Malesfoot - Forum Piedi Maschili

Votes given by Diego Podol

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    Scusate, sono Rodolfo. Comprendo i vostri commenti anche se ho una motivazione personale e profonda per essermi cancellato qui come da altrove. Tale motivazione non riguarda voi e tanto meno il gentilissimo amministratore di questo sito col quale ho scambiato bellissimi confronti e che stimo davvero. La mia situazione personale ha avuto una repentina complicazione che richiede la mia attenzione altrove, su una persona che amo profondamente e che ora ha bisogno di me. Se non capirete, comprenderò comunque. Tuttavia vi ringrazio per il sostegno e la costante presenza. Posto a seguire tutta la storia scritta fino ad ora in modo che se qualcuno la volesse salvare, può farlo. Vi chiedo, se voleste ripubblicarla qui o altrove, di mettere come autore genericamente 'anonimo'. Lascerò la storia fino a domani sera poi la toglierò. Ve la regalo con rispetto e gratitudine. Se più avanti scriverò le ultime parti, sarà mia premura pubblicarle qui. Non siate troppo severi con me. Ancora grazie
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    Edited by RodolfoSolletico - 20/4/2024, 10:14
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    Il capitolo ventiduesimo sarà particolarmnete lungo, sostanzioso e articolato. scriverlo mi sta impegnando. Bisogna che pazientate un pochino.
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    Noooooo, come solo 3 capitoli??? Allungalooooooooo ahahahahahah
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    Parte 2



    Non so dirvi esattamente il perchè, forse la paura di esser sorpresi da qualche genitore poco curante della privacy dei figli 14 enni, forse la mia cacasottaggine cronica, ma dopo l’afrodisiaco massaggio non vi furono esperienze degne di nota nel breve termine.
    Il nostro rapporto di amicizia si manteneva comunque discretamente solido e duraturo anche negli anni dei primi flirt e delle prime ragazzine (sue, non certo mie).

    All’interno del gruppo di amici mi ero appropriato del ruolo del pacere, di quello a cui si poteva dire tutto; la parlantina, il carisma e una certa empatia non mi son mai mancate nemmeno quando rifiutavo con tutto me stesso la mia emotività.
    Nonostante l’istrionismo non avevo frequentazioni amorose, ero quello che faceva battute sul sesso ma fuggiva dal parlarne seriamente, avevo il poster di Lana Lang di Smallvile in cameretta come simpatico tentativo di ri-marcare una presunta eterosessualità.

    F nel frattempo frequentava alcune ragazze, ma il Don Giovanni che albergava dentro di lui non usciva praticamente mai dalla stanza d’albergo, quindi tutto sommato avevamo dei parametri abbastanza assimilabili per sopravvivere nello stesso gruppo di amici senza che qualcuno si domandasse come fosse possibile.

    In quarta / quinta liceo F cominciò a legare particolarmente con D (ragazza che ancora oggi è una delle mie migliori amiche), dando il via ad una lenta e inesorabile danza del corteggiamento che sarebbe durata almeno un paio d’anni.
    Fu in questo periodo che pian piano dentro di me, nonostante la negazione imperante che provava ad ostracizzare qualsiasi impulso della libido, cominciai ad avere dei dubbi riguardo ai sentimenti che provavo per F. Mi mancava l’ABC delle emozioni per chiamarlo innamoramento, ma certamente egli era in quel momento della vita l’amico a cui tenevo di più e col quale passavo la maggior parte del tempo.

    Nonostante avessi tentato con tutto me stesso di rimuovere dalla mia testa l’immagine di ciò che si trovava dentro le sue scarpe, la “fiamma” si ri accese inaspettatamente in occasione dell’ultima gita scolastica all’estero.
    Eravamo in 4 a condividere una stanzetta angusta che si preparava ad offrirci rifugio per quella che sarebbe stata l’ultima notte prima del rientro in Italia.
    I nostri professori avevano finalmente concesso la possibilità ad entrambe le classi di passare la serata completamente liberi, il che si tradusse sostanzialmente in una sola semplice parola, una delle poche presenti nel dizionario medio di un 18enne: Alcol.
    Data la mia lapalissiana avversione per sostanze potenzialmente disinibenti, unita ad una discussione per cose futili con alcuni amici fra cui F stesso, fui uno dei pochi a decidere di rimanere in albergo, condividendo la stanza con un compagno che aveva un primato importante: quello di essere ancora più sfigato di me.

    F e il quarto compagno di stanza rientrarono verso mezzanotte e mezzo visibilmente alticci, inconsapevoli che uno dei due coinquilini beatamente addormentati stesse facendo finta di essere fra le braccia di Orfeo.
    F fece appena in tempo a gettarsi sul letto e togliersi le scarpe che si addormentò immediatamente.
    Caso volle che la disposizione del letto mio e del suo fosse a L, il cui punto di giunzione delle due semirette corrispondeva alla mia testa e ai suoi piedi.
    Aspettai, aspettai molto.
    Ero letteralmente immobilizzato dalla paura. Avevo vicine altre due persone addormentate oltre lui, ed ero del tutto inconsapevole di quanto l’alcol potesse mettere davvero KO una persona.

    La parte più difficile fu liberarsi delle lenzuola in fondo al letto, ma con un po’ di pazienza mi trovai finalmente davanti le sue belle fette avvolte da un calzino nero.
    Ricordo di aver avvicinato naso e bocca e di aver preso dei lunghi respiri. L’odore era delicato e inebriante. Azzardai anche qualche bacio e un toccata e fuga di lingua, ma purtroppo non ebbi il coraggio di rimuovere il calzino.
    Dopo almeno un quarto d’ora F cambiò posizione, da supino a prono, e questo mi concesse di godere un po’ dei suoi talloni e di affondare un po’ di più la mia faccia sui suoi piedi.
    Il ritrovato Nirvana non durò più di 15 minuti, perchè la paura vinse sull’erezione e fui costretto ad una ritirata strategica in bagno.

    L’estate che seguì l’ultimo anno di Liceo segnò ufficialmente il fidanzamento di F con D, e nonostante tutto lo Sturm und Drang dentro la mia testa il nostro rapporto di amicizia continuò a crescere e a consolidarsi. Mi capitava spesso di passare del tempo con loro, e che ci crediate o meno ero estremamente felice e protettivo del loro rapporto.
    Nonostante non mi fossi ancora dichiarato, nel nostro gruppo capitava spessissimo di giocare fra noi con battute ammiccanti , e non di rado D si divertiva molto a stuzzicare con fare scherzoso me e F con battute di natura omosessuale.
    Io stavo molto al gioco, ma la reazione contrariata e “schifata” di F era quella che provocava senza dubbio il maggior numero di risate all’interno della nostra combriccola.

    Forse fu questa una delle principali motivazioni della mia paura del coming out. La paura di perdere quel rapporto giocoso e genuino , la paura di dover cambiare per essere accettato o di non essere accettato. La paura di dire ai miei amici che mi piacevano gli uomini, la paura di dire a F che mi piacevano gli uomini.

    Nei due anni che seguirono la gita mi sembrò di perdere quasi completamente l’interesse fisico ed emotivo verso il mio amico a cui volevo prima di tutto un gran bene, ma la consapevolezza del passato era un peso che ancora mi turbava e mi metteva a disagio, in primis con me stesso.

    Ecco perchè feci fatica a credere alla reazione dei miei amici quando finalmente decisi di rivelare loro il mio segreto, compresa quella di F. Soprattutto quella di F.


    … FINE SECONDA PARTE

    Vi regalo un secondo cliffhanger da metabolizzare :)

    Ovviamente se avete domande saró lieto di rispondervi (a meno che non mi costringano a spoilerare)

    Edited by Logan992 - 24/1/2024, 03:57
5 replies since 22/5/2023
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