Calciatori

Racconto di due ragazzi

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    Capitolo 53 - La seconda parte dell'allenamento (1)
    Dopo fu Davide a prendere me e a mettermi in quella stessa posizione. Lui però non mi prese per i piedi, ma per i polpacci e strinse forte, per farmi male. Anche nella presa sotto le ginocchia stringeva con cattiveria. Rideva sadico. Disse: "Adesso vedi come si soffre!" L'esercizio introduttivo "inventato" da Marco era una vera porcata per noi… che tra l'altro non eravamo abituati ad essere "torturati"… Prima dissi che Davide riuscì a fare i 20 addominali, ma la maggior parte dei miei compagni no… Davide ed io eravamo un po' più abituati poiché spesso ci allenavamo con la squadra di Marco e il suo allenatore, come abbiamo avuto modo di vedere, era un vero sadico….

    Ogni volta che salivo, Davide mi diceva: "Soffri vero?… Dai, più su, più su…" Voleva che soffrissi di più. Il dolore, dopo le prime 3 volte era atroce. Si trattava di un vero tormento, una tortura. Un numero maggiore di miei compagni rispetto al gruppo che aveva fatto l'esercizio con Davide ci riuscì, ma molti piangevano. Io stesso avevo le lacrime agli occhi e Davide, vedendo quanto soffrivo, mi sorrideva con quel suo sorriso sadico: "Adesso sto già meglio, vederti soffrire mi fa stare meglio…"

    Marco venne da me e mi ordinò di farne altre 5 supplementari, poiché Davide gli aveva detto che non le avevo fatte bene. Era una bugia, una delle tante carognate di Davide e Marco, complici. Marco mi guardava negli occhi, per vedere quanta sofferenza i suoi ordini mi procuravano. Ci godevano entrambi, erano dei veri sadici.

    Poi Marco ci disse che potevamo andare a vestirci per l'esterno. Ci fece correre e poi ci fece mettere con la schiena contro il muro, per la solita tortura di stare seduti senza sedia. Era cattivo, anche più del solito. Ci godeva proprio e aveva delle idee sadiche. Ci spiegò: "Faremo un nuovo esercizio, per allenare la vostra aggressività e la vostra cattiveria. Voglio vedere tanta cattiveria, altrimenti vi punisco".

    Insisteva con un tono duro sul fatto che ci voleva vedere cattivi… Lo ripeteva più volte, con enfasi e lentezza. Gli piaceva farla lunga, anche per prolungare la nostra agonia al muro:

    "Vi metterete su due file a 20 metri l'una dall'altra. In mezzo ad ogni coppia ci sarà un pallone. Quando fischio dovete correre a tutta velocità per prendere la palla. Chi riesce a prendere la palla fa un punto, l'avversario ha però la possibilità di fare due punti e vincere se riesce a fermare l'altro. Deve andare addosso all'uomo, non fermare la palla, quella non conta… il punto è del primo che la tocca, l'altro deve andare con violenza sull'avversario. Possibilmente fargli male, in ogni caso fermarlo. Se ci riesce vince, altrimenti perde."

    Fece una lunga pausa, per vedere la nostra reazione. Non avevamo mai sentito il nostro allenatore dirci di far male… Continuò:

    "Siete in 21, quindi avrete 20 "scontri" e a turno uno riposa. Per ogni sconfitta ci sarà una punizione. Fare 10 flessioni., andando con la faccia sui piedi di chi ha vinto e baciandogli i due piedi ad ogni flessione." Ridendo sadico… "Chi perde sempre fa 200 flessioni… dopo gli addominali aggravati che avete fatto prima è poco piacevole…. Chi vince sempre zero…".

    Dopo un'altra pausa, aggiunse: "Alla fine vi faccio correre fino allo sfinimento. Tranne cinque di voi… quello che io giudicherò essere stato il più cattivo in una singola entrata, quello che farà più male all'avversario (a mio giudizio) difendendosi quando ha preso la palla e i tre che avranno vinto più volte colpendo l'avversario -non contano le vittorie prendendo la palla ed evitando il contrasto con l'avversario-".

    Tra l'altro scoprimmo che raramente chi toccava per primo vinceva, poiché difficilmente poi riusciva ad evitare l'impatto (aveva qualche chance se era nettamente più veloce, cosa difficile in 10 metri, o se l'altro cercava di arrivare secondo e quindi rallentava troppo, cosa che tra l'altro poteva portare a punizioni supplementari -addominali, molto dolorosi visto quanto fatto prima- da fare alla fine)…

    Marco aveva inventato un esercizio veramente sadico...
     
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    Capitolo 54 - La seconda parte dell'allenamento (2)
    Marco ci fece disporre in maniera che io fui il primo ad avere il turno di riposo e che all'ultimo turno mi scontrassi con Davide. Entrambe le cose furono cattiverie nei miei confronti… riposare subito voleva dire praticamente dover fare i 20 scontri senza riposare e lo scontro finale con Davide era pensato per dargli la possibilità di farmi molto male… Anche se non avrei potuto continuare l'allenamento infatti, avrei comunque già subito tutti gli scontri. Perché spesso anche chi vinceva soffriva….

    Va detto infatti che se non tutti i miei compagni erano cattivi e sadici, alcuni scoprirono di provare piacere ad infliggere dolore e anche quando prendevano la palla, allungavano un piede, magari con i tacchetti, oppure colpivano l'avversario con un pugno, per fargli male e/o per non farsi fermare (il fatto di evitare lo scontro non era l'unico modo per vincere… lo si poteva fare anche vincendo il contrasto dopo aver preso la palla, evitando cioè di farsi fermare quando l'avversario ti veniva addosso…. e fargli male era un modo molto efficace).

    Insomma l'esercizio concepito da Marco e le regole erano una vera porcata, per farci soffrire e stimolare la cattiveria. Molti infatti, pur non essendo cattivi e sadici, dal nervoso per le botte, facevano delle vere e proprie porcherie ai loro compagni….

    Il primo turno io guardai gli altri. Marco: "Voglio molta più cattiveria. Procediamo con le flessioni e baciate i piedi! Due baci ad ogni flessione….".

    Il secondo turno riuscii a prendere la palla e ad evitare il contrasto. Era contro un mio compagno assolutamente non cattivo e più lento di me, che ero anche molto bravo tecnicamente e quindi a fare delle finte di corpo per evitare il contrasto… In effetti io non ero cattivo e nella maggior parte dei casi presi la palla e, più spesso degli altri, riuscii ad evitare con una finte il contrasto. Vedere quel ragazzo flettere e soffrire, nonché umiliarsi a baciarmi i piedi, mi fece molta pena… Davide invece pur essendo bravo tecnicamente, cercava sempre il contatto, sia che prendesse la palla, sia che non la prendesse… e, naturalmente, godeva nel dare dolore, nel vedere il suo avversario di turno soffrire in terra… spesso si contorcevano dal dolore. E godeva nel farsi baciare i piedi….

    Il terzo turno mi andò ancora bene, l'avversario fu cattivo, entrando in scivolata con la gamba alzata e tacchetti in avanti… ma riuscii ad evitarlo. Ebbi meno compassione visto quello che aveva tentato di farmi, ma non provai piacere nel farmi baciare i piedi.

    Al quarto turno non presi la palla, lo scontrò fu semplice, senza cattiverie aggiuntive né da parte mia, né da parte dell'avversario. Fu però molto doloroso per entrambi, data la grande velocità con cui entrambi correvamo per prendere la palla. Marco, ma anche Davide, godettero nel vedermi soffrire. Siccome l'avversario non riuscì a superarmi, fui ancora vincitore. Provai molta pena nel vedere il mio compagno soffrire a flettere, costretto a baciarmi i piedi.

    Tra l'altro vidi che era arrivato Simone ad assistere all'allenamento-tortura di Marco… rise e provò grande piacere anche lui nel guardarmi soffrire. Gli piaceva molto.

    Il quinto turno andò piuttosto male. L'avversario prese la palla e si getto in avanti a piedi pari, riuscii ad evitarlo e mi colpì di solo di striscio sulla caviglia esterna. Era andato con molta cattiveria, infischiandosene del fatto che avrebbe potuto farmi molto male. Dovetti flettere e ci soffrii molto. Provai invece piacere nel baciargli i piedi, anche perché sembrava che a lui la cosa desse un certo piacere. In ogni caso Marco e Simone provarono piacere nel guardarmi soffrire e umiliarmi. Meno Davide, che dovette flettere e baciare i piedi al suo avversario di turno pure lui.

    Il sesto turno fu brutale. Presi la palla, ma lo scontro fu violento. Fui colpito con un pugno nello stomaco. Rimasi a terra a lungo a rantolare e lamentarmi… "Aiuto, non respiro,….". Feci una fatica boia a flettere e baciare i piedi, con dei bei calzini bianchi di cotone di un bel ragazzo che sembrava indifferente, anche se duro, all'umiliazione che comunque mi stava infliggendo. Guardai per tutto il tempo lo sguardo sadico e soddisfatto di Simone… godeva nel vedermi umiliato e sofferente… la mia piccola agonia, vedermi rantolare e sentire i miei lamenti lo eccitavano.

    In realtà diversi ragazzi avevano già pianto, praticamente ad ogni turno qualcuno soffriva moltissimo e quasi sempre più di uno piangeva e si lamentava, mentre qualche altro sembrava godere a far male. Sicuramente, quando ci riusciva, cioè quasi sempre, ci godeva Davide. Marco e, da quando arrivato, Simone invece godevano ad ogni turno, sempre più eccitati, cattivi e sadici.

    Il nostro capitano: "Marco, basta, non è un allenamento, È una tortura." Ma Marco non ne volle sapere, disse: "Vi voglio ancora più cattivi, dovete ESSERE CATTIVI, far male e provarci piacere. Giocheremo un'amichevole con me come allenatore e voglio dei ragazzi cattivi in campo. La cattiveria è la base di tutto." Ci godeva nel dire quelle parole, aveva un tono duro, cattivo, sadico. Anche Davide e Simone si eccitavano, così come pochi altri miei compagni.

    Eravamo solo al settimo turno di 21…
     
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    Capitolo 55 - La seconda parte dell'allenamento (3)
    Marco voleva far vedere che era lui il più cattivo, me lo aveva detto chiaramente e lo stava dimostrando. Io nei pochi momenti di pausa o quando vincevo, gli guardavo i piedi eccitato. Portava ancora i calzini neri della Kappa che gli avevo messo al mattino, sudaticci e odorosi già allora… dopo una giornata e con le scarpe da calcio che aveva indossato per l'allenamento (non aveva più i jeans, ovviamente, bensì una tuta da allenamento scura)…. mi eccitavo. Così come mi eccitavano i piedi e il sorriso sadico, quando capitava di incrociarlo, di Davide, che pure aveva il suo bel daffare. Anche i calzini neri di cotone che intravvedevo ai piedi di Simone, con le sue AF1 beige mi eccitavano, soprattutto quando vedevo che si compiaceva godendo della mia sofferenza o di quella degli altri.

    Ma ad un certo punto vidi che ad assistere all'allenamento era arrivato anche Daniel. Aveva le sue belle scarpe Puma nere, morbide e, come sapevo, odorose con dei calzini neri di spugna della nike. Sembrava assaporarsi tutta la mia sofferenza da come mi guardava sorridendomi sadico.

    Il settimo turno cominciò con un ulteriore incitamento di Marco: "Voglio ancora più cattiveria… chi non entra cattivo alla fine farà 10 addominali" Praticamente solo Davide e pochi altri furono dispensati dagli addominali. Io vinsi prendendo palla ed evitando il contrasto. Il mio compagno non fece nessuna cattiveria ed entrambi ci vedemmo appioppare la punizione da fare alla fine, assieme ad eventuali altre punizioni. Vedere il mio compagno baciarmi i piedi e soffrire flettendo mi faceva pena, ma mi eccitai guardando i piedi di Dani.

    L'ottavo turno fu molto doloroso. Non presi la palla, ma il ragazzo che la prese fu molto cattivo. Era bello, aveva delle scarpe della lotto, con dei tacchetti di ferro appuntiti, che fece in modo di conficcarmi sulle caviglie. Rise di gusto. Caddi a terra piangendo e urlando dal dolore. Inoltre al momento di flettere e baciargli i piedi sembrava assaporare ogni bacio, così come vidi chiaramente gioire Simone delle mie lacrime.

    Simone e Dani ridevano; sentii Simone, rivolgendosi all'amico: "Ma quanto siamo cattivi…", con in seguito altre risate sadiche...

    Il nono, decimo e undicesimo turno furono piuttosto simili. Presi la palla, ma lo scontro violento fu duro e doloroso, per entrambi. Dovetti sempre flettere baciando i piedi al compagno di turno, che se ne compiaceva moderatamente. Marco, Davide, Simone e Dani sembravano invece esultare ad ogni mia sofferenze e gioivano nel vedermi baciare i piedi del mio avversario di turno. Sadici e cattivi come sempre.

    Al dodicesimo turno l'avversario fu sadico. Prese la palla, ma mi conficcò i tacchetti nelle gambe. Urlo di dolore, con l'avversario che esultava cattivo. Cattivo fu Davide, che era ormai vicino a me e rise sadico. Il ragazzo disse: "Sìi, soffri verme.". Quando flettevo mi disse di baciargli i piedi e leccarli. Gli diedi una leccatina, eccitato dalla sua cattiveria.

    Eravamo veramente a pezzi. Marco e i miei sadici amici avevano ad ogni turno occasione di appagare i loro sensi e il loro sadismo…. Ad ogni turno dieci scontri più o meno duri e cattivi, con grande sofferenza, ragazzi che ridevano, altri che piangevano, qualcuno che urlava o agonizzava brevemente…. di che divertirsi per dei sadici quali erano. Per me non andarono male i turni seguenti: il tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo… riuscì a prendere la palla, evitando il contrasto

    Il sedicesimo turno invece fu duro… presi la palla, ma l'avversario mi fermo con molta cattiveria e mi fece molto male. Fu anche cattivo nel gustarsi ogni mio bacio ai suoi piedi… non ci credevo che così tanti miei compagni fossero capaci di tanto sadismo, anche se credo che le carognate che hanno subito abbiano contribuito non poco ad incattivirli.
     
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    Capitolo 56 - La seconda parte dell'allenamento (4)
    Marco incitò ulteriormente alla cattiveria… Sembrava spassarsela nel vederci soffrire e nel gustarsi le sempre maggiori cattiverie che ci infliggevamo a vicenda.

    In ogni caso per quanto mi riguarda soffrii ancora il diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo turno, mentre il ventesimo andò bene… evitando il contrasto con una finta veloce e fortunata.

    Avevo però fatto 110 flessioni e baciato 220 volte i piedi di 11 miei compagni su 20… Accumulato una punizione supplementare di 10 addominali e adesso toccava, per l'ultimo turno, a Davide….

    Marco, sapendo che mi avrebbe distrutto, disse: "Ora facciamo gli addominali punitivi…" Voleva essere sicuro che potessi farli, il sadico.

    Feci veramente molta fatica. Forse 10 addominali possono sembrare una punizione leggera, ma dopo quello che ci aveva fatto fare ad inizio allenamento, spaccandoci i muscoli dei nostri addominali e dopo le torture, perché veramente di torture si trattava, che avevamo subito… era veramente difficile sopportare questa ulteriore punizione.

    Marco venne vicino a me, così da vedere tutta la mia sofferenza, assaporando ogni mia smorfia di dolore, gustandosi ogni mio lamento, ogni mia manifestazione di dolore e sofferenza. Io ero eccitato nel vedere il suo sadismo, avrei voluto annusargli quei calzini, il cui odore, la cui morbidezza, il sapore di sudore, adoravo e bramavo di sentire. Era troppo….

    Ma Marco fu insensibile e ci godeva, si divertiva ad affliggermi e tormentarmi oltre ad ogni limite umanamente concepibile. Non aveva pietà e provava un piacere enorme nel vedere che aveva fatto godere anche Simone e Daniel… e persino Davide, malgrado qualche conseguenza delle sue porcate l'abbia subita direttamente anche lui.

    Ma era veramente troppo quello che ci aveva fatto… ci aveva fatto diventare dei sadici, delle vere carogne… eravamo dei bravi ragazzi, una squadra fortissima e molto unita, mai cattiva salvo qualche eccezione come Davide e, comunque, quasi sempre (a parte con me) solo verso gli avversari. Qui ci aveva incattiviti, resi sadici, se non tutti, almeno la maggior parte di noi. Alcuni avevano veramente esagerato nell'entrare per fare male pur di non subire più dolore.

    Era tutto così surreale e duro. E adesso c'era l'ultimo turno, quello dove ero avversario di Davide…. beh, ovviamente non avrei nemmeno potuto immaginare di ribellarmi… avrei dovuto sottomettermi e subire qualsiasi cattiveria avesse voluto infliggermi… ed era veramente arrabbiato e incattivito…..
     
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    Capitolo 57 - La fine dell'allenamento per me - La puttanata di Davide
    Davide mi si avvicinò e mi disse: "Tu fai quello che ti dico: mi guardi i piedi… prendi la palla e ti lasci cadere… io ti entro duro con i tacchetti e ti rompo…"

    Era veramente cattivo, non so perché volesse farmi così tanto male, sapendo quanto avevo sofferto. Io lo implorai: "Ti prego padrone, non farmi troppo male… perché devi essere così cattivo, non ce la faccio più, lo vedi quanto male ho subito".

    Mi guardò con il suo solito sorriso sadico: "No, devi soffrire… non me ne frega niente di quanto male senti e sentirai!" Marco, che era vicino, rideva sadico. Diede l'ordine e io presi la palla, inciampai e Davide mi entrò con i tacchetti, colpendomi nello stomaco e sulla coscia. Con i suoi tacchetti, protesi nell'intento di farmi il più male possibile.

    Urlai, contorcendomi dal dolore, strappai con le mani l'erba, non riuscivo a non piangere… ci misi diversi minuti a riprendermi. Minuti dove Marco e Davide, ma da fuori anche Simone, Dani e gran parte dei miei compagni rimasero a guardarmi soffrire con un piacere sottile e sadico.

    Per me la sofferenza era troppa… sia fisica, che psicologica… non sapevo cosa pensare, non capivo più nulla. Davide mi mise un piede in faccia. Il nostro capitano intervenne: "Davide basta, sei un sadico…È disumano!" Ma Davide rideva cattivo e se ne infischiava. Marco fece fare tante di quelle flessioni al nostro capitano….

    Una delle cose che mi fece male in seguito, è sapere che i nostri due allenatori, quello di Marco e il nostro, erano rimasi non molto distanti a guardare l'allenamento senza intervenire… Dal nostro allenatore non me lo sarei mai aspettato. Io ero veramente sfinito… ma solo quando mi ripresi a sufficienza per flettere, Marco fece continuare l'allenamento… che ormai si era prolungato non solo oltre la durata classica di 90 minuti, ma ben oltre le due ore di pura tortura.

    Davide si tolse gli scarpini, dicendo: "Voglio che mi baci i piedi con i calzini… so che ti piace. E devi anche annusare i miei piedi ad ogni flessione, oltre che baciarli." Marco: " E visto che ci hai fatto perdere tempo, gli farai due baci per piede ad ogni flessione! E annuserai dentro ogni scarpino ogni volta!"

    Come poteva essere così cattivo?

    Dovettimo poi correre come previsto, ma io non ce la feci. Allora Marco mi diede la possibilità di annusare i suo calzini. Si levò gli scarpini, mi fece sdraiare e mi mise i piedi sulla faccia, con quei bei calzini neri di spugna sudati e odorosi della Kappa…. che tanto volevo adorargli in precedenza. Gli altri correvano e ci godeva.

    Davide a fine allenamento si avvicinò, assieme a Simo e Dani, e tutti e quattro mi misero i piedi sulla faccia, con i loro calzini sudati e odorosi: bianchi di spugna Davide, Neri K Marco, Neri di cotone Simone e neri della Nike Daniel… un'ultima dura umiliazione… voluta da Marco, per pura cattiveria e sadismo.
     
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    Ti prego metti delle scene dove padroni usano le scarpe da calcio per torturare gli altri compagni di squadra magari facendogli leccare via tutte le zollette di terra dell'erbetta del campo da calcio delle loro stesse scarpe incastrate tra i tacchetti accumulate durante l'allenamento o usarli come bersaglio umano legati al palo della porta di calcio dove il pallone calciato dai compagni dovrà colpirli a giro tra di loro
     
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    Capitolo 58 - Umiliazione a scuola
    Per me stare in classe era diventato difficile, mi eccitavo troppo a guardare i piedi di Davide e Daniel e loro, che lo sapevano, spesso li muovevano provocatoriamente. Si eccitavano nel vedere quanto potevano umiliarmi anche solo con degli sguardi. Davide in particolare ci godeva, era stato più volte chiaro sul fatto che dovevo sempre guardargli solo i piedi e non potevo guardarlo, ad esempio in faccia, senza il suo permesso. Anche in pubblico. Sapevo che desiderava umiliarmi davanti alla classe… e lui sapeva quanto non volessi.

    Un giorno l'insegnante di matematica si sentì male all'ultimo momento, e noi restammo in classe senza nessun insegnante, con l'ordine di studiare da soli. Il mio compagno di banco era pure ammalato, quindi Davide venne a sedersi da parte a me. Allungo una gamba verso di me e appoggiò il piede con il tallone proprio in mezzo alle mie gambe, sul mio pacco. Mi guardava sorridendo… era umiliante. I miei compagni guardavano, alcuni eccitati, altri cattivelli, altri shoccati da Davide, che indossava dei jeans blu, con dei calzini bianchi della Vans e delle scarpe bianche dell'adidas. Io ero eccitato, ma mi sentivo umiliato, lo guardai implorandolo con lo sguardo di non farlo… lui sorrise sadico. Anche Daniel si godeva la scena, aveva capito che Davide mi avrebbe umiliato…. Mi ordina secco: "Toglimi la scarpa che mi prude il piede!", era cattivo, sapeva che non avrei osato disubbidirgli nonostante la presenza dei nostri compagni di classe. Avrei voluto scoppiare a piangere e implorarlo di smettere, ma non potevo perché avrei solo peggiorato una situazione già di per sé umiliante.

    Mi guardava soddisfatto, con tanta cattiveria negli occhi… era riuscito a mettermi in una condizione di grande sofferenza psicologica e sapeva che gli avrei ubbidito… sapeva quanto ci soffrivo, sia per la situazione, ma soprattutto perché sapeva di avermi fatto una cattiveria. Eppure mi aveva in suo potere. Gli presi la scarpa e, con sottomissione, la tolsi lasciandola cadere. Disse: "Cosa aspetti? Grattami dolcemente il piede!" Lo feci, con i compagni che guardavano… uno disse: "Dai Davide, sempre a tormentarlo… poro, lascialo stare!". Fu atroce, vuol dire che si era accorto di come mi trattava… Davide tolse il piede e lo appoggiò per terra, io guardavo il suo piede con il bel calzino bianco della Vans. Lo guardavo pensando "Come fai ad essere così cattivo con me!" Sembrava che mi leggesse nel pensiero. Altri compagni ridevano, la cattiveria dei ragazzi a volte non ha limite… Uno disse sottovoce al suo vicino: "Che verme che è, fa bene ad umiliarlo…".

    Per fortuna arrivò la pausa, tutti tranne Davide ed io , uscirono. Davide: "Se ti ordinassi di inginocchiarti a baciarmi il piede, davanti a tutti, lo so che lo faresti!" Io: "Davide ti prego, non farmelo fare…" Davide, dandomi un forte schiaffo, per fare molto male: "Devi chiamarmi padrone, solo per questo meriteresti che te lo faccia fare….". Ci godeva, sadico: "Avrai sempre paura che ti umili, ci godo." Aveva ragione, mi avesse ordinato di baciargli il piede, lo avrei fatto… non volevo, ma lo avrei fatto… lui mi guardava e vedeva quanto ci stavo male, quanto non volevo che mi facesse quello che mi stava facendo, ma invece di avere pena o, almeno, un po' di pietà, ne godeva e si eccitava. Il primo a rientrare fu Daniel, che disse: "Davide, questo è troppo, nemmeno io gli farei una porcata simile davanti a tutti." Non ho mai capito se era sincero o semplicemente voleva sottolineare quanto Davide fosse bastardo e cattivo… in ogni caso quando lo guardai, mi sorrise con sadismo… gli piaceva che stessi male.

    Al rientro dei compagni, Davide riprese la sua scarpa e se la rimise al piede. Aveva dimostrato che ero completamente succube alla sua volontà e che poteva fare di me quello che voleva davanti a tutti. E aveva ragione, avrei sempre avuto paura di essere umiliato, anche più pesantemente, davanti a tutta la classe. Inoltre alcuni miei compagni presero ad avere degli atteggiamenti di dominazione che prima non avevano… ma di questo parlerò in seguito. Per il resto della giornata non guardai Davide, anche se non riuscì ad evitare di guardare i piedi di Dani…. che sembrava apprezzare la mia devozione nei suoi confronti.
     
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    Capitolo 59 - L'amichevole con la squadra di Dani - Primo tempo
    Prima della partita Marco, Daniel e Simone si ritrovarono e Marco disse: "Dani, mi raccomando, entra duro su Mattia, voglio che lo umili e lo spacchi". Simo sorrideva sadico, pregustandosi quanto sarebbe capitato. Poi Marco, che come detto ci avrebbe allenato, ci fece un discorso:
    "Non mi interessa come giocate, voglio solo che siate duri e cattivi in ogni contrasto. Spero che con l'ultimo allenamento abbiate capito come si fa!" E poi "Dovete giocare tutti con le scarpe con i tacchetti di ferro!" Anche se il tempo e il terreno erano più da tacchetti di plastica… il motivo era chiaro.

    In effetti all'ultimo allenamento la totalità dei miei compagni aveva fatto almeno una cattiveria, ma in generale molte di più, iniziando a provarci gusto. Quasi tutti infatti avevano goduto quando, magari dopo aver distrutto il loro avversario, questi era obbligato a flettere ai loro piedi, baciandoglieli ad ogni flessione.

    Io ero stato l'unico a non essere mai entrato con cattiveria o a voler far male e, probabilmente, anche l'unico che si eccitava a subire e a baciare i piedi. Marco: "Tutti, tranne te Mattia: o impari ad essere cattivo, o te la farò pagare… la prossima occasione ti faccio umiliare e pestare per bene, poi vediamo se non impari a incattivirti un po'".

    E, dopo una pausa: "Oggi voglio vedere cattiverie in campo, ad ogni contrasto dovete essere sporchi… gomitate, calcetti, ginocchiate…. fate sentire i piedi, coi tacchetti sui loro piedi, sulle loro caviglie. Quando entrate in scivolata, colpite la palla e continuate sull'avversario. Con CATTIVERIA!"

    Era incredibile quanta cattiveria ci metteva nelle sue parole e quanto riusciva ad eccitare la maggior parte dei miei compagni, che avrebbero giocato come delle vere carogne, cose che non avevamo mai fatto. Ad ogni contrasto i miei compagni giocavano sporco e ci godevano. I nostri avversari, nettamente inferiori a noi, ma motivati a fare risultato ne hanno anche potuto approfittare perché i miei compagni pensavano più a giocare sporco e cattivo, che non al risultato. Io mi eccitavo a vedere la loro cattiveria e il loro sadismo, mentre provavo pena per i nostri avversari…

    In particolare, naturalmente, Davide era cattivissimo… ad un certo punto passò vicino a Daniel e a me e disse: "Dani, la prossima volta passo la palla a Mattia, tu spaccalo… " E Dani, cattivo… "Sì, lo rompo, gli faccio male sul serio." Sapevo che intendeva dire che mi avrebbe umiliato e fatto soffrire, ma le parole lasciavano intendere altro, tutto solo per cattiveria e farmi star male…

    I due furono brutali nell'esprimere le loro intenzioni… Davide prese la palla e la lanciò lunga in una zona dove non c'era nessuno, se non io e Daniel, più o meno alla stessa distanza. Corsi per prendere la palla, incitato da Marco e Simone, che si eccitavano sapendo cosa sarebbe successo… La palla mi arrivò dall'alto e allungai una gamba per prenderla… proprio in quel momento giunse di lato Dani, che si getto di slancio con le due gambe a mezza altezza a mo' di forbice, prendendomi in mezzo alla prima gamba, ruotando le sue gambe per provocare altro dolore oltre a quello del violento impatto, mentre con i tacchetti mi colpì l'altra gamba all'altezza del ginocchio… piuttosto violentemente. Pensandoci adesso mi eccito al ricordo del suo piede che mi colpisce… Dani era bellissimo, con scarpe, calzettoni e calzoncini neri e la sua espressione sadica mi faceva impazzire dall'eccitazione. Fu però molto doloroso e anche ripensare alla sua durezza e al suo godimento mi eccita. Gli piaceva farmi soffrire e umiliarmi mettendomi i piedi addosso…

    Ci mancò poco che svenni. Davide corse verso di me e praticamente mi mise i piedi in faccia, abbassandosi a chiedermi come stavo, fingendo preoccupazione mentre in realtà voleva solo guardarmi in faccia per godersi la mia sofferenza e farmi vedere il suo sorriso sadico e soddisfatto. Dani quando mi rialzai, disse cattivo: "Peccato, non ti sei rotto niente!"

    Era stato veramente cattivo, anche se so che voleva solo farmi soffrire e infliggermi dolore e non spaccarmi per davvero le gambe (me lo confermò in seguito), era chiara la sua intenzione di farmi soffrire, oltre che fisicamente, anche psicologicamente. Ci godeva.

    Sentìi Simone incitare Daniel: "Dani, la prossima volta ancora più cattivo! Più duro! Devi fargli male… non deve rialzarsi….". Mi venne quasi da piangere… Simo era contento, ma siccome non avevo pianto non era completamente soddisfatto.

    Qualche minuto dopo, verso la fine del primo tempo, presi palla e scartai Dani, il quale fu molto cattivo nel darmi un calcione da dietro sulla caviglia. Mi colpi di pieno collo… mi eccitai, ma mi fece molto male. Caddi a terra e iniziai a piangere: "Ahi, mi hai fatto male… bastardo… " L'ultima parola sottovoce. Dani rise soddisfatto, così come godettero anche Marco e Davide e, soprattutto, Simo: "Sìi, così, fallo piangere ancora!".

    Nella pausa Marco si complimentò con tutti per la loro cattiveria, chiedendo loro di continuare così. Fu invece molto duro con me: "Mattia, devi imparare a difenderti, fai qualche cattiveria nei contrasti…. e non piagnucolare come un bambino…" Tutti i miei compagni rimasero molto sorpresi… avevano visto benissimo il trattamento e la cattiveria di Dani e, sebbene anche loro avessero giocato sporco e cattivo, le loro porcate non si avvicinavano nemmeno minimamente a quello che mi aveva fatto Daniel.

    Davide rise sadico, mostrandomi il piede come a dire che avrebbe voluto che glielo baciassi e leccassi.
     
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    Capitolo 60 - L'amichevole con la squadra di Dani - Secondo tempo
    Il secondo tempo iniziò come il primo. Ebbi molto più contatti fisici con Dani, il quale ogni volta mi lasciava dei "regalini". Vuoi un calcetto dietro le caviglie, un pugno nella schiena, un nervetto con le ginocchia nelle cosce, dei pizzicotti o delle gomitate nello stomaco. Mi schiacciava i piedi con i tacchetti o, cosa che gli piaceva molto, "grattava" con i tacchetti sui tendini d'Achille.

    Notai che aveva cambiato le scarpe, mettendo quelle con i tacchetti di ferro e sentì la differenza sulle mie caviglie. Darmi botte lo divertiva molto. E accompagnava spesso quello che mi faceva con frasi cattive, tipo: "Ti fa male?"; "Soffri!"; "Prendi questo!" …. "Dai, piangi…".

    A metà tempo riuscì a rubare palla a metà campo e feci un gran tiro… anticipando l'intervento difensivo di Daniel, che mi entrò con i piedi pari sui miei piedi. Mi fece volare e urlai dal dolore, rimanendo a terra a piangere. Feci però un gran gol, che tra l'altro ci permise di vincere la partita con un misero 1 a 0.

    Daniel mi guardò soffrire. Ci godeva. E mi disse che me l'avrebbe fatta pagare per la rete segnata. Infatti continuò a darmi botte per tutta la partita. Fino a quindici minuti dal termine, quando mi rincorse, per entrarmi in scivolata da dietro e colpirmi con i tacchetti sul retro del piede, appena sopra la scarpa. Caddì a terra dolorante, urlai ancora più forte di prima dal dolore e iniziai a contorcermi, per poi strappare l'erba e piangere. Mi aveva fatto troppo male, sia per il dolore fisico, che per la sua cattiveria ripetuta. Lui si rialzò e rimase in piedi, con un'espressione dura, cattiva e soddisfatta. Come si può essere così cattivi, picchiare così tanto in una partita, continuare a infliggere dolore in quel modo, senza provare la minima compassione. Quando venne vicino a me, mi mise il piede che mi aveva colpito sotto il naso… disse, fingendo di scusarsi: "Annusa, si sente l'odore? È il piede che ti ha fatto male…" Ci godeva.

    Ero vicino a Simone, che vide e sentì tutto e disse, soddisfatto: "Grande Dani, devi farlo piangere!" A Simo piaceva vedermi piangere, del resto era venuto ad assistere alla partita apposta, sapendo delle intenzioni di Daniel e Marco. Si era divertito anche con le altre cattiverie, ma quelle su di me lo appagavano maggiormente… e poi erano veramente dure. La partita era un pretesto per straziarmi dal dolore, era una tortura sadica continua. Anche Marco, lì vicino, era soddisfatto della lezione, come disse dopo, che Dani mi aveva inflitto. Io gli baciai il piede, implorandolo: "Ti prego Dani, basta per oggi."

    Fortunatamente l'arbitro lo ammonì e quindi non ebbe più la possibilità di entrarmi in quel modo, pur non rinunciando ad infliggermi delle piccole carognate ad ogni contrasto. Ma furono poche, ormai la partita stava per terminare.

    Negli spogliatoi Marco volle che mostrassi a tutti i segni delle varie puttanate che mi aveva inflitto Daniel… Avevo molti segni rossi nella schiena e nello stomaco, ma soprattutto le ferite dei tacchetti nelle caviglie e nelle gambe. Disse, duro: "Vedete cosa succede a non essere cattivi? Sono gli avversari a farci male! Dovete entrare duro e giocare con cattiveria, farvi rispettare. È per insegnarvi questo che sono così cattivo con voi."

    E dopo un po'… "È meglio piangere o far piangere?"

    In realtà ci godeva e si divertiva, sia a farci soffrire, che a incattivirci.

    I miei compagni erano eccitati dal discorso di Marco, in particolare Davide. Marco: "Mattia adesso soffre, voi invece dovete goderci a pensare ai segni che hanno i vostri avversari e non avete voi. A pensare a quanto soffrono e voi no..."

    Da quel giorno i nostri allenamenti, almeno per quanto riguarda le partitelle, furono molto più duri e spesso e volentieri ci facevamo delle più o meno piccole cattiverie tra di noi. Molti provavano piacere… io invece no, ma mi piaceva subire…
     
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    Capitolo 61 - Dani si diverte
    Fui l'ultimo ad uscire dagli spogliatoi e incrociai Daniel, il quale non contento mi disse: "Ciao, come stai, ti ho distrutto vero?" Io: "Dani, perché così tanta cattiveria." Lui: "Senti, voglio farti soffrire ancora. Inizia a saltare, finché ti dico di smettere".

    Era sadico, mi disse che non dovevo fare dei saltelli, ma dei veri e propri balzi… una serie infinita di balzi, dopo una partita in cui avevo preso botte e avevo male dappertutto. Dopo un po' dissi: "Ti prego, basa, è una tortura." Lui mi guardava soddisfatto e sorridendomi sadico, disse: "Te lo dico io quando basta." Ci godeva a umiliarmi e darmi ordini, facendomi soffrire. Daniel: "Se vuoi smettere ti inginocchi e mi baci i piedi". Io: "Qui, davanti a tutti? Ti prego, vengo a casa e te li bacio, ma non qui…"

    Daniel: "Allora continua a saltare… tanto alla fine lo farai. E voglio che lo fai qui."

    In lontananza Marco e Davide guardavano la scena. Marco: "Ma quanto è cattivo Dani…" Davide: "Quasi come noi…". I due sadici erano divertiti nel guardare Daniel tormentare Mattia, dopo quello che gli aveva fatto. I due si avvicinarono, quando io finalmente mi inginocchiai e baciai i piedi a Dani: "Ti prego basta." E lui, molto cattivo, mi schiaccio le mani con i piedi. Dani: "Adesso soffri un po', per punizione per la rete realizzata."

    Davide: "Sì, fallo soffrire." Marco: "Fai bene, nessuna pietà". Baciai anche i loro piedi e, finalmente, Dani decise che poteva bastare...
     
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    Capitolo 62 - Incontro tutti assieme da Marco
    Pochi giorni dopo passammo un pomeriggio e una sera da Marco. C'eravamo tutti, ovvero Marco, Davide, Simone, Daniel ed io. La discussione all'inizio riguardò il "nuovo entrato" (Daniel) e la sua cattiveria, nonché quello che mi aveva fatto subire durante l'amichevole e quanto Marco, Simone e Davide ci avevano goduto. Volevano che sapessi quanto erano cattivi e quanto gli piaceva farmi e vedermi soffrire.

    Davide era seduto sul divano, ad un certo punto mi disse: "Vieni qua che ti faccio male!" Io iniziai a lamentarmi, in quel momento non volevo più subire, ma mi avvicinai e mi sedetti vicino a Davide, dicendo: "Perché sei così cattivo?". Davide: "Bravo, vedo che mi guardi i piedi", mettendomi una mano in mezzo alle gambe e iniziando a muoverla dolcemente accarezzandomi l'interno della coscia, "però non mi hai detto Padrone o Signore… ma adesso voglio che mi guardi negli occhi, voglio che vedi quanto provo piacere a farti male e voglio vedere bene come soffri". Con la mano era arrivato a prendermi le palle ed aveva iniziato a stingerle, leggermente. Le strizzava sempre più forte, guardandomi soffrire e godendo delle mie smorfie.

    Simo: "Sì, stringi più forte…" il sadico ci godeva…. Non ce la facevo più, iniziai a implorare: "Basta Davide, ti prego, ti supplico, pietà… non ce la faccio più… farò tutto quello che vuoi, ma ti supplico basta…". Davide smise di strizzare e mi guardò con cattiveria… disse: "Come dici scusa?", poi fece una lunga pausa… "tu fai in ogni caso tutto quello che voglio, chiaro? Che ti salta in mente?"

    E riprese a strizzare… in maniera differente, dava delle strizzate forti ma brevi, per poi guardarmi soffrire e sorridermi sadico… era cattivo, ogni volta lo pregavo di smettere, ma lui continuava la tortura. Marco si avvicinò con un calzino in mano e me lo mise in faccia, facendomelo annusare. Poi mi disse di prenderlo in bocca, così sarei stato zitto…. Andò avanti per ore e quando smise, caddi a terra stremato. Dovetti poi baciare i piedi a tutti e quattro e ci mettemmo d'accordo per trovarci nuovamente il giorno dopo da Marco.
     
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