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-Joshua.
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Capitolo 1
In quel momento mi trovavo difronte a un enorme scarpa marroncina che riconobbi subito essere quella di Nicola, un mio caro amico. E’ alto circa centosettantotto centimetri e i suoi capelli sono corti e di color castano, lo stesso colore dei suoi occhi. In viso ha un accenno di barba e baffi. La scarpa aveva dei lacci che scendevano fino a toccare terra, così mi arrampicai su uno di essi ed entrai all’interno della calzatura, venendo poi ricoperto da un’incredibile puzza di piedi. Avevo sempre sognato di rimpicciolirmi e osservare oggetti che fino al giorno prima erano minuscoli al mio confronto ma non avevo immaginato che l’olfatto sarebbe diventato molto più sensibile. Con la torcia del mio cellulare esplorai gran parte della scarpa, tappandomi il naso con la mano sinistra. Arrivai alla punta della calzatura ed era impossibile non notare un’impronta di sudore stampata sulla suola. Quella parte emanava un odore ancora più forte e per quel motivo decisi di tornare indietro, fino a quando non notai l’enorme fetta di Nicola che veniva inserita lentamente all’interno della scarpa in cui c’ero io. Il suo piede era coperto da un calzino nero e le sue dita si muovevano in continuazione, forse per facilitare l’inserimento del piede all’interno della calzatura. Tornai nuovamente indietro e raggiunsi la punta delle scarpe, la più “odorosa”. Proprio in quel momento il suo alluce raggiunse la mia pancia e mi incastrò “al muro”, bloccandomi completamente. Il suo calzino aveva un buon odore ma il risultato finale non variò molto per via dell’odore presente nella scarpa in precedenza. L’unghia del suo alluce sembrava essere affilata e ben esposta; un movimento sbagliato e mi avrebbe tagliato in due.
Edited by -Joshua - 18/4/2018, 00:18. -
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bello e interessante... continuerà?? . -
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Finalmente un bel racconto macrophilo, era da tempo che non ne vedevo uno su questo forum, speriamo che continui. . -
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scrivi molto bene . -
-Joshua.
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Grazie per aver commentato, spero possiate perdonare la lunga attesa. Capitolo 2
Quella giornata sembrava essere infinita e Nicola non aveva intenzione di fermarsi. Il ragazzo era in continuo movimento e le sue dita continuavano a schiacciarmi varie parti del corpo, senza però recare gravi danni. Dopo diverso tempo riuscì a spostarmi dall’alluce, evitando così una morte certa. Finalmente Nicola decise di estrarre dalla scarpa il suo enorme piede sudato. L'oggetto cadde di lato e per mia fortuna riuscì a uscire da essa e a respirare un po’ d’aria pulita. L’enorme figura del ragazzo dei miei sogni era in piedi, a pochi metri di distanza da me che per lui erano pochissimi centimetri. Aveva tolto i calzini e i suoi piedi erano in bella vista, più odorosi che mai. Dovevo ammettere che quella puzza iniziò a non dispiacermi, forse perché mi ci ero “abituato” durante il corso della giornata. Tuttavia era arrivato il momento di farmi notare: non volevo che la mia altezza fosse ridotta per sempre a soli cinque centimetri. Nicola si voltò improvvisamente verso di me e alzò il suo piede destro, posizionandolo a un centimetro di distanza dal mio naso, rischiando di schiacciarmi. La terra tremò, sembrava quasi un terremoto. Mi aggrappai al suo piede e venni trasportato al bagno. Successivamente il ragazzo abbassò i jeans e, per la prima volta, vidi il suo membro per intero, per di più in dimensioni giganti. Iniziò a fare pipì ma anche quell’azione di rivelò pericolosa per me. Egli non centrò il WC e delle gocce di liquido giallo superarono la tavoletta e andarono a schiantarsi per terra, una di queste mi colpì in pieno. Era incredibile come una goccia fosse riuscita a bagnarmi del tutto. Nicola, accortosi di quello che aveva fatto, strappò della carta igienica dal rotolo e iniziò a pulire. Grazie a ciò il ragazzo si accorse finalmente della mia presenza e avvicinò a me il suo occhio destro per assicurarsi che non fossi una formica. Un enorme ghignò occupò il suo viso.
“Ti ho pisciato addosso?” Chiese divertito.
“Aiutami a farmi tornare come prima!” Esclamai. Nicola avvicinò il suo orecchio destro alla mia bocca: era maledettamente enorme. Avevo paura che, di lì a poco, mi avrebbe schiacciato.. -
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Continua ti prego haah è fantastica . -
Onlyslave.
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Bello ed eccitante, ma vorrei capire meglio i rapporti tra i protagonisti e come ha fatto il piccoletto ad essere ridotto in quelle dimensioni. Spero che riuscirai a farcelo capire 
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-Joshua.
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Bello ed eccitante, ma vorrei capire meglio i rapporti tra i protagonisti e come ha fatto il piccoletto ad essere ridotto in quelle dimensioni. Spero che riuscirai a farcelo capire
Ciao! Si, in effetti il rapporto tra i due non è molto chiaro. Cercherò di approfondirlo meglio in uno dei prossimi capitoli! Ti ringrazio, intanto
Capitolo 3
Estate. La mano di Nicola era sudata e io mi trovavo su di essa. Riuscivo a sentire il lieve tanfo provocato dall’arto mentre, a pochi metri di distanza, vi era una formica dalle fattezze colossali rispetto alle mie ma che, per il Gigante, non era altro che un misero insetto. Il Titanico ragazzo aveva ben pensato di mettere a confronto la mia forza con quella della formica, mentre egli schiacciava punti casuali del palmo della mano con l’indice dell’altra – libera, in quel momento -. La formica, incuriosita da me, iniziò a corrermi incontro mentre l’organo tattile di Nicola iniziò ad agitarsi per via della continua pressione dell’indice. Le altre dita erano semichiuse, sembrava quasi di essere in un’arena. Correvo al massimo della velocità, scappando da quel spaventoso insetto ma, inevitabilmente, questo riuscì a catturarmi. Ero intrappolato tra le sue zampe e Nicola, senza alcun apparente motivo, smise di premere il dito sul palmo. Riuscivo a vedere il suo enorme viso, la barba quasi impercettibile e i suoi occhi scuri osservarmi mentre l’insetto stava per divorarmi. Il mio centimetro d’altezza, purtroppo, non mi permise di fuggire. In conclusione, l’indice di Nicola tornò e, quella volta, centrò sia me che la formica, ponendo fine alla vita di quest’ultima. Mi ritrovai circondato dai suoi resti mentre l’enorme indice continuava a infierire sul ‘cadavere’, roteando lo stesso da sinistra verso destra e da destra verso sinistra.
“Mangia, è la tua cena.” Disse, avvicinando lo stesso dito al mio piccolo corpo. Emanava un cattivo odore, puzzava come mai prima d’allora.
“Mi sono permesso di aggiungerci un po’ di fragranza del mio membro. Spero apprezzerai, pensala come ad un condimento.”
E così, quella sera, si concluse con una sonora risata del ragazzo che tanto amavo mentre mi offriva qualcosa da mangiare, come mai era capitato; prima d’allora, infatti, ero costretto a ingerire sporcizia cosparsa in ogni parte del corpo del Gigante sino a ripulirlo del tutto e, per forza di cose, sentirmi sazio; un giorno, forse, ve ne racconterò.
“G-Grazie...”. -
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Grande storia!
Proseguirà?. -
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bella storia! :3 .
Nicola il GiganteBreve racconto macrofilo |
