Come sono diventato lo schiavo del mio capo

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    Ciao a tutti! Questo è il mio primo racconto erotico. Spero vi piaccia anche se parla forse poco di piedi ma molto di dominazione.
    Ho tante idee per degli sviluppi futuri, quindi se vi sarò piaciuto fatemelo sapere e datemi molti feedback, così che possa capire se può essere interessante o meno continuare.



    Era l’estate di qualche anno fa, la mia vita stava finalmente prendendo la direzione giusta, subito dopo la laurea, avevo trovato lavoro in una grossa agenzia di consulenze informatiche e avevo chiesto a Sara, la mia fidanzata storica, di sposarmi.

    Essendo estate inoltrata in ufficio c’era poco lavoro da fare e tutti erano già con la testa alle vacanze. Siccome ero l’ultimo arrivato mi proposi di rimanere in sede la settimana di ferragosto, così da permettere ai miei colleghi più anziani di andare in ferie prima, posticipando le mie vacanze all’ultima settimana di agosto.
    Erano giorni di un caldo asfissiante che rendevano insostenibile l’abbigliamento giacca e cravatta, per questo la maggiorparte dei pochi impiegati restavano in camicia o, per i più audaci, la T-shirt.
    Oltre al caldo, la mancanza di cose da fare rendeva i turni di lavoro interminabili, sopratutto nel pomeriggio, quando spesso ero l’unico a rimanere in ufficio. Non nego che spesso, per far passare il tempo, mi intrattenevo in video porno alla mia scrivania, e qualche volta mi è capitato di masturbarmi nel silenzio della sala completamente vuota.

    Un pomeriggio in particolare, successe qualcosa che non dimenticherò mai. Ero alla mia postazione a terminare uno degli ultimi progetti ancora da chiudere, quando vedo da lontano il mio datore di lavoro avvicinarsi. Giovanni è un omone di un metro e 85 circa, più o meno sulla cinquantina, capelli brizzolati e una barba molto folta, per quanto curata. Mi saluta da lontano, poi, con mia sorpresa, prende una sedia e si siede di fianco a me, che sono visibilmente imbarazzato da questa vicinanza a cui non sono affatto abituato. Ricordo, infatti, di aver parlato con il mio capo solo al colloquio di lavoro e in poche altre sporadiche occasioni in cui mi è capitato di incontrarlo al bar di fronte l’ufficio. Giovanni mi è sempre sembrato un uomo molto deciso, anche se alla mano, e molto forte per quanto non si può certo definire uno sportivo.

    Cerco di scacciare via l’imbarazzo intavolando una conversazione sul primo argomento che mi viene in mente: le vacanze: “Non sapevo fosse rimasto anche lei qui in ufficio, Giovanni, non è andato in vacanza con la sua famiglia?” Chiedo “Mah, mia moglie e le mie figlie sono alle Canarie da qualche settimana ma sai, quando si dirige un’ azienda è difficile ritagliarsi del tempo per le vacanze, tu invece come mai sei ancora qui?” - “Sto chiudendo questo progetto” Gli spiego “settimana prossima scendo con la mia ragazza in Calabria, l’anno prossimo ci sposeremo, voleva farmi conoscere i suoi genitori e dato che vivono sul mare ne abbiamo approfittato”.
    Mentre parlo, GGiovanni afferra la foto della mia ragazza che ho incorniciato sulla mia scrivania per sentirmi più “a casa”, scruta prima la foto e poi me, e poi, estemporaneo, esclama “Sembra proprio una bella porca, ti fa divertire?” rimango interdetto davanti a questo repentino cambio di tono, se avessi avuto davanti un altro uomo mi sarei incazzato, ma non so davvero cosa rispondere al mio capo “Come, scusi?” - “Evidentemente non abbastanza” continua lui, ignorando la mia domanda “Sai qui noi possiamo vedere tutti i siti che i nostri impiegati visitano, e volevo informarti che non sei pagato per guardare porno al lavoro” l’imbarazzo diventa panico, divento rosso all’istante e non so davvero come reagire, per fortuna ci pensa lui “anche se devo ammettere che hai dei bei gusti. Sopratutto quel video con quel frocetto che si faceva pisciare in bocca e scopare da quattro neri era molto interessante”. Sprofondo. Non posso credere che abbia scoperto il mio segreto, prego che nessun altro ne sia a conoscenza e cerco disperatamente un modo per uscirne, ma invano. E’ ancora Giovanni a prendere la parola, mentre appoggia la foto sulla scrivania. “Pensi che la tua ragazza vorrebbe ancora sposarti se scoprisse di questi tuoi gusti?” Il suo tono è ancora amichevole, ma capisco che mi sta minacciando. Sono completamente nel panico, cerco di abbozzare delle scuse, dico che non succederà più “Non basta scusarsi” mi interrompe lui, e mi accorgo che mentre blateravo si è tolto le scarpe e sta appoggiando i suoi piedi sulla mia scrivania. Sono dei piedi grossi, sarà almeno un 45 e molto larghi, e puzzolenti: in men che non si dica l'odore di quei piedoni si diffonde in tutta la stanza. Fa un cenno con gli occhi alle sue zampe e mi chiede “già sai cosa devi fare vero?” Sono sconvolto ma anche molto spaventato, se Sara dovesse scoprire che mi piace guardare porno omosessuali non mi parlerebbe più, per non parlare del rischio di perdere il lavoro. Mi sforzo di rispondere “Sì”, sottomesso e rassegnato, e faccio per avvicinarmi a lui, ma ecco che mi arriva la prima di molte sberle che mi darà nel corso di quella giornata “Sì, padrone! Così devi dire” - “Sì, padrone” -“Bravo, ora toglimi i calzini e leccami le piante finché non sarò soddisfatto”. Sono disgustato, vorrei urlare, scappare, ma non posso davvero correre questo rischio. Obbedisco. La mia lingua parte dai talloni e ripulisce quelle piante callose e larghe fino ad arrivare alle dita, che succhio con cura, sperando che, mostrandomi servile lui possa abbreviare questa tortura.
    Dal basso da cui sono guardo verso l’alto e vedo Giovanni armeggiare con la patta dei pantaloni “Oh mio Dio, cosa vuole fare adesso?” penso, mentre lui si è slacciato la cintura e i pantaloni e ne ha estratto un ***** di dimensioni ragguardevoli, largo e massiccio esattamente come larghi sono i suoi piedi, le sue mani e tutto il suo corpo. Inizia a menarselo mentre osserva me, completamente asservito ai suoi ordini.
    “Alzati” mi ordina “adesso servirai il mio ***** come hai servito i miei piedi”. Proprio ciò che temevo si sta avverando lasciandomi completamente impotente, non posso far altro che obbedire “Sì, padrone” borbotto, mentre faccio per avvicinarmi all’asta robusta, ben più grossa della mia, ma ecco che un’altra sberla colpisce il mio viso, lo guardo sbalordito, cosa ho sbagliato ora? “Non ti hanno insegnato a ringraziare quando qualcuno ti fa un favore?” Dice, poi mi afferra per la gola, e sputa la sua saliva vischiosa nella mia bocca schiusa per lo stupore e per effetto di quello schiaffone. Mi accingo a dire "Grazie padron.." ma ecco che prima che possa anche solo realizzare cosa sta succedendo il porco mi cinge la testa con le sue manone e mi costringe a ingoiare in un solo colpo tutto il suo grosso arnese. La mia gola non è mai stata così aperta come in questo momento, e Giovanni la usa sapientemente per il suo piacere, muovendomi la testa su e giù su tutta lunghezza del suo *****, mi tira per i capelli fino a raggiungere la cappella arrossata e poi giù fino a sentire i suoi *****i pieni sul mento, alternando schiaffoni a incitamenti tipo “brava *****a, prendilo tutto”, “fammi sentire la lingua, *****”, “Nemmeno mia moglie mi pompa con tutta questa passione”. Io non ho possibilità di scelta se non obbedire, il mio orario di lavoro è finito da un pezzo, ma mi ritrovo nel mio ufficio ad essere usato come oggetto sessuale da quel porco del mio capo.

    Dopo svariati minuti di stantuffamenti, che potrebbero essere state ore, Giovanni si alza in piedi senza far uscire il suo ***** dalla mia bocca e capisco che sta per sborrare dal modo in cui geme e a spinge sempre più forte. I suoi gemiti gradualmente diventano urla di piacere, rivolge la. testa in alto, al soffitto, e sento la sua cappella esplodermi 4-5-6 fiotti di sborra bollente direttamente nella trachea, non lasciandomi altra scelta se non quella di deglutire tutto il suo seme nel mio stomaco.
    Giovanni ora è calmo e immobile con il suo *****, ormai privo di nerbo, nella mia gola per almeno 30 lunghissimi secondi, costringendomi a rimanere in apnea per tutto il tempo. Tornato in sé, il mio datore di lavoro tira fuori l’arnese e struscia la cappella sulla mia faccia per pulire l’ultima goccia di sborra rimasta. Mi prende per la gola e mi fa alzare in piedi con la forza delle sue braccia, sussurrandomi all’orecchio “ora che vai a casa dai un bel bacio alla tua fidanzata così che possa apprezzare il sapore della mia sborra, e poi le dici che le tue vacanze sono annullate perché hai del lavoro di cui occuparti. Di questo ti devi occupare tu” Conclude stringendosi il pacco con le mani robuste. Si richiude la patta e fa per andare via, lasciandomi solo il tempo di dire, ancora stordito, un ultimo “Sì padrone”.
     
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    Grandeeee continua 😍😍
     
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    Molto bello, umilialo il più possibile, non avere pietà
     
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    Stupendo vai continua e aggiungi più piedi
     
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    Ottimo inizio. Continua
     
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    Bel racconto ! Complimenti
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Ottimo inizio con la giusta into azione sadomaso che piace a me. Se posso permettermi di darti un consiglio, stabilisci una routine di adorazio e dei piedi da parte del giova e impiegato e incrementa l'elemento di umiliazione e asservimento anche con l'impiego di strumenti di tortura come la frusta, per me un must in tutte situazioni di sottomissione che ho personalmente subito. Per favore continua! Complimenti!
     
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    Ma il seguito???
     
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    Wow! Continua! Voglio sapere il seguito: come lo soggiogherà il capo, ora divenuto padrone? Secondo me il capo cercherà di fare in modo di scoparsi la sua ragazza e di renderlo cornuto: lui guarda video di un certo tipo e quindi il capo sa che è predisposto ad essere uno zerbino inoltre lo tiene per le palle potendolo ricattare, i commenti sulla foto di lei e la raccomandazione di baciarla per farle sentire il sapore di sborra appena arrivato a casa promettono bene, secondo me cercherà di umiliarlo e sottometterlo completamente, scopandogli la donna e rendendolo oltre che suo schiavo un cuck! Ti prego continua... Inizio molto promettente(sarà perché mi piacerebbe essere cuck e sottomesso dal bull) e ben scritto... Non lasciarlo così... Va continuato! Complimenti.

    Edited by leccapiedipadovano1 - 6/8/2021, 14:33
     
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    Un vero peccato che tu non finisca questo racconto...l'inizio era veramente promettente, eccitante, ben strutturato e ben scritto.
     
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