Scuola militare

Racconto a puntate

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    6 La carognata di Sam e la cattiveria di Chris (da Marco)

    Sam, contrariamente a quanto aveva detto, decise di dire a Chris che avevo pianto e chiesto pietà senza il suo permesso, aggiungendo che sperava in una punizione molto dura. Questo nonostante io lo guardassi implorante e che prima lo avessi supplicato, accettando qualsiasi umiliazione. Sam mi guardò con un sorriso cattivo e sadico, pieno di soddisfazione. Chris fu durissimo, ordinò a Sam di andare a letto e disse che avrei dovuto passare la notte con lui, mentre il giorno dopo mi avrebbe punito e umiliato in modo da farmi pentire di essere venuto in questa scuola. Dell'appartamento del sottotenente Chris vidi solo 3 locali: l'ufficio, una sala che mi disse usare per le punizioni e la camera. Nella sala delle punizioni c'erano tante cose che in seguito avrei avuto modo di "assaggiare". Per ora dovetti:

    1 Inginocchiarmi ai suoi piedi, togliergli le scarpe, che mi mise sotto il naso costringendomi ad annusarle, così come mi fece baciare, annusare e leccare i suoi piedi con i calzini neri di spugna.
    2 Andare a dormire in un'insenatura nella parete. Era molto stretta e poco profonda e alta poco più di un metro... ci potevo appena entrare, restando in una posizione scomodissima e molto dolorosa. Restai così tutta la notte, con i due calzini di Chris in bocca....

    7 Il tenente David e le sue torture (da Marco)

    Alla mattina Chris mi disse che per ora non mi avrebbe punito, aveva un'idea migliore. Oggi sarebbe arrivato il tenente David, un bellissimo ragazzo di ca. 22 anni, che non aveva incarichi particolari ma si divertiva a ispezionare le varie sezioni. Quei momenti erano di terrore, perché sceglieva un ragazzo a caso e lo sottoponeva ad un addestramento sadico. In genere 10 frustate inflitte con tutta la forza possibile.... Questa volta non avrebbe dovuto scegliere, la sua vittima sarei stata io... Chris rideva soddisfatto della sua "bella" idea....

    Fu un bellissimo ragazzo, un soldato di un anno più vecchio di me che accompagnava sempre il tenente David, a venire a prendermi e portarmi nei sotterranei della scuola, all'ultimo piano sotto, il -3. Entrammo in una stanza che come pavimento aveva dei sassolini grezzi. Il ragazzo era bellissimo, vestito in tuta militare da combattimento, con degli anfibi neri. Era bellissimo e sembrava godere in quello che faceva. Mi disse: "oggi il tenente è arrabbiato... non so se te ne darà solo 10 e forse non si fermerà nemmeno a 30 ma andrà fino a 50, avrai il trattamento completo. Mi sa che mi divertirò....". Io lo guardavo con sottomissione, era un ragazzo troppo bello e il fatto che fosse così cattivo mi stava facendo eccitare... ma quello che aveva detto mi faceva paura. Le 30 frustate datemi dal tenente Matteo furono tremende e non volevo ripetere l'esperienza, magari anche peggiore. Il soldato mi fece spogliare completamente.

    Quando arrivò David, un ragazzo come detto prima veramente bello, capelli chiari e viso stupendo, ma anche di una cattiveria e di un sadismo che non avevo mai immaginato, mi ordinò secco di seguirlo. Io gli chiesi se era proprio necessario che mi frustasse e questo lo incattivi ancora di più: "stavo pensando alle classiche 10 frustate, ma adesso te ne darò 50...". Il soldato mi prese per le braccia, con brutalità, e mi legò a delle corde che scendevano dal soffitto, dicendomi "vedi le prime 10 ti renderanno la schiena incandescente, le successive 20 all'inizio completeranno l'opera, poi sarai colpito dove già ti fa male... e sarà atroce, ma le ultime 20, beh... sofferenza pura, dove già sei ferito e ti fa male... normalmente David solo 4 volte su 10 va oltre alle 10, in 3 casi fino a 30 e in un solo caso, mediamente, fino a 50... sei proprio fortunato.... oggi godo". Mi lego anche le caviglie a terra e poi mise in tensione le funi, facendo in modo che mi trovassi come una X, con le gambe divaricate e le braccia tese e allargate verso l'alto. Tirò fino a farmi male e poi disse a David che era tutto pronto.

    David: "Bene, ora cominciamo con il trattamento di base... cerca di non urlare e non piangere". Mi diede una prima frustata, con una violenza inaudita... il dolore fu atrove, riuscì a non urlare, ma già iniziarono a scendere delle lacrime. Continuò con altre due frustate e poi venne a vedermi in faccia, guardò il mio viso pieno di lacrime... ero una maschera di dolore. Rise sadico e torno in posizione per colpirmi. Il soldato, che mi fissava in viso, rideva di gusto ad ogni colpo e si eccitava ad ogni mia reazione sofferente. A 10 David fece una pausa. Mi diede due o tre carezze in viso, asciugandomi un po' le lacrime con le mani, compiaciuto dal risultato. Mi disse: "deve farti veramente male, hai dei segni profondi nella schiena", con finta compassione. Io: "per favore, basa così". David... "questo ti costerà caro".

    Poi riprese a colpirmi con la seconda serie. Ormai mi lamentavo ad ogni colpo, piangendo e implorando di avere pietà. A volte i lamenti erano delle vere e proprie urla di dolore. David colpì senza cuore dall'undicesima alla trentesima frustata, senza una minima pausa. Terminata la seconda serie si fermò, ma per meno tempo. Mi guardò con un sorriso sadico e dimostrando molta cattiveria. Senza carezze o altre false gentilezze. La terza serie fu tremenda e al 45° colpo svenni. A quel punto il soldato chiese se poteva darmi un po' di acqua, io, che mi stavo già riprendendo pensai ad un po' di compassione, ma invece il soldato si avvicinò a me, mi abbracciò per risollevarmi il viso e io lo supplicai, gli dissi: "ti prego, pietà"... il soldato però rispose sadico: "non posso farci niente e se potessi ti farei ancora più male", prese un grosso bicchiere da 7 dl pieno di acqua gelida e me la tirò in faccia. Io: "ti prego, fammi bere un po'" e lui, secco: "no, devi soffrire". David terminò la serie e poi fece per mettere via la frusta, ma la riprese di scatto e mi colpi con ulteriori 3 frustate.... mi fecero molto male e capii quanto David fosse cattivo.

    Ormai le gambe non mi reggevano ed ero tenuto in piedi dalle corde, per cui la tensione, già molto forte, aumentò ulteriormente. David al soldato: "staccalo e mettilo inginocchio in mezzo alla stanza. Soldato: "ma non gli reggono le gambe"; David, sadico "allora sorreggilo e cerca di infliggergli dolore. Il soldato mi prese senza riguardo per le piaghe provocate dalle frustate e mi costrinse ad inginocchiarmi. David: "Ora ascoltami bene, mi devi pulire gli anfibi e se non lo fai bene, darò ordine di dire in infermeria di non darti nessun antidolorifico ... passerai 4-5 giorni d'inferno..." Io, appoggiai una mano per sorreggermi e cominciai a slacciare l'anfibio destro. David me lo mise sulla mano che avevo appoggiato e premette forte, girando il piede come per spegnere una sigaretta. Il dolore era forte e David ne godeva, senza pietà. David: "me li pulisci senza togliermeli, cosa credi?" Iniziai a pulirlo con la mano libera, ma David: "non così, leccali!" David tolse il piede dalla mia mano solo dopo parecchi minuti di tortura, quando gli avevo già leccato tutta la parte superiore dell'anfibio, mentre il soldato guardava divertito il suo tenente che mi torturava e umiliava.

    Ma la tortura non era ancora finita....

    Edited by MatteoBoy1983 - 4/11/2020, 16:07
     
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    Bel pezzo di racconto
     
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    Azz che sadico questo Padrone David😱😱😍😍
     
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    Racconto dai toni forti ma molto eccitante. Davvero sadici questi tuoi militari. Ma l'addestramento spero non sia finito.
     
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    8 La cattiveria e il sadismo di David (narratore)

    David sollevò leggermente il piede: "forza, ora metti la lingua sotto e leccami la suola dell'anfibio". Il soldato, cattivo, rideva pregustando quanto sarebbe successo di lì a poco. Marco ubbidì e iniziò a leccare sotto la suola dell'anfibio di David, che dopo alcuni secondi schiaccio la lingua con il piede, andando con tutto il peso sulla punta e sollevando l'altro piede, roteando l'anfibio sulla lingua di Marco, che sentì, per quanto possibile, un dolore ancora più grande dei precedenti, che si aggiunse all'umiliazione, sia per la situazione (era inginocchiato e stava leccando la suola dell'anfibio di David e, per quanto la cosa lo eccitava, era pur sempre una cosa degradante e umiliante), sia per il sadismo e la cattiveria del tenente e del suo soldato, che non nascondeva l'eccitazione sadica.

    A parte le sensazioni soggettive, la situazione di Marco era veramente al limite del sopportabile e non ce la faceva più. Il dolore era aumentato dal pavimento, fatto di sassolini grezzi, che davano molto dolore anche alla parte inferiore della lingua. Ma David era veramente molto cattivo e sadico, godeva nel dare dolore e nell'umiliare e gli piaceva tenere in soggezione le sue "vittime". Quella volta aveva deciso di essere carogna fino in fondo e, terminata la tortura, disse sadico: "È stato veramente divertente farti male e umiliarti, ho deciso di fare una cosa che non ho mai fatto con nessuno: appena sarai guarito il mio soldato verrà a prenderti e ti frusterò nuovamente, altre 50 frustate!"

    David sapeva che quelle parole costituivano una vera tortura psicologica e godeva della paura di Marco, che non riuscì nemmeno a supplicare o implorare pietà. Il tenente ordinò poi al soldato di accompagnare Marco in infermeria....

    9 Il soldato sadico (soldato)
    Presi Marco che inizialmente non riusciva a stare in piedi e lo accompagnai fuori sorreggendolo, mi piaceva vedere quanto soffriva e avevo un desiderio sadico, una voglia di infierire ulteriormente su quel poveretto. Risaliti di due piani, lo accompagnai per tutto il corridoio e poi lo feci entrare in una stanza vuota, con l'intenzione di divertirmi un po'. Nel frattempo aveva ripreso almeno in parte il controllo delle gambe, quindi lo lasciai in mezzo alla stanza dicendogli : "Se non riesci a stare in piedi puoi metterti in ginocchio". Ma Marco rimase in piedi....

    Dopo alcuni secondi fui molto più esplicito: "Hai capito cosa ti ho detto? Inginocchiati!". Marco mi guardava sofferente e si inginocchio, io allungai il piede e gli ordinai di pulirmi gli anfibi come aveva fatto con il tenente, leccandoli. Marco si abbasso e cominciò a leccarmi la punta dell'anfibio destro, per poi risalire e e leccarmi la parte superiore e, alla fine dietro al tallone. Vedevo che ci soffriva e ne godevo sadico. Ma poco a poco oltre al godimento iniziai ad avere delle sensazioni strane. Quel ragazzo mi piaceva.... Continuai a tormentarlo, gli subire la stessa tortura alla lingua inflittagli da David, anche se meno dura a causa del pavimento liscio e del fatto che non andai con tutto il peso ma mi limitai a premere molto forte. Sono stato comunque molto cattivo, anche perché per Marco la tortura non è sicuramente stata da meno, dato che era già distrutto per quanto subito in precedenza.

    Quando lo feci rialzare scoppio a piangere: "Perché siete così cattivi, ti prego basta, non credo che abbia sofferto abbastanza. Ti supplico." Io, secco: "Sìiii soffri, devi soffrire! Piangi... più piangi, più ci godo." Marco: "Come fai a non avere un po' di pietà, ti prego." Essere implorato mi eccitava e mi dava piacere, decisi di abbracciare Marco e calmarlo... inizialmente fingendo compassione, ma poi iniziai a provare dei sentimenti ambigui... in parte godevo della sua sofferenza, dare dolore mi piaceva, in parte mi eccitava che piangesse solo perché gli avevo fatto male apposta e mi piaceva che si umiliasse per avere pietà, una pietà che fingevo di avere per umiliarlo e incoraggiarlo a umiliarsi ancora di più, ma cominciavo anche a provare piacere nel contatto fisico e questo ragazzo iniziava a piacermi.

    Marco iniziò a confidarsi, a dirmi le cattiverie che subiva e che non ce la faceva più. Io lo ascoltavo, ci godevo a sentire quanto soffriva e continuavo a fingere pena... ma poco a poco iniziavo ad avere un po' di pena, anche se la cosa mi eccitava veramente. Mi chiese di aiutarlo, aveva paura per quanto gli avrebbe fatto David. A me piaceva vedere quanto soffriva. Marco: "Perché mi vuole frustare ancora?". Io: "David è veramente molto cattivo, ci gode a dare dolore, è tanto sadico. Non avrà pietà." Lo dissi con finto dispiacere, volevo farlo soffrire ancora di più. E ne godevo due volte: la prima perché soffriva, la seconda a consolarlo....

    Arrivati in infermeria lo lasciai alle cure del medico e di una dolce infermiera molto giovane, che si innamorò di lui immediatamente o, almeno, questa fu la mia impressione.
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Ottimo capitolo.
     
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    Ottimo racconto. A me le storie tra militari piacciono un mondo
     
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    10 Il primo periodo in infermeria (da Marco)
    I primi giorni il dolore era molto forte, nonostante gli antidolorifici, le cure della giovane infermiera molto gentile e del dottore. Poi le cose migliorarono. Il quarto giorno ricevetti alcune visite.

    La prima da Sam e Isaia. Il secondo mi chiese come stavo e poi prese dalla tasca dei calzini bianchi di spugna, molto sporchi, sudati e odorosi e me li mise in faccia, obbligandomi ad annusarne la punta, la parte sotto e il tallone... insomma, dove era più sporco e odoroso. Isaia godeva nell'umiliarmi e disse "Sai, mi sei mancato, avrei voluto tanto potermi divertire a sottometterti e adesso mi vendico." Sam inizialmente aveva un sorriso sadico e soddisfatto, poi però iniziò a rendersi conto che avevo subito questo trattamento solo a causa della sua cattiveria. Disse al suo compagno "non hai proprio mai un briciolo di compassione, non vedi quanto ha sofferto, non credi possa bastare, almeno per un po'". Isaia rispose sadico: "tu dovresti stare zitto... fai sempre il santerello ma poi ridi, ci godi e infierisci ulteriormente... poi fai il compassionevole. Se Marco ha subito tutto questo è stato solo per la tua cattiveria, non certo per causa mia. Adesso lo voglio umiliare un po'."

    Isaia continuava a schiacciarmi i calzini sotto il naso e me li faceva passare su tutto il viso. Ci provava un godimento sadico e crudele. Come sempre era cattivo e senza cuore. A me queste cose eccitavano, anche se ero ancora un po' troppo dolorante per il trattamento ricevuto dal tenente David. Sam "Dai, smettila, che ti sei divertito a tormentare gli altri. Marco, non sai cosa ha ordinato questa notte... in pratica li ha fatti rimanere tutti inginocchiati tutta la notte, per il solo gusto sadico di farli soffrire e umiliarli". Io mi limitai ad implorarli di avere un po' di pietà: "vi prego, mi fa ancora male la schiena e poi appena guarirò dovrò subire nuovamente lo stesso trattamento. Abbiate un po' di pietà". Entrambi sorrisero sadici, Sam poi disse che poteva bastare. Meno male che c'era l'infermiera, giovanissima, avrà avuto la mia età, che faceva di tutto per alleviare il mio dolore. Una volta arrivata infatti se ne andarono, dopo che Isaia ebbe ritirato il calzino senza farsi notare.

    Il secondo a farmi visita fu il mio sottotenente, Chris, che dopo avermi salutato e chiestomi come stavo, disse: "Ho saputo che hai subito un trattamento dolorosissimo e molte umiliazioni. Molto bene. Spero che d'ora in poi saprai sopportare ciò che ti verrà inflitto, sia per addestramento che per punizione, senza lamenti o suppliche non richieste. Credo che l'unico modo per imparare sia quello di soffrire. Ora facciamo una prova." A Chris piaceva molto dare dolore e umiliare, quindi sapevo che mi avrebbe fatto qualcosa che fa molto male e che non avrebbe avuto nessuna pietà. Avrei dovuto provare a resistere, anche se ero consapevole che sarebbe stato tutto inutile. Lui sicuramente avrebbe continuato fino a farmi scoppiare. Infliggere dolore gli piaceva, ma non gli bastava: voleva anche umiliarmi e farsi supplicare. Mi ordinò di mettermi sul fianco sinistro e di guardarlo negli occhi, poi mise l'indice della mano destra dietro il mio orecchio destro e iniziò a premere con il polpastrello del pollice. Inizialmente si è limitato a schiacciare a tutta forza la parte superiore del mio orecchio tra l'indice e il pollice, poi cominciò a fare dei movimenti con il pollice avanti e indietro e, a quel momento, il dolore divenne quasi insopportabile. Tutta la parte destra del mio volto divenne rossa e bruciava. La sofferenza era intollerabile e Chris mi guardava sorridendo sadicamente.... dopo 5 minuti di tortura disse: "Vedo che sopporti già molto di più, bravo. Ora però ti farò veramente tanto male. Vediamo quanto resisti." Io sapevo che non dovevo assolutamente mostrarmi debole, anche se avrei voluto implorarlo di avere pietà. Chris entro con l'unghia del pollice, unghia che naturalmente non tagliava da alcuni giorni apposto per provocarmi tanto più dolore possibile. Il suo sadismo e la sua cattiveria mi facevano molto male, mi sentivo umiliato, ma il dolore e la sofferenza erano intollerabili. Chris continuò la tortura per alcuni minuti, cercando di premere il più forte che poteva. Era ormai chiaro ad entrambi che avrei ceduto, era solo una questione di tempo. In realtà speravo che Chris avesse un po' di compassione e si ritenesse soddisfatto, ma non fu così. Anzi... Chris iniziò a muovere l'unghia avanti e indietro e poi addirittura in circolo. Stringeva i denti e si contorceva quasi dallo sforzo di infliggermi più dolore possibile.... Dopo una decina di minuti di quella sadica tortura mi si formarono delle grosse lacrime agli occhi. Allora Chris, soddisfatto dalla cattiveria che mi aveva fatto subire e, soprattutto, dall'avermi fatto cedere, dall'avermi umiliato costringendomi a piangere, smise.

    Disse: "Bene, dai. Penso di poter considerare che hai superato la prova. Sicuramente imparerai a fare meglio. Ne riparliamo dopo che avrai subito la seconda serie di frustate dal tenente David." Poi allungo un piede verso la mia faccia e mi ordinò di baciargli il calzino appena sopra la scarpa. Erano dei calzini neri di spugna. Gli piaceva umiliare.... Chris: "Vedrai che mi potrai baciare i piedi più spesso quando non sarai più in questo posto! E non ti farò mancare neppure un po' di dolore!". Poi se ne andò.

    La terza visita fu più breve. David venne e mi chiese come stavo, poi mi disse che stava lavorando per rendere indimenticabile la prossima fustigazione. Prese la frusta e me la fece vedere: aveva fatto degli anelli con del filo di ferro attorno alla parte di frusta con cui mi avrebbe colpito e questo avrebbe aumentato notevolmente la mia sofferenza. Aggiunse che me lo diceva perché voleva che soffrissi e che avessi molta più paura. Era un vero sadico. Il suo viso mostrava un godimento e un piacere che solo una persona veramente cattiva poteva avere nel far star male e umiliare altre persone. Era di gran lunga il più cattivo e sadico di tutti.

    Alla sera arrivò poi il soldato, che nel frattempo era stato promosso da David a caporale. La cosa era piuttosto spiacevole per me, in quanto aveva molto più potere e poteva decidere e infliggere direttamente delle punizioni, che poi avrebbero dovuto essere confermate da un ufficiale competente (nel mio caso si trattata di David, in quanto suo superiore, oppure di Chris, in quanto mio superiore... in ogni caso potevo aspettarmi solo un peggioramento delle sanzioni, che comunque il caporale mi avrebbe già inflitto).... Gli dissi che stavo male, che non ero ancora guarito e gli raccontai delle visite precedenti. Avrei voluto chiedergli di non farmi male, ma non sapevo come fare senza rischiare ulteriori punizioni... fortunatamente di interruppe e mi disse che voleva divertirsi ad umiliarmi un po'. Era vestito in tenuta festiva, quindi tolse la scarpa destra e mi mise il piede in faccia. Aveva dei calzini di cotone blu scuro/marine (quasi neri) e cominciò mettendomi la punta sotto il naso: "Annusa bene, senti come puzza ed è sudato. Ti piace eh?". Io non risposi e il caporale mi mise la pianta del piede sul viso, facendomela passare su tutta la faccia. Sentivo l'odore, molto forte e il contatto con il calzino sudato e il calore del piede. Il caporale era veramente un bel ragazzo, soprattutto quando sorrideva soddisfatto. Era cattivo e sadico, mi piaceva molto e mi piaceva il suo modo di fare. Mi eccitavo. Lui continuò con l'intenzione di umiliarmi ancora di più. Premette con l'alluce sul mio occhio destro. Un po' di dolore, ma lo scopo era quello di umiliarmi e di goderne. Poi alzo anche l'altra gamba, me la mise sotto il collo, in modo da avere il piede dietro la mia testa, così da potermi tenere mentre premeva con l'altro piede sulla faccia. Disse: "Bene, ora ci divertiremo! Apri la bocca. E non provare ad indietreggiare, anche se ti terrò fermo con il piede, non ci provare! Ti metterò il piede in gola e dovrai sopportarlo!". Il caporale mi infilo il piede in bocca, dapprima fino al livello delle dita, poi, spinse un po' di più. Si fermo circa un minuto, poi andrò oltre fino a provocarmi alcuni conati di vomito. Ritrasse un poco, per poi spingere nuovamente il piede, sempre più a fondo. Era cattivo e molto sadico, ci godeva ad umiliarmi e anche a farmi soffrire. Ma era capace di lasciarmi il tempo di abituarmi e di aumentare la capacità di sopportazione. Mi guardava e ci godeva, ormai avevo delle grosse lacrime agli occhi....

    Per fortuna arrivò l'infermiera. Il caporale fu rapido a ritirare i piedi e lei non si accorse di nulla o, almeno, fece finta di non essersi accorta. Di fatto non se ne andò più finché il caporale non decise di partire, dopo aver chiesto delle mie condizioni di salute e aver ricordato di informarlo appena ero pronto....

    Edited by MatteoBoy1983 - 20/7/2022, 13:07
     
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    Molto interessante come racconto
     
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    Questo racconto merita. Bello e sadico
     
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    Sì veramente ben scritto. Poi quest'ultimo capitolo preparatorio e anticipatore di nuove sevizie la povera recluta accentua la sofferenza psicologica dello stesso e ci fa pregustare in anticipo il piacere di ritrovarlo protagonista di nuove più sadiche umiliazioni.
     
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    Ciao bootimbe e luridoleccapiedi,
    grazie dei complimenti. Spero che l'introduzione di quanto da voi chiesto (anfibi e frustate con lo schiavo legato) sia stato di vostro gradimento.

    Continuerò il racconto...
     
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    Sono io a ringraziare te per l'eccitazione che mi ha provocato leggere le estenuanti umiliazioni a cui viene sottoposto la giovane recluta. La tua fervida vena narrativa saprà di sicuro inventare nuove e più sadiche occasioni di umiliazione del giovane fino a farne un vero e proprio schiavo dei suoi superiori, appagato dal piacere di sottostare ai loro odori (sudore e piedi) e di servirli al meglio delle sue possibilità nel prestarsi come oggetto umano su cui saggiare nuovi e più raffinati strumenti di tortura.
     
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    Grazie a te per l'eccitazione che ci regali con questo racconto
     
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    11 La notte con David (da Marco)
    Dopo quale giorno, una sera, il caporale venne a prendermi. Era vestito con la tenuta d'ordinanza bella, con una camicia grigio-azzurra, cravatta grigia, pantaloni grigio-scuro, scarpe nere comode e calzini blu marine di cotone, che guardavo con un misto di soggezione ed eccitazione. Avevo molta paura di ciò che potesse farmi e soprattutto di cosa mi aspettava.
    Il caporale sorrideva sadico, ma era stranamente gentile. Disse: " Questa notte dormirai con il tenente David." La cosa mi lasciò terrorizzato. Avevo sentito parlare dell'abitudine che c'era un tempo di far dormire almeno una notte ogni singolo allievo con il suo ufficiale di riferimento. Era un modo per approfondire la conoscenza, durante il quale in genere l'ufficiale umiliava e faceva soffrire il povero ragazzo in maniera più o meno dura e cattiva a seconda della situazione, della simpatia, della cattiveria e del sadismo. So che veniva usato anche come punizione e, più raramente, come addestramento. La pratica era rimasta e, pur essendo caduta in disuso a seguito di alcuni casi di abuso, era ancora utilizzata, sebbene molto raramente.
    Il caporale, intuendo il mio stato d'animo, dopo una pausa di silenzio, aggiunse: "Lo sai, David è cattivo, ha detto che vuole farti piangere tutta la notte. Vuole che lo implori di non frustarti. Si vuole divertire…" Il caporale parlava con cattiveria e mi guardava con un sorriso sadico, ma allo stesso tempo sembrava provare pena per il mio destino. Poi guardò la mia schiena e vide che era completamente guarita. Mi chiese se mi faceva male e io gli risposo che non sentivo più dolore. Disse: "Domani, dopo che ti avrà fustigato con la nuova frusta, soffrirai come non hai mai sofferto. I termini "dolore" e "sofferenza" per te avranno un nuovo significato. Adesso andiamo.
    Avrei tanto voluto gettarmi ai piedi del caporale, ma sapevo che non sarebbe servito a nulla e poi stranamente avevo intuito che non mi avrebbe fatto nulla.

    Arrivati da David, il tenente, che era vestito con una tuta sportiva azzurra (pantaloni e felpa leggera) con calzini bianchi di spugna della nike, ordinò subito al caporale di lasciarci soli. Si avvicinò e mi mostrò la frusta, dicendomi che domani avrebbe proceduto, come mi aveva preannunciato, alla fustigazione completa di terzo livello (10 + 20 + 20, per un totale di 50 frustate), utilizzando questa nuova frusta, che rispetto all'ultima volta che me l'aveva mostrata era stata completata con nuovi anelli di filo di ferro. David: "Questa notte voglio che mi implori di avere pietà. Se sarai convincente può darsi che sarò meno cattivo nel dare le frustate o, addirittura, che rinunci al trattamento." In realtà, come compresi in seguito, era tutta una finta, per potersi divertire durante la notte.

    Ero completamente in soggezione, guardavo David con uno sguardo sottomesso e supplichevole, oltre ad aver paura per ciò che mi sarebbe capitato, la sua cattiveria e il suo sadismo mi facevano soffrire. Non avrei mai creduto che si potesse essere così crudeli. David: "Adesso inginocchiati, leccami le scarpe. Le voglio lucide, sono sporche e devono tornare bianche." Dopo mezzora di leccate, mi ordinò di togliergliele e di annusare i calzini, era appena andato a correre e puzzavano. Dapprima mi mise la punta del piede destro sotto il naso, poi dopo un paio di minuti, tutta la pianta del piede in faccia. Era sudato, caldo e morbido. Odoravano. La cosa mi umiliava, eccitandomi ed eccitando David.

    Ormai si era fatto tardi e David mi fece spogliare, avrei dormito con lui completamente nudo, mentre lui avrebbe dormito così com'era: calzini bianchi della nike tirati sopra i pantaloni della tuta e la felpa leggera azzurra, che aveva utilizzato per correre.

    Una volta aletto la prima cosa che fece fu di colpirmi con una ginocchiata forte sulla coscia. Mi fece male e il dolore si estese a tutta la gamba perché mi prese bene il nervetto. Disse: "Gioco a calcio, sono difensore e sono cattivo, so come far male con poco… ginocchiate, piccoli pugni, gomitate, pizzicotti. Ne faccio piangere di attaccanti e adesso mi divertirò con te." Il dolore fu tale che mi vennero le lacrime agli occhi, ma anche le sue parole, dette con tanta cattiveria e sadismo, mi misero in uno stato di soggezione ancora maggiore. Dopo una breve pausa David inizio a farmi assaggiare ti campionario di carognate che aveva menzionato. Dapprima con un pugno, tirato nello stesso punto dove mi aveva dato la ginocchiata, poi prendendomi con le dita della mano destra una bella porzione di carne nello stomaco, entrando tanto a fondo quanto non avrei mai pensato di potesse fare e facendo girare la mano. Una vera tortura. Una carognata, che David chiamava pizzicotto… Scoppiai a piangere e dissi: "Perché, perché sei così cattivo, basta, ti prego, non è sopportabile quello che mi state facendo." David sapeva infatti il trattamento che mi era riservato e speravo di impietosirlo. Invece….

    David era una vera carogna, una canaglia, mi abbracciò, prendendomi con la mano dietro la testa e appoggiandomi la faccia sulla spalla. Come a volermi consolare. Disse: "Bravo, così, piangi…. Voglio che soffri. Devi sentire dolore fisico, ma soprattutto voglio che scoppi psicologicamente. Ti farò a pezzi." La prima frase con finta dolcezza e compassione, la seconda con tutta la cattiveria il sadismo possibili. Io: "Ti prego, un po' di pietà.". David continuava con questo abbraccio fintamente compassionevole. Mi mise la mano destra n mezzo alle cosce, accarezzandomi la coscia sinistra, risalendo da appena sopra il ginocchio fino all'inguine. David: "Ti stai eccitando eh?". Effettivamente la cosa, oltre a mettermi ancora più in soggezione, mi eccitava. Avevo però paura di cosa avrebbe potuto farmi. Il sadico si era accorto di quanto mi stava facendo eccitare e di come la situazione e di quanto avevo paura, sapeva che sapevo che mi avrebbe dato dolore. Questa tortura psicologica andò avanti almeno mezzora, dopo di che mi prese le palle e diede una forte strizzata. Emisi un forte lamento, al che David rise, si tolse un calzino e, non prima di avermelo fatto annusare per bene, me lo mise in bocca, dicendo: "Sentito come puzza? Almeno non urli più." E riprese a torturarmi le palle. Strizzava fino a quasi farmi svenire, per poi tornare ad accarezzarmi la coscia.

    Dopo un bel po' di tempo mi tolse il calzino di bocca e potei finalmente implorarlo di avere pietà: "Ti supplico, perché? È proprio necessario?". David, secco: "Sì, è necessario che tu soffra, lo è perché lo voglio io." E, dopo un po' di tempo: "Adesso facciamo un giochino un po' sadico. Io mi giro su un fianco, dandoti la schiena e tu ti giri anche su un fianco e ti avvicini a me, devi appoggiare il tuo stomaco contro la mia schiena, e le gambe contro le mie gambe. Io ti darò delle gomitate in pancia. Voglio vedere quanto resisti: non devi urlare o lamentarti e devi cercare di starmi vicino il più possibile. Un po' come se mi stessi marcando stretto a calcio. Solo che io ti posso colpire come mi pare." La cosa mi eccitava perché David era un bellissimo ragazzo e in più la cattiveria e il sadismo mi eccitavano da morire, però è stata una cosa durissima. Mi avvicinai a lui, strusciandomi con il petto contro la schiena e le gambe contro le sue. Lui lasciò fare per alcuni minuti, prima di darmi una forte improvvisa gomitata. A cui ne fece seguito un'altra. Io iniziai a rantolare. David: "Torna vicino, non ti allontanare, non me ne frega niente se non respiri". Appena mi avvicinai mi colpì nuovamente e ripetutamente. Erano colpi forti, ben mirati, per far male. Io, affannosamente: "Basta ti prego, sei un sadico". E lui: "Certo che sono sadico, è tutto voluto, cosa credi."

    Edited by MatteoBoy1983 - 20/7/2022, 13:07
     
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