Calciatori

Racconto di due ragazzi

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    Personalmente mi piacerebbe vederlo più bastardo... che gli fa leccare i piedi sudati, che gli fa mangiare dai suoi piedi e magari anche che lo calpesta scalzo e coi tacchetti, magari anche tra le gambe
     
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    CITAZIONE (MatteoBoy1983 @ 12/8/2019, 01:08) 
    Ciao Iwkitn e Troiaincalore89,
    grazie mille dei complimenti. Sicuramente continuerò. Ma che vorreste voi? Più cattiverie o più dolcezze (finte)?
    Grazie per gli apprezzamenti!!!

    Cattiveria
     
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    SCHIAVO LECCAPIEDI

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    Stai andando benissimo. Dal mio punto di vista di schiavo leccapiedi, nel continuare il racconto, mi piacerebbe che tu marcassi ancora di più il tratto sadico del protagonista: lui è un vero master e quindi ha diritto di essere servito in ogni modo dal suo schiavo, non solo come leccapiedi ma anche sessulamente. Inoltre mi aspetto severe puniziomi (a me intriga molto la frusta) sullo schiavo tanto per rimarcare il suo stato di inferiorità e far crescere la sua dipendenza psicologica dal master, già evidente dal fatto che, per quanto maltrattato, egli si eccita: quindi mi piacerebbe che anche il suo apparato genitale contribuisse a servire il suo padrone. Queste le mie riflessioni: comunque il racconto è tuo e procedi come a te più aggrada. I miei complimenti di nuovo per la buona scrittura e l'intelligente ideazione.
     
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    Beh... grazie. Qualche idea ce l'ho già e la frusta vi rientra.... Invece il rapporto tra i due è compatibile con quanto indichi (luridoleccapiedi), ma come hai visto leggermente differente.
     
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    Complimenti per il racconto, anche da parte mia! 😊

    A differenza di altri, trovo che la sua forza stia nella tua capacità di bilanciare sadismo e dolcezza: non perdere questa dote! Casomai, se posso darti un consiglio, estremizza entrambe le cose: rendi vero l'affetto e crudele il sadismo. Il calpestamento (del corpo, del cibo da far mangiare, magari anche di qualche oggetto caro allo slave) sarebbe il top.

    Bravissimo, comunque! Spero di leggere presto il seguito.
     
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    Calciatori 4 - Sempre più cattivo

    Passarono alcuni giorni e Marco era sempre più cattivo con me, provava sempre meno compassione e godeva ad umiliarmi e ad infliggermi dolore. Io mi eccitavo al solo vederlo, soprattutto i suoi bellissimi piedi. Un giorno rimasi ancora da lui a dormire e quella sera compresi cosa significava veramente essere cattivi. Marco si avvicina a me e senza dire niente mi infila la mano destra nei jeans, iniziando a massaggiarmi sulle mutande. Mi guardava negli occhi da cattivo, in sé non mi faceva male o comunque poco e mi eccitava molto, però il suo sguardo mi faceva paura. Infatti poco dopo entrò con la mano anche dentro le mie mutande e prese iniziò a stritolare i miei testicoli. Fortissimo. A volte stringeva più forte, poi rilasciava un po' (ma sempre tenendo una presa estremamente dolorosa). Mi guardava, con le lacrime agli occhi, e mi sorrideva sadicamente e soddisfatto.

    Io stavo male, ci soffrivo sia fisicamente, che mentalmente ... come poteva essere così sadico e cattivo... non diceva niente, semplicemente mi torturava e godeva a vedermi contorcere dal dolore. Non so quanto è durata questa tortura, però alla fine crollai in terra, contorcendomi, mettendomi in posizione fetale. Non riuscivo a respirare, mi veniva da vomitare. Marco fu di una durezza incredibile, mi allungo un catino dicendomi di non sporcargli casa e si sedette sul divano a godersi la mia agonia. Ci misi almeno un paio di ore a riprendermi un po' e lui non ebbe nemmeno per un attimo l'idea di aiutarmi ... Ero sconvolto dalla sua cattiveria e dal dolore tremendo che provavo.

    Quando mi ripresi mi disse di avvicinarsi a lui e andai a sedermi sul divano, ma con cattiveria mi ordinò di inginocchiarmi ai suoi piedi e di leccargli le scarpe. Lo guardai supplichevole e mi disse che oggi non avrebbe avuto pietà e mi avrebbe fatto soffrire le pene dell'inferno. Io gli adorai i piedi implorandolo e supplicandolo di avere pietà. Dopo un po' mi ordinò di alzarmi e mi disse, cattivo, che non avrebbe avuto pietà e che non gliene fregava niente se stavo male, oggi voleva godere e farmi male, molto male.

    Mi è scappato, appena percettibile, un "che bastardo". Non lo avessi mai detto. Si è alzato, si è avvicinato a me e mi ha preso per le orecchie, sollevandomi da terra. Un dolore atroce. Poi mi diede un altra stretta alle palle, molto forte, tale da farmi nuovamente rantolare e vomitare. Quando mi ripresi mi ordinò di togliergli le scarpe e mi mise i piedi in faccia, sempre con i calzini bianchi della Puma, che ormai puzzavano da morire.

    Marco: Toglimi i calzini e annusali in tutte le loro parti. Muoviti!
    Ero contento che non mi torturava più, ma era comunque duro e cattivo nel dare gli ordini.
    Mattia: Marco, ti prego, sei troppo cattivo....
    Marco: ora ti infili i calzini in bocca e li tieni in bocca tutta la notte. Andiamo a dormire.

    Marco si sdraia sul letto a pancia in giù, allungando le gambe e i piedi, in modo che le due piante dei piedi restassero fuori dal piumone. Stavo per andare nel mio letto, che...
    Marco: No Mattia, tu no, tu ti inginocchi ai piedi del mio letto e metti la tua bella faccia contro le piante dei miei piedi. E resterai così, con i calzini in bocca e la tua faccia contro i miei piedi, tutta la notte.

    Fu una notte di sofferenza. Al mattino mi diede poi il permesso di togliermi i calzini dalla bocca, ma prima mi disse.
    Marco: Senti Mattia, mi devi chiedere scusa.
    Io non capivo, con tutto quello che mi aveva fatto voleva che mi scusassi io con lui....
    Mattia: Marco, non capisco, sei stato disumano con me e non capisco di cosa dovrei scusarmi....
    Marco: Ieri, mi hai dato del bastardo, non posso accettare che mi insulti. Non importa cosa ti ho fatto, ma adesso ti scusi o ti rompo sul serio e poi ti caccio.
    Io tenevo molto a Marco, quindi spiegatomi il motivo, mi inginocchiai e dissi: Marco, ti prego, scusami, non volevo offenderti e, mentre lo dicevo, gli baciavo i piedi. Ti prego Marco, perdonami, stavo soffrendo troppo e non so cosa mi è preso.

    Marco ci pensa e dice, sempre con una cattiveria e durezza maggiore del solito: Facciamo così, dovrai dimostrare che tieni a me o altrimenti non ti perdono e quindi chiudiamo qua la nostra amicizia. Va bene?
    Io acconsentii e Marco: Allora dovrai tenere questo sassolino dentro il tuo calzino tutto il giorno, in modo che quando cammini ti tormenti il piede sotto. Anche durante l'allenamento di questa sera.

    Io trovavo questa cosa una vera porcheria, una cattiveria inutile e sadica, ma non potevo fare altro che accettare. Passai la mattina in casa, cercando di camminare il meno possibile e di non appoggiare il piede sopra il sasso. Finché verso le due del pomeriggio Marco mi disse che voleva che andassimo a fare una passeggiata. Mi fece camminare così per oltre due ore, non provando mai la minima compassione malgrado i miei sguardi supplichevoli e anzi, godendo quando vedeva che mi facevo male.

    Rientrati fu cattivissimo. Si sedette sul divano e....
    Marco: Mattia, vammi a prendere una Coca Cola, grazie (con un sorriso sadico).
    Io ci andai e quando tornai.
    Marco: Mattia, per favore (con finta gentilezza), mettici anche del ghiaccio.
    Lo fece e ... Marco: scusami, so che ti fa male camminare, ma vorrei anche del limone...
    Io tornai in cucina, mi veniva da piangere, sia per il dolore, ma soprattutto per quanto fosse cattivo Marco con me. Era veramente sadico, ci godeva e non lo nascondeva.
    Non finì così, dovetti ancora andare in cucina per prendergli una cannuccia.
    Poi Marco: senti, sei stato troppo lento e ho cambiato idea, voglio un bicchiere di acqua.
    E anche in questo caso dovetti tornare in cucina due o tre volte.....

    Andammo quindi ad allenarci. Fu un allenamento duro, con tanta corsa, scatti e altri esercizi che mi distrussero fisicamente (anche perché non avevo dormito) ma, soprattutto, che mi provocarono sofferenze atroci al piede. Per fortuna che nella partitella fui messo in squadra con Marco e i suoi due amici più sadici, così non dovetti subire interventi troppo cattivi (qualcuno sì, perché comunque l'allenatore voleva sempre la massima aggressività e durezza nei contrasti).

    Poi l'allenatore mi ha ordinato di fermarmi e Marco rimase a guardare cosa mi avrebbe detto.

    Allenatore: Mattia, so che per te allenarti con due squadre può essere duro e capisco anche che sei più giovane e quindi non posso pretendere gli stessi risultati degli altri, però ti ho detto che un certo livello lo pretendo anche da te. Oggi proprio non ci siamo e quindi, come per tutti, c'è una punizione.
    Mattia: Mi scusi mister, ma io ero stanco....
    Allenatore: Capisco, però non basta ad evitarti la punizione. Devi sederti al muro per 3 minuti. Poi potrai andare a fare la doccia.

    Sono stati 3 minuti dolorosissimi, quasi mi hanno fatto apprezzare i "supplementi" che mi aveva fatto Marco, perché dopo quell'allenamento e con il piede a pezzi... sono stati una tortura, che però sono riuscito a sopportare bene. Naturalmente Marco da lontano guardava e rideva.....

    Rientrammo negli spogliatoi che tutti gli altri erano già andati e Marco mi disse di togliermi la scarpa, che voleva vedere. Avevo tenuto il calzino bianco di cotone con dentro il sassolino sotto il calzettone, bianco pure quello... tolta la scarpa vidi che c'era una grossa macchia rossa scura sotto il calzettone. Sperai tanto che Marco si impietosisse, invece....

    Marco: Chissà quanto ti farà male. Adesso ti togli il calzettone e metti un sacco di plastica attorno al calzino, per fare la doccia. Lo devi tenere per un giorno intero....
    Mattia: Non provi proprio minimamente pena o pietà per me?
    Marco, ridendo: No, lo sai che ci godo solo di più se dici così....

    Tornammo a casa, cenammo e poi Marco mi disse.
    Marco: Mattia, ti voglio fare ancora una cattiveria. 3 Minuti di punizione sono stati veramente troppo pochi, l'allenatore con te è troppo buono. Ora ne fai altri 5 e gli ultimi 30 secondi con me seduto sopra.
    Mattia: Ti supplico Marco.
    Marco: Muoviti.

    Furono 5 minuti di pura sofferenza, soprattutto gli ultimi 30 secondi al termine dei quali mi cedettero le gambe e finii a terra. Per la massima soddisfazione di Marco, che era riuscito a farmi soffrire e ad umiliarmi in un colpo solo....

    Fortuna che anche Marco era stanco e andammo a dormire....

    Al mattino mi fede togliere il calzino. Il sassolino si era ormai conficcato in mezzo al mio piede e Marco me lo tolse con una pinzetta senza preoccuparsi di non farmi male.... poi mi disinfetto, pulendolo dal sangue il piede, perché voleva vedere i danni. Vi erano infatti molte ferite, alcune piccole, altre piuttosto grandi e più o meno profonde. Marco fu contento della punizione e del risultato.

    Io speravo che mi dicesse qualcosa di carino, invece ....

    Marco: Un'ultima cosa e ti perdono. Devi rimanere 30 minuti inginocchiato là (indicando un angolo dove aveva messo in terra dei ceci, per provocare dolore alle mie ginocchia).

    Questa fu l'ultima punizione legata a quanto capitato il giorno prima, ma ce ne furono comunque altre ancora....
     
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    Complimenti... un ottimo aumento di cattiveria.... mi è piaciuto un sacco quando gli strizzava le pal,e guardandolo sadicamente...
    Continua così..
     
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    molto bella questa cattiveria...
     
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    Capitolo stupendo! Il paradossale di Mattia che deve chiedere scusa e mostrare la sua fiducia, soffrendo e ferendosi volontariamente; è stata davvero una bella scelta! Un'ottima storia che promette davvero bene! Attendo con ansia il prossimo capitolo!
     
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    Calciatori 5 - Sadismo assurdo

    Bene. Purtroppo Marco è diventato sempre più cattivo. Non vi dico le cattiverie quotidiane, solo che ieri sera è stato veramente molto cattivo e sadico. Eravamo d'accordo che andavo a dormire da lui per una serata tranquilla a guardarci qualche film, invece appena entrato in casa sua, mi disse:
    Marco: Mattia, oggi voglio farti veramente male. Per prima cosa vedrai quanto posso farti soffrire con due dita. Siediti alla mia destra.
    Marco era sul suo bel divano... io lo guardai implorandolo di avere pietà, ma questo lo fece solo godere di più. Una volta seduto mi disse di slacciarmi la cintura e il bottone dei jeans. Poi mi mise una mano dentro i le mutande e fu molto dolce, mi accarezzo delicatamente e mi fece eccitare, per poi di colpo prendermi un testicolo tra il pollice e l'indice e stritolarlo con tutta la forza che poteva, quasi a fargli male le dita. Urlai e scoppiai a piangere in maniera che avrebbe suscitato compassione a chiunque, ma Marco, sadico, prese l'altro testicolo e fece la stessa cosa. Se possibile ancora più forte.

    Fu tremendo, finii a terra, in posizione fetale, piangendo come un bambino, .... non riuscivo a respirare, rantolavo e mi veniva da vomitare, mentre lui mi guardava sadico godendo di ogni mio segno di sofferenza. Mi mise un piede sulla faccia, ordinandomi di leccare. Aveva dei calzini di spugna neri sudati e molto odorosi... mi sentivo umiliato, ma soffrivo troppo per farci caso. Lui invece ne godeva

    Ci misi un paio di ore a riprendermi, ore in cui lui godette ad umiliarmi e mettermi il piede in faccia. Alla fine, quando mi ripresi, gli dissi.
    Mattia: Ti prego Marco, un po' di pietà.
    Lui, invece, fu di una crudeltà e di una bastardaggine assurda. Prese la bottiglia di vetro che aveca sul tavolo e la scagliò a terra e poi disse che era colpa mia se si era rotta.

    Mi scuso, ti prego, ma basta, ti supplico, abbi pietà.

    Marco, ridendo di gusto.... vedendo che cercavo di pulire i vetri, mi disse:
    Marco: ora mica penserai di cavartela così! Devi inginocchiarti sui vetri, voglio che soffri per quello che hai fatto.

    Vi giuro che non ho mai sofferto così tanto, lo guardavo e imploravo, non so se soffrivo di più per i vetri che mi ferivano le ginocchia o per la cattiveria e spietatezza di Marco, però passai la mezzora peggiore della mia vita. Solo dopo avermi distrutto infatti, Marco mi fece alzare. Ma la tortura non era finita: prese la pizetta e mi tolse tutti i pezzetti di vetro conficcati nelle mie ginocchia, non senza muoverli nella mia carne per infliggermi ulteriore sofferenza. Gli chiesi perché mi faceva stare così male e mi rispose che si divertiva a vedermi soffrire e godeva nell'infliggermi sempre più dolore e sofferenza. E che comunque me lo meritivo!

    Fu atroce. Poi prese un disinfettante, uno di quelli che brucia molto, e me lo rovesciò sulle ferite. Non ricordo più nulla, poiché svenni dal dolore. Mi svegliai coni suoi calzini in bocca...

    Volevo solo un po' di pietà e di affetto o almeno di amicizia, ma fu solo cattivo e sadico come non mai!

    Edited by MatteoBoy1983 - 18/9/2019, 14:40
     
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    CITAZIONE (MatteoBoy1983 @ 13/9/2019, 03:52) 
    Calciatori5 - Sadismo assurdo

    Bene. Purtroppo Marco è diventato sempre più cattivo. Non vi dico le cattiverie quotidiane, solo che ieri sera è stato veramente molto cattivo e sadico. Eravamo d'accordo che andavo a dormire da lui per una serata tranquilla a guardarci qualche film, invece appena entrato in casa sua, mi disse:
    Marco: Mattia, oggi voglio farti veramente male. Per prima cosa vedrai quanto posso farti soffrire con due dita. Siediti alla mia destra.
    Marco era sul suo bel divano... io lo guardai implorandolo di avere pietà, ma questo lo fece solo godere di più. Una volta seduto mi disse di slacciarmi la cintura e il bottone dei jeans. Poi mi mise una mano dentro i le mutande e fu molto dolce, mi accarezzo delicatamente e mi fece eccitare, per poi di colpo prendermi un testicolo tra il pollice e l'indice e stritolarlo con tutta la forza che poteva, quasi a fargli male le dita. Urlai e scoppiai a piangere in maniera che avrebbe suscitato compassione a chiunque, ma Marco, sadico, prese l'altro testicolo e fece la stessa cosa. Se possibile ancora più forte.

    Fu tremendo, finii a terra, in posizione fetale, piangendo come un bambino, .... non riuscivo a respirare, rantolavo e mi veniva da vomitare, mentre lui mi guardava sadico godendo di ogni mio segno di sofferenza. Mi mise un piede sulla faccia, ordinandomi di leccare. Aveva dei calzini di spugna neri sudati e molto odorosi... mi sentivo umiliato, ma soffrivo troppo per farci caso. Lui invece ne godeva

    Ci misi un paio di ore a riprendermi, ore in cui lui godette ad umiliarmi e mettermi il piede in faccia. Alla fine, quando mi ripresi, gli dissi.
    Mattia: Ti prego Marco, un po' di pietà.
    Lui, invece, fu di una crudeltà e di una bastardaggine assurda. Prese la bottiglia di vetro che aveca sul tavolo e la scagliò a terra e poi disse che era colpa mia se si era rotta.

    Mi scuso, ti prego, ma basta, ti supplico, abbi pietà.

    Marco, ridendo di gusto.... vedendo che cercavo di pulire i vetri, mi disse:
    Marco: ora mica penserai di cavartela così! Devi inginocchiarti sui vetri, voglio che soffri per quello che hai fatto.

    Vi giuro che non ho mai sofferto così tanto, lo guardavo e imploravo, non so se soffrivo di più per i vetri che mi ferivano le ginocchia o per la cattiveria e spietatezza di Marco, però passai la mezzora peggiore della mia vita. Solo dopo avermi distrutto infatti, Marco mi fece alzare. Ma la tortura non era finita: prese la pizetta e mi tolse tutti i pezzetti di vetro conficcati nelle mie ginocchia, non senza muoverli nella mia carne per infliggermi ulteriore sofferenza. Gli chiesi perché mi faceva stare così male e mi rispose che si divertiva a vedermi soffrire e godeva nell'infliggermi sempre più dolore e sofferenza. E che comunque me lo meritivo!

    Fu atroce. Poi prese un disinfettante, uno di quelli che brucia molto, e me lo rovesciò sulle ferite. Non ricordo più nulla, poiché svenni dal dolore. Mi svegliai coni suoi calzini in bocca...

    Volevo solo un po' di pietà e di affetto o almeno di amicizia, ma fu solo cattivo e sadico come non mai!

    fossi stato in Mattia, io Marco l'avrei denunciato seduta stante :emoji_18: :emoji_6:
     
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    Azz sadico a livelli assurdi😱😱😱
     
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    Sempre più bastardo questo Marco... la parte dei vetri non mi è piaciuta molto ma la prima parte in cui gli schiaccia i testicoli la ho adorata...
    Son certo che a Marco piacerebbe torturare Mattia a calci e coi tacchetti da calcio...
     
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    Calciatori 6 - Simone e Davide

    Un pomeriggio festivo ero da Marco, che mi disse che mi avrebbe fatto "conoscere" due amici. Si trattava di Simone, di un anno più grande di me e che giocava nella squadra di Marco e di Davide, che in realtà conoscevo molto bene. Posso dire che era il mio migliore amico, scuole insieme sin dall'asilo e compagni di squadra. Simone era sadico almeno quanto Marco e lo avevo notato da quanto gli piaceva infliggere dolore agli avversari e anche ai compagni in allenamento. Davide invece... credevo fosse un bravo ragazzo, anche se a pensarci dopo ogni tanto faceva delle cattiverie gratuite in campo... ma raramente e non ci facevo caso.

    Il primo ad arrivare fu Simone, entro con un sorriso a bocca aperta che non lasciava presagire niente di buono. Si sedette sul divano di fianco alla mia sinistra, mentre Marco sedeva dall'altra parte. Chiese a Marco se davvero poteva farmi quello che voleva e Marco gli rispose di sì. Mi mise subito un piede sulle gambe, indossava jeans scusi, calzini neri e scarpe Vans nere. Mi ordinò da cattivo di baciargli il piede e poi di leccargli la suola. Marco rideva divertito e a me dopo un po' venne una lacrima agli occhi. Simone provo enorme soddisfazione a vedere che le sue umiliazioni mi facevano soffrire e tolse il piede. Mi chiese come stavo e mi disse di riprendermi. Fu quasi dolce, ma la sua espressione nascondeva male il reale sadismo che provava.

    Quando mi ripresi mi disse:
    Simone: vai a prendermi le scarpe da calcio, inginocchiati e toglimi le scarpe.
    Poi, prima di farsi mettere le scarpe da calcio, mi fece annusare i suoi piedi con i calzini neri. Odoravano molto. Dovetti anche annusare l'interno delle sue Vans e delle sue scarpe da calcio.
    Una volta che gli ho messo le scarpe da calcio mi ordinò di togliermi le scarpe, i pantaloni e i calzini. E mi mettermi in piedi davanti a lui. Si avvicinò a me e mi abbraccio, dicendomi che adesso mi avrebbe fatto piangere.

    Gli piaceva sentire la mia paura e guardare il mio sguardo supplichevole. Poi, sempre tenendomi abbracciato, mi salì sui piedi con i tacchetti da calcio. Faceva molto male e glielo dissi, supplicandolo di scendere. Mi disse che dovevo chiedergli di avere pietà.
    Mattia: Ti prego Simone, mi fa male, ti supplico, scendi, abbi pietà.
    Simone, nel frattempo si era messo a muovere i suoi piedi sui miei, aumentando il dolore con i suoi tacchetti. Godeva nell'infliggermi dolore e nel vedermi soffrire, ma soprattutto gli piaceva costringermi ad umiliarmi a supplicarlo. Scese quindi dai miei piedi e mi lascio giusto il tempo di riprendermi. Poi salì nuovamente e, mi disse:
    Simone: questa volta voglio vederti piangere. Lo disse con un sadismo che raramente Marco aveva raggiunto.
    Quando vide che avevo le lacrime agli occhi (a me piaceva resistere, sia nel non piangere, che nell'implorare), scese nuovamente.

    Mi disse:
    Simone: mi piace molto costringere a supplicare e far piangere. Godo troppo nel momento che ti faccio piangere o che ti umili.

    La cosa si ripetè due o tre volte, poi mi lascio più tempo per riprendermi e mi disse:
    Simone: Ora ti darò io un motivo di piangere.
    Fece un salto, saltò il più in alto possibile, per atterrarmi sul piede destro con tutto il suo peso su un piede solo con i tacchetti. Caddì a terra urlante di dolore e scoppiai a piangere sul serio, implorando di avere pietà.
    Mattia: ahia, perché, è troppo, me lo hai rotto....

    Simone godette visibilmente, mentre Marco, pur eccitandosi si preoccupò non poco. Dopo una ventina di minuti il dolore divenne sopportabile e chiesi:
    Mattia: Simone, potevi spaccarmi il piede....

    Simone, ridendo: Beh, è quello che speravo, cosa credi? Volevo proprio farti male.

    Marco: Simo, non esagerare però... per ora può bastare.

    Potei quindi rivestirmi e sedermi da parte a Marco, mentre Simone si era spostato per godersi meglio la mia sofferenza ed ora era seduto di fronte a me. A quel punto entrò Davide... per me fu una sorpresa, infatti anche se ve ne ho già parlato all'inizio, io non sapevo chi sarebbe arrivato. Ero felice e lo salutai come si saluta un caro amico, ma lui rispose molto freddo:
    Davide: Mattia, se avessi saputo che eri masochista, mi sarei divertito con te in questi anni. Aveva un sorriso cattivo, sadico, che non gli avevo mai visto in tutti questi anni.

    Scoprì che la cattiveria di Davide era molto diversa da quella di Simone: a Simone dava eccitazione l'atto di far piangere o di costringere a supplicarlo, mentre Davide era capace di tormentarti in maniera relativamente soft per mezzora o più, ma se vedeva che soffrivi, se lo imploravi o peggio se ti venivano le lacrime agli occhi o piangevi, si eccitava e diventava estremamente cattivo e sadico, godendo ad infierire senza pietà. Più non ce la facevi più e più incrudeliva.

    Mi disse che d'ora in poi non sarei più stato suo amico, ma solo il suo schiavo, che mi avrebbe umiliato anche davanti alla squadra e a scuola e che avrei sempre dovuto ubbidirgli. Non lo avessi fatto sarebbe stato molto cattivo e mi avrebbe fatto veramente male. E più vedeva che quelle parole mi facevano soffrire, più insisteva sadicamente. Era un tormento psicologico enorme, io lo consideravo un grande amico, gli volevo bene....

    Poi mi disse di mettermi inginocchio e di baciargli i piedi, mi fece togliere le sue scarpe, me le fece annusare all'interno. Puzzavano veramente tanto....
    Davide: non ho cambiato i calzini per tanto tempo apposta, quando Marco mi ha raccontato di te.... Ora annusami i piedi.

    Mi mise la punta di un piede sotto il naso, indossava dei calzini di spugna grigio scuro, leggermente sudaticci e molto odorosi. Mi tenne la punta del piede sotto il naso per oltre quindici minuti, chiedendomi di tanto in tanto se puzzavano o se mi piaceva l'odore, così, tanto per aumentare la mia umiliazione. Poi mi mise la pianta del piede sulla faccia e ce la tenne per una decina di minuti. Mi sentivo umiliato e ci soffrivo molto (anche se naturalmente la cosa mi piaceva e eccitava da morire). Ad un certo punto mi è venuta una lacrima agli occhi e vedendola Davide si eccito. Vidi nei suoi occhi un godimento e una cattiveria estremi e capii quanto era sadico e crudele.

    Mi disse subito che mi avrebbe umiliato e che avrei anche provato tanto male da ricordarmene per tutta la vita. Mi mise il piede destro davanti agli occhi e mi disse che me lo avrebbe infilato tutto in bocca. Non aveva piedi grandissimi, erano probabilmente un 42, anche piuttosto stretti. Molto belli, mi eccitava guardarli e tante volte glieli avevo guardati di nascosto, sia con le scarpe e i calzini, che nudi. Anche in quel momento quel piede perfetto davanti ai miei occhi, con quel bel calzino di spugna grigio scuro mi eccitava. Peròa pensai che già arrivare a metà sarebbe stato impossibile.

    Davide: apri la bocca. Io ubbidii e lui inizio ad infilarci il piede, piano piano, poi sempre più forte. Mi guardava soffrire e ci godeva. Così come godevano Simone e Marco.
    Simone: dai, è impossibile, lo ammazzi, ahahah
    Marco: dai basta, ha ragione Simo.

    Invece Davide, incurante di me che faticavo a respirare e avevo le lacrime agli occhi, oltre che ai primi conati di vomito, mi ordino di dargli le mani e mi tirò a se, spingendo dentro tutto il piede. Gli occhi mi uscirono dalle orbite, pieni di lacrime, non riuscivo più a respirare e mi veniva da vomitare, ma non ci riuscivo a causa della profondità del piede. Stavo malissimo e mi sentivo anche umiliato come non mai. Davide mi guardava con quello sguardo sadico che non gli avevo mai visto e mi sorrideva, più io soffrivo, più provava piacere. Anche Simone rideva cattivo, mentre Marco non era da meno, pur cominciando a preoccuparsi.

    Non so per quanto tempo durò questa tortura umiliante, ma cominciavo a star veramente male e mi sentivo svenire, quando Marco intervenne e disse a Davide di togliermi il piede dalla bocca che cominciava ad essere pericoloso. Davide lo tolse e io scoppiai a piangere e vomitare. Fu dolorosissimo e umiliante, mentre Davide mi guardava divertito e sadicamente.

    Simone disse a Marco che non credeva che si sarebbe divertito così tanto, mentre Davide aveva uno sguardo sempre più cattivo e sadico. Non gli bastava, anzi, come ho detto prima, più vedeva soffrire, più voleva far soffrire e umiliare.
    Davide: Ho goduto tantissimo a farti star male e umiliarti, ma non credere che sia finita, appena ti sarai ripreso un po', ti voglio infilare in bocca anche l'altro piede.

    Lo disse con consapevole sadismo, sapendo che la cosa mi avrebbe fatto star male anche solo per la paura che mi avrebbe messo. Io non riuscivo nemmeno a supplicarlo, cosa che fece dopo, ma inutilmente. Anche Simone volle dare il suo contributo.
    Davide: ora ti prendo subito le mani e te lo infilo direttamente in gola. Ti farà male, ma almeno ti risparmio la tortura iniziale, che tanto non ci riesci a prenderlo senza che ti tenga.
    Simone: io gli tengo chiuso il naso, così non respira proprio....
    Marco: fai pure Simo, tanto non respirava ugualmente, ma se ti dà piacere....

    Davide non fu meno sadico della prima volta e godeva nel vedermi piangere e star male. Io mi sentivo veramente umiliato e non ce la facevo più. Erano cattivi e spietati, soprattutto Davide....

    La tortura, tremenda, durò almeno un paio di minuti, prima che Marco intervenne nuovamente chiedendo a Davide di togliermi il piede dalla bocca. Fu orribile perché, dopo aver vomitato la saliva che avevo ingerito, vomitai a vuoto per parecchi minuti.

    I tre andarono a fare merenda in cucina, io invece rimasi in salotto a riprendermi. Poi Marco si avvicino a me e mi abbracciò, io piangevo e lo imploravo di non farmi più niente per questa sera, che era stato troppo. Lui mi disse nell'orecchio:
    Marco: godo troppo, piangi, dai, supplicami...
    E dopo un po', con studiato sadismo..
    Marco: va bene Mattia, questa sera non ti faccio più niente, starò in casa tranquillo a guardare un film....
    E poi, dopo un po'
    Marco: tu andrai a casa di Davide e sarà lui a divertirsi....

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    Complimenti... mi è piaciuto moltissimo questo nuovo capitolo... questi nuovi due personaggi si prospettano molto interessanti e sadici... il fatto che Davide era suo amico da anche una spinta in più e l'idea di umiliarlo a calcio e a scuola da parecchie possibilità e fa partire la fantasia...
    Il colpo di scena finale prospetta un prossimo capitolo da urlo... spero che Davide lo tenga molto sotto ai piedi e magari lo calpesti a lungo anche sulle palle...
     
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