George in palestra e non solo

Il mio capo George

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  2. Simone Borriello1
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    Sono emozionato. È due mesi che George non mi calcola. Quando lo vedo aprirmi la porta le mie gambe tremano. Ho voglia di lui, del sapore dei suoi fluidi corporei, vedere i suoi piedi curati e godere dei suoi piaceri.
    Entro in questa stanza di luce artificiale. Sembra un ex magazzino rimesso a nuovo. È ben curato. In fondo una grande cucina a vista e in mezzo alla stanza un salotto con due divani in pelle ad angolo.
    "Siediti" mi indica proprio ai divani.
    Io sono stupito dal fatto che non mi abbia neanche tirato uno schiaffo e mi fa pure sedere.
    È serio. Non che mi abbia mai sorriso, però oggi lo noto strano, pensieroso per i suoi affari. Non oso chiedere.
    Mi siedo al divano.
    Lo guardo mentre si avvicina a me. Ha la sigaretta elettronica in mano, dei pantaloni corti, un paio di calzini neri ai piedi e una canotta larga che lascia intravedere i muscoli tonici.
    Lo guardo come si guarda un dipinto al museo.
    Si ferma in piedi di fronte a me. Poi cala i pantaloni e le mutande altezza ginocchia.
    In un secondo mi ritrovo il cazzo ancora molle in bocca. Sono in estasi.
    Sento la cappella che si indurisce nella mia gola e inizio a faticare con il respiro.
    Mi esce saliva dai lati ma lui mi spinge il membro fino a farmi sentire le palle grosse. Hanno un ottimo odore.
    "Voglio sborrare ora."
    Annuisco un po'.
    Succhio il cazzo. Lo Lecco dalle palle fino alla cappella e non perdo neanche un millimetro.
    Basta forse un minuto per sentire il grosso membro che si irrigidisce ed espelle fiotti di sborra calda. Me ne nutro senza che lui mi dica niente. So già quello che devo fare. Ingoio e pulisco bene.
    Quando finisco, si tira su i pantaloni e se ne va nell'altra stanza. Sento aprire l'acqua della doccia. Spero che faccia venire anche me.
    La mia speranza se ne va via col vento che entra un po' dalla finestra aperta.
    Io rimango sul divano, ho paura che si arrabbi nel vedermi in un altro posto da quello che lui mi ha ordinato.
    Quando esce dal bagno, con l'accappatoio un po' aperto davanti da farmi intravedere un pezzo del membro, ho l'istinto di chiedergli qualcosa. Voglio sapere come sta.
    Non lo faccio, mi picchierebbe.
    Apre il frigo e si apre una birra fresca.
    Sono qui che attendo che me la sputi dalla sua bocca e mi faccia bere lo scarto dei suoi vizi mattutini.
    Niente.
    Rimango fermo e seduto sul divano.
    Torna nell'altra stanza. Esce vestito. Bellissimo con jeans e maglietta. Ha ancora i piedi nudi. Mi si indurisce forte il membro.
    Esce di casa senza salutare.
    Appoggio la schiena contro lo schienale del divano. Il mio unico movimento.
    Mi addormento fino alla notte. Mi risveglio con un paio di schiaffi.
    Il dolore delle mani di George mi riporta alla realtà.
    "Cazzo dormi?" urla.
    "Non tornavi più." Rispondo di getto.
    Mi guarda incattivito.
    "Vieni con me."
    Mi prende per i capelli e mi trascina con forza in bagno. Si siede sul cesso e comincia a scorreggiare. Ha il viso rosso per lo sforzo. Sento il suo piscio che scende mentre butta fuori il primo pezzo di cacca. Il rumore è importante. Il pezzo sembra grosso. Sento i primi odori forti e la stanchezza della notte mi passa all'improvviso.
    Poi ancora. Deve aver mangiato pesante con gli amici perché l'odore e la quantità degli escrementi è tanto.
    Si alza in piedi.
    "Mettiti in ginocchio con la schiena dritta."
    Eseguo.
    "Puliscimi il culo."
    Si gira e comincio a leccargli il culo sporco. Gli parte una scorreggia mentre ho la lingua nel buco. Ma non mi fermo. Il sapore è intenso e con la mano destra tocco la chiappa sodissima del mio capo. Ho paura che mi sgridi invece sembra buono questa sera.
    Lo pulisco alla perfezione.
    "Bravo. Ora annusa qui."
    Mi infila la faccia dentro il water. Sono a pochi centimetri dal suo piscio e dalla sua cacca. Mi piace stare lì.
    Dopo qualche secondo se ne va. Sento chiudere a chiave la porta del bagno. Mi giro e lui non c'è.
    Sono suo prigioniero.
     
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    Dormo per terra. Quando sono sveglio, la porta è ancora chiusa. C'è luce e mi affaccio alla finestra e respiro aria pulita.
    Chissà il mio capo cosa fa. Penso a lui e a quello che mi ha fatto ieri sera. È stato breve, poteva andare avanti tutta la notte.
    Mi sego sul suo water dove ci sono ancora i suoi escrementi. L'odore è forte e buono che sborro in pochi secondi. Sto attento a non inondare il cesso di sborra e trattengo tutto con la mano. Il mio piacere è soffocato ma utile. Non ce la facevo più.
    Mi pulisco e mi tiro su i pantaloni.
    Mi metto seduto a terra.
    Ho l'immagine stampata davanti agli occhi dei piedi di George nudi con i jeans. Che maschio. I suoi odori e i suoi profumi si mischiano terribilmente e mi fanno esplodere di gioia.
    Li sento lì, salire da quel cesso sporco.
    Si apre la porta. Entra una donna che sembra brasiliana. È completamente nuda e l'immagine mi infastidisce, dietro di lei c'è George, vestito con pantaloncini corti e maglietta. Ai piedi un paio di infradito. Mi fisso a guardarli i piedi, sono puliti e curati come al solito.
    "Spostati". Mi sbatte da una parte e infila la testa della donna dentro il water.
    Lei sta affogando ma lui non molla e continua a tenere la sua testa con la mano giù fino in fondo. C'è anche la mia sborra lì dentro.
    Mi soffermo per un secondo a guardare il corpo della donna. È piena di graffi e segni in tutto il corpo. Molti sanguinano.
    "Ora stai zitta e ti metti dentro lì."
    Le tira su la faccia e la sbatte dentro la vasca idromassaggio. Riempie la vasca con acqua.
    Mi lancia uno sguardo cattivo ma non mi dice niente. Rimango in disparte ad ammirarlo.
    "È fredda amore" dice lei supplicandolo.
    George ride.
    Poi le dà uno schiaffo che la fa ansimare per il piacere.
    La guardo inoriddito, è così brutta che non so perché George la vuole lì al mio posto.
    Poi si abbassa i pantaloni e piscia dentro l'acqua della vasca. Il piscio è giallo, quello del primo mattino.
    Lei lo guarda estasiata.
    "Ora è più calda?" Chiede lui quando finisce.
    Lui si avvicina a me e mi tira su prendendomi per i capelli.
    Si avvicina con la bocca al mio orecchio. Sento il suo respiro sul collo ed è la prima volta che succede. Ho i brividi.
    Il membro mi si indurisce e ho voglia di un suo bacio.
    "Piscia anche tu." Dice sottovoce.
    Con la mano sinistra mi prende la mano. Mi sembra di sognare.
    Volo con i pensieri e mi sento suo complice. Mi sento più vicino a lui e più importante di quella sgualdrina in vasca.
    "Vieni con me." Me lo dice sempre sottovoce all'orecchio tenendomi la mano.
    Mi porta davanti alla vasca, mi abbassa i pantaloni e i boxer, poi prende in mano il mio membro duro. Non me lo aspettavo mai nella vita.
    Lo indirizza a fatica sul viso di lei.
    "Spara." Urla.
    Eseguo.
    La sua mano virile che mi tiene il cazzo quasi mi porta a sborrare mentre piscio. Il godimento è tanto.
    Quando finisco di pisciare me lo molla. Mi molla anche la mia mano che diventava sudata per l'emozione.
    Poi mi sbatte a terra con violenza.
    Si abbassa un po' per afferrarmi i capelli e mi trascina come un sacco nella camera da letto.
    "Ora mi metti in ordine la camera, rifai il letto e poi ti sdrai a pancia in giù ai piedi del mio letto."
    Chiude la porta e se ne va.
     
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    Non vedo l’ora del continuo 😍
     
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    La sera mi fa uscire dalla camera.
    "Sfigato, siediti qui."
    Nella stessa posizione, sul divano.
    "Schiena dritta" e mi tira uno schiaffo forte.
    Penso che le sue mani siano perfette.
    Nel divano di fianco c'è la tipa che stava nella vasca con acqua e piscio. È avvolta da nastro adesivo nero in tutto il corpo. È fuori la testa, la fica e il buco del culo. È sdraiata sul divano e ansima.
    "Taci che ti sto per sfondare come una vacca."
    Le mette un piede nudo sopra la bocca e la zittisce.
    Poi si gira e mi guarda. Mi fissa serio e si spoglia.
    "Guardami."
    Si toglie prima la maglietta. Gli addominali sono definiti. Mi prende una mano e mi trascina il dito sopra di essi.
    Il mio dito tocca il tessuto dei pantaloni poi me lo leva subito.
    "Stai giù e guarda."
    Mi appoggio contro lo schienale e lo ammiro mentre rimane completamente nudo. È bellissimo. Un dio greco.
    "Sei il mio dio"
    Me lo lascio scappare di getto. Ho paura che la mia affermazione non richiesta possa farlo arrabbiare.
    Invece sorride.
    "Lubrificami il cazzo che lo sbatto dentro a questa lurida."
    Glielo Lecco voracemente con la mano destra che accompagna il movimento e spande la mia saliva sul suo membro sempre più duro.
    "Basta" si stacca velocemente. Volevo durasse di più.
    Mi metto comodo e lo guardo mentre lo infila nel buco della vagina larga della tipa.
    Lei geme.
    "Non urlare finché te lo dico io." Poi le tira uno schiaffo sulla tempia. Chissà che male ma che goduria allo stesso tempo.
    Sbatte il membro forte contro la fica della donna. Fortissimo che è come se sentissi il dolore che lei sta provando. Mi tocco il membro che è duro. Lui non mi sta guardando, mi dà volutamente le spalle per farmi ammirare le chiappe sode e la pianta del piede che sta sul divano.
    L'altro poggia a terra, colmo di vene rialzate per lo sforzo.
    Dopo un ultimo colpo ben assestato, gira la donna e glielo infila nel culo.
    Con violenza continua a sbattere il membro dentro di lei e le palle contro le chiappe scure.
    "Godi, vacca."
    Glielo spinge dentro e i colpi ripetuti sono forti e frequenti. George inizia a sudare e non riesco a smettere di fissare il suo corpo sportivo.
    "Capo voglio leccare il tuo sudore!"
    George si ferma. Ho paura. Cos'ho fatto?
    "Fallo subito."
    Non ci posso credere.

    Gli Lecco tutto il sudore che riesco e ingoio. Sento il sapore salato e mi piace. Ogni angolo della sua schiena e ogni millimetro del suo culo. Scendo e pulisco bene anche le gambe depilate fino alle pianta del piede destro. Lì mi devo soffermare. È un'occasione che non posso perdere. Lecco la pianta disperatamente. Devo fare forte perché non riesco a trattenere l'eccitazione. Lecco incessantemente fino a quando lui sborra nel culo di lei. Me ne accorgo perché rallenta i colpi.
    Dopo alcuni secondi si tira su e io devo smettere di leccargli il piede.
    Se ne va in bagno senza dire niente.
    Quando esce è passata già mezz'ora. La donna sta sul divano quasi senza sensi. Io guardo lui mentre cammina nudo verso di noi.
    Taglia il nastro dalla ragazza poi la sbatte sul pavimento.
    "Vattene e non farti più vedere."
    Lei esce nuda e dolorante dall'appartamento.
    Quando la porta si chiude, George mi guarda.
    "Stanotte dormi nel mio letto."
    Me lo dice serio ma io colgo bontà in quel gesto.
    Annuisco.
    "Fatti una doccia e vieni a letto. Stai nudo, non voglio i tuoi luridi vestiti a contatto con le mie lenzuola."
    Corro a farmi la doccia. Sono su di giri.
    Quando esco dal bagno, il capo è al tavolo che mangia un panino.
    "Vieni qui."
    Mi passa un boccone masticato nella mia bocca. Ho tanta fame e sono felice di questo gesto.
    "Ora vai subito a letto e aspettami."
    E non me lo faccio dire una seconda volta.
     
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    Quando arriva sono nudo col membro duro sotto le lenzuola.
    Lui ha messo delle inutili mutande che coprono il cazzone.
    Si infila sotto.
    Sono in imbarazzo e lui lo capisce.
    "Tranquillo. Non ti picchio e non ti faccio male."
    Sono stupito. Non so come reagire.
    Poi si gira verso di me. Mi cade l'occhio sulle labbra così soffici e ben fatte.
    "Sei un bel tipo. Come slave mi piaci.
    Ho avuto decine di servi e serve e in tanti mi scrivono. Tu però mi piaci."
    In questo momento ho il cuore che batte forte.
    "Che fai? Non parli?" E mi prende la mano nella sua.
    "Scusa. È che... Non me lo aspettavo... Tu sei il mio capo..."
    Mi accarezza il viso.
    "Stanotte sono George."
    Questa svolta romantica non era prevista ma mi piace. Lascio a lui condurre il gioco, anche ora che non mi sevizia.
    "Dimmi la tua più grande fantasia."
    Sorrido.
    "Un'orgia. Avere dei ragazzi bellissimo, un po' come te, tutti attorno e godere dei loro fluidi corporei, leccare le loro mazze dure, ingoiare tutto quel che hanno da darmi. Un po' questo."
    George sorride, poi mi sfiora con il piede.
    La sua mano sinistra scende sotto il lenzuola e afferra il mio membro duro come la pietra.
    Mi sega. E io sono fuori di me. Lo guardo e lui guarda me mentre con la mano fa sempre più forte.
    Sto per sborrare, dopo poco, non resisto.
    Allora si ferma, mi accarezza le palle sudate e poi ricomincia. E continua così per tanto, troppo tempo fino a che esplodo di sborra sulla sua mano. Tantissima sborra che sono in imbarazzo. Mi porge la mano e gliela pulisco per bene.
    Quando finisco mi accarezza.
    "Buonanotte. Domani al risveglio non ti voglio vedere qui. Organizzati."
    Poi si gira dall'altra parte.
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Racconto sempre più intriganti con sviluppi imprevedibili e per questo ancora più eccitanti.
     
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    Mi squilla il telefono.
    Mi stavo segando davanti a un porno.
    Senza togliere la mano dal mio membro durissimo rispondo al numero sconosciuto.
    "Ciao sfigato". La voce di George è calda e virile e proseguo a segarmi che quasi sborro.
    "Capo."
    È due mesi che non lo sento e non so che dire. Ho la cappella calda e la sborra che vuole uscire.
    "Esci fuori da casa e sali in macchina."
    Rimango senza parole. Entro nel panico, nudo dalla vita in giù.
    Mollo il cazzo e mi infilo un paio di mutande e un pantalone corto.
    Esco di casa trasandato ma non posso farlo aspettare. Con una breve corsetta di venti metri lo raggiungo. Ha gli occhiali da sole e parla al telefono.
    "Ciao zio, fatti sentire."
    Termina la telefonata mentre mi infilo la cintura di sicurezza.
    Poi si volta verso di me. Mi sorride beffardo.
    "Vattene immediatamente dietro."
    Non dico una parola, stacco la cintura e vado dal sedile posteriore. Dovevi immaginarlo, solo che aver dormito con lui mi ha fatto perdere il senso della realtà.
    Stiamo zitto tutto il tragitto. Guardo i muscoli del suo braccio mentre guida e me lo immagino sudato mentre li pompa in palestra.
    "Scendi sfigati."
    Oggi è cattivo. Penso che mi farà del male.
    Scendo dall'automobile e mi raggiunge. Mi infila una maschera nera.
    "Non parli e non fai nulla senza che io te lo dica. Ok?"
    "Sì capo."
    Con la mano mi trascina il braccio. Lo seguo senza vedere nulla.
    Entriamo in casa.
    "Stai qui." Mi fa inginocchiare al pavimento.
    George scorreggia davanti al mio naso. L'odore è intenso e buono. Lo riconoscerei tra milioni di odori. Sono il suo cane.
    "Apri la bocca e ingoia questa mazza."
    Un cazzo gigante mi entra in bocca un secondo più tardi e soffoco completamente. Mi manca il respiro fino a che mi viene tolto dalla bocca. Dall'odore e dai movimenti che sento capisco che non è il membro di George. Questo è più saporito e più largo.
    "Ti piace?" Chiede George. Poi mi arriva uno schiaffo.
    "Sì capo."
    "Apri la bocca."
    Apro di nuovo la bocca e viene inondata di sborra. Non me lo aspettavo. È tanta. Ma buona.
    Ho l'istinto di chiudere la bocca.
    "Fermo, brutto stronzo. Stai con la bocca aperta."
    George mi toglie la maschera. Lui è vestito, il cazzo non era il suo. Io sono con la bocca spalancata davanti al mio capo e ho il membro duro.
    Dietro George noto un ragazzone nero. Non l'ho mai visto. È tutto nudo e il membro è gigante.
    "Hai visto che regalo?" Chiede George spostandosi di lato.
    Annuisco perché non posso muovere la bocca.
    "Senti che buona questa sborra. Ingoiala."
    Ingoio tutto il liquido spermatico denso e abbondante.
    "Ora girati, dall'altra parte e mettiti a quattro zampe."
    C'è Davide Moccia tutto nudo. Mi mancava la sua pelle giovane, i piedi belli e gli occhi blu. Ho il ricordo della doccia in palestra ancora molto chiaro.
    Mi sorride come fa sempre.
    Si siede per terra a pochi centimetri da me.
    Mi infila la lingua in bocca. Comincia a baciarmi appassionatamente. Sto godendo.
    Poco dopo sento un membro che si infila da dietro. Mi stacco un secondo dalla bocca di Davide e vedo George che se la ride mentre il ragazzo nero mi infila la sua mazza in culo. Sento un forte dolore ma quando è dentro voglio che quel giorno sia infinito.
    Comincia sbattere come un toro e io trattengo le urla. Ricomincio a baciare Davide, mentre la sborra del bestione che ho dietro mi riempie il culo sfondato. Poi sento ancora altra sborra in culo, sempre più...
    Mi sveglio.
    Sono nel mio letto sudato e ho voglia di andare dal mio George. Mi trascura da troppo tempo e io continuo a fare questi sogni erotici.
     
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    Quale dei tanti? A me piacerebbe vedere o rahul teoli 😍
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Sempre più intenso. Ti prego, prosegui.
     
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    Sarebbe bello inserirci anche qualche umiliazione di Davide moccia che lo prende a calci durante un suo allenamemto a karate,dato che lui è cintura nera nella realtà😍
     
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    Si dai,allora in alternativa metterei bonny dago,magari dopo un allenamento di calcio con i tacchetti delle scarpette piena di pezzetti di erbetta del campo dove ha giocato e costringe a toglierebi pezzi con i denti😈

    Allo schiavo intendo ovviamente
     
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    Essere al mare con George sembra un sogno. Oggi è diventato realtà. Dopo che per un mese e passa non ci siamo più sentiti, qualche giorno fa mi ha chiamato per ordinarmi di seguirlo al mare.
    Sono rimasto scioccato e ho fatto fatica a capire se quella di fronte a me fosse realtà o immaginazione.
    Ora sono qui in spiaggia. Lui sta sul lettino, io di fianco con il salviettine sulla spiaggia. Guardo continuamente i suoi piedi nudi, un po' sporchi di sabbia. Sono curati, bellissimi illuminati dal sole. I piedi di un dio.
    Quando mi viene duro il membro, smetto di guardarlo anche se è difficile scacciare i pensieri.
    "Passami dell'acqua." Me lo ordina.
    Scatto in piedi e prendo dalla borsa frigo acqua fresca.
    Me la strappa dalle mani.
    "Ora vatti a fare un giro, sono stanco di averti qui di fianco a me."
    È da ieri, quando siamo partiti, che mi tratta davvero male. È cattivo il mio capo.
    Con il membro ancora eccitato, cammino faticosamente lungo la spiaggia.
    Ogni uomo giovane e fisicato che passa mi attrae, sono voglioso. Ho voglia dei loro piedi maschi e dei loro odori.
    Mi distrae un lido che affianco. È per vip, si vede con chiarezza. È zeppo di lettini bianchi, di camerieri ed è delimitato da una staccionata di legno.
    Mi fermo a guardare uno di loro. È mahmood. Il membro che si stava alleggerendo, ora torna pesante e mi pulsa nel costume.
    Sta sulla sdraio in costume. È abbronzato e prende il sole. I piedi sono bellissimi. Hanno un dorso importante e le dita ben fatte.
    Si avvicina a lui un uomo moro con le spalle larghe e i pettorali definiti e villosi, con la barba nera e fitta. Gli porge un birra.
    Mahmood gli accarezza la coscia. Poi si guardano.
    Corro in acqua, non ce la faccio più. Anche se li vedo da lontano, comincio a segarmi senza farmi vedere. Sborro in pochi secondi.
    L'uomo mediterraneo si è sdraiato di fianco al cantante e ogni tanto si scambiano sguardi eloquenti. Si mangiano con gli occhi.
    Provo a calmarmi. Quando il mio caxxo è molle, mi tiro su e torno dal mio capo.

    Arrivo di fianco a lui e non resisto.
    "Capo devo dirti una cosa."
    Non mi risponde.
    "Ti prego" lo imploro.
    "Muoviti."
    Non mi guarda neanche, ha in mano il suo telefono.
    "C'è mahmood. È due lidi più avanti."
    George sorride.
    "Ti eccita?"
    "Molto, capo."
    "Corri di nuovo a spiarlo e segati come uno sfigato. Non so cos'altro puoi fare. Non ti guarda neanche, tu sei brutto e sfigato."
    "Capo ma perché non andiamo in quel lido?"
    Alza gli occhi al cielo. Poi scuote la testa e sorride.
    "Un capo non dovrebbe accontentare così il suo schiavo, ma ogni tanto faccio delle eccezioni per farti credere che tu abbia qualche valore.
    Ora smonti tutto e vai a prenotare un ombrellone là. Devi portare tutto, non dimenticarti niente."
    Corro come un ossesso e nel giro di qualche minuto siamo già all'ombrellone di fianco a mahmood. Sta a circa 3 metri da noi. Lo fisso.
    George mi prende la testa e mi tira uno schiaffo davanti a tutti.
    "Smettila di fissarlo come uno sfigato."
    Me lo dice a denti stretti mentre con il piede destro mi schiaccia i coglioni.
    Mi sdraio a fissare il cielo.
    "La devi smettere di pensare che i bei fighi vengano da te. Puoi solo fargli schifo."
    "Hai ragione capo."
    George è sdraiato con gli occhi chiusi. Ne approfitto per girarmi di nascosto da lui.
    Lanciò uno sguardo a mahmood che siede sulla sdraio con un piede appoggiato sopra e l'altro che penzola sulla sabbia. Wow.
    Lui mi nota e mi sorride.
    Ho il caxxo duro. Me lo guarda. Anzi, me lo fissa. Poi sorride ancora.
    La mano di George mi stringe il braccio così forte che un brivido di dolore mi avvolge.
    Mi giro verso di lui.
    "Sei una puttana sfigato. Ora vai da lui e gli chiedi scusa."
    Mi sta chiedendo troppo. Sono in imbarazzo. Ho anche il membro duro.
    "Vai o ti affogo in acqua, lurido sfigato."
    Mi alzo piano sperando che il mio caxxo si smonti. Ma è durissimo. Con sguardo basso e portamento da vero idiota arrivo davanti a mahmood. Il suo amico rimane sdraiato con gli occhiali da sole ad abbronzarsi senza dirmi nulla.
    "Ciao"
    Mahmood sorride. È bellissimo.
    "Ciao caro. Hai bisogno di qualcosa?"
    "Ti devo chiedere scusa. Ti stavo fissando e.. sono un tuo fan."
    "Immaginavo." Mi risponde con l'aria di chi è abituato. Forse me la sono cavata.
    "Torno al mio ombrellone. Piacere di averti conosciuto."
    Mi giro per tornare indietro.
    "Aspetta."
    Si è alzato. Ora è di fronte a me con le sue labbra carnose e lo sguardo intenso. Mi cade l'occhio sui capezzoli turgidi e sensuali.
    "Di solito sei eccitato quando vedi un tuo idolo?"
    Mi sento avvampare.
    "No ma ti sbagli. È un'impressione."
    Non so cosa dire.
    Con le dita della mano mi sfiora il braccio sinistro.
    "Non essere timido. Anche a me piacciono i ragazzi, immagino che lo sai. Puoi continuare a guardarmi se vuoi."
    Se ne torna all'ombrellone.
     
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    Sto sdraiato di fianco a George e ogni dieci secondi guardo quel figo pazzesco di mahmood. Ci farei del sesso sfrenato. Me lo immagino nudo mentre mi sbatte il suo caxxone di dietro e ingoio la sua abbondante saliva che cola dalle sue labbra perfette.
    "Andiamo in acqua." George interrompe i miei pensieri.
    Ci tuffiamo nell'acqua calda di agosto. È una giornata bellissima. Il cielo pulito e il mare calmo.
    "Avvicinati e fammi una sega."
    Il mio caxxo e durissimo.
    Gli abbasso il costume e prendo in mano il suo bel membro grosso. Comincio a segare.
    "Sì, così." Ansima. Sta godendo.
    "Continua sfigato. Voglio sborrarti nella mano."
    Mentre lo sego fisso le linee del suo viso. È bellissimo e unico. Tiene gli occhi chiusi perché gli piace.
    Quando sborra la sua faccia è rossa. Mi stringe la mano sulla palla. Sento dolore ma sto zitto.
    Sborra come un idrante.
    Glielo accarezzo quando finisce. È ancora duro.
    "Esci dall'acqua e vammi aspettami con il salviettone pulito."
    Esco con il caxxo che pulsa duro sotto il costume. Sono imbarazzato perché ho vergogna che mahmood mi veda ancora in queste condizioni.
    Mentre mi avvicino all'ombrellone guardo un secondo verso il bel cantante.
    Vedo solo l'altro ragazzo muscoloso.
    Sono dispiaciuto che non sia lì.
    Prendo il salviettone e aspetto che il mio George esca dall'acqua.
     
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