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1 L'inizio - L'ammissione Alcuni anni addietro mi è stata raccontata una storia capitata molti anni fa in una scuola militare per ragazzi ad Edimburgo, in Scozia. Si tratta di diverse testimonianze, da parte dei vari protagonisti. La narrazione sarà quindi, a seconda dei casi, neutra (come in questa prima puntata) oppure vedrà esprimersi in prima persona i differenti personaggi, in particolare Marco, il protagonista principale.
Marco aveva 18 anni e doveva iniziare la terza liceo, in un sistema formativo basato su 4 anni si scuola media e 4 anni di liceo (gli stessi che possono essere frequentati alla scuola militare). A causa di diversi problemi, aveva deciso di iscriversi per il terzo anno alla scuola militare di Edimburgo, una scuola molto rigida, dove oltre ad un'educazione molto severa si riceveva un addestramento militare altrettanto duro. Cose che oggi non sarebbero più possibili. Marco sperava così di risolvere diverse situazioni e di prepararsi un futuro professionale interessante. In effetti la scuola era tra le più prestigiose e apriva prospettive molto buone. Il problema è che di solito si poteva entrare solo in prima media e, molto eccezionalmente, prima superiore. Fece comunque domanda e il comandante della scuola (superiore ai direttori, che si occupavano unicamente degli insegnanti e dell'insegnamento delle diverse scuole presenti) fu molto impressionato dal suo dossier e lo convocò per un colloquio di ammissione, durante il quale gli spiegò che: 1 In questa scuola ci sono regole molto rigide e dovrai rispettarle da subito. 2 Qualsiasi infrazione viene punita e, nel tuo caso, sarà punita ancora più duramente perché devi recuperare il ritardo nell'addestramento. 3 Lo scopo principale è formare il carattere dei giovani. 4 Non dovrai mai lamentarti o chiedere una riduzione delle punizioni o della durezza degli esercizi. 5 Mai mostrare di soffrire e affrontare ogni cosa con onore e capacità di sopportazione. 6 Dovrai portare rispetto agli insegnanti, ai sotto ufficiali, agli ufficiali, ai ragazzi più grandi di te e ai capi, cioè ai tuoi compagni che hanno funzione di controllo. 7 Sappi che i capi segnaleranno ogni infrazione ai responsabili della disciplina. 8 I capi possono ordinarti qualsiasi esercizio ritengano necessario, ma non possono punire direttamente nessuna infrazione. La devono segnalare.
Marco non si fece impressionare, anche se scoprirà che di fatto le varie regole davano libero sfogo alla cattiveria e al sadismo di molti capi o ragazzi più grandi. In particolare dei capi, che di fatto ordinavano esercizi per punire o, molto più spesso, semplicemente per soddisfare il loro desiderio di umiliare e far soffrire. E poi, in più, arrivava la segnalazione e la conseguente punizione. E la scuola non solo tollerava questi comportamenti, ma li incentivava, ritenendo che avrebbero contribuito a rafforzare il carattere dei più giovani.
Il comandante aggiunse informalmente un'informazione che Marco si pentirà di aver dimenticato. Contro ogni decisione o segnalazione dei capi, prima di ricevere la punizione, si può far reclamo all'ufficiale disciplinare incaricato della punizione, che prenderà una decisione e, contro la sua decisione o la decisione di un ufficiale (per i sottufficiali il reclamo va all'ufficiale superiore), un ricorso direttamente al comandante. L'assegnazione di punizioni ingiuste (sia perché ingiustificate, sia perché eccessive) e di altre ingiustizie è però parte dell'addestramento e reclami e ricorsi potrebbero venire respinti anche se ritenuti giustificati, semplicemente per insegnare a gestire le ingiustizie e i sentimenti di umiliazione e frustrazione che ne derivano (nei fatti meno del 10% dei reclami e dei ricorsi ritenuti validi viene accolto).
Marco accettò tutte queste condizioni, senza dargli troppo peso, anche perché era di indole sottomessa e la cosa lo eccitava non poco...
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2 I primi giorni e la sottomissione ad Isaia
Marco, che in un incontro precedente aveva già ricevuto tutto il materiale (divise, ecc.) è accolto dal direttore del liceo, una persona molto severa ed esigente ma giusta e gentile, che gli spiega alcuni aspetti inerenti la formazione scolastica e poi lo fa accompagnare in camera, dove gli vengono presentati i suoi compagni. In particolare i due capi, Isaia e Sam. Sarà soprattutto Isaia ad occuparsi della sua introduzione (cosa molto rara, visto che di solito nessuno viene ammesso negli anni successivi), anche perché il suo letto è vicino a quello di Marco. La camera, come tutte, era occupata da un totale di 8 persone, tra cui due generalmente due capi. I giovani erano così sottoposti ad un continuo controllo e dovevano comportarsi secondo le regole anche in camera.
Isaia e Sam, ma anche gli altri compagni di Marco, erano ragazzi molto belli, con dei piedi stupendi che attirarono subito l'attenzione di Marco... che aveva scoperto da un paio di anni di avere un'attrazione per i piedi maschili e i ragazzi dominanti. Isaia era considerato il più cattivo e sadico tra i capi, mentre Sam, pur avendo a volte delle punte di sadismo (e spesso godeva nel vedere le cattiverie di Isaia, che poi a volte aggravava aggiungendoci piccole cattiverie sue), non era del tutto spietato.
Queste prime frasi dovrebbero far capire la situazione... Isaia: "bene Marco, sistema i tuoi vestiti nei cassetti e nell'armadio, che poi voglio vedere quante flessioni riesci a fare." Sam, con un sorriso tra il compassionevole, il sadico e il divertito: "Dai, lascialo tranquillo il primo giorno, ...", ben sapendo che così non avrebbe fatto altro che incattivire di più Isaia.
Appena Marco ha terminato di sistemare i vestiti, Isaia va a controllare e nota che i calzini bianchi di spugna, utilizzabili unicamente nelle attività di educazione fisica, erano stati messi a fianco dei calzini blu marine, da utilizzare con le divise militari (da indossare sempre) scolastiche o d'uscita o le alte uniformi. E questo non era permesso, il materiale non militare doveva essere messo in un cassetto separato e coperto da un apposito telo.
Isaia, con un sorriso soddisfatto: "già una segnalazione per una punizione il primo giorno, Matteo sarà contento". Il tenente Matteo era uno dei due ufficiali disciplinari, ovvero addetto alle punizioni. Al momento era l'unico in carica, poiché il secondo era stato trasferito per una promozione e non si trovava qualcuno che potesse assumere quel ruolo, al punto che come vedremo in seguito sarà assunto da una donna di cui però parleremo poco.
Marco si difese, sostenendo di non essere informato, Sam in parte lo difese sostenendo che la cosa non era così grave e che sarebbe stato sufficiente ordinare una correzione, ma Isaia fu inflessibile, anzi aggiunse che il comandante era stato chiaro e che avrebbe dovuto segnalare qualsiasi infrazione, anche la più piccola, senza considerare il fatto che Marco era nuovo. Cosa che invece avrebbe dovuto considerare Matteo, ma per aumentare la durezza della punizione.
Marco si sentì vittima di un'ingiustizia della quale Isaia sembrava essere ben consapevole, e comunque Sam l'aveva detto chiaramente, godendocene in maniera piuttosto evidente. La sera stessa Marco fu convocato da Matteo, che era un giovane ufficiale di soli 20 anni, che non aveva frequentato al scuola, arruolandosi a 17 anni e intraprendendo la carriera di ufficiale istruttore, specializzandosi in ambito della disciplina, proprio perché provava piacere nel punire, far soffrire e umiliare i più giovani. Marco aveva ricevuto ordine di andare in tenuta da ginnastica e trovò Matteo pure abbigliato per l'attività sportiva.
Matteo aveva delle gambe bellissime, indossava dei calzini corti neri e scarpe sportive molto belle. Le gambe e i piedi attrassero subito Marco, che però era troppo arrabbiato per l'ingiusta segnalazione e all'invito a sedersi rispose alla domanda di giustificarsi spiegando quanto successo e dicendo che era ingiusto punirlo. Matteo, che aveva deciso di dare una dura lezione a Marco e di divertirsi, gli chiese se intendesse inoltrare reclamo o subire la punizione. Marco naturalmente decise per il reclamo.
Matteo, con un sorriso veramente cattivo: "Bene, allora in attesa che io decida sul tuo reclamo tu starai in isolamento, così non dovrai stare con Isaia...". Marco accettò, ma la cosa non era richiesta da Matteo, che lo accompagnò negli scantinati, aprì una porta, che dava su una stanza piccola e completamente buia. Si trattava di un locale largo un metro (come la porta) e lungo (profondo, rispetto alla porta) 2 metri, con un materasso in terra delle stesse dimensioni. Matteo diede una forte spinta a Marco e, chiudendo la porta disse: "ringrazia che ti lascio il materasso".
Informando Isaia della situazione, Matteo aggiunse di aver dato ordini molto duri. Per 12 ore sarebbe stato in completo isolamento, poi avrebbe ricevuto una catino come wc, un secchio d'acqua per bere e un po' di pane, così per tre giorni (ma Marco non sapeva quanto il suo isolamento sarebbe durato). E tutto questo per evitare una punizione che sarebbe stata leggera, tipo 20 flessioni... Isaia godette della notizia, anche perché aveva intenzione di ridurre Marco ad uno schiavo ai suoi piedi e questo trattamento lo avrebbe sicuramente spezzato.
I soldati che portavano da mangiare a Marco, una volta al giorno, non dissero mai nulla... aprivano la porta, appoggiavano il pane, riempivano il secchio e sostituivano il catino, in pochi secondi richiudevano la porta, come ordinato da Matteo. Alla fine del terzo giorno la porta si aprì e Marco, ridotto ad uno straccio, riconobbe Matteo, che gli disse: "Ho deciso di respingere il tuo reclamo, anche se hai ragione, ritengo di dar seguito alla segnalazione perché è giusto che tu impari che le regole vanno rispettate e il fatto di non aver fatto apposta o di essere qua da poche ore non basta. A dire la verità avevo deciso sin dall'inizio, ma ho voluto farti passare 3 giorni a riflettere e soffrire... Puoi scegliere se venire con me e subire la punizione oppure inoltrare ricorso al comandante."
Marco, distrutto dal trattamento inumano di Matteo, avrebbe avuto voglia di gettarsi ai suoi piedi e implorarlo di avere pietà, ma sapeva che non poteva farlo e poi era ancora più arrabbiato di prima e pensò di andare dal comandante. Matteo diede quindi ordine a due soldati di occuparsi di lui. Lo portarono di peso a fare una doccia, lo vestirono in divisa d'uscita leggera e gli diedero da mangiare e bere, così da renderlo presentabile al comandante.
Il comandante, che era già al corrente, chiese a Marco di confermare il ricorso. A quel punto gli disse che comprendeva l'ingiustizia e che avrebbe valutato per alcuni giorni il ricorso, nel frattempo Marco sarebbe stato riportato in isolamento. Altri due giorni, ma meno duri in quanto il comandante aveva ordinato di dargli da mangiare normalmente e, questo va detto, si mangiava veramente bene. 15 minuti di luce a colazione, 20 a pranzo e cena, nonché la possibilità di andare per 3 volte (ma al massimo 5 minuti) in bagno. Rimaneva che la cella, di 1m x 2m, occupata interamente dal materasso, per il resto del giorno rimaneva completamente scura.
Dopo due giorni le guardie andarono a prenderlo e Marco si inginocchio supplicando il comandante di accogliere il suo ricorso o, almeno, di non punirlo più. Il comandante: "Vedi Marco, ti avevo detto che le ingiustizie fanno parte dell'addestramento, formano il carattere. Questa è la prima. Non posso già al primo giorno darti ragione... ho anche detto a Matteo di essere molto duro nella tua punizione. Lui all'inizio ti avrebbe fatto fare 20 flessioni, ora vedrai... Inoltre ti avevo anche detto che non devi mai chiedere di ridurre una punizione, tanto meno supplicando in ginocchio. Per punizione salterai tutte le uscite (momenti di libertà) pomeridiane e serali per un mese. E dovrai fare esercizi sotto il controllo di qualcuno. Sarà il tuo sottotenente -il responsabile di una classe aveva quel grado- che deciderà chi ti seguirà durante quei momenti. Vedrai che saranno molto duri, perché chi non potrà andare in uscita a causa tua vorrà vendicarsi... spera che non sia sempre la stessa persona, altrimenti mi sa che ti farà soffrire veramente tanto...".
Al momento di andarsene Marco viene richiamato dal comandante, che gli fa notare che ha dimenticato due cose. La prima il saluto e l'autorizzazione prima di partire e, per questo, sarà il suo sottotenente ad istruirlo nei momenti di libertà o di notte, dandogli anche una punizione per la dimenticanza. Marco: "comandante, di cosa dovrei ringraziarla." Comandante: "non hai notata nulla, nessuna differenza tra i primi giorni in isolamento e questi ultimi due?" Marco: " Mi scusi, ha ragione, la ringrazio molto per il cibo e la possibilità di andare in bagno".
Detto questo Marco viene nuovamente fatto cambiare e vestirsi per la pratica sportiva e portato da Matteo, che lo accoglie vestito come la prima volta e come la prima volta Marco viene colpito dai calzini e dalle gambe di Matteo.
Matteo: "Spogliati, avrei voluto farti fare 20 flessioni, ma devo punirti molto più duramente. Però se ti inginocchi e mi chiedi pietà, ti colpirò meno forte." Marco, che non desiderava altro, si inginocchio ai piedi di Metteo e iniziò a baciargli le scarpe e la piccola parte di calzini visibile. Matteo: "Dovrei punirti anche per questo, ma lo ha già fatto il comandante. Ora voglio che tu ti sforzi di non fare nessun lamento mentre ti colpisco e, soprattutto, di non piangere". Matteo prese un frustino (una bacchetta flessibile lunga un metro circa) e comincia a frustare il sedere di Marco con una serie di 5 colpi tirati a tutta forza. Marco fece molta fatica a trattenere le urla e le lacrime e a tornare ad una faccia normale quando Matteo va a guardarlo negli occhi: "Bene, vedo che resisti, ora però il dolore sarà più forte, perché colpirò le parti già colpite prima"
Altra serie di 5 colpi, seguita subito da altre due serie. Poi un'altra serie, durante la quale Marco non riuscì a trattenere i lamenti e le lacrime. Matteo guardò finalmente soddisfatto, illudendo Marco, perché diede ancora un'ultima serie di 5 colpi, portando il totale a 30. Matteo: "Penso che non dimenticherai facilmente questa punizione, non c'è niente di meglio che un po' di dolore, e ne sentirai parecchio nei prossimi giorni, per ricordarsi le lezioni!" Matteo si tolse poi le scarpe, ordinando a Marco di inginocchiarsi ai suoi piedi, di accarezzarli, annusarli e baciarli.
Marco disse di non poterlo fare, e Matteo gli diede un calcio colpendolo dove lo aveva frustato, dicendo; Matteo: "Certo che puoi! Anzi, se ti viene ordinato, devi!".
Marco si inginocchio, prese ad accarezzare con sottomissione i piedi di Matteo, con i bellissimi calzini leggermente sudati, poi gli annuso, su comando di Matteo, la punta dei piedi e baciò il collo dei due piedi.
Al rientro in camera, dopo 5 giorni, Marco, ancora in tenuta sportiva, trovò solo Isaia, pure lui in tenuta sportiva. Isaia: "Ho saputo della durezza del tuo isolamento e delle tue punizioni accumulate! Complimenti, non potevo sperare di meglio per una piccolezza che nemmeno avrei dovuto segnalare!" Isaia, mentre diceva queste parole, godeva nell'umiliare e nel vedere la sofferenza negli occhi di Marco. Aggiunse: "Ricordi, volevo vedere quante flessioni sai fare. Ma ho un'idea migliore. Andiamo fuori. Isaia aveva preparato due secchi piedi di acqua, 15 litri, e ordina a Marco di alzarli con le braccia, poi gli ordina di allargare le braccia come se fosse in croce, tenendo i secchi. E, infine, di camminare sul posto sollevando le ginocchia il più possibile. Isaia contava, sadico, 1, 2, 1, 2.... dando il tempo dei passi a Marco, la cui espressione del viso era ormai ridotta ad una maschera di dolore, con le lacrime agli occhi. Finché le braccia non cedettero a andò acqua dappertutto.
Isaia: "Non temere, non ti punisco per questo. Dovrai solo pulire. Piuttosto di punisco perché ti era stato detto di non mostrarti debole, quindi tenere un'espressione del viso seria... tanto meno di lasciarti scendere le lacrime dagli occhi! Ti devo segnalare e sarai punito!"
Marco, che non voleva saperne di essere ancora messo tra le mani di Matteo, si gettò inginocchio ai piedi di Isaia, che ordinò subito di leccargli le scarpe. Erano scarpe sportive, molto belle. Isaia, da cattivo, si tolse una scarpa e ci schiaccio dentro il naso di Marco. Isaia: "Ormai dovrai essere il mio schiavo e adorarmi i piedi ogni volta che lo vorrò!".
Edited by MatteoBoy1983 - 6/8/2020, 22:15
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