Calciatori

Racconto di due ragazzi

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    Wow mamma mia che sadimiso a livelli veramente cattivi questi Padroni😱😱😍😍
     
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  2. arch
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    io spero il tipo inizi a ribellarsi e fare una strage alla "non violentate Jennifer" :emoji_6:
    orco can un minimo di rispetto... a sto punto deve addormentare marco col cloroformio, spogliarlo nudo e impalarlo con un bel palo lungo e duro su per il culo. così magari gli passa la voglia di torturare fino alla pre morte :emoji_15:
    cioè sto marco non è un dominatore, ma un pazzo criminale alla stregua di funny games e snuff movies... forse stai un pò esagerando...

    Edited by arch - 18/9/2019, 23:48
     
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    È raro scriva per esprimere un parere negativo sul lavoro altrui (che mi ricordi è successo solo una volta, per lo stesso motivo per cui sento di farlo ora). Ma, visto che l'inizio mi era pure piaciuto e l'ho commentato positivamente, adesso vorrei prenderne le distanze in modo netto e darti, se posso, un consiglio.

    Occhio a far galoppare la fantasia così tanto, perché esaltare personaggi il cui sogno è usare vetri rotti per ferire il prossimo o, peggio, fratturarne un arto a calci, non solo lo trovo fuori contesto ma anche pericoloso (per il messaggio che trasmette). Se qualcuno (estraneo a questo mondo) leggesse che osanniamo atteggiamenti del genere... ci prenderebbe per pazzi. A ragione, aggiungo.

    Violenze e vessazioni come quelle che hai descritto, secondo me, hanno poco a che fare col feticismo e la dominazione (dove l'uso della forza è controllato, scandito da regole precise e consensuale; e, soprattutto, l'incolumità dello slave è sacra); sono più caratteristici di disturbi al limite della sociopatia e nella vita vera, infatti, porterebbero alla denuncia penale, per chi li applica, e ferite profonde, in chi li subisce.

    Se proprio vuoi usarli in un racconto di fantasia, almeno prendine le distanze o descrivili per stigmatizzarli. La lotta a fenomeni di quel tipo può partire anche dalle parole, soprattutto di chi, come Master o slave, dovrebbe conoscere la differenza tra forza e violenza.

    Nulla di personale. 😉
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Pienamente d'accordo con te, Slaveforsneakers. Io, in quanto slave, amo anche su di me pratiche di dominazione anche forti (frusta per esempio una per tutte), ma, prima di accondiscendere, stabilisco sempre un buon rapporto col mio partner (Master) in modo da capire che tipo di persona sia, cioè se capace di sospendere il gioco (perché sempre di gioco si tratta) quando non ce la faccio più e la sottomissione accompagnata anche da tortura non è più consensuale. Finora ho trovato masters complici col mio desiderio di sottomissione pienamente appagati dal loro ruolo di dominatori ma sempre veri e propri signori ed anche amici una volta finita la sessione.
     
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    Vi ringrazio. Sia chi ha espresso critiche negative, che chi ha detto che gli piace molto. Però, e sia chiaro, prendete nota che:
    1 Si tratta di un racconto di fantasia e soggettivo. Racconta come la vive la vittima, non come è in realtà.
    2 Tutto quanto accade è consensuale. E tale rimane fino in fondo.
    3 Torture fino alla "premorte" è un'espressione che non ho usato io. Al momento che stava diventando pericoloso Marco è intervenuto e ha sospeso tutto.
    4 Fuori luogo è stato solo il salto sul piede, che appunto è stato criticato sia da chi l'ha subito, sia dal "padrone" principale (Marco).
    5 La complicità qui è molto alta, altrimenti non si arriverebbe a questi limiti (anche Mattia dice chiaramente che gli piace...).

    Poi nessuno dice di farlo sul serio...

    Ma, ripeto, è solo un racconto, che rispetta i principi del sicuro, sano e consensuale. Pur volendo portarsi al limite, insistendo molto sull'ultimo aspetto (consensuale).

    A mio parere sono molto più forti gli aspetti psicologici che quelli fisici, ma poi dipende forse da come si interpretano i testi.
     
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    Ho letto cose molto più forti, quindi non capisco le critiche che ho trovato eccessive, anzi l'ho trovato più bello degli altri, Davide e Simone sono stati anche meglio di Marco(tra l'altro Davide e Simone a me sono nomi molto cari da un punto di vista piedoso ma questa è un'altra storia.) Inoltre credo tu stia migliorando nella scrittura. Continua.
     
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    Calciatori 7 - Da Davide

    Devo dire la verità: la cattiveria di Davide e il fatto che mi ha detto che d'ora in poi non eravamo più amici mi ha fatto molto male, ma allo stesso tempo non mi sono mai eccitato così tanto. La sofferenza è stata enorme e mi sono sentito umiliato come non mai....

    Avrei fatto qualsiasi cosa per avere un po' di pietà da parte di Davide, ma arrivati a casa sua mi mostro un tirapugni di ferro e mi disse che se non avessi fatto tutto quello che voleva mi avrebbe riempito di lividi in tutto il corpo e me ne avrebbe fatto pentire. Io lo guardavo supplichevole e lui ci godeva, mai avrei pensato che potesse essere così duro e cattivo, oltre che veramente sadico.

    Cominciò ordinandomi di inginocchiarmi e di baciargli i piedi. Indossava scarpe rosse vans, stupende, con i calzini, sempre vans, grigi scuri di prima. Poi mi ordinò di leccargli le suole delle scarpe. Io lo supplicai di avere pietà, ma mi rispose con cattiveria e un sorriso sadico.
    Davide: Mattia, zitto e soffri, sei mio schiavo, non mio amico, devi star male e soffrire, ti voglio umiliare per la nullità che sei.
    Mattia: ti supplico, un po' di pietà...

    Davide ci godeva e divenne ancora più cattivo, mi disse che era stanco e andò a dormire, ordinandomi di seguirlo strisciando fino ai piedi del suo letto. Dovetti togliergli i calzini, annusarli e mettermeli in bocca, poi mi mise i piedi nudi in faccia. Odorosi e sporchi, ma molto belli, Davide era un ragazzo stupendo, specie quando sorrideva sadicamente guardandomi soffrire.

    Dovetti restare ai suoi piedi fino alle 3 di notte, quando si svegliò e mi mise le gambe attorno al collo, stringendo forte. Voleva farmi male... e ci riusciva. Stavo male.... soprattutto perché ero eccitato ma non potevo accettare di perdere la sua amicizia, e lui lo sapeva e insisteva a dirmi che ero solo il suo schiavo.

    Mi torturò per un paio di ore. poi si addormentò, ordinandomi però di restare in quella scomoda posizione, inginocchiato, con i calzini in bocca e la testa in mezzo alle sue gambe, che almeno non stringevano più.

    Piansi tutta la notte e quando Davide si svegliò, mi chiese come stavo. Gli dissi molto male e mi rispose, con il suo sorriso sadico, che ne era felice, che era proprio quello che voleva. Poi andò a fare colazione, ordinandomi di restare con il naso dentro le sue vans, che odoravano intensamente dei suoi piedi.

    Beh, fu molto cattivo, finché mi chiamò e mi disse di inginocchiarmi ai suoi piedi e che voleva parlarmi.
    Davide: Mattia, mi sono divertito a tormentarti e farti star male, ma voglio sapere se vuoi essere il mio schiavo o no.
    Mattia: Davide, sì, sei il mio padrone....
    Però avrei voluto dirgli di no, che volevo essere suo amico....
    Davide: bene Mattia, ora però parliamo un attimo. So che sono stato una vera carogna e ti assicuro che saprò essere ancora più bastardo, ma ti voglio comunque bene, ok?
    Mattia: anche io, sei il mio migliore amico, ti prego....
    Davide: ok, allora facciamo così, tu sei il mio schiavo quando lo voglio io, e quando lo decido io, non sei niente per me e per te, conto solo io, ok?

    Mi diede un calcio in faccia, molto forte, a sottolineare il suo ordine.

    Davide: se non ti va dimmelo, che ti spacco...
    Mattia: ti prego Davide... Davide: padrone, mi devi chiamare padrone... e mi diede un altro calcio, ancora più forte.

    Mattia: ti supplico mio padrone...
    Davide: bene, allora quando siamo amici ti voglio bene e siamo amici, ma quando voglio che sei mio schiavo, fai quello che voglio e soffri, anche in pubblico. E ti voglio umiliare davanti a tutti....

    Mattia: ti prego, non farlo, abbi pietà.
    Davide: lo farò, decido io, e accontentati che ti tengo come amico quando lo decido io.
    Mattia: grazie (piangendo, facendo ridere sadicamente Davide).

    Ero troppo succube di Davide, che ne approfittava, però ero felice che sarebbe stato mio amico.... e che mi voleva bene.
    Davide: io ti voglio bene, ma quando ti schiavizzo, ti faccio male e non ho pietà e decido io, solo io! Fai cento flessioni!

    Le feci, soffrendo molto ai suoi piedi....

    Il giorno dopo avevamo allenamento.....
     
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    Piccola introduziine alla cattiveria di Davide... non vedo l'ora di leggere cosa succeda.. quanto lo umigli e lo calpesti...
     
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    Calciatori 8 - L'allenamento

    Ad allenamento pioveva forte, perciò il nostro allenatore, che non era duro, cattivo e sadico come quello di Marco (quando mi mandavano ad allenarmi con i più grandi), ci disse che avremmo dovuto fare un po' di esercizi di condizione fisica e che poi avremmo potuto fare una partitella sul prato da parte al campo (che non potevamo utilizzare, per non rovinarlo). Il campo era molto fangoso e ci sporcammo moltissimo. Non successe nulla perché ero nella squadra di Davide e quindi non poté picchiarmi o farmi altro.... anzi, a dire la verità ero contento e giocai molto bene, realizzando i due gol che ci fecero vincere due a uno e prendendomi i complimenti di tutti (allenatore compreso), specialmente per il secondo gol (un tiro da 35 metri all'incrocio dei pali).

    Questi complimenti resero la situazione successiva ancora più umiliante: appena usciti dal campo, al momento di pulirci le scarpe prima di entrare in spogliatoio, Davide appoggiò il piede sul lavatoio e mi ordino di togliergli le scarpe e di pulirgliele. Tolto la prima scarpa, mi mise il piede sotto il naso, con il calzettone nero sporco, bagnato di acqua, fango e sudore. Tutti guardarono... alcuni ridevano, altri erano sorpresi, quasi shoccati.

    Poi nello spogliatoio mi ordinò di inginocchiarmi e di togliergli i calzettoni, tolto il secondo mi fece annusare anche il piede nudo. Poi andò a fare la doccia. In seguito dovetti asciugargli i piedi e mettergli i calzini, dei bei calzini neri di spugna. In seguito, dopo che si vestì, dovetti anche mettergli le scarpe.

    I compagni, o meglio, molti di loro ridevano di gusto. Io mi sentivo umiliato. Un mio amico intervenne per aiutarmi e disse: Davide, ma che diavolo stai facendo? Come ti permetti? E tu, Mattia, che ti salta in mente di ubbidirgli? Un altro mio compagno: Dai Davide, piantala. Altri però lo incitavano o ridevano....

    Davide li ignorò e mi ordinò di fare la stessa cosa. Al momento di uscire dovetti portargli la borsa. E Davide rispose ai miei compagni dicendo: ha perso una scommessa e deve pagare la penitenza. Alcuni risero di gusto, mostrando una cattiveria che mi sorprese. In ogni caso Davide con quella spiegazione evitò di doversi giustificare e salvò anche la mia dignità verso la squadra, pur non risparmiandomi in seguito diversi sfotto.

    In situazioni normali sarai stato eccitatissimo di subire quello che mi ha fatto subire, ma in quel momento provavo un'umiliazione ed emozioni troppo forti e avevo voglia di andarmene il prima possibile. Usciti, accompagnai Davide a casa e poi andai a casa mia. Davide mi salutò dicendomi che dovevo ringraziarlo per non aver detto a tutti che ero suo schiavo e che lo avrebbe fatto anche a scuola. Si eccitò vedendo quanto la cosa mi faceva soffrire, e ancora di più, quando mi scese una lacrima. Io non dissi nulla, se non grazie e una supplica di avere pietà e di non farlo. Lui rise.

    Il giorno dopo avrei dovuto passare la mattina da Davide e il pomeriggio da Marco....
     
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    La storia mi eccita molto, è bella e soprattutto come piace a me. Solo che dovresti scrivere più spesso
     
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    Continua per favore😍😍
     
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    Calciatori 9 - La mattinata da Davide

    Arrivai a casa sua molto presto e appena entrato mi venne incontro con un sorriso gentile, pensavo si fosse reso conto di aver esagerato e che volesse in qualche modo esprimermi la sua amicizia, invece appena mi raggiunse mi diede uno schiaffo fortissimo in faccia. E poi subito dopo un secondo, con tutta la cattiveria possibile. Il sorriso gentile divenne un sorriso sadico, pieno di godimento nel vedere la mia reazione sorpresa e la mia sofferenza. Davide: mettiti subito in ginocchio e baciami i piedi. Indossava delle scarpe bianche, leggermente sporche. Poi dovetti togliergliele, mi disse con delicatezza. Mi mise subito la punta del piede sotto il naso ordinandomi di annusare. Io mi ritrassi leggermente e allora mi colpì forte con un calcio in faccia, ma con il piede che aveva ancora la scarpa, con l'intenzione deliberata di farmi soffrire il più possibile.

    Toltagli anche la seconda scarpa, mi fece sdraiare, prese una sedia e si sedette, mettendomi le piante dei due piedi, con i bei calzini neri di spugna, sudaticci e odorosi, in faccia. Dovetti annusarglieli e me li strusciava in faccia godendo della mia umiliazione, che durò almeno mezzora. Poi mi ordinò di aprire la bocca, dicendomi: "Questa volta non c'è Marco a salvarti, adesso soffrirai come non hai mai sofferto."

    Inizio ad infilarmi la punta del piede destro in bocca, lentamente, sempre più giù. Davide: succhia e leccami il piede. Devi sentire il sapore del calzino sudato. Io mi sentivo umiliato e la cosa mi eccitava, più ero umiliato, più Davide mostrava un sadico godimento e più io provavo piacere e umiliazione, soffrendo e godendo allo stesso tempo. Poi Davide: "Adesso inizia la tortura..." e inizio a spingere il piede sempre più in profondità. Ero terrorizzato, l'altra volta mi aveva fatto passare l'inferno... Mi prese le mani per tenermi a sé e spinse fino a farmi finire tutto il piede in bocca. Non respiravo più, era un'umiliazione tremenda, ma anche una vera e propria tortura sadica. Avevo gli occhi che mi uscivano dalle orbite, con delle lacrime sempre più grandi ed una faccia che mostrava tutta la mia sofferenza. Più Davide vedeva che stavo male e più ci godeva, era un vero sadico... e pur vedendo quanto soffrivo, pur non riuscendo più a spingere dentro il piede, continuava a spingere, con cattiveria, senza nessuna pietà.

    Quando capì che stavo per svenire, ritrasse leggermente il piede, ma veramente solo quel tanto che bastava a farmi respirare con immensa fatica e solo quel minimo necessario a non svenire. Davide: "non è pietà, è che voglio prolungare la tortura il più possibile. Ti voglio umiliare, schiavo."

    Passarono alcuni minuti e giunsi ad uno stato di semiincoscienza. Allora Davide ritrasse il piede. Scoppiai in un pianto dirotto e accompagnato da lamenti tremendi, ciò che lo fece divertire ancora di più. Davide: "Prendi il secchio, che mi sporchi tutto...". Infatti stavo vomitando l'anima, non ce la facevo più, mi sembrava essere stato vittima di un sadismo indicibile. Al che Davide fece una cosa che mi sorprese. Mi ordinò di alzarmi e mi abbracciò, tenendomi la testa tra le sue mani e accarezzandomela dolcemente, quasi a volermi consolare. Capì ben presto che altro non era che il suo desiderio sadico di sentirsi dire quanto mi aveva fatto soffrire e quanto era cattivo. Mattia: "Ti prego non essere più così cattivo"... Davide, poi, mi disse, mutando il sorriso e tornando sadico; Davide: "Più mi supplichi, più mi dici che stai soffrendo o che hai sofferto e più io ci godo, ma veramente tanto... soffri!"..."sìii, piangi... lamentati!"

    Non ce la facevo più a sopportare questa cattiveria, non fosse per il godimento e l'eccitazione che mi procurava... ma era solo l'inizio. Davide, tornando finto buono: "Dati Matti, hai sofferto abbastanza, ora ti voglio fare un regalo, così, capisci quanto ti voglio bene." Mi aveva illuso ed era quello che voleva... mi porse un pacco con un sorriso gentile, che diventò sadico quando aprìi il pacco. Davide: "Ti piace? È una frusta. La voglio provare subito. Ti farò molto male!" Io: " Noo, ti prego, abbi pietà, ti supplico. È troppo". Dimentico sempre che più ti vede soffrire o più lo supplichi, più ci gode e si incattivisce, incrudelendo con un sadismo inimmaginabile...

    Mi ordinò di spogliarmi, con solo calzini e mutande, e di mettermi in piedi con la faccia verso il muro; mi disse: "Adesso ti do 10 frustate nella schiena; tu non devi emettere un lamento o ti disfo. Non mi importa se soffri! Men che meno puoi cadere a terra!". E mi diede la prima frustata, con una violenza impressionante, che mi lacerò la carne della schiena. Era una vera e propria flagellazione, che mi stava infliggendo sadicamente il mio migliore amico, senza curarsi delle mie suppliche, che avrebbero impietosito chiunque. Davide: "Cavoli, che segno, sanguini già" e mi diede la seconda e la terza frustata con tutta la forza che avevo. Sentivo la mia carne aprirsi e brandelli schizzare via. Naturalmente urlai e piansi... Davide: "Ti ho detto di non lamentarti o lo sai che divento più cattivo" e infatti la quarta, la quinta e la sesta frustata date consecutivamente furono ancora peggiori delle precedenti... caddi a terra. Davide mi prese violentemente per i capelli e mi tirò su... Davide: "Ma mi vuoi ubbidire o no?". Mi tremavano le gambe, non mi reggevano proprio, così Davide, per quanto possibile ancora più cattivo, accelerò e mi diede la settima e l'ottava frustata in rapidissima successione, per poi fermarsi a guardare il risultato e tenendomi ancora in piedi per i capelli. Volle venire a guardare l'espressione del mio viso e ne sorrise compiaciuto. Poi mi diede la nona e la decima frustata, io mi gettai in ginocchio e gli presi il piede destro con le braccia chinandomi con la faccia a baciarglielo e a supplicarlo di non torturarmi più. Lui si godette la scena e poi mi scalcio via, per poi colpirmi ancora con due frustate mentre ero a terra. Davide: "Queste sono per punirti per non avermi ubbidito". Mattia: "Basta Davide, ti prego, non puoi..."....

    Davide: "Hai la schiena maciullata. Ora ti devo disinfettare, altrimenti rischi un'infezione. Ho preso questo disinfettante che brucia...". Soffrì le pene dell'inferno e svenni. Quando mi svegliai cominciai a piangere e Davide mi mise un calzettone di quelli usati ad allenamento ieri in bocca. Davide: "Così la smetti di piagnucolare". Era cattivo, un sadico senza cuore.

    Ci misi parecchio a riprendermi e al momento di andarmene (io dovevo andare da Marco... lui aveva degli impegni), non mi disse nulla, solo un sorriso sadico. Io: "Ma non hai proprio un po' di pena, di compassione?". Lui rise sadico, facendomi capire che se non lo avessi ringraziato, mi avrebbe fatto ancora male. Io lo ringraziai e me ne andai, dolorante e con molta paura... Marco non avrebbe voluto essere da meno di Davide...
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Decisamente forte, forse troppo. Anche se la frusta è un elemento necessario per me nel rapporto master-slave, non accetterei mai di esssere frustato a sangue, né lo farei a mia volta.
     
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    CITAZIONE (luridoleccapiedi @ 21/12/2019, 09:18) 
    Decisamente forte, forse troppo. Anche se la frusta è un elemento necessario per me nel rapporto master-slave, non accetterei mai di esssere frustato a sangue, né lo farei a mia volta.

    Sicuramente da applicare nella vita reale è una pazzia. Ma, l'ho detto e lo ripeterò all'infinito, sinché si tratta di fantasia ci si può spingere ovunque senza che nessuno si faccia male. Per questo non c'è nessun problema
     
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    Non mi sogno nemmeno di fare o subire cose del genere! Ma, a parte questo, alla fine Mattia se ne va via sulle sue gambe... non mi sembra che sia stato ucciso, semplicemente è stato sottoposto ad un trattamento duro, inflitto con cattiveria e sadismo... in modo da umiliare. Boh...
     
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