Malesfoot - Forum Piedi Maschili

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    Parte 10: Dichiarazione.
    L'estate si avvicinava, il successo del club era solo andato ad aumentare, Antonio faceva soldi e si era fatto una certa fama negli ambienti del sex work, fetish etc...
    A volte veniva contattato da schiavi che volevano essere umiliati privatamente nelle loro case, ovviamente per soldi, aveva fatto alcuni shooting a tema fetish e stava pensando di aprire un onlyfans dove avrebbe collaborato con attori porno professionisti, insomma stava costruendo un impero, anche io ormai ero un lavoratore fisso del club, sebbene fossi solo uno schiavo, ero ugualmente a servizio dei vari master che venivano in cerca di divertimento, tuttavia la prospettiva che Antonio lasciasse il club per dedicarsi ad altro mi angosciava e divenne col tempo sempre qualcosa di più reale, i tanti impegni lo prendevano troppo, il club era l'ultimo dei suoi pensieri.
    Da parte mia mi sentivo perso, non importa quanti padroni fossero entrati in quella stanza, l'unico a cui ero devoto era lui, nessuno aveva la tecnica come quella di Antonio, nessuno aveva i suoi piedi, ah si mi ero innamorato di quei piedi, ogni volta che mi masturbavo il mio pensiero cadeva su di loro, la mia libido era strettamente collegata all'odore ed il sapore di quei piedi, non resistevo, dovevo trovare il modo di parlare con lui.
    Era inizio luglio, un venerdì pomeriggio ero al club, dando una mano per la festa della serata, d'improvviso sentì la sua voce "Buon pomeriggio", nessuno si aspettava di vederlo, Raffaele e Giovanni anche loro lì a dare una mano gli corsero incontro, poi venne verso di me e freddamente mi salutò, io risposì con un "Salve padrone" tenendo la testa abbassata. Di lì poi andò a parlare con Pietro, il proprietario, sembra che dovessero parlare di affari, chissà forse una nuova idea per il club, rimasero chiusi in stanza per più di 30 minuti, poi finalmente uscì e disse ai ragazzi che sarebbe rimasto lì quella sera, ecco era il momento propizio, dovevo trovare il modo di parlargli.
    Ad un tratto rimase solo nella stanza del fetish, io entrai, dopo alcuni minuti di silenzio mi chiese come andava il locale, gli dissi che filava tutto alla grande, poi curiosamente volle sapere di me, come stavo, come andavano gli studi, era abbastanza amichevole, chiusi il discorso chiamandolo padrone, "Edo a proposito non c'è più bisogno che mi chiami così, possiamo tornare ad avere un rapporto normale", mi si spezzò il cuore come poteva dirmi questo all'improvviso, "Ma perchè non vuoi che ti chiami più padrone?" gli chiesi,"Edo sono stato via dal club quasi due mesi, ho fatto tante nuove esperienze e conosciuto gente, mi sto lasciando la vecchia vita un pò alle spalle, stavo discutendo un progetto con Pietro sul club che onestamente ancora non so se accettare, voglio cambiare vita e gente, dovresti fare lo stesso, non puoi sempre fare la parte del mio schiavo", "E se invece volessi essere ancora il tuo sottomesso?", "Va al diavolo Edo, non mi venire a dire che adesso ti piace essere trattato così, ok capisco di aver iniziato con te, capisco che per te sia diventata un abitudine ma dove sta scritto che per tutta la vita debba essere io il tuo padrone, puoi conoscere tanti altri master qui dentro!" "Ma con te è diverso padrone, con loro non mi eccito così, io penso solo alle umiliazioni che ho subito con lei padrone, sono devoto ai suoi piedi, si all'inizio non lo sopportavo, era estremamente umiliante ma poi ho capito che si sono nato per essere umiliato, per essere un feticista dei piedi e sopratutto per essere il suo schiavo!" "Cavolo né ho conosciuti tanti di schiavi ossessionati da me eppure mai nessuno ha fatto una dichiarazione tanto spassionata" "la prego padrone, faccia di me qualsiasi cosa ma mi permetta di continuare a servirla, mi dia l'onore di adorare ancora i suoi piedi, sarò più ubbidiente di prima, lo prometto" "Non sarà facile sai, io mi sposto di continuo, per girare video, fare shooting, anadre in diversi locali d'Italia e chissà forse più in là anche fuori, volendo potresti partecipare a questi progetti, ti ho addestrato bene, sai come mi piace essere trattato, sai come infilare la lingua da cagna che ti ritrovi tra i miei piedi, ma sarà impegnativo e faticoso, te la senti davvero?" "Si me la sento, farò tutto ciò che mi chiede, le sarò fedele come sempre e prometto di adorare i suoi piedi come mio unico scopo di vita" "Allora siamo apposto così" subito mi chinaì sulle ginocchia e baciai le scarpe nere che indossava ripetendo grazie non so quante volte, "Padrone mi permette di sentire l'odore dei suoi piedi e baciarli delicatamente come giusto che sia?" "Non devi chiedere schiavo già sai che sei in debito e devi farlo!" "Hanno un buon odore padrone?" "Che domanda li tengo sempre lerci per qualche schiavo e poi siamo a inizio luglio con più di 30 gradi ovviamente hanno un bell'odore" e fu così appena rimossi le scarpe un odore forte di sudore, misto alla gomma delle scarpe ed il calzino usato investì la mia faccia, le mie narici ben aperte respirarono bene tutto quel odore, cosi caldo, virile e penetrante mi resì solo allora conto di quanto mi fosse mancato, subito misi la mia faccia in mezzo a quei piedi, lui la stringeva per bene facendo tanta pressione ai lati della testa, poi mi ordinò di baciare partendo dal dorso arrivando alle dita passando per la pianta e infine al tallone, questo era vivere per me, essere circondato da quei piedi, vedere il padrone godere ed essere soddisfatto non volevo nulla di più che questo.
    Si fece sera, la serata stava per iniziare, la gente era già li, ad una certa le luci furono fatte calare, Pietro salì sul piccolo palco in fondo alla stanza per un annuncio "Padroni e schiavi oggi siete qui come d'abitudine per dare sfogo ai vostri desideri proibiti e perversi, ma tutti sappiamo che senza una certa persona tutto ciò non sarebbe stato possibile, accogliamo la leggenda, il padrone per eccellenza di questo locale, Master Antoniooooo" la luce fu proiettata dalla parte opposta della stanza, Antonio era lì con un completo latex nero, in posa di vincitore ed io steso sotto di lui completamente nudo, aveva un piede nudo sulla mia faccia e l'altro sul mio pene e mi teneva al guinzaglio mentre succhiavo le sue dita, appalusi, fischi e tanto incitamento questo fu il modo meraviglioso in cui fu accolto, prese un microfono "Amici cari, sono stato via un bel pò, sono arrivato abbastanza in alto, tanti sono i progetti dove sono coinvolto, ma mai dimenticherò questo posto, qui grazie a Pietro ho avuto modo di dimostrare le mie doti da master, qui ho avuto modo di passarle a tanti di voi per questo anche se non con la stessa frequenza tornerò a venire qui, sarò più spesso dei vostri, oggi inoltre questo schiavo qui sotto di me, Edoardo, lui è stato il primo ragazzo che io abbia sottomesso, oggi i ha confessato quanto sia felice di essere il mio sottomesso, mi ha fatto sentire davvero un grande, più di quanto non pensassi già di essere, perciò amici miei divertiamoci stasera proprio partendo da lui, date allo schiavo i vostri piediiiii", non fini nemmeno di dirlo con un orda di ragazzi corse verso di me, alcuni mi calpestavano, altri mi facevano annusare le calze sudate, chi mi tirava calci, chi infilava le dita nella gola, fu un orgia di piedi, ma nonostante tutto avevo il sorriso sulle labbra perchè il mio padrone era lui, Antonio.
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    A breve uscirà l'ultima parte della storia.
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    Parte 9: Dimostrazione in pubblico.
    Siamo a gennaio, è già da un paio di mesi che il club fetish ha preso il volo, dal venerdì alla domenica c'è il pieno, tante facce diverse si vedono, alcuni li vedi una volta e poi mai più, chissà forse mossi dalla curiosità o dalla voglia di sperimentare, altri sono clienti fissi ormai, quando si avvicinano già sai cosa vogliono. Di fantasie ne ho provato tutte, trampling, sputi, bonding, mangiare dai piedi e c'è anche chi è fantasioso e se ne inventa sempre una nuova, tipo uno che mi faceva leccare la mia stessa saliva via dai suoi piedi.
    Ebbene Antonio un sabato sera tramava qualcosa, qualcosa per invogliare più gente ancora a venire, lui ormai era il re indiscusso, un vero padrone, tutti gli schiavi volevano stare anche solo 5 minuti sotto i suoi piedi, lui arrivava a volte anche ad avere tre ragazzi contemporaneamente al suo servizio, Giovanni, Michele e Raffaele provavano a togliergli la corona ma il grande dominatore, il grande padrone assoluto era solo lui.
    La serata sarebbe iniziata come al solito verso le 10, ma per la dimostrazione avrebbero aspettato mezzanotte, quando la sala sarebbe stata al completo, io ero coinvolto ma non sapevo precisamente cosa avrei dovuto fare, anche Giorgio il fidanzato o per meglio dire servo di Michele era coinvolto, ma come me non sapeva nulla, nella sala iniziava ad entrare gente, senza perdere tempo alcuni padroni si sfilavano le scarpe indossate da giorni e costringevano gli schiavi a respirare direttamente dalle loro calze, altri spingevano entrambe le fettone nella bocca dei malcapitati, altri si divertivano a legare sulla panca gli schiavi per praticare solletico.
    Mezzanotte era ormai alle porte, insieme a Giorgio e altri sei ragazzi fummo presi e ci fu messa una pettorina, eravamo nudi solo con le mutande bianche, un piccolo palco era stato preparato al centro della sala, Antonio vi si recò, salì proprio al centro, indossava un completo nero in latex con stivali neri da vero dominatore, le luci puntate su di lui, inizio un piccolo discorso, "Buonasera, stasera abbiamo tanti nuovi arrivi al nostro fetish club, vorrei solo darvi una piccola dimostrazione cosi che cappiate cosa è possibile fare in questo splendido posto, portate qui gli schiavi", ci fu ordinato di camminare come dei cani e salire sul palco, uno dietro l'altro, ero il quarto della fila, avevo il culo dello schiavo davanti a me praticamente in faccia, sguardo chinato verso il basso, tutti ci fissavano, commentavano, incuriositi, alcuni erano palesemente nuovi a queste pratiche.
    Eccoci tutti sul palco ed Antonio subito urla "faccia a terra" ubbidiamo "Ora uno alla volta baciatemi gli stivali" e cosi ci aprestammo a dare baci su quel latex nero degli stivali, era estremamente liscio, poi prese un frustino, andava avanti e indietro e dava frustate sulle nostre natiche a suo piacimento, toccò anche a me e senti un dolore rapido ma crudele, poi mi frusto di nuovo per due volte di seguito sullo stesso punto e fu ancora più lancinante, non riuscì a trattenere una smorfia di dolore, dal pubblico invece di volta in quando si sentivano risatine, lo spettacolo li stava sicuramente intrattenendo, dopo un pò Antonio ordina di farsi portare le maschere, erano quelle antigas, che si portano in caso di incendio, vengono distribuite ad ognuno di noi e ci vengono fatte indossare mentre lui si accomoda su una sedia di fronte a noi, "sfilami gli stivali!" e questo timidamente esegue l'ordine, "sai già cosa fare" se lo porta subito al volta e ci infila testa dentro, si sentiva chiaramente il suo forte sospiro mentre inalava il suo odore, Antonio fece una risata diabolica poi prese il secondo stivale ed ordinò a Giorgio di annusarlo, quello obbedì, l'ilarità scoppio nel pubblico, ma Antonio continuò prese me ed un altro schiavo e poso i suoi piedi calzati da due sudici calzini neri sulla parte delle maschere dove entra l'aria "Adesso annusate bene" ed ecco che tutta la puzza entrò nelle nostre narici, non c'era aria pulita, da quelle maschere solo la puzza dei piedi di Antonio entrava ed era inebriante, al pubblico piacque tanto ciò partirono gli applausi, Antonio continuò dicendo "Li ho indossati tutta la settimana, ho fatto palestra indossando questi calzini, sono la cosa più sudicia che abbia portato", il pubblico era in delirio, dopo un pò a turno anche agli altri schiavi toccò annusare i calzini puzzolenti di Antonio, poi le maschere furono rimosse, presì una boccata d'ossigeno, Antonio rimosse le sue calze e le infilò nella bocca di due schiavi, a questi fu poi tappata la bocca, vennero presi per i capelli e portati via dai loro master, rimanemmo in sei, Antonio ci fece stendere a terra, poggiò prima un piede poi l'altro su uno schiavo ed inizio a calpestare ognuno di noi, dapprima sul torace poi faceva pressione con la sua pianta sudata sul volto, urlava che così si dimostrava agli schiavi tutto il proprio potere. Il pubblico ormai era succube di Antonio, erano affascinati dal suo modo di essere così dominante, ovviamente come tocco finale volle una leccata di piedi, ma questa volta dovevamo leccare tutti insieme, era di nuovo seduto, co ne braccia incrociate dietro la testa, noi sei schiavi eravamo aggrovigliati l'uno sull'altro pur di passare le nostre lingue sui suoi piedi, a volte per sbaglio ci capitava di limonare, fino a quando non arrivò l'ordine di limonare di proposito suoi suoi piedi, "Avete visto che porci inutili che sono, delle vere cagne" tutti ridevano, mi sentivo un pò in imbarazzo da quando la cosa era solo tra lui e me adesso eravamo letteralmente su un palco, di fronte a decine di persone, dopo aver leccato per diversi minuti si fece portare un ultima cosa, dei guinzagli, furono attraccati alle pettorine e cosi iniziò a sfilare con noi sei schiavi per tutta la sala, in modo che il pubblico potesse vedere da vicino il master con i suoi cagnolini a terra al guinzaglio.
    L'espressione sul volto di Antonio era soddisfatta, puro divertimento, tutti si complimentavano con lui mentre sfilava, poi Michele, Giovanni, Raffaele e altri due master presero uno alla volta tutti gli schiavi, rimasi solo io con lui, tornati sul palco, si sedette, mi fece mettere a terra con la schiena inarcata e vi stese sopra le gambe per poi farsi portare una birra, "Bene ragazzi adesso divertitevi" e così in sala tutti si sfogarono al meglio, io rimasi cosi per pochi minuti poi uno schiavo lo pregò affinché lo dominasse.
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    Parte 8: Club Fetish
    Era inizio novembre, ormai Antonio dava lezioni di fetish a ragazzi che volevano sottomettere i loro fidanzati ingrati, io ero sempre quello da usare come esempio, ero la dimostrazione di un ragazzo che era stato messo al suo posto, secondo le parole di Antonio, Raffaele si divertiva anche lui, ogni tanto ci raggiungeva per dare lezioni di "cuckold" ovvero non solo umiliare il tuo ragazzo ma fargli anche le corna allo stesso tempo.
    Antonio aveva successo e almeno una decina di ragazzi erano suoi alunni, c'era del potenziale per creare una vera e propria attività, non a caso è quello che da lì a poco sarebbe accaduto, sempre tramite le amicizie della sua università aveva conosciuto Pietro, un uomo sulla trentina che gestiva un importante locale gay, non si ballava solo lì dentro ma c'erano anche stanze dedicate a giochi sessuali ed erotici, tuttavia la stanza delle torture fetish era rimasta chiusa per un bel pò, per mancanza di un buon gestore apparentemente, ma Pietro aveva ascoltato i racconti di sottomissione che mi vedevano protagonista e pensò che Antonio, Giovanni, Raffaele e Michele fossero proprio quello che cercava per ridare vita a quella stanza.
    Un venerdì fui obbligato ad andare a vedere la stanza con loro, Pietro era li ad aspettarci, un uomo robusto, portava i capelli rasati, occhi neri profondi, barba corta e vestito in leather nero, incuteva timore e mi guardava con sguardo irrisorio, "questo è lo schiavetto?" chiese e Antonio annuì sorridendo, ci guidò per le sale del locale, non ero mai stato in quel posto nonostante fosse estremamente popolare, finalmente apre la porta della suddetta stanza fetish, era di grandezza media, pareti grigio scure, pavimento in parquet, questo le conferiva un aspetto elegante, inoltre vi erano innumerevoli oggetti di tortura e sottomissione, gabbie, panche ed assi per legare gli schiavi, altalene erotiche, manette, frustini .....
    "Da oggi in poi sarai umiliato qui, dal venerdi alla domenica ogni sera questa sarà la tua dimora" mi disse antonio, io lo guardai timoroso, non penserà davvero che io venga qui tutti i fini settimana a farmi umiliare?, "Ah e non vedrai nemmeno uno spicciolo" "Cavolo lo tratti proprio una schifezza, mi piace, così dovrebbe essere un vero padrone, non mi sono sbagliato affatto su di te" disse Pietro, " ti va di fare qualche prova prima dell'inizio della serata?" "Certo perchè no, schiavo spogliati ed entra in questa gabbia!!!" in pochi secondi ero già nudo, mi infilai in questa gabbia dove a malapena entravo, la mia faccia era incastrata tra due sbarre, Antonio prese uno sgabello e vi ci sedette sopra, prima si sfilò una scarpa, sudatissima e calda e me la poggiò sul muso affinché la annusassì, era davvero fetida ma avevo sia naso che bocca conficcati li dentro in pochi minuti tutta l'aria dei mie polmoni ne era contaminata, poi si spostò a sedersi sulla parte superiore della gabbia e poggiò entrambe le piante dei piedi nude sulla mia faccia ancora incastrata tra le due sbarre, le strofinava sensualmente, se non avessi avuto la gabbietta di castità già sarei venuto duro, Pietro era estremamente soddisfatto, poi Antonio gli passò il cambio, eccolo anche lui seduto sullo sgabello ma senza togliere le scarpe mi ordina di leccare la parte superiore dei suoi stivali neri di pelle, bleah era un sapore rancido quello della pelle sulla mia lingua, "Adesso succhia il tacco" oddio non avevo mai leccato la parte inferiore delle scarpe, mi era stato risparmiato ma non ebbì scelta ed iniziai a ciucciare quel tacco sporco, è la cosa più disgustosa che abbia fatto fin ora, quando rimosse le scarpe vennero fuori i suoi piedi, non erano molto grandi in realtà ma non indossava calze quindi l'odore e il sapore furono micidiali, mentre mi passava tutte le dita in bocca si toccava l'uccello dai pantaloni, era molto eccitato.
    "Questa serata sarà un successo", beh si avrebbero iniziato quella sera stessa, rimasi in gabbia per ore, fin che furono le 9, iniziarono ad arrivare diversi ragazzi, in coppie o a tre, alcuni portavano già i loro schiavi al guinzaglio, addirittura alcuni schiavi camminavano a quattro zampe, come cagnolini, appena si fece una piccola folla di venti persone, Pietro fece un piccolo discorso, dove invitava tutti a divertirsi e seguire i consigli di Antonio per quelli nuovi alle pratiche, quest'ultimo subito si lanciò su di me, si prendeva gioco della mia faccia, torturandola coi piedi, i suoi calzini impregnati di sudore riempivano la mia bocca e il mio naso era bloccato tra le dita dei suoi piedi, c'erano altri due giovani padroni affianco a lui che osservavano, uno poi prese l'iniziativa, fece entrare il suo schiavo nella mia stessa gabbia, eravamo letteralmente appiccicati non potevamo muoverci, questo si sfila le scarpe, vengono fuori due fette enormi, minimo 47 calzate da calzini grigi su cui erano evidenti le macchie di sudore, lo schiavo già si lamentava ma non ebbe tempo di proferir parola che la sua faccia scomparve in mezzo a quei piedi, la pressione che il padrone faceva era brutale, nemmeno Antonio era cosi cattivo, dopo un pò tolse le calze affidò un piede a me ed un altro al suo schiavo per essere leccati, il lavoro era impegnativo data la grandezza dei piedi, il sapore era salaticcio e sudato come ormai piaceva a me, leccavo con voglia, lo schiavo invece quasi non riusciva e si beccava le offese del suo padrone, che gli gridava quanto fosse inutile, l'altro padrone invece stava facendo del trampling al suo schiavo, anche in quel caso si trattava di una coppia, ma allo schiavo piaceva essere trattato così, era feticista dichiarato, così veniva schiacciato dai pesanti scarponi del fidanzato, che in particolare amava soffermarsi sulle sue palle e vederlo diventare rosso in volto, Antonio nel frattempo si era procurato un frustino e si divertì a frustare le natiche nude di me e l'altro schiavo in gabbia, colpiva precisamente lo stesso punto ogni volta, il dolore era sempre più forte, mentre davanti la mia lingua era al totale servizio di un nuovo master.
    Anche Giovanni e Michele erano arrivati davano lezioni di ballbusting a due master arrivati con lo stesso schiavo, il poverino era legato in piedi ad un asta in legno con le gambe spalancate, a turno ognuno dei quattro tirava un calcio e quello piangeva dal dolore, venne poi suggerito ad uno dei padroni di sedersi di fronte e dare tanti piccoli calci di seguito, il dolore era così forte che aveva gli occhi serrati. Anche la serata dopo fu un successo, non c'erano le stesse facce della sera prima, mi toccò leccare i piedi di uno schiavo mentre anche lui li leccava a me, nel frattempo il suo padrone frustava le nostre schiene piegate al suolo, Antonio si tenné occupato con Raffaele, i due limonavano mentre un verme adorava i loro piedi, era senza padrone, era venuto a cercare qualcuno che potesse dominarlo, fui anche sottomesso da un master colombiano, qui in vacanza, con i suoi bellissimi piedi decise di volermi segare, fu una cosa bellissima, le sue piante scivolavano perfettamente sul mio pene, aveva un ritmo eccellente, iniziò lentamente per poi gradualmente aumentare, fino a quando sborrai pesantemente e mi fece leccare tutta la sborra via dai suoi piedi, la domenica venne poca ma fui comunque usato da Antonio e Michele per insegnare il tickling, cosi venni steso e legato su una panca ed iniziai a ricevere solletico con uno strano aggeggio, non solo sulle piante dei piedi ma anche sul resto del corpo, ridevo a crepapelle ma non perchè fosse piacevole anzi fu estremamente snervante, dopo di me tocco ad un paio di schiavi, sembravano leggermente più abituati.
    Le settimane passarono ed io ero sempre lì, ogni volta con torture sempre un pò diverse, Antonio divenne una sorta di celebrità e tutti lo ammiravano come un grande padrone...
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    Ciao ragazzi, scusate la pausa, si a breve ci saranno gli ultimi tre capitoli.
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    Parte 7: Rito di iniziazione.
    Un sabato pomeriggio, a fine ottobre, Antonio mi chiama e mi dice di andare a casa sua perché ha voglia di divertirsi, per la prima volta da più di un anno che era iniziata questa storia era finalmente stato diretto, mi disse anche che ci avrebbero raggiunto gli altri ( Giovanni e Raffaele chiaramente, Marco ormai era Torino e i due ragazzi che si aggiunsero quella serata non si erano fatti più vivi).
    40 minuti dopo sono alla sua porta, busso, mi apre, con la sua solita espressione da padrone bastardo e indifferente mi dice "oggi andiamo su, nella camera dei miei", era la prima volta che mi portava lì, "non ha paura di lasciare tracce cosi?" pensai tra me e me. Salimmo le scale ed entrammo nella stanza, bianca, spaziosa con un letto matrimoniale grande ai quali notai erano disposte delle corde ai quattro angoli, "oggi ti voglio legare al letto", adesso vuole provare anche il bondage, io non commentai nulla, ma dal mio sguardo era chiaro che la cosa mi innervosisse, voglio dire tra sciolto e legato non è che cambiasse molto la mia situazione eppure la cosa non mi emozionava affatto, "ma prima voglio imbavagliarti" ed ecco che prese un suo lungo calzino di cotone, usato e lo uso come bavaglio, poi mi fece stendere sul letto e iniziò a legare mani e piedi, "Ok adesso aspetta qui" e se né andò dalla stanza lasciandomi così per non so quanto tempo, non nè capivo il perchè "Non voleva divertirsi un pò da solo prima che arrivassero gli altri?".
    A un certo punto sento che qualcuno bussa al campanello, entra qualcuno e sento Antonio che li saluta, iniziano a chiacchierare dicendo che mancava ancora qualcuno, le loro voci non mi sembravano familiari, la porta era chiusa, quindi era difficile riconoscere esattamente chi fossero ma ero quasi pronto a giurare che non erano Giovanni e Raffaele, inoltre sentivo anche un terzo ragazzo, dopo alcuni minuti arriva qualcun altro e dopo gli ennesimi saluti, salgono finalmente le scale, la mia ansia cresceva ad ogni passo che ascoltavo, chi saranno mai questi tizi, ero sicuro che fossero nuovi ragazzi.
    Ed eccoli finalmente, aprono la porta, i miei sospetti erano fondati, tre nuovi ragazzi mai visti prima erano con Antonio, oltre a loro c'era anche Michele, il ragazzo della coppia che era stato quella serata con noi, "Cari amici, vi presento il mio ex fidanzato nonché schiavo personale dei piedi, Edoardo", tutti quei ragazzi iniziarono a sghignazzare, io mi contorcevo un pò per la vergogna un pò per ciò che da lì a poco mi sarebbe spettato, "Questi sono alcuni amici dell'università, ti presento Armando, Gianluca e Carlo, Michele invece lo ricordi sicuramente, ebbene prendete posto e iniziamo i festeggiamenti", sistemarono diverse sedie intorno al letto, sapevo che mi sarei trovato i piedi di tutti in faccia, quei ragazzi che avevano tutti la stessa età di Antonio mi fissavano e facevano commenti volti a umiliarmi, dicevano "che verme""che razza di uomo è".
    Antonio si sistema sul letto e inizia a dire "ok seguite attentamente quello che farò, tra non molto arriveranno i vostri ragazzi, quindi dovete imparare velocemente, vi farò vedere come si mette sotto un uomo fino a farlo diventare schiavo così che anche voi darete una lezione ai vostri ragazzi bastardi", "Cosa voleva dire, che da lì a poco quei ragazzini avrebbero fatto ai loro ragazzi quello che Antonio faceva a me? che sta diventando una setta questo gioco perverso? Sempre più persone si uniscono di volta in volta, non mi piace affatto!!, ecco che iniziò a strofinare i suoi piedi puzzolenti sul mio volto, erano caldissimi più che mai, me li poggia sulle narici "Vai inala per bene ripetutamente" prendo tanti respiri veloci e ad ognuno la puzza penetra sempre di più, i ragazzi erano estasiati da quella visione, non vedevano l'ora di farlo anche loro sui loro fidanzati quegli sguardi sadici incuriositi mi incutevano paura, iniziò poi a schiaffeggiarmi coi piedi, causandomi non poco dolore, si prendeva gioco di me e dava consigli su come farlo in modo che sia più umiliante possibile per lo schiavo, poi allungò un suo piede sul mio cazzo, e iniziò premere sulle palle, avrei voluto urlare ma ero imbavagliato, "Nessuna pietà, dovete premere sempre più a fondo, anzi appena arriveranno sarà la prima cosa che gli farete".
    Pare che il piano fosse questo, avevano dato un orario leggermente diverso ad ognuno dei loro partner, cosi da sottometterli uno alla volta, avevano già corde e bavagli per tenerli buoni, ecco che arriva il primo, Gianluca scende, era il suo ragazzo, gli apre lo guida fino alla stanza dove presumibilmente erano anche gli altri amici, apre la porta e lo fa entrare per primo, ecco che un ragazzo bello alto, biondo, un pò palestrato fa il suo ingresso, subito si accorge di me legato al letto e ridendo dice "ma che è successo al tipo?", Gianluca da dietro gli sferra un calcio nelle palle di un intensità che non ho mai visto, il tizio urla e si getta sulle sue ginocchia in preda al dolore "Porco Dio ma che ti prende?" gli altri corsero in soccorso di Gianluca per legare e imbavagliare il ragazzo, ci volle una bella forza, era un tipo duro e si dimenava di continuo, una volta legato fu sistemato in modo che il corpo fosse steso sotto la sedia di Gianluca con la testa che fuoriusciva, Gianluca iniziò a dire, "Ti starai chiedendo il perchè di tutto questo vero? ti ricordi tutte le volte che davanti ai tuoi amichetti mi umili, dicendo che sono uno scheletro, che in palestra sai una perdita di tempo e che non sarò mai figo quanto te? beh è arrivato il giorno di farti avere una bella lezione, Gianluca si sfilò le converse che portava, i suoi piedi erano calzati da fantasmini bianchi, "adesso proverai l'odore dei miei piedini, poggio le piante dei piedi in modo che le dita coprissero completamente le narici del naso, mentre gli occhi erano coperti dai talloni, "é inutile resistere, prima o poi dovrai inspirare, da li a pochi secondi iniziò a respirare tutta la puzza dei piedi, si lamentava ma non poteva fare molto, gli altri si prendevano gioco di lui, del fatto che la sua mascolinità fosse stata abbattuta cosi facilmente, Gianluca rimosse i suoi calzini e iniziò a impregnare di sudore la folta barba del fidanzato "Hahahahah questa barba puzzerà di piedi anche quando sari fuori di qui".
    Si sentì di nuovo il suono del campanello, pare che fosse Giorgio, il ragazzo di Michele, scese per andarlo a prendere, pare che Giorgio fosse a conoscenza di quello che sarebbe successo li stasera, non rimase sorpreso nel vedermi, daltronde era stato partecipe in una delle mie umiliazioni, tutto sorridente disse "Ah abbiamo due schiavi stasera allora!" il suo ragazzo gli disse "A breve saranno di più sai" si parò davanti a lui e gli sferrò un calcio nelle palle, non ci potevo credere anche lui avrebbe fatto questa fine, cos'era successo tra i due per arrivare a tanto, anche Giorgio fu legato ma non imbavagliato quindi poteva parlare e diceva "Insomma cosa ti ho fatto per meritare questo?", mentre gli altri lo tenevano fermo in ginocchio, Michelle si sedette sulla sedia di fronte a Giorgio, si sfilò le scarpe lentamente, e poi i calzini, "Tu pensi che non sappia dei tuoi tradimenti vero? non sono mica un segreto sai, te ne vanti con tutti, hai la bocca troppo aperta meglio chiuderla un pò, ecco che Giorgio si ritrovò le fettone di Michele dritte in gola, "Sono 5 giorni che non li lavo ed uso gli stessi calzini, che te ne pare" i piedi di Michele scendevano sempre più in profondità, Giorgio aveva i conati di vomito, ma dato che era stato un vero stronzo forse la meritava quella lezione, ogni volta che provava a sputare fuori i piedi veniva colpito nella palle dagli altri, in modo da essere ubbidiente, ciucciava di continuo le dita dei piedi di Michele, questo si eccitò tantissimo ed iniziò a segarsi davanti a lui.
    Mancavano solo due fidanzati all'appello, apparentemente sarebbero venuti insieme dato che si conoscevano, erano coetanei quindi anche loro sui 20, anche se in 2 sarebbe stato facile sottometterli, ecco che dopo un bel pò arrivarono, ecco che ultime due vittime fecero il loro ingresso senza nemmeno poter dire una parola, furono stesi al suo allo stesso modo in cui il ragazzo di Gianluca vi era finito e cosi sul pavimento c'erano 4 schiavi, io rimanevo legato al letto nel frattempo, questa volta i padroni furono anche più spietati, ricorsero al trampling iniziarono a calpestare i corpi sofferenti dei fidanzati, fino a poggiarsi in piedi sulle facce dei due, quelli divennero rossi in volto, si lamentavano di continuo, Carlo tolse il bavagli al suo ragazzo e gli fece leccare la suola delle scarpe, anche qui il movente era un tradimento, quei due andavano a letto insieme, Armando e Carlo avevano scoperto tutto ma invece di porre fine alla storia come due persone normali farebbero avevano optato per la vendetta, di certo l'incontro con Alfredo aveva solo peggiorato le cose. le umiliazione continuarono per tutti, me incluso, Antonio mostrava come farsi pulire bene i piedi sporchi, la mia lingua diventò nera per la sporcizia che vi era accumulata, diede consigli anche su come ottenere piacere dalle leccate, poi invitò gli altri a fotografare i propri ragazzi in modo da minacciarli e ricattarli chissà per quanto tempo, avevano anche le gabbiette di castità per ognuno di loro, dopo questo le chiavi furono nascoste da Antonio in un posto sicuro, vennero sciolti, io incluso, ma non finì la, ci fecero svestire e fummo ammucchiati al pavimento tutti vicini, i padroni iniziarono a divertirsi, ci saltavano addosso, ci ordinarono di tenere le lingue fuori e passavano tutti le loro piante dei piedi su ognuna delle nostre lingue, strofinavano le loro calze usate sulle nostre facce, arrivavano sputi, ci schiacciavano le palle senza preoccuparsi del nostro dolore, ci sottoponevano a lunghe sessioni di sniffate tra le dita dei piedi e così la serata prosegui tra tante umiliazioni....
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    A stasera con un nuovo capitolo!!!
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    Parte 6: Arrivederci Marco.
    Come già vi avevo anticipato, a breve Antonio, Marco e Giovanni avrebbero dovuto sostenere i test d'ingresso per l'università, tuttavia Marco aveva deciso di studiare fuori sede, a Torino, dove sarebbe andato a vivere con la sorella maggiore, in poche parole lasciava il gruppo, certo sarebbe tornato di tanto in tanto, durante le feste e le vacanze estive per esempio, tuttavia come spesso accade è facile perdersi di vista, quindi probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa di prima. Ebbene alcuni giorni dopo l'umiliante festa di compleanno che mi era stata organizzata, di lunedì sera, verso le 21, scrollando la home di Instagram, guardo le storie di Giovanni, noto che tutti e quattro (Raffaele incluso) sono ad una pizzeria, a mangiare e divertirsi insieme per salutare Marco che partiva il pomeriggio del giorno dopo, io non sapevo nulla di questa uscita e probabilmente nemmeno era previsto che ne sapessi qualcosa dato che sono solo lo schiavo del gruppo e niente più, eppure un po' di rabbia mi faceva vedermi così escluso, anche perché quasi tutte le volte che uscivano insieme era per umiliare me. Dopo circa una mezz'oretta, quasi alle 22, mi arriva una chiamata da parte di Antonio, subito rispondo e mi fa "Oi frocetto, tra quindici minuti siamo sotto casa tua ti passiamo a prendere, fatti trovare pronto, ciao", attaccò il telefono in faccia senza che avessi il tempo di dire niente, allora subito mi vesti, di fretta, poi inventai una scusa coi miei per uscire, sebbene ero adulto gli faceva strano che uscissi così tardi, scendo e dopo 2 minuti eccoli che arrivano, sono nella macchina di Raffaele. Salgo dietro, mi siedo affianco a Giovanni, non curanti della mia presenza, partono senza salutarmi e continuano a parlare dei fatti loro. "Sai che sei qui per leccare i nostri piedi no? Non pensare che ti abbiamo portato con noi a festeggiare la partenza di Marco" mi disse Antonio con tono serissimo "sisi, lo avevo capito padrone" e Giovanni nel frattempo mi dava piccoli colpi alle gambe con la punta della sue scarpe e se la rideva, vedendo la direzione verso cui Raffaele guidava pensai che stessimo andando verso casa di Antonio, ma arrivato al bivio che porta effettivamente alla strada dove abito svolto per l'altra strada che invece porta fuori città, non capivo quale fosse la destinazione, nessuno di loro abitava da quelle parti, era per lo più una zona di campagna, continuò a guidare per almeno 10 minuti, fino a quando poi non svolto in uno spazio, pieno d'alberi dove però al centro c'era uno spazio rotondo dove fermare l'auto. Non eravamo soli, un'altra macchina era lì, la cosa non sembrò spazientire nessuno dei presenti, se non me, non vorranno mica che lecchi i loro piedi con degli sconosciuti davanti.
    Raffaele subito si avvicina al finestrino di quella macchina e fa "Giorgio, Michele, buonasera", li conosceva!!! "Allora è stato difficile attivare?" "Nono, abbiamo trovato molto facilmente il posto", scendemmo tutti dalle auto, era il tempo delle presentazioni, io fui l'ultimo ad essere presentato, ovviamente etichettato come lo "schiavo dei piedi del gruppo", i due ragazzi si misero a ridere, per farla breve erano una coppia gay, amici molto stretti di Raffaele, a cui aveva accennato dei giochetti che facevano con me, ne erano rimasti incuriositi e avevano voluto provare e perché non il giorno in cui si salutava Marco?, Giorgio, era un bellissimo ragazzo, moro, dai capelli un po' ricci, aveva una barba folta ma non troppo lunga, due occhi neri espressivi e di corporatura robusta, Michele invece era più alto e snello, moro, era italo-cinese, anche lui molto carino, ma già sapevo che da lì a poco anche quei due carinissimi ragazzi sarebbero diventati il mio incubo.
    Subito aprono tutte le portiere delle macchine, Raffaele si siede sul sediolino dello sportello anteriore con Antonio seduto in braccio, Marco si accomoda su quello dietro, i due nuovi padroni fanno la stessa cosa di Raffaele e Antonio, ma nella loro macchina, Giovanni è nel posto posteriore della loro auto. "Vai in ginocchio" dice Marco, ed eccomi con le ginocchia a terra in quell'erbaccia bagnata, mi faceva un po' schifo, sarei tornato molto sporco a casa, "Vieni a sfilarmi le scarpe su", una alla volta rimuovo le Vans nere che indossava, "Sai già come procedere", sniffo l'interno, la puzza era abbastanza penetrante, considerando che ancora faceva caldo e si sudava facilmente, ma la verità è che in quel momento ero piu preoccupato che qualcuno potesse vederci, la strada principale d'altronde non era chissà quanto lontana, "Bacia la pianta dai" iniziai a baciare romanticamente i piedi di Marco, mentre ne sentivo tutto il calore sul volto, i due nuovi ragazzi erano divertiti dallo spettacolo e sussurravano tra di loro, probabilmente fino ad allora avevano visto queste cose solo nei porno, mai dal vivo, di li a poco Marco mi ordina di sfilate i due fantasmini lentamente con la bocca, al che mi copre la faccia con le sue sudatissime piante, si diverte a strofinarle per bene sulla mia barba, sui capelli "Spero che la puzza rimanga impregnata nella tua barba, ahahahah" e poi mi infila tutte le dita in bocca, io mi sforzo di tenerle tutte dentro ma con un po' di sforzo ci riesco, "Va beh dai facciamo divertire i nostri due nuovi amici adesso" mi dirigo verso di loro avevano già rimosso le loro scarpe da ginnastica, Michele dice "Vai chinati sulle scarpe e annusa bene l'interno", così eseguo, erano scarpe palesemente usate e consumate, il forte odore di gomma marcito si mescolava a quello di chissà quante sudate, mentre ero assorto nelle loro scarpe, mi iniziano a far pressione coi loro piedi sulla testa "Vai non stai soffrendo abbastanza, pare che ti piaccia" in effetti era così, ormai i piedi erano la mia fantasia sessuale principale, sentivo di essere nato per stare lì, sotto i piedi degli uomini, non era quasi più motivo di vergogna per me, Giorgio poi mi ordina di ciucciare per bene le calze che indossavano, me le ficca entrambe in bocca e me la sigilla con la sua possente mano, nel frattempo i suoi piedi nudi erano poggiati al suolo, sporcandosi lievemente di terreno "Oh guarda cosa cazzo ho combinato, pulisci dai" mi tocca rimuovere tutto il terreno da quelle due piante (numero 43 penso), subito Michele ficca i suoi piedi nel terreno, me li mette davanti al volto e mi ordina di fare la stessa cosa, era abbastanza disgustoso non avevo mai assaggiato piedi sudati al gusto di terriccio.
    Ovviamente tutti gli altri non si fecero mancate l'occasione di fargli la stessa cosa, era la novità dovevano provare, ogni volta però era come la prima, i piedi di ognuno assumevano dei sapori diversi, può sembrare assurdo ma è così, le leccate continuarono per almeno un ora, strisciavo da un punto all'altro e mi ero riempito di terreno anche addosso, appena tornato a casa mi sarei dovuto infilare in casa e lavarmi, sperando che nessuno mi notasse. Ovviamente le stelle della serata furono Marco e i due nuovi ragazzi, loro presero le decisioni più perverse, come sputare sui loro piedi per poi dover rimuovere con la mia lingua la saliva, anzi Marco non si fece scrupoli a raccogliere anche la saliva di Raffaele ed Antonio sui suoi piedi per farmela rimuovere, una totale schifezza, Michele invece era un gran sadico, all'improvviso mi ordina di mettermi in piedi di fronte a lui, a gambe aperte, inizia a dare colpetti leggeri ai miei testicoli con i suoi piedi, all'inizio il dolore era leggero e sopportabile, poi arrivarono un paio di colpi che mi stesero completamente, tutto questo mentre esultava con il suo ragazzo, come se avesse vinto un trofeo buttandomi così al suolo, Giorgio invece mi fece rimuovere la gabbietta e volle che mi segassi sborrando sulle sue piante, mi senti molto nervoso nel fare questo, avevo sempre la coda dell'occhio puntata alla strada, spaventato che ci potessero vedere, rischiavo molto li, inoltre vuoi le circostanze mi ci volle un po' per venire duro e di conseguenza venire, ma quando finalmente la mia sborra copri interamente le sue piante mi senti sollevato, sapevo che mi toccava ancora rimuoverla con la mia lingua ma il peggio era passato, alla fine si salutarono, si erano divertiti molto direi, poi fui accompagnato a casa con la consapevolezza che probabilmente non avrei più toccato i piedi di Marco.


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    Parte 5: Festa di compleanno.
    Sebbene possiate pensare che Paolo divenne uno schiavo fisso come me, beh vi sbagliate, ci fu solo un altro incontro con lui alcuni giorni dopo il primo, era la vigilia degli esami di stato per Antonio, Marco e Giovanni, volevano divertirsi così, oltre a farci le stesse torture della prima volta, marco ebbe la brillante idea di metterci schiena contro schiena legati insieme con le nostre spalle a fare da poggiapiedi a tutti e quattro, come se non bastasse avevano portato nuovamente le scarpe senza calzini, potete immaginare il tanfo dato che era estate, e cosi per fare in modo che non perdessimo un singolo sospiro di quella puzza, ci imbavagliarono e inspirando dal nostro naso la puzza dei loro piedi arrivo direttamente dentro i nostri polmoni. Giovanni tuttavia aveva le tasche piene di Paolo, lo trovava inutile anche come schiavo, non era bravo quanto me a suo dire, cosi verso metà luglio tra i due finì ed io rimasi l'unico schiavo proprio come al principio. Confesso che qualcosa in me andava cambiando, non solo aspettavo con ansia che mi rimuovessero la gabbietta per segarmi coi piedi, cosa che ormai mi eccitava un botto ma alcune notti feci alcuni sogni erotici a sfondo fetish, non erano sempre loro i protagonisti tuttavia, comparavano anche ragazzi della mia facoltà o del quartiere che usavano come zerbino, volevano essere ciucciati le dita etc, all'epoca provavo a razionalizzare la cosa pensando che ormai dato che il mio unico contatto sessuale fosse esclusivamente con i piedi di conseguenza anche la mia psiche ne era condizionata e mi portava a fare sogni del genere. Arriviamo però ai primi di settembre, proprio a inizio mese c'era la data del mio compleanno, spegnevo venti candeline, quell'anno capitò in settimana, di giovedì, mi accontentai di una festa in casa con i miei, i ragazzi un pò perchè mi vedevano solo come un verme, un pò perchè erano presi dal fatto che da lì a breve ci sarebbero stati i test d'ingresso per l'università, nemmeno mi scrissero un messaggio di auguri, onestamente me l'aspettavo. Due giorni dopo, il sabato, Antonio mi scrive per dire che ci saremmo visti a casa sua alle 21, sarebbe stata la classica serata di umiliazioni ovviamente come di prassi. Alle nove ero lì, fuori casa sua, busso, mi apre la porta, intravedo il resto della casa che stranamente è buio, mi fa entrare e mi dice di sedermi sul divano, che strano, solitamente mi fa accomodare direttamente sul pavimento, va verso la cucina, chissà dove erano gli altri, manco il tempo di finire di pensare questo che sento un "Sorpresa" ed escono Raffaele, Giovanni e Marco dalla cucina insieme ad Antonio, con dei regali in mano, io non capivo, cosa cavolo stanno combinando. "Pensavi che ci fossi dimenticati del tuo compleanno?, Auguri!!!" mi fa Antonio e subito mi da un bacio sulla guancia, era da quasi un anno che non mi baciava ormai, era davvero serio?, anche gli altri seguirono il suo esempio, mi diederò gli auguri e un bacio sulla guancia poi poggiarono i regali sul tavolino di fronte al divano, li fissai per un attimo, in silenzio, perplesso, non sapevo se aprirli o no, sospettavo qualche brutta sorpresa, loro invece erano intono a me sorridenti e dicono "Cosa aspetti? Dai aprili", li apro con timore, ma poi alla fine sono davvero dei regali ed anche di un certo spessore, un berretto adidas, un profumo paco rabanne ed un libro che da tanto volevo leggere, non credevo ai miei occhi, "Beh grazie mille ragazzi, non dovevate spendere così tanti soldi però", "e perchè no, il compleanno viene solo una volta all'anno" disse Marco "Ancora non hai visto la parte migliore, vieni con noi in cucina" esclama Giovanni con tono sarcastico, ecco il tranello sarà lì pensai, chissà cosa mi aspetta in cucina, Raffaele mi mise le mani davanti agli occhi, non vedevo nulla, mi guidavano loro, io immaginai le cose più schifose possibili mentre loro sghignazzavano. Arrivati in cucina, ecco che apro gli occhi e con mia grande sorpresa, trovo un tavolo allestito, pieno di cibo, dolci, patatine, rustici, tramezzini, pizzette, "Davvero avete fatto tutto questo per me?" esclamai con un tono di felicità" tutti annuirono, mi invitarono a mangiare e anche loro fecero lo stesso, era tutto molto buono, ancora non capivo il senso di tutto ciò, ma erano gentili, divertenti, conversavano e ridevano con me come non facevano da mesi, nemmeno il minimo accenno alle torture, arrivai a pensare che fossero maturati ed erano pronti a porre fine alla mia schiavitù, dopo un pò Giovanni mette la musica, ci scateniamo, balliamo, andiamo avanti così per mezz'ora, Antonio e Raffaele si dimenano su di me, sono così sensuali, vorrei tanto scopare di nuovo con loro. Poi Antonio fa, è il momento della sorpresa finale, apre il frigo ed una bellissima torta esce fuori, con sopra scritto il mio nome, si mettono intorno a me, hanno preso anche le candeline, le accendono e cantano la solita canzoncina, soffio e tutti esultano, "Grazie ancora ragazzi, davvero mi avete fatto una sorpresa stupenda", loro continuano ad essere super carini, poi Raffaele fa "Oi Antò prima di tagliare la torta non dimenticare l'ultima sorpresa!!!" "Giusto quasi me ne scordavo" e si avvia verso la sua stanza, "Non ma come ragazzi ancora un'altra sorpresa? ma davvero avete speso così tanto per me?" "Su non fare complimenti ogni tanto ci vuole" dice Marco.
    Ecco che Antonio arriva, ha un pacco rettangolare in mano, lo poggia sul tavolo affianco la torta , "Tutto tuo", lo scarto e loro sono tutti in torno a me pronti a vedere la mia reazione, deve essere qualcosa di molto speciale, tolta la carta esce una scatola da regalo, rossa rettangolare, la apro e subito un fetore mi investe violentemente e vedo che nella scatola ci sono tante paia di calzini lerci e usati, manco il tempo di realizzare che Antonio mi afferra la testa e me la spinge dentro, facendo strofinare il mio volto su quei calzini ancora umidi e puzzolenti come mai, scoppia una risata generale, mentre anche gli altri iniziano a fare pressione con le loro mani sulla testa, "Buon compleanno cretino" "E come ci ha creduto tutto il tempo", "è proprio un verme insulso, davvero pensava che sarebbe andato tutto liscio così", io ero in lacrime, quel odore era nauseabondo, erano almeno una decina di paia di calzini, chissà usati quante volte, quelli di colore bianco avevano macchie scure, segno che erano stati usati parecchie volte, il fatto che fossero ancora umidi mi fa pensare che il pacco lo avessero chiuso poco prima che arrivassi. "Allora ti piacciono le nostre sudice calze?, le abbiamo indossate per settimane solo per te, per farti una bella sorpresa" disse Raffele, " si Marco ha avuto questa idea già tanto tempo fa", Marco? diabolico ragazzino, si è davvero rivelato il peggiore alla fine, dopo 5 minuti mi fanno sollevare la testa, poi Giovanni raccoglie alcune calze e dice "Apri la bocca" me le ficca dentro, quasi non riesco a contenerle, il sapore è cosi acido, sento tutto il sudore impregnato nel tessuto, poi antonio prende del nastro adesivo e mi tappa la bocca in modo da farmi ciucciare nella bocca i calzini, avevo spesso i conati di vomito, come se non bastasse mi passavano i rimanenti calzini sotto le narici del naso, cosi da essere completamente immerso nell'odore e sapore dei loro piedi, me li premevano sul volto con una certa insistenza, erano più prepotenti che mai ed io non potevo ancora credere che avessero organizzato tutto quello solo per arrivare a questo, ci avevano davvero messo i soldi sta volta per umiliarmi, fino a dove ancora potevano spingersi? e com'era possibile che io, dopo un anno di torture, ci fossi cascato per l'ennesima volta, forse facevano bene a trattarmi così, sono un omuncolo, nemmeno merito di essere considerato un uomo, mi faccio ingannare così, con tanta facilità , la mia virilità l'ho persa da tempo, il mio posto è sotto i piedi che mi piaccia o meno. Dopo un pò mi fanno stendere a terra, si rimuovono le scarpe ed iniziano a passare i loro piedi ancora calzati dai loro calzini, sul mio volto, questi erano ancora più freschi di quelli nella scatola, dato che poco prima avevano ballato, finalmente decidono di rimuovere il nastro, sputo i calzini che adesso erano zuppi della mia saliva e prendo un gran respiro, Giovanni uso quegli stessi calzini zuppi fradici per schiaffeggiarmi il volto ripetutamente, non mi diede manco un attimo di tregua. "Ed adesso il tocco finale non hai ancora mangiato la tua torta amore mio", vedo Antonio che prende la torta, la poggia a terra davanti a me, già avevo capito cosa volevano fare, li inizio a supplicare, "No questo no, è troppo, non lo posso fare" si sfilano i calzini tutti insieme e non danno un minimo accenno di curanza a quello che gli sto dicendo, "Ve li leccherò, come ho fatto altre volte, padroni ma non questo dai, vi imploro", subito Raffaele per primo ficca il piede nella torta, seguito da Marco, Antonio e infine Giovanni, i loro piedi si coprirono di torta, quasi non si riusciva a vedere più la pelle, io già stavo tremando, mi dissero di togliere i vestiti, una volta nudo Antonio fa "ora la mangi tutta fino all'ultimo boccone" mi afferra per i capelli e mi ritrovo il suo piede in bocca, inizio a succhiare via a torta, il sapore di creama a vaniglia si mescola a quello del suo sudore, in un mix da vomito, e mi sarebbe toccato finire una torta di circa un chilo ad occhio croce, non sapevo come avrei fatto, Antonio inizia a muovere le sue dita nella gola, erano viscide a causa della crema, poi tolse il piede, Marco e Giovanni vollero che partissi dalla pianta, iniziai a ripulire tutto e mi fecero stendere a supino, Raffele invece mi imbrattò il petto di torta, strofinando ripetutamente i piedi sopra, a turno immergevano i piedi nel dolce, una volta volevano che leccassi tra le dita, dove avevano anche dei pezzi di calzino incastrati, altre volte il dorso, tutto da lucidare, accompagnavano il tutto con dei commenti intimidatori "Da oggi in poi mangerà anche dai nostri piedi", "E mica solo questo dovrà anche bere" "Magari glieli infiliamo nel piatto di pasta quando mangia", ero terrorizzato da tale prospettiva, adesso anche mangiare sarebbe stato un incubo, già respirare e sborrare dipendeva dai loro piedi, adesso anche il cibo sarebbe passato per lì e di tutto quello che avevo subito questa fu la cosa più schifosa in assoluto, faticavo a mandare giù tutta quella torta, ma appena mi fermavo qualche secondo si arrabbiavano, per evitare ulteriori umiliazioni o cose peggiori, collaborai, mandai giù tutto nel giro di 40 minuti, i loro piedi erano praticamente splendenti visto il numero di leccate date. Si afrettarono poi a pulire, visto che i genitori di Antonio sarebbero tornati nel giro di un'ora, io andai in bagno per sciacquarmi poi tornai casa, senza i regali, dato che anche quelli erano una farsa ed ancora una volta mi sentivo più umiliato che mai.
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    Parte 4: Schiavo ma non da solo.
    Da quella serata di aprile le cose per me peggiorarono solamente, tra Antonio e Raffaele parve nascere qualcosa di tenere, limonavano per ore intere e scopavano da urlo, mentre io ero li ai loro piedi da cuckold, mi sorbivo il fetore dei loro piedi e sghignazzavano, mi insultavano, Marco era diventato ancor più bastardo, insieme a Giovanni so divertivano a premere la mia faccia in mezzo ai loro piedi, poi mi ficcavano le calze usate da giorni in bocca e tappavano con un pezzo di nastro adesivo, inutile dire che il sapore di quei calzini era un rancido misto di sudore, sapore di vecchio e usato. Per quanto riguarda la gabbietta di castità, mi concessero la grazia di toglierla ogni due settimane per farmi una sega coi piedi, la prime due volte Antonio fece lo sforzo di segarmi coi piedi poi passo il compito a Giovanni che pareva trarre un certo divertimento da questo, quello che io notai, fu da parte mia un certo piacere da quelle seghe, la sensazione di quelle piante sudate sul mio pene era quasi sublime, non potevo far altro che soccombere e godere e quando sborravo era davvero un esplosione, ovviamente mi toccava leccare la sborra via dai piedi, assaggiando quel misto di sudore e sborra, chissà sicuramente tanta goduria veniva dal fatto che rimanevo in castità per intere settimane ma sentivo che qualcosa stava cambiando in me. Ma parliamo di Giovanni per un attimo, infatti oltre ad aver conseguito la patente a maggio conobbe un ragazzo, Paolo, non sapevo molto di lui, era molto riservato a riguardo, l'unica cosa che sapevo è che fosse più grande di lui, tipo 26 anni. A fine giugno decise di degnarci di fare la sua conoscenza e quindi organizzammo la nostra classica serata, anche se questa volta a casa di Giovanni che aveva via libera, tuttavia c'era qualcosa di molto strano, Antonio disse che sarebbe venuto Giovanni a prendermi con la sua macchina ed il fidanzato sarebbe stato insieme a lui, Antonio invece sarebbe andato li con la macchina di Raffaele e si portava anche marco con lui, onestamente avrei preferito andare da solo con la mia auto ma erano gli ordini e non ero nelle condizioni di disubbidire, poi già sapevo come sarebbe andata la serata, classiche umiliazioni fetish, ormai ogni volta che si aggiungeva un ragazzo al gruppo già sapevo che il mio posto sarebbe stato quello di diventare la sua pezza per i piedi. Ebbene alle 20.30 esco di casa, tempo due minuti ed arriva Giovanni, salgo dietro ci salutiamo, "Piacere paolo", gli do la mano e mi presento, ecco finalmente vedevo il suo ragazzo, quello che aveva tenuto tanto nascosto, paolo era un tipo molto alto, 1,85, magro più di me, aveva i capelli ricci castani e portava gli occhiali, non era un granché in realtà, da Giovanni mi aspettavo che portasse tutt'altro tipo di ragazzo visto i suoi standard, anche caratterialmente era l'opposto di Giovanni, taciturno, molto serio, ogni tanto i fissava dallo specchietto, il suo sguardo era un mix di ribrezzo e paura, forse anche rabbia, immagino che già sapeva tutto di me, o almeno cosi presaggivo. Dopo dieci minuti di macchina arriviamo, "Hai notizie di Antonio e gli altri" chiesi, "Faranno un pò tardi, me l'ha detto prima che scendessi" mi rispose Giovanni, grande pensai, ora devo fare anche la candela co sti due, entriamo in casa, Giovanni accende le luci ed andiamo nel soggiorno, si siede su una poltrona verde, mentre io e paolo restiamo in piedi, che cosa strana pensai, dovrebbe mettersi comodo e invece rimane in piedi come me. Poi Giovanni dice "allora che aspetti in ginocchio" istintivamente mi abbassi ma poi con la coda dell'occhio mi rendo conto che anche Paolo si sta inginocchiando, mi giro verso di lui e lo guardo perplesso, aveva il volto pieno di vergogna e guardava verso il basso, "Che c'è sei incredulo Edo?, non hai ancora capito?", ero totalmente sorpreso e non risposi, "Si il verme al tuo fianco è un altro schiavo leccapiedi proprio come te", "Cosaaa?" pensai tra me eme, ora non gli bastava divertirsi solo su di me, dovevano avere più schiavi, da una parte ciò mi confortava almeno non ero l'unico a subire tante umiliazioni, dall'altra parte non so se questo poteva essere peggio, "Dai Paolo, togli via tutto", si rimosse i vestiti, e guarda caso anche lui aveva la gabbietta, "Perché non spieghi al nostro ospite cos'hai fatto per finire così?" e cosi Paolo iniziò a raccontare "Una sera abbiamo avuto una discussione, dato che io non volevo andare in disco a ballare, la trovavo una cosa da idioti, cosi ho dato del perditempo a Giovanni, lui ovviamente non c'è stato e mi ha dato un calcio nelle palle per poi umiliarmi coi suoi piedi puzzolenti, mi ha fatto capire chi davvero comandava e prendeva le decisioni, poi per tenermi come suo schiavo non solo ha filmato tutta l'umiliazione ma si è presentato alcuni giorni dopo con una gabbietta in modo che non mi passasse per la testa di tradirlo come hai fatto tu col tuo ragazzo", quello stronzo di Giovanni aveva usato me come esempio per stabilire le sue perverse dinamiche di potere, ormai era evidente che fossero un gruppo di sadici a cui piaceva torturare gli altri, non c'era modo di cambiare le cose, forse in paolo avrei trovato l'amico che poteva capirmi o forse Giovanni avrebbe fatto di tutto per evitare un'eventuale amicizia tra noi due. Poi ecco i primi ordini, "Prendete ognuno un piede e slacciate lentamente le scarpe", anche io ero udo a questo punto, presi il piede destro, Paolo il sinistro e lentemente rimuovemmo le vans nere di Giovanni, fuoriscì il solito nauseabondo odore che nel giro di pochi secondi invase la stanza "dai annusate bene l'interno", e cosi iniziammo ad annusare profondamente lo schifoso interno di quelle vans, sentivo i respiri profondi di Paolo e la sua espressione completamente disgustata nel farlo mentre Giovanni ne era felicemente compiaciuto, "Ora baciate il dorso del piede fino ad arrivare alla pianta" e cosi come due nobili servitori ricoprimmo entrambi i piedi ,ancora calzati da due calzini grigi, di baci, andammo avanti per un pò, di tanto in tanto si divertiva a poggiare i piedi sulle nostre teste e spingerle verso il basso, oppure a strofinare le dita sui nostri nasi per farsi burla di noi, popi finalmente ci fece rimuovere i calzini ma proprio in quel momento arriva una chiamata, era antonio, era fuori la porta con gli altri, li fa entrare, arrivati in soggiorno sono compiaciuti per quello che vedono, "quindi questo è il tuo ragazzo o meglio il tuo verme hahah" disse Raffaele mentre gli altri ridevano, "vabbe sai cosa vogliamo goderci lo spettacolo per un pò ci mettiamo comodi su questo divano e ti guardiamo godere da solo per un altro pò" tutti e tre si misero comodi sul divano piazzato di fronte alla poltrona, al che Giovanni si siede di nuovo e fa "adesso facciamo una gara, mi dovete leccare per bene i piedi, quello più bravo avrà una ricompensa mentre l'altro sarà castigato con dei calci nella palle, pronti? via" e cosi allungò le sue fettone alle nostre bocche e non ci fu manco il tempo di pensare che mi ritrovai leccando quelle piante, bagnavo velocemente la pianta ad alta velocità, passavo la lingua in ogni dove, succhiavo le dita una per una come piaceva a lui, Paolo invece leccava la pianta con la punta della lingua, poi ficcava il naso tra le dita ed inalava la puzza per bene, 5 minuti dopo Giovanni da uno stop, chi sarebbe stato il vincitore? si alzò e si mise di fronte a noi, abbassavamo lo sguardo entrambi timorosi, gli altri ancora se la ridevano per il pietoso spettacolo che avevano appena visto, "allora vi siete impegnate puttanelle, ma devo riconoscere l'indubbia esperienza di Edoardo nel leccare i piedi" ah che sollievo, ho vinto, pensai, "No Giovanni, padrone, ti prego sai che mi fa malissimo" borbottò Paolo, in meno di due secondi si ritrovo un forte calcio di Giovanni nei coglioni e si piegò al suolo quasi piangendo, "Mi stai sfidando forse? la prossima volta mettici più impegno" e tirò nuovamente un calcio, antonio e compagnia erano molto divertiti da ciò urlavano le più infime parole al povero Paolo, io mi ero rilassato quando Giovanni fa "Riguardo la tua ricompensa" non sapevo cosa aspettarmi, lo fissavo fisso negli occhi e poi pooo, mi tira anche a me un forte calcio nelle palle, giuro ho visto le stelle, era un dolore inimmaginabile, "Pensavi che davvero esistesse una ricompensa povero cretino?" e poi sferrò ancora un calcio al suo ragazzo e infine un altro a me. Nel delirio totale delle risate ci fecero stendere a terra, a pancia su, si tolsero le scarpe come di prassi e inizio l'opera di adorazione dei loro piedi puzzolenti, il povero paolo non era chiaramente abituato, si trovò tre o quattro piedi in faccia, non sapeva da dove iniziare, quei bastardi poi lo prendevano a pedate e gli davano comandi ogni due secondi, poi ecco che antonio e raffaele iniziarono a pomiciare, volevano che continuassi a sniffare i loro piedi ma anche che non mi perdessi un singolo dei loro baci, Giovanni voleva ugualmente umiliare il suo ragazzo, "Oi Marco vini un pò qui, ti va di pomiciare un poco per umiliare questo verme del mio ragazzo?" senza manco dare una risposta marco era seduto in braccio a Giovanni e limonavano sensualmente, Paolo come me fu costretto a guardare tutto, mentre veniva schicciato dalla loro puzza dei piedi, poi Giovanni ci face mettere in ginocchio "Adesso voglio che lecchiate per bene i piedi nudi di Marco" e cosi mentre continuavano a limonare a noi toccò lavorare per bene i piedi di Marco leccando per bene dal tallone passando per la pianta fino alle dita, si stava eccitando parecchio mentre io e paolo leccando ci eravamo avvicinati molto, antonio notò questo subito e disse "limonate sui suoi piedi dai" "oh si2esclamarono tutti, ci fu un rapido sguardo tra me Paolo, non potevamo opporci e cosi iniziammo a baciarci con le dita dei piedi di Marco nelle nostre bocche, sentivo la lingua di paolo toccare la mia, mente le dita dei piedi erano nel mezzo, nonostante tutto fu alquanto piacevole, come ultima umiliazione, giovanni voleva ancor di più umiliare il suo ragazzo e quindi gli disse "Ora leccherai i piedi dello schiavo, devi capire che sei talmente inferiore da essere anche al di sotto di un altro schiavo" ovviamente l'altro schiavo in questione ero io, si spiego sulle ginocchia ed iniziò a leccare i miei piedi, la sensazione della sua lingua sulla pianta era piacevole, adesso capivo perchè si eccitassero, andava su e giù lentamente con la punta della lingua come aveva fatto poco prima con Giovanni, io ovviamente mi dedicai ai piedi degli altri con le solite quaranta dita che entravano ferocemente nella mia bocca.
    la storia continua.....
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    Parte 3: Chi la fa se la spetti
    Dopo quel giorno di ottobre, diventai ufficialmente lo schiavo dei suoi amici, in particolare Giovanni, che cercava sempre di essere presente, anzi il bastardo usava gli stessi calzini per più giorni per torturami anche di più e come se non bastasse si iscrisse alla stessa palestra di Antonio, quindi come immaginate li andavo a prendere e dovevo leccare il sudore via da quattro piedi caldi e sudici mentre loro se la ridevano e mi insultavano con nomignoli tipo "verme", "cagna" "schiavo" "ratto" ETCC. Quando poi Antonio aveva casa libera anche peggio, tipo Giovanni mi afferrava per i capelli e strofinava la mia faccia sulle piante dei piedi di Antonio, era nauseante, Marco invece veniva ogni tanto, non gli piacevano questi giochi, si sentiva a disagio e quando veniva non mi torturava più di tanto. Io nel frattempo ero preoccupato, e se lo avessero detto a qualcun'altro, in effetti ormai Antonio era un sadico e di Giovanni mica ci si poteva, poi pensai che a loro non conveniva spargere la voce, Marco non aveva ancora fatto coming out ed i genitori di Antonio non avevano preso benissimo la sua omosessualità, immaginate se avessero scoperto cosa faceva in casa con me, tali perversioni, certo pensai che quindi non avrebbe nemmeno mostrato le mie foto a nessuno, ma non mi sentivo nella posizione di ricattare quindi andai avanti con le umiliazioni. Tuttavia se una cosa mi stancava era il fatto che non facessi più sesso, Antonio quasi sicuramente andava a letto con altri ma con me non andava più a letto, ero solo uno schiavo ormai, a inizio Marzo su Grindr conobbi un ragazzo, Raffaele, 28 anni, un bel Bear, portava i capelli molto corti, molto mascolino, all'inizio doveva essere solo uno scopamico e via ma poi tra i due inizio a nascere del tenero, deciso di crearmi una sorta di seconda identità, non gli dissi nulla di Antonio, poi lui viveva in un altra città, quando tornavo dall'università a volte scendevo alla fermata della sua città, ci vedevamo e facevamo sesso, Antonio non si insospetti, in quel periodo preparava la tesina per l'esame di stato, era molto indaffarato ed usciva poco, quindi a volte fingevo di stare a casa, ma ero in realtà con Raffaele. Ebbene una giovedì sera, a fine aprile, Antonio aveva casa libera di nuovo, organizzò una serata con me e chiaramente Marco e Giovanni, già sapevo cosa mi aspettava, classica umiliazione, leccare piedi etc, mi ero abituato, quindi arrivai a casa sua anche se diversamente da altre volte non si tolsero subito le scarpe anzi, sembravano presi da altro, boh "meglio per me" pensai, Antonio poi mi mando a prendere delle cose nella sua camera e nel frattempo Giovanni accese la TV col volume a palla, che baccano che c'era, non si sentiva nulla. Quando tornai nel soggiorno quasi mi venne un colpo, "Ciao Edo" non ci crederete ma era lui, Raffaele, rimasi paralizzato e in silenzio, quasi mi caddero di mano le cose che avevo preso, "Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua, non mi vieni a salutare con un bacetto?", Marco e Giovanni mi guardavano disgustati, sapevo di essere nei guai poi da dietro sento Antonio che dice "Su vai, dagli il benvenuto" e mi tira un calcio fortissimo nelle palle, caddi al suolo, ero senza parole, sapevo che sarebbe stata una notte infernale, mi limitai a dire "Ma come avete scoperto tutto?", "Eh caro mio, tra noi la cosa stava diventando seria, ho parlato di te ad un amico, quando ha visto la tua foto ti ha riconosciuto come il fidanzato di Antonio, stavo per farti una sceneggiata ma poi su suo suggerimento mi ha detto di scrivere direttamente al tuo ragazzo ed è stata un ottima idea", "Si Edo anche lui ormai sa tutto, ha visto tutte le foto ed i video ed ha deciso di collaborare a quella che sarà la tua punizione stanotte" disse Antonio, mi preparavo al peggio, "Solo perché non ci scopo più con te non significa che mi puoi mettere le corna così, non voglio passare per il cornuto davanti agli altri, capito?" e mi arrivò un altro calcio nelle palle "per favore basta fa male", "Sei un verme davvero e pensare che fino ad ora mi facevi pietà" disse Marco, anche lui era incazzato con me, ad un certo punto Giovanni si alza, mi mette in ginocchio di fronte a loro sul divano, "Vai Raffaele a te l'onore di iniziare" "Molto volentieri, vedi abbiamo deciso che sarebbe stato bello portare le scarpe senza calzini per un paio di giorni", io pensai "cosa?, No questo è troppo disgustoso", si sfilo le sneakers bianche ed una puzza mista di sudore e suola delle scarpe mi arrivò tutta in faccia, anche gli altri si tapparono il naso "Cazzo, che schifo ahahah" disse Giovanni, "e adesso prendi un bel respiro profondo" e così avevo anche i piedi di Raffaele sulle narici, con un odore così disgustoso, che quasi mi sentivo di svenire, "ancora di più, prendi più respiri uno dopo l'altro" e così feci avevo il naso incastrato fra le sue dita ed inalavo ripetutamente, inizio anche a a stringere il naso tra le sue dita,"Guarda che faccia rossa che ha fatto, sta morendo ed ancora devono arrivare gli altri" esclamò Antonio ed ecco che subito gli altri sfilano le scarpe, lo stesso fetore misto di sudore e scarpe invase la stanza, non so se avrei resistito, ma ecco che la mia faccia fu completamente sepolta da otto piedi, delle piante enormi, sudate, "Annusa dai", anche Marco si diverti, strofinava lo spazio tra la pianta e le dita con una certa insistenza sul naso, poi prese una delle sue scarpe, mi afferra per i capelli e fa "Odora bene l'interno" e dio quella scarpa era tremenda, ora stavo davvero per vomitare, gli altri risero e seguirono l'esempio, otto scarpe una dopo l'altra, una più disgustosa dall'altra e il mio muso completamente dentro ogni volta. Poi Antonio fa "adesso ti faccio vedere cosa significa sentirsi cornuti, sarai il nostro cuckold" e subito Raffaele lo afferrò e inizio a limonare mentre io continuavo a sniffare i loro piedi, "Guardaci bene, non distogliere lo sguardo da noi, sniffa e guardaci limonare" disse Raffaele, "hahahahah guarda che ebete mentre viene tradito dai suoi due fidanzati" disse ridendo Giovanni" "Gio facciamolo anche noi dai" disse Marco e iniziarono a pomiciare anche loro, che imbarazzo, arrivo anche il momento della leccata, "lecca ogni pianta lentamente dal basso verso l'alto" e mi toccò sentire le viscede piante sudate di quei quattro bastardi, ormai ero rassegnato quello era il mio destino, sarebbe sempre andata peggio ed infatti mentre avevo le dita di Marco in gola che si divertiva a muovere Antonio fa "aspetta quasi dimenticavo un particolare", si alza e va verso la sua stanza, "Ora arriva la parte di bella" disse Giovanni con aria sadica, "Ecco qui il tuo regalino" disse Antonio e tirò fuori una gabbietta di castità, "Adesso voglio vedere se con questa andrai più a letto con qualcuno" tutti iniziarono a ridere, io implorai "no per favore, mi dispiace, ho sbagliato, sono un verme, non lo farò più, ma la gabbietta no, non mi fare questo" mi gettai ai loro piedi, li baciai sperando che avessero pietà "Cazzo come mi sono potuto innamorere di un tipo così insulso" disse Raffaele,"Zitto Edoardo, se collabori prometto che ogni tanto te la tolgo e ti faccio una sega coi piedi per pietà, ma se continui a frignare getto le chiavi nel wc e non te la togli più, quindi collabora e il minimo visto quello che hai fatto", così feci, me la infilò senza che io mi opponessi, ormai anche la mia libertà era loro, sicuramente non sarei andato con nessuno a letto, sai che imbarazzo, poi mi facero stendere a terra e mi usarono come tappetino per poggiare i piedi, a Marco venne anche la brillante idea di calpestarmi e con l'aiuto degli altri inizio a camminarmi addosso facendo una certa insistenza sulla testa, ormai anche lui era diventato sadico, poi Antonio e Raffaele continuavano a limonare mentre io succhiavo le loro dita....
    La storia continua...
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    Parte 2: Gioco tra amici
    Da quel sabato di luglio ero ormai divento lo schiavo leccapiedi di Antonio, appena aveva casa vuota ne approfittava per mettermi sotto ai piedi come uno zerbino, nel frattempo io presi la patente e lui si iscrisse in palestra e pretese che andassi a prenderlo in macchina ogni volta che usciva, ovviamente non si limitava a quello, cercavamo un posto isolato per accostarci si toglieva le scarpe, una puzza calda di piedi che avevano fatto un duro allenamento invadeva l'auto e mi toccava leccarli ed annusarli ogni volta mentre lui era lì comodo che se la rideva poi quando era arrapato mi chiedeva di spompinarlo ed in seguito iniziò anche a torturarmi con le ascelle sudate e puzzolenti, in poche parole ero sempre meno il suo fidanzato e sempre di più il suo schiavo con il quale si divertiva.
    Ma arriviamo al dunque, era un sabato di ottobre, saremmo dovuti uscire, tuttavia mi invia un messaggio "Edo, i miei non sono a casa stasera quindi facciamo una pizza a casa ci saranno pure Marco e Giovanni, vieni alle 8 sotto casa mia", mi sembrava strano che preferisse stare in casa, ma almeno essendoci i suoi amici non avrei dovuto fargli da leccapiedi, quindi mi sentivo un po' rassicurato, presi l'auto e alle 8 in punto ero sotto casa sua ma lui non c'era, dopo due minuti lo vedo arrivare con i suoi amici. Entrambi erano suoi coetanei, avevano 18 anni, frequentavano anche loro l'ultimo anno di superiori ma a scuole diverse, Giovanni era alto circa 1,85, magro, pelle olivastra e occhi scuri come Antonio, Marco invece era alto quanto me, biondino, magro e di carnagione rosa, caratterialmente erano gli opposti Giovanni era estroverso, un po' buffone a volte, Marco invece era abbastanza riservato e serio. "Eccoci qui" disse Antonio,"Pensavo fossi in casa" "Eh no invece siamo andati a fare due passi, abbiamo preso anche le pizze vedi?" "Ma come non gliel'hai detto che siamo usciti al tuo ragazzo?" chiese Giovanni, "No, non lo sapevo, dove siete andati?" "Ah siamo andati in centro, stiamo camminando dalle 5, sono a pezzi, Antonio ci ha preso gusto a camminare da quando fa palestra" mi rispose Giovanni "Beh si siamo andati in centro, qualche problema Edo?" mi disse Antonio con tono minaccioso "Nono tutto bene" ed abbassai lo sguardo con timore, ormai era il mio padrone e avevo paura di lui. Entriamo in casa, Giovanni e Marco si mettono comodi a vedere la TV, Antonio mi inizia a dare ordini a bacchetta, fai la tavola, metti la pizza nei piatti e dopo aver mangiato mi fa fare le pulizie, mentre loro tre si divertono insieme nel soggiorno. "Antò sei un po' freddo verso il tuo ragazzo, no?" chiese Marco, "Si non hai fatto altro che dargli ordini da quando siamo arrivati!!!" "Oh dai non rompete le palle, mica posso fare tutto da solo? E poi siete miei ospiti, dovete stare comodi e vi devo fare compagnia", io nel frattempo ascoltavo la conversazione dall'altra stanza, "Si fra però lo tratti proprio da schiavo" "Tu dici Giovanni? Da schiavo eh? Non hai ancora visto niente allora" e subito dopo mi chiama, io rabbrividisco un attimo, cosa voleva dire con quell'ultima frase?, vado adagio in soggiorno, sono seduti sul divano, Antonio al centro, Giovanni alla sua destra e Marco alla sua sinistra, "Vieni qui davanti Edo", intanto i due mi guardano muti e perplessi, "In ginocchio dai", rimango tipo pietrificato non so cosa pensare, lo sta davvero per fare? Giovanni e Marco anche sembravano molto confuso, "In ginocchio su rapido", obbedisco, poi alza un piede proprio di fronte la mia faccia "Togli la scarpa dai", avevo il batticuore e stavo sudando ma eseguo l'ordine e poi "Adesso annusa il mio piede" e mi ritrovo il piede calzato da un fetido calzino grigio sul volto, mi sentivo così imbarazzato, Giovanni scoppiò a ridere e Marco era senza parole, "no vabbè ma che è feticista sto scemo? Lo metti sotto ai piedi? Hahahahaha non ce la faccio" "Si è il mio poggiapiedi personale, visto che come fidanzato vale zero lo sfrutto così" "Ma dai Antò lo imbarazzi così, davanti a noi poi, non mi sembra il caso" "Suvvia Marco ormai si è abituato, anzi vi dico di più non devo essere l'unico a divertirmi stasera, via le scarpe ragazzi dai" nel frattempo avevo entrambi i suoi piedi puzzolenti in faccia, ma per l'imbarazzo e lo shock quasi non notavo più la puzza dei piedi, mi sentivo letteralmente affossato, davvero lo stavo dicendo ai suoi amici? Davvero mi vuole fare umiliare da altre persone?, Giovanni subito si tolse le scarpe, aveva due fettine enormi, minimo 46, più grandi del 45 di Antonio, ma larghe come le sue, portava dei fantasmini bianchi, me li trovai subiti sul volto, avevano un odore molto pungente anche peggio di Antonio, "Vai respira profondamente mi disse" e subito inspirai dal naso quell'odore nauseabondo, poi sia lui che Antonio me li strofinavo addosso con una certa insistenza, Marco invece non si tolse le scarpe inizialmente, era molto buono, non se la sentiva di farlo, poi quei due bastardi iniziarono a fargli pressione, così timidamente si sfilo le scarpe e mise i suoi piedi davanti al mio volto, li annusai, erano meno puzzolenti degli altri, e poi Antonio fa "baciali anche dai" ed inizia a baciare il dorso dei piedi a tutti, "va Antò che sballo, ma come fai a starci ancora insieme a sto verme?" "Ma che ormai chi lo considera più come un fidanzato è solo il mio schiavo, vai toglici i calzini adesso è il momento di usare la lingua" e così feci, in un attimo mi trovai sei piedi nudi addosso molto sudati, dai sapori diversi che si mischiavano nella bocca, Giovanni e Antonio facevano a gara a chi infilava più dita nella bocca, me le sentivo in gola ad un certo punto, poi godevano quando leccavo lentamente le loro piante, l'unico a disagio era Marco che timidamente si faceva succhiare dita, dopo un po' mi fanno stendere a terra "ora lo usiamo come tappeto mentre guardiamo la TV" ero steso con la schiena sul pavimento loro poggiarono comodamente i piedi su di me, avevo quelli di Giovanni in faccia che mi suonava pedate di continuo, Antonio che li poggiava sul cazzo per farlo diventare duro e stranamente a tratti ci riuscì e Marco appena li poggiava su di me, rimasi così per più di un'ora poi si fecero quasi le 11, i genitori sarebbero tornati a momenti e quindi torno tutto normale, ma sapevo che ormai alla mercé di Antonio le cose sarebbero andate solo peggio per me.
    La storia continua....
  13. .
    Parte 1: La punizione
    Mi chiamo Edoardo, vi voglio raccontare di come diventai lo schiavo dei piedi del mio ex.
    Tutto accade nel 2016, avevo quasi 19 anni all'epoca ed avevo appena finito le superiori, sono un ragazzo magro, dai capelli castani, un po' pallido, alto 1,78, in quel periodo ero fidanzato con Antonio, lui aveva da poco compiuto i 18 anni,stava per iniziare l'ultimo anno di superiori, aveva una corporatura robusta, pelle olivastra, capelli ed occhi neri, più o meno della mia stessa altezza, eravamo fidanzati da circa due mesi, la nostra era una storia normale, c'era l'affetto, una buona chimica e anche le nostre prime volte a letto furono ottime, tutto scorreva bene fino ad un sabato, agli inizi di luglio.
    Quel giorno c'era stato il pride nel capoluogo della nostra regione e noi siamo andati in treno, ricordo che fosse un giorno particolarmente caldo, tipo sui 30/31 gradi, la gente era tanta, ovviamente camminammo un bel pò ma io mi stavo divertendo, la musica era molto bella, Antonio invece sembrava poco entusiasta, dopo un paio di ore mi fa: "Edo, sono un po' stanco, possiamo fermarci cinque minuti, per favore", "No dai proprio ora che stanno mettendo dei pezzi così belli, resisti solo altri 10 minuti dai", passò almeno mezz'ora dopo di che ricominciò, "Amore, sono le 7 passate, sarebbe meglio se andiamo via, dobbiamo prendere il treno e mia madre mi aspetterà alla stazione, non posso fare tardi", "tranquillo Antò, tanto la stazione non è così lontana, tra poco andiamo via", "Edo dai, hai detto così anche prima, andiamo via adesso", "E non essere una palla al piede, te lo giuro 5 minuti e andiamo via, promesso", Antonio era chiaramente infastidito dal mio comportamento, di fatto passò molto tempo, appena me ne resi conto ci precipitammo di corsa in stazione, ma era troppo tardi il treno era già partito, così aspettammo il successivo, "Grazie mille Edoardo, ed ora chi se la sente mia madre al telefono!!!" "Si ma non fare tante storie, se non può passare a prenderti più tardi, allora dille che dormi da me", chiamò la madre ma litigarono parecchio, alla fine venne a casa mia, ma nel viaggio in treno così come nel tragitto fino a casa, quasi non mi rivolse parola, era furioso.
    "Beh anche i miei saranno fuori fino a tardi, se vuoi mettiti comodo sul divano, vado a prendere qualcosa da mangiare", quando tornai lui aveva accesso la TV, ma non si era svestito, dopo qualche minuto mi dice: "Sai non mi è piaciuta affatto la tua attitudine oggi, troppo prepotente, pensi che quei pochi mesi di distanza tra di noi ti diano il diritto di fare sempre come vuoi tu?" "Dai Antò, tante volte sei tu a scegliere e poi il pride capita una volta all'anno se non ce lo godiamo ora quando allora?" "No penso che dobbiamo mettere le cose in chiaro io e te, forse non mi conosci ancora bene Edoardo" "Ma la smetti con questo tono minaccioso ahhhh!!!!" non riuscì a finire di parlare che mi diede un forte schiaffo sulle palle, mi piegai dal dolore sul divano, "Ma che cazzo fai, ahhhh", "Quello che avrei dovuto fare da un bel po'" mi disse con un tono molto serio, io continuavo a torcermi per il dolore, lui ne approfitto per sedersi sulle mie gambe e bloccarmi, essendo molto magro e lui robusto non riuscivo a farlo spostare, "Smettila, scendi di li, mi stai facendo male" nel frattempo inizio a slacciate i nodi della scarpe che erano poggiate a pochi centimetri dalla mia testa "Vedi oggi mi hai fatto fare una sfacchinata, sono a pezzi" ed inizio a togliersi lentamente le scarpe, "Basta Antonio, scendi di dosso", iniziavo a intravedere i calzini grigi che portava ed un odore molto forte iniziava a fuoriuscire, "Ebbene è il momento che senti il risultato della nostra bella passeggiata di oggi" non finì di dire questo che mi trovai i suoi piedi sul volto, i calzini erano letteralmente bagnati, imprignati di sudore ed un odore disgustoso entro direttamente nelle narici del mio naso, iniziai a divincolarmi molto velocemente "Basta, che schifo, togli questi piedi di qui" "Ahahahahahaha, che verme che sei, no caro, ora ti sorbirai tutta la puzza dei miei piedi, che c'è non ti va di far rilassare il tuo amore? Ahahahah", quella puzza era davvero insopportabile, mi dava la nausea, e quei calzini umidi sul volto, ero sicuro che poi anche la mia faccia avrebbe preso quell'odore, me lo strofinava su tutto il volto, premeva sulla bocca come se li stessi baciando, poi mi chiudeva i piedi sulla faccia in modo che respirassi direttamente la sua puzza, dopo alcuni minuti mi sentivo stordito, come se stessi perdendo le forze, a un certo punto mi afferra forte le braccia e mi tira verso di lui facendo ancora più pressione coi piedi sulla mia faccia, ero rosso letteralmente, mi sentivo così umiliato, poi a un certo punto aprendo gli occhi mi resi conto che mi stava fotografando, "No che fai col cellulare, cos'hai intenzione di fare?" "per adesso niente, ma tengo giusto qualche foto e video conservati, in modo da poterti ricattare quanto mi pare e piace, o giusto per farti comportare meglio se non vuoi che tutto il mondo sappia che sottospecie di uomo sei ahahahah", ero fregato ormai mi aveva nelle sue mani, chissà cosa mi sarei dovuto aspettare, non avrei mai immaginato si potesse spingere a tanto, il ragazzo dolce che avevo conosciuto sembrava praticamente scomparso, "Puzzano tanto eh? Dovrei fare una doccia per rimediare, ma visto che sono a pezzi e non voglio alzarmi da qui, ci penserai tu a pulirli" ed inizio a sfilare via i calzini lentamente "No per favore, Antonio il piede scalzo no, è troppo dai, scusami mi dispiace per oggi, non lo faccio più prometto" "Ma zitto e succhia le dita" e me le ritrovai in bocca, era un sapore salaticcio, che sensazione strana, me le muoveva in bocca fino a quando non le iniziai a sentire anche in golo, poi le tolse e disse "Fuori la lingua, fuori tutta dai" e inizio a passare una pianta alla volta sulla mia lingua, ho perso il conto delle volte che lo fece, so solo che mi facevo schifo da solo a quel punto "Su dai lecca bene in mezzo alle dita, una alla volta" e tolsi anche i pezzi di calzino che erano rimasti in mezzo ad ogni dito, andò avanti così per una mezz'ora, i suoi piedi sul volto, di tanto in tanto mi suonava delle pedate belle forti e mi derideva, quando si fermò disse "bene, da oggi più che fidanzato, sarai il mio schiavo dei piedi, ricorda ho delle foto incriminanti, quindi fai il bravo con me, ora bacia il dorso dei miei piedi e fila via" feci come disse, mi chinai e baciai entrambi i piedi, poi andammo a letto, lui non disse più una parola, io nemmeno, ma quasi non dormi, perché sapevo che quello era l'inizio di un vero incubo....
    La storia continua...
13 replies since 18/2/2022
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