ero il suo schiavo e ora sto solo con te… poi penso anche a porcate che facevo con lui che un po’ mi mancano.”
    “Ok ho capito. Tipo?”
    “Dai Davide non voglio fare confronti”
    “Dimmelo porca puttana”
    Davide diventa un po’ autoritario e mi eccito.
    Ubbidisco.
    “Una volta ha sborrato in un panino, ci ha pisciato dentro e sputato tanto. Poi mi ha ordinato di mangiarlo”
    “Ok. Altro.”
    Non so se è incazzato. Però sembra un ordine.
    “Quella volta che io e te ci siamo conosciuti. Nella doccia in palestra. George dirigeva il gioco e ordinava porcate su porcate. Vi ho leccato i liquidi corporei e i piedi. Avevo il caxxo duro come non mai.”
    Mi interrompe mentre parlo e mi infila ancora la lingua in bocca. Praticamente mi soffoca mentre con la mano mi prendo il caxxo e comincia a segarmi. Con i piedi mi accarezza le gambe. In pochi secondi mi infila il caxxo in bocca.
    “Succhialo bene”
    Poi mi prende e mi gira e me lo infila nel culo. Mentre mi incula mi tira schiaffi a raffica. Mi fa malissimo. Mi sbatte forte e mi schiaffeggia con una forza inaudita. Ho tanto dolore.
    È doloroso ma eccitante. A una certa esce e mi gira. Comincia a segarsi.
    “Fermo immobile!” Ordina
    Lo guardo mentre sborra abbondante sul mio corpo nudo. Uno schizzo mi arriva in faccia e ne sento il profumo buonissimo.
     
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