Il Nuovo Magazziniere

Stefano aveva una carriera ormai disegnata quando l'arrivo di un nuovo elemento in azienda porto alla luce il suo segreto, tutto quello che aveva costruito era a rischio.

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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Ottimo seguito. Non avevo dubbi. La storia intriga e da come hai impostato il rapporto padrone-servo ci riserva - credo sorprese bollenti, che non vedo l'ora di leggere.
     
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    Per favore, continua 😍 mi sta piacendo molto, complimenti 😄
     
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    Domenica pubblico la terza parte
     
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    La mattina seguente Stefano non poteva credere al fatto che si era sottomesso e avesse permesso a quel ragazzo di umiliarlo in quel modo. Era arrabbiato e sconvolto, il getto di acqua calda della doccia distese un po' la tensione che si sentiva addosso. Comincio a passarsi le mani lungo il corpo e quando arrivò al viso si accorse di avere ancora delle croste di s***** di Luigi, la sua frustrazione gli riempi gli occhi di lacrime, ma nonostante questo non poté non sentire un eccitazione percorrerlo dalla testa all’inguine, si rifiuto di assecondarla e promise a se stesso di non permettere più al suo aguzzino di sottometterlo in quel modo.
    Decise di chiamare il lavoro e di prendersi qualche giorno per evitare di dover ritornare ad affrontata Luigi cosa che non era sicuro sarebbe stato in grado di fare. La settimana passò in fretta e con estrema tranquillità, si dedico a se stesso alla casa e alla palestra e non penso mai al lavoro e a ciò che lo aspettava.
    Arrivò presto lunedì e tutto sembrava essere alle spalle, Stefano aveva un nuovo ritrovato entusiasmo e entrò in azienda dove tutto ritrovava finalmente la sua normalità.
    La mattina stava volando tra le mille cose rimaste indietro per la sua assenza, ma Stefano era sempre stato particolarmente bravo a districarsi tra i mille impegni. Erano ormai passate le 11 quando decise di fare una pausa, chiamò l’interno del direttore marketing per chiedere se avesse voglia di un caffè. I due si recarono insieme nell’area dei distributori automatici che si trovava al piano terra dell’edificio in prossimità di uno dei due ingressi del magazzino, scendendo le scale Stefano ebbe un minimo di soggezione una sensazione che fino a quel momento non aveva vissuto e si ritrovò a cercare di guardare attraverso il lungo ingresso del magazzino per scorgere al di là e cercare la figura di Luigi. Era una specie di morbosa curiosità, sentiva di disprezzarlo ma montava una sorta di desiderio di volerlo vedere. Giuliano lo riportò a se chiedendogli cosa ne pensasse del nuovo accordo che la direzione stava prendendo con un nuovo fornitore. Stefano stava rispondendo alla domanda del direttore marketing quando all’improvviso dalle sue spalle si senti interrompere “ragazzi me offrite n’caffè?” Stefano non potè non riconoscere quella voce, si gelò il sangue stava per ritrovarsi davanti al magazziniere per la prima volta da quando si era sottomesso ai suoi piedi e gli aveva permesso di sottometterlo fino al punto di farsi sb****** addosso. La paura di trovarsi al suo cospetto gli impedì di girarsi ma non servì perché con la sua solita aria da volgare bullo si inserì tra lui e Giuliano e poggio il suo braccio sulle spalle di Stefano. Luigi portava una maglietta senza maniche e le braccia completamente scoperte fino all’ascella, Stefano era invece in camicia e senti il peso di quel braccio muscolo su di se e il calore che l’ascella di Luigi emanava sulla sua spalla, stava per sentire lo stesso sentimento che lo aveva portato l’ultima volta a prostrarsi ai suoi piedi, ma questa volta non erano soli, quindi in un lampo di lucidità si congedò velocemente dai due con la scusa di dover andare in bagno. Si ritrovò quindi quasi a correre per il corridoio e si infilò velocemente nei bagni, ai lavandini c’era uno dei commessi dell’area del negozio, Mattia un ragazzo di 24 anni dalla faccia pulita che Stefano non vedeva di buon occhio per la sua pigrizia e per il fatto che fosse estremamente presuntuoso. Lo salutò con un buongiorno e si chiuse nella prima toilette che trovò davanti a se. Si chiuse la porta alle spalle e si mise seduto sul water. Era turbatissimo, non riusciva a capire perché Luigi avesse quell’ascendente su di lui, era spaventato dal fatto che davanti a lui la sua forza di volontà andava a farsi fottere. Molto probabilmente se poco prima Luigi gli avesse chiesto di inginocchiarsi Stefano avrebbe eseguito senza fiatare. Stefano sentì la porta dei bagni aprirsi e pensò fosse Mattia che usciva, stava per rialzarsi quando vide la porta della propria toilette aprirsi, alzo gli occhi e si rese conto di non aver chiuso a chiave, disse quindi “occupato” ma la porta si spalanco del tutto e apparve davanti ai suoi occhi Luigi in tutta la sua possanza, con un sorriso quasi sadico. Stefano fece per alzarsi ma Luigi allungo un braccio lo posò sulla testa e rimise seduto Stefano, entrò nel bagno e richiuse la porta, questa volta a chiave. Si trovarono a quel punto uno di fronte all’altro o meglio lui era esattamente davanti la patta del magazziniere che torreggiava sopra di lui. Stefano guardo in alto verso Luigi e come sempre ormai senti quella sensazione di trovarsi davanti ad un Dio a cui doveva obbedienza. Luigi a quel punto cominciò a parlare “bè che fai cerchi di evitarmi? – dall’altra sera sei sparito è così che pensi di servire il tuo padrone?” Stefano prese fuoco e divenne rosso in volto, era la prima volta che Luigi si rivolgeva a lui definendosi come padrone. Stefano ritentò di andarsene e provando ad alzarsi dal water “devo tornare a lavoro” Luigi però non era della sua stessa opinione, diede uno schiaffo in pieno volto a Stefano che ricadde sul water e come l’ altra volta gli occhi gli si lucidarono e per non farsi vedere abbasso lo sguardo verso i piedi di Luigi. “Bravo è cosi che ti voglio, sottomesso, devi capire qual è il ruolo che ti appartiene, e ora inginocchiati” Stefano senza nessuna replica si mise in ginocchio e cosi facendo si ritrovo appiccato alle gambe di Luigi con il volto all’altezza del suo c****. “Devi capire qual è la tua posizione nella gerarchia, esistono maschi alpha come me, nati per dominare e le troiette come te che servono a noi dominatori per essere serviti e appagare la nostra natura di dominatori”. Non termino di finire la frase che con una mano prese il mento di Stefano e lo tirò su, facendo in modo che quest’ultimo si trovasse in ginocchio guardandolo dall’alto in basso. Stefano era spaventato ma nonostante questo sentiva che Luigi aveva ragione, in quel momento sentiva che difronte a quel ragazzo con un fisico da toro come il suo lui era li per servire e sottomettersi. Luigi accumulò un po' di saliva nella bocca e poi la fece colare sul viso di Stefano all’altezza della sua piccola bocca. Stefano senza che gli venisse ordinato aprì le labbra e lecco la saliva di Luigi che soddisfatto inizio a slacciarsi i pantaloni, Stefano sgfranò gli occhi non poteva credere quello che stava accadendo. Luigi si slaccio la cintura apri i pantaloni e in un gesto molto volgare infilo l’intera mano dentro le sue mutande afferrando il proprio c**** ancora moscio e lo tirò fuori stendendolo sul viso del suo schiavo. Stefano si trovo con il volto percorso per tutta la lunghezza dal maestoso cazzo del magazziniere, era grosso anche da moscio. Comincio a sentire un misto di odori di piscio e di palle sudate e invece di disgustarlo lo mandarono in estasi e lo fecero gemere sommessamente. “ Ora ti faccio capire qual è il tuo ruolo” Cosi dicendo Luigi si afferrò il c**** e comincio a segarselo Stefano potè vedere le palle di Luigi perfettamente depilate sbattergli sul mento, erano perfette come tutto il resto, aveva delle palle perfettamente proporzionate alle dimensioni del c****, tonde e sode, l’asta era perfettamente dritta e cilindrica e la cappella che stava facendosi uscire mentre se lo segava era grande, tonda e lucida, pensò che niente di quel Dio aveva un difetto e di essere proprio fortunato ad avere un padrone del genere. Nel mentre il pene di Luigi divenne più duro e grande, se lo afferrò alla base e comincio con questo a schiaffeggiare la faccia di Stefano, che colpito da quella mazza gemette nuovamente. Una, due, tre sberle di minchia colpirono le guance del ragazzo che subito si arrossarono. Luigi quindi afferrò la nuca di Stefano e schiaccio la sua faccia sulle proprie palle, “leccale” e così fece, comincio a leccarle come se non avesse aspettato altro nella vita. L’odore di palle sudate era qualcosa che Stefano scoprì di amare profondamente. Luigi a quel punto sospiro soffiando come un vero toro a dimostrazione del fatto che stava gradendo il servizietto che stava ricevendo. Interruppe bruscamente il lavoro di lingua di Stefano e gli ordino di aprire la bocca, Stefano pensò quindi fosse arrivato il momento di fare il suo primo pompino, la aprì velocemente, Luigi appoggio la punta del proprio c**** nella bocca “ora chiudi le labbra” stefano afferrò quindi con la propria bocca il cazzo del suo dominatore, lo sentì cosi duro e morbido allo stesso tempo, fu sorpreso dalla liscezza di quel bastone l’odore di c**** che stava respirando lo aveva completamente drogato, si trovo con il cazzo duro dentro i pantaloni. Lo schiavo stava per cominciare il suo pompino quando senti la bocca riempirsi di un liquido caldo, spalancò gli occhi e comincio a emettere lamenti dalla bocca. Luigi stava pisciando nella bocca del ragazzo. Fermò la pisciata “devi berla tutta, non azzardarti a farne uscire nemmeno una goccia o ti mando a casa con le ossa rotte” Stefano tentennò a obbedire e appena vide Luigi alzare il braccio e chiudere il pugno nel gesto di colpirlo alla testa deglutì quanto aveva in bocca. “Bravo cosi ora apri la bocca che devo scaricarmi la vescica” Stefano si arrese definitivamente al maschio alpha alzo la testa apri la bocca e attese che questo lo riempisse di piscio. Luigi non perse tempo e comincio a pisciare fino a riempirgli la bocca, fermarsi attendere che Stefano deglutisse e poi riprendere. Il tutto venne ripetuto per 5 o 6 volte anche le sue pisciate erano da vero toro. Finito di pisciare Luigi si pulì la cappella sulle labbra di Stefano e girandosi per uscire “sei la cagna che mi serviva” e se ne andò senza nemmeno lavarsi le mani.
    Stefano si masturbò furiosamente e scaricò tutta l’eccitazione che aveva accumulato, quindi si ricompose. Era come sempre tremendamente confuso, aveva lo stomaco pieno di piscio era disgustato ma se avesse potuto sarebbe corso nuovamente a sottomettersi ancora ai piedi di quello stronzo.
    Visto quello che aveva passato nei bagni, Stefano decise di non uscire dalla propria stanza nemmeno per pranzo, in fin dei conti Luigi gli aveva riempito abbastanza la pancia quella mattina.
    Come al solito rimase al lavoro fino a tardi quando tutti erano ormai andati via, erano infatti ormai passate le 20, stranamente Simone, il vigilantes, non era venuto a cercarlo, sicuramente il suo amico era troppo impegnato a guardare qualche porno in portineria, decise che era ora di andare a casa, raccolse le sue cose prese il suo zaino e andò verso l’uscita. All’altezza dell’ingresso nel bancone della reception vide la sagoma di Simone e come sempre capitava gli venne spontaneo sorridere, voleva veramente bene a quel ragazzo che ormai considerava un fratello minore. Nell’avvicinarsi però si accorse che quello non era Simone ma Luigi, il cuore cominciò ad accelerare, Stefano decise di non fermarsi e passando davanti al bancone si limitò ad un freddo “buonasera” al chè Luigi lo fermò “ehi ehi, troietta è così che saluti il tuo padrone?” Ma allora non hai ancora capito qual è il tuo ruolo su questo c**** di pianeta?” Stefano si fermo senza voltarsi “adesso vieni qui a farti perdonare prima che mi alzo e ti faccio capire con le brutte come devi comportarti” Stefano si voltò ma non mosse un muscolo, a quel punto Luigi gridando “dai frocietto muovitiiiiii” Stefano scosso da quelle urla si incamminò a testa bassa verso il bancone e arrivato li davanti si fermo in attesa di un ordine. “Sei una troietta disubbidiente, ma ci sarà più gusto a sottometterti fino ad annullarti, c’è più gusto con dominare quelli come te” Stefano era umiliato per quello che stava sentendo senza reagire “non c’è nessun gusto a dominare le cagne come questa schifosa” e cosi dicendo fece un gesto con la testa ad indicare il basso, Stefano non stava capendo a cosa si riferisse, ma si allungo per vedere al di là della scrivania e ciò che vide lo lascio a bocca aperta. Sdraiato a terra con i piedi nudi di Luigi completamente ricoperti di saliva c’era il suo giovane amico Simone intento a ciucciare le dita dei piedi del magazziniere senza curarsi di loro, con una devozione mai vista….
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  9. Il Famiglio
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    Veramente eccitante, grazie! Mi domando se il possente Luigi non meriterebbe un posto di maggior rilievo nell'organigramma aziendale, con conseguenti prerogative e benefit 😉
     
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    Secondo me ci saranno sviluppi ma potrebbero essere del tutto inaspettati
     
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    Davide

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    Fantastico questo racconto. Sei un feticista vero👏
     
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    Domenica il prossimo capitolo
     
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