| È da un po’ che volevo iniziare un racconto su questo forum. Spero possa essere di vostro gradimento e che abbiate dei suggerimenti da darmi per renderlo sempre più avvincente.
Capitolo 1
Salve a tutti, mi chiamo Andrea e per puro caso qualche mese fa mi sono imbattuto in questo forum. Certo, vi verrà da pensare “come no… Uno naviga sul web e finisce su un forum per feticisti dei piedi per caso”, eppure vi assicuro che è proprio così che è andata. Tutto ebbe inizio per pura curiosità, dato che mi era capitato di assistere a una scena piuttosto strana, decisi, assalito dalla noia di una tipica domenica pomeriggio, di volerne sapere di più circa questa “attrazione” e quindi fu così che feci le mie prime ricerche sul web per comprendere come mai i piedi, questa parte del corpo che solitamente suscita repulsione, siano un oggetto di desiderio per alcune persone. Naturalmente, tra i primi suggerimenti che la ricerca “feticismo piedi maschili” aveva prodotto c’era proprio questo forum, il quale mi ha subito colpito sia per il numero di utenti (mai avrei pensato che ci fossero così tanti feticisti dei piedi maschili) che per la varietà di sezioni che ci sono: dalle classiche foto ai consigli su siti e video, condivisione delle proprie esperienze, racconti di fantasie personali, ecc. Insomma la prima impressione che ne ebbi fu di stupore misto a curiosità, pur essendo del tutto privo di ogni sorta di interesse a riguardo. Questo, quindi, è il modo in cui sono venuto a conoscenza dell’esistenza di questo forum, ma come sicuramente avrete compreso non è il motivo che mi spinge a scrivere…
Prima di arrivare al nocciolo della questione, però, ci tengo a presentarmi: come ho già detto, il mio nome è Andrea, ho 26 anni e sono originario di un paesino in provincia di Frosinone, anche se già dai tempi dell’Università mi sono trasferito a Roma per evitare lunghe ed estenuanti trasferte, soprattutto dal momento che i miei mi avevano messo a disposizione un monolocale nei pressi del centro che solitamente affittavano a qualche turista di passaggio. A Roma ho intrapreso il mio percorso di studi in Ingegneria Meccanica, spinto dagli incitamenti dei miei professori del liceo, i quali avevano notato in me una certa propensione per la Matematica e la Fisica e che quindi facevano leva su questa mia “passione” per indirizzarmi nella scelta della facoltà che fosse più adatta a me. Devo dire che in effetti non hanno mai dovuto sforzarsi troppo, proprio perché sono sempre stato un ragazzo piuttosto deciso e determinato nei miei interessi, quindi mi sembrava anche abbastanza ovvia la scelta di un percorso di studi che valorizzasse le mie capacità. Tuttavia, come purtroppo accade nella vita, non sempre le aspettative e i sogni che abbiamo da bambini e da adolescenti riescono a trasformarsi in realtà, proprio come il mio di lavorare, una volta laureato, nei box di qualche scuderia di Formula 1, da sempre una mia grandissima passione. Nonostante i miei sforzi e i numerosi sacrifici per poter dare tutti gli esami in tempo e con ottimi risultati, al termine dei 5 anni e con un mucchio di candidature rispedite al mittente o rimaste inascoltate, capii che era tempo di “aprire gli occhi” e svegliarmi da quel sogno, dovevo cercarmi un lavoro con il quale mantenermi per evitare di essere costretto a lasciare Roma e tornare alla vita di prima, circondato da persone che vivono ancorate a quella tipica “mentalità di paese” così obsoleta e anacronistica. Mosso da questo desiderio di costruirmi un futuro lontano dal mio paesino, decisi così di accantonare, almeno momentaneamente, il mio sogno nel cassetto e di aprirmi alle occasioni che una grande città poteva offrirmi. Fu proprio così che, su suggerimento di alcuni miei ex compagni di corso, inviai la mia candidatura ai licei della zona, nel caso in cui avessero avuto bisogno di un supplente per coprire le ore di Matematica e Fisica. Con mio grande stupore, dopo appena 2 giorni fui contattato dal preside di uno degli istituti ai quali avevo scritto, non mi sembrava vero… non avevo mai preso in considerazione l’ipotesi di insegnare a dei ragazzi poco più piccoli di me, ma in quelle circostanze non riuscivo a immaginare un piano B migliore, così confermai la mia disponibilità e mi venne fissato un incontro per discutere di ulteriori dettagli che necessitavano della mia presenza fisica. Fatta questa doverosa introduzione, è a questo punto che entriamo nel vivo della mia storia attuale… |
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