- Group
- Friuli-Venezia Giulia
- Posts
- 4,003
- Reputation
- +1,842
- Location
- Udine, Friuli-Venezia Giulia, Italy
- Status
- Offline
|
|
La tribù dei piedi gustosi Waewae Reka avanzava verso la capanna. I suoi piedi, scalzi come quelli di tutti gli abitanti del suo villaggio, si muovevano tremanti ma sicuri, sollevando e raccogliendo polvere dal terreno. Non riusciva ancora a credere di essere stato scelto. Ogni anno, tra i giovani della sua tribù, veniva scelto un giovane come offerta durante il banchetto rituale annuale. Il suo sacrificio donava prosperità alla tribù e aiutava ad ingraziarsi gli Dei. Era un grande onore. Quello non era solo il giorno del suo 18esimo compleanno, ma era anche il giorno più importante della sua vita. Molto emozionato e un po’ intimorito, Reka bussò alla porta. “Avanti” disse una voce dolce e familiare. Ancora più emozionato, entrò. Davanti a lui, seduta a terra, c’era Waewae Ataahua, la sua migliore amica. Sua coetanea, era ammirata e desiderata da tutti i ragazzi e le ragazze del villaggio. Nella capanna era presente un’altra persona: un uomo, molto alto e pesante, con un viso sereno che dimostrava circa 60 anni ben portati. Quando entrò nella capanna, l’uomo si voltò e lo squadrò lentamente da capo a piedi, con un’espressione di dolcezza e di immenso desiderio sul viso.
“Sono molto felice e sorpreso che tu sia qui” disse Reka a Ataahua “Non sarei mai potuta mancare, in questo momento così importante ed emozionante per te” “Lui chi è invece?” “Lui? Lui è Kae Waewae. Sarà lui a prepararti per il banchetto. Sarà il tuo chef. Io sono qui solo per aiutarlo, e ovviamente per confortarti e sostenerti.” “Non avrei sperato in nessuno migliore di voi 2, per questo compito” commentò Reka. “Mi fa enormemente piacere sentirtelo dire. Ma ora, credo che sia giunto il momento di iniziare. Avanti, amico mio, svestiti, e poi sdraiati.” Reika ubbidì. Si tolse la pelliccia e si sdraiò docilmente a terra. Le piante dei suoi piedi erano rivolte verso di lei. Kae, l’omone, si spostò al fianco di Ataahua, così da guardarlo meglio. “Sarà meglio cominciare con una pulita e un bel massaggio” commentò Ataahua, ed insieme a Kae, prese in mano dei gusci di cocco, che contenevano un olio fresco e profumato. Entrambi se ne riempirono le mani, poi cominciarono ad ungere il corpo di Reka. Con le mani unte, Kae cominciò a palpargli il collo, le spalle, poi scese ai capezzoli, stuzzicandoli con i pollici, poi con l'intera mano cominciò a massaggiare la sua pancia tonda, in modo da farlo rilassare.
Nel frattempo, Ataahua si dedicava alla parte inferiore di lui: dopo avergli unto per bene le cosce robuste e i morbidi polpacci, si soffermò sui suoi piedi: erano grandi, forti, soffici sul dorso e sodi sotto le piante: con le sue piccole mani, sembrava che Ataahua non riuscisse nemmeno a coprirne l’intera superficie. Reika, dal canto suo, era passato dall’emozione all’estasi. “Hai davvero un aspetto delizioso” disse dolcemente Ataahua “farai una figura meravigliosa, al banchetto. E i tuoi piedi... sono eccezionali. È da quando siamo piccoli che li guardo. Hai i piedi più belli di tutto il villaggio” “Ti ringrazio. Anche i tuoi sono molto carini, a dire il vero” “Hai ragione. Probabilmente sono la seconda persona nel villaggio con i piedi più belli, dopo di te” rispose la ragazza ridacchiando “ma ora girati, per favore” Reika non se lo fece ripetere: e, mentre, sdraiato a terra, il gigantesco Kae gli palpeggiava la schiena e le natiche paffute, Ataahua, senza preavviso afferrò le caviglie di Reika, le alzò, tenendogli i piedi puntati per aria, e dopo avervi avvicinato il viso, cominciò a leccarli avidamente. Affondò il naso tra le dita, ricoprì i dorsi di baci, con la lingua ripulì ogni millimetro di olio che era rimasto sulle piante... mordicchiava in talloni, succhiava le dita, voleva a tutti gli effetti nutrirsi dei piedi del suo migliore amico, prima che tutto il resto del villaggio si nutrisse di lui. Reka, dopo un iniziale gemito di sorpresa, si rilassò e la lasciò fare. Kae, ispirato dall’esempio di Ataahua, decise di imitarla. Mentre la ragazza si concentrava sul piede destro, lui afferrò il sinistro, e cominciò a succhiarlo, come se volesse aspirarlo all’interno del suo stomaco. Reika era in estasi.
“Sei la cosa più buona che io abbia mai assaggiato, amico mio...” mugolò Ataahua “non vedo l’ora di essere in prima fila al banchetto. Questi piedi spetteranno a me” “è un vero onore, per me....” fu l’unica cosa che riuscì a dire Reika, mentre Kae, continuando a mordergli il piede, aveva preso delle erbe aromatiche e le stava cospargendo sui suoi polpacci, per poi prendere un sottile filo di corda e usarlo per legargli dolcemente i polsi dietro la schiena. “Kae non vedrebbe l’ora di legarti anche le caviglie” commentò Ataahua stuzzicandogli con i polpastrelli le piante dei piedi frementi “ma devi poter camminare da solo, per uscire da questa capanna e dirigerti verso il pentolone che ti aspetta. Pensa un po’: la strada da qui a lì e stata ricoperta di spezie, aromi ed erbe simili a quelle che Kae ti sta spalmando addosso ora: così, camminando, le calpesterai, e si appiccicheranno sui tuoi succulenti piedoni, ricoprendoli di profumi e rendendoli saporiti come non mai. Te lo meriti.” “Ti voglio bene” disse sinceramente Reika. “Anche io” rispose Ataahua “ora alzati, va, e buona cottura. Ci rivedremo in tavola"
Questo racconto fa parte del Torneo del Racconto. Un racconto al giorno fino al 13 maggio, dopodiché si apriranno le VOTAZIONI dove tutti potranno votare il racconto che preferiscono! Gli autori dei racconti resteranno ANONIMI fino alla fine del gioco!
|
|