Malesfoot - Forum Piedi Maschili

Votes taken by BiondoRossoNero

  1. .
    Ciao,

    chi ha voglia di un incontro per adorazione & solletico reciproci?
    Provincia di Pavia e Milano città.

    Vi aspetto.

    Biondo
  2. .
    Ho lasciato passare un po’ di tempo prima di chiamarlo, circa tre settimane, dovevo prepararmi. Ogni tanto gli inviavo qualche foto o breve video della nostra sessione sul telefono, lui rispondeva sempre pregandomi di non divulgarle. Non avevo intenzione di farlo, volevo solo che si ricordasse chi era il suo padrone: lo volevo completamente soggiogato al mio volere. Lo faccio venire da me un tardo pomeriggio, vestito con scarpe sportive, calze in spugna, pantaloni della tuta e maglietta. Io lo accolgo vestito da lavoro, completo blu scuro rigato, camicia bianca, cravatta ed eleganti scarpe in pelle. Prima di iniziare la sessione lo faccio cambiare, gli ordino di spogliarsi completamente: tutto ciò che indosserà sarà un plug anale, con codino da coniglio, ed un collare con guinzaglio in pelle. Ora è tutto pronto, sarebbe stato il mio schiavo domestico. Mi siedo comodo sul divano e lo faccio mettere a quattro zampe davanti a me, appoggio le scarpe sulla sua schiena, come fosse un pouf umano, intanto controllo le mail di lavoro. Dopo poco gli ordino di togliermi le scarpe e di annusarle; nonostante conosca il ruolo, lo trovo un po’ reticente, così lo tiro per il guinzaglio e lo obbligo a infilare naso e bocca nelle calzature. Sembra che gli piaccia farmi innervosire; a me un po’ meno. Ora è in ginocchio davanti a me, gli appoggio i piedi in faccia per farglieli annusare bene. Gli ordino di togliermi calze, sfilandomele con la bocca, e, poi, di iniziare ad adorare i miei piedi, nudi e sudati, leccandomeli piano, dal tallone fino alle dita, prima il destro e poi il sinistro. Noto che il trattamento inizia a produrgli piacere nella zona pelvica e decido di intervenire. Lo faccio sdraiare a pancia in giù, per terra, e mi siedo sopra di lui; ora, con il p**e schiacciato a terra avrà qualche difficoltà in più ad eccitarsi. Gli infilo i piedi tra la faccia ed il parquet, di modo che li abbia bene vicini al viso e, per punizione, estraggo e gli infilo di nuovo il plug anale per cento volte. Terminato il castigo lo mando, dolorante e con le lacrime agli occhi, nella stanza dei giochi, che già conosceva bene. Per me è importante che la borsa dell’ufficio sia pronta dalla sera prima e deve contenere tutto ciò di cui potrei avere bisogno il giorno successivo. Glielo spiego per bene, due volte, poi lo mando in studio a prepararla e gli do cinque minuti per tornare da me con lavoro finito. Torna per tempo; controllo il contenuto della borsa e mi accorgo che ha dimenticato il caricabatterie del portatile. Inaccettabile, lo devo punire. Recupero io stesso il cavo e per far si che non lo dimentichi più lo uso per frustarlo sulla schiena, cento volte, facendolo contare ad alta voce. Piange, e non poco, ma io non ho finito. Gli ordino di sdraiarsi sul letto, a pancia in giù, poi gli lego polsi e caviglie agli angoli della struttura. Sostituisco il plug anale con un uncino anale che provvedo a legare, stretto, con il collare che gli ho fatto indossare appena arrivato, con il risultato che se cerca di rilassare la testa in avanti la penetrazione sarà più profonda e persistente. Se riesce a restare immobile non dovrebbe soffrire molto, ma io farò in modo che si agiti e che si dimeni il più possibile. Accendo una serie di candele e spengo le luci. Ora sono pronto. Inizio a fagli colare addosso, sulla schiena ancora arrosata dalle frustate, un po’ di cera bollente; lui soffre e cerca di sfuggire, ma non può: ogni movimento che effettua lo costringe, da una parte, a tirare indietro la testa o, dall’altra, a lasciare che l’uncino penetri sempre più. Gli lascio qualche minuto di pausa intanto che preparo i nuovi attrezzi. Prendo degli elettrostimolatori e li fisso con del nastro adesivo sulle piante dei piedi, sulle natiche e sui fianchi. Mi siedo sulla poltrona in pelle lì a fianco, faccio partire il sistema e mi godo, letteralmente, lo spettacolo. Le contrazioni involontarie sulle piante producono una sonora risata, quelle sulle natiche agitano l’uncino dentro e fuori e quelle sui fianchi inducono dolorosi movimenti scomposti della testa. Mi chiede di smettere, mi implora di farlo; gli propongo uno scambio: la fine di questo gioco per cento frustate, a mio piacere. Lui accetta. Lo slego e gli dò il tempo per ricomporsi. Lo faccio quindi inginocchiare sul letto e gli lego i polsi sopra alla testa con una corda che pende dal soffitto. Prendo la frusta corta in cuoio. Inizio con quaranta frustate sulla pianta dei piedi. Le successive sessanta sono alternate tra busto, natiche e p**e. È stravolto e sofferente, ma io ho ancora qualcosa in mente. Mi siedo sul letto ed alzo i piedi sudati e nudi fino all’altezza della sua faccia, gli metto una calza odorosa in bocca, per farlo respirare col naso, e con l’altra gli avvolgo il p**e. Intanto che mi adora i piedi, baciandoli e leccandoli per bene, accendo un vibratore e lo stuzzico tra le p***e, alla base del p**e. Ha un quasi immediato sussulto, gli prometto che se farà un buon lavoro di adorazione, avrà anche un buon finale. Sposto piano piano il vibratore lungo tutto il p**e fino alla punta e ne aumento l’intensità al massimo. Lo vedo contorcersi, sta per avere un orgasmo. Sposto il vibratore sulle piante dei piedi ed al contempo gli fisso due pinze con catena sui capezzoli, tirandola catena verso il basso. Il solletico ed il dolore fanno desistere l’erezione. Gli spiego che andremo avanti così: adorazione dei piedi con stimolazione pelvica, ma non gli è permesso di venire e, per evitarlo, userò il solletico ed il dolore fisico. Il gioco si protrae per una buona mezz’ora, ogni volta riesco ad impedire l’erezione e i miei piedi ora, devo dire, sono anche ben puliti. Posso concludere. Con del nastro adesivo lego un vibratore, spento, al suo p**e. Mi spoglio con calma, levandomi tutto da addosso e salgo sul letto. Il mio fisico scultoreo, sudato e perfettamente definito, svetta ora davanti a lui, legato, in ginocchio davanti a me. Sa cosa deve fare. Gli prendo la testa tra le mani e la avvicino al mio p**e. Accendo il vibratore. Lui tira fuori la lingua ed inizia a leccarmi le p***e; sempre con la lingua percorre tutta la lunghezza del p**e, fino alla punta. Lo lascio fare. Ne assaggia prima la sommità poi lo ingoia interamente, ritmicamente, prima piano poi sempre più velocemente. L’intensità del vibratore legato al suo p**e segue la stessa sorte, ora è al massimo, lui viene, inondando la calza di s****a. Ora sono io a tenergli la testa ferma ed a muovermi ritmicamente dentro e fuori la sua bocca; è alla mia mercé e gli piace. Gli vengo in gola una prima volta, ma continuo con il movimento; ingoia e poi con gli occhi mi indica il vibratore, ancora acceso. Stava per avere una seconda completa erezione; lo spengo e glielo strappo via. Non avrà questa soddisfazione, lui. Lo prendo io, lo uso sapientemente sul mio p**e e vengo ancora, questa volta sul suo volto. Prima di lasciarlo andare via mi faccio dare gli accessi ai suoi profili social; ho in mente qualcosa e lo scoprirà presto.
  3. .
    Grazie!
    Come schiavo cosa vorresti fare? Dammi qualche idea che magari la inserisco nella continuazione del racconto...
  4. .
    Avevo organizzato l’incontro in ogni particolare, avevamo tempo a disposizione, gli attrezzi giusti ed un appartamento tutto per noi. Suonò al campanello in perfetto orario, come gli avevo ordinato, lo feci salire ed andammo subito nella camera dei giochi. Avevo da poco finito di allenarmi quella mattina, mi ero cambiato ma, per volere mio, avevo tenuto su i calzini bianchi con cui giravo per casa già dal giorno prima. Lui portava jeans strappati, una maglietta bianca e scarpe sportive con calzini grigi. Gli ordino di spogliarsi, rimanendo con i soli boxer, lui è reticente, ma una frustata sulla schiena della mia corda da pugilato lo fa subito ritornare ad interpretare il suo ruolo. Per qualche ora sarebbe stato il mio schiavo personale. Lo faccio accomodare, in ginocchio davanti a me, gli giro attorno nell’attesa di scegliere il primo gioco ed intanto osservo gli strumenti ben organizzati disposti per l’intera stanza. Scelgo una coppia di manette in metallo, una per i polsi ed una per le caviglie. Gli ordino di mettersele e lui esegue senza fiatare. Ora è in ginocchio davanti al letto con le caviglie legate ed i polsi bloccati dietro la schiena. Possiamo iniziare. Mi siedo sul letto, davanti a lui, ed appoggio i miei piedi sulla sua faccia; lui, d’istinto, sposta il viso di lato con un’espressione di disgusto, cercando di respirare con la bocca: sapeva di non doverlo fare, conosceva le regole del gioco. Cerca di scusarsi per il rifiuto, io ignorandolo, nel frattempo mi ero già alzato a prendere il necessario per farlo obbedire. Torno dopo poco con una ballgag di dimensioni generose, una frusta corta in corda ed una mascherina per gli occhi. Il suo sguardo ora è di puro terrore. Senza dire una parola gli faccio indossare subito due dei tre strumenti e col terzo gli sferzo il petto tre volte. Ora sembra più ben disposto ad assaggiare i piedi del suo padrone. Decido di fare un nuovo gioco. Mi tolgo le calze, poi prendo le sue. Il gioco consiste nell’indovinare di chi sono solo da profumo e bendati. Per ogni risposta errata avrà una punizione: un minuto di adorazione dei miei piedi nudi, un minuto di solletico o una frustata sulle natiche, a mia scelta. Iniziamo a giocare, gli passo le mie calze sotto al naso, lui indovina, ma io mento e gli lascio scegliere come vuole essere punito: inizia così ad adorare i miei piedi nudi, ancora un po’ sudati e sporchi. Per l’occasione gli tolgo la ballgag. Sembra che gli piaccia, lo lascio fare, anche ben oltre il minuto previsto. Piace anche a me. Ora deve indovinare solo col gusto. Gli infilo un suo calzino in bocca, lui, malauguratamente sbaglia. Ora però ha paura, sa che sceglierò tra il solletico e la frusta, e ancora una volta lascio a lui la scelta. Questa volta si orienta verso il solletico, del resto aveva già provato la frusta più di una volta. Prendo una piuma e la avvicino al suo orecchio. Lui si scosta, chiedendosi cosa abbia prodotto quel brivido; lo capirà presto. Lo preparo alla punizione facendolo salire sul letto, in posizione prona; prendo una corda e lego le manette dei polsi con quelle delle caviglie. Ne prendo un’altra e lego gli alluci tra loro, lasciandone ancora un po’ per tirarli indietro. Ora è sul letto, tanto immobilizzato quanto impaurito. Uso la corda sugli alluci per distendere le piante ed avvicino la piuma al piede destro, partendo dal tallone. La faccio risalire piano piano, voglio vedere come reagisce, mi soffermo sulla pianta, lui non riesce a trattenere le risate, allora salgo ancora verso le dita ed insisto su di loro. Le risate sono ora lacrime, respira a fatica. Mi fermo, ma non ho finito, manca ancora il piede sinistro. Mentre sono in piedi per prendere altri attrezzi utili lo vedo accasciarsi su di un lato, a pancia in giù non l’avevo notato, ma ora si vede bene un certo inturgidimento nella zona pelvica. Gli piace più di quanto ammetta. Glielo faccio notare e lui arrossisce. Non può vedere cosa ho in mano e non può sapere cosa ho in mente per lui. Torno sul letto e decido di lasciarlo sul lato; posso continuare a solleticarlo anche così, ma posso fare anche altro. Gli calo i boxer, vedo il membro in erezione. Prendo una sua scarpa e gli infilo il p**e tra i lacci e la linguetta, poi stringo facendo un nodo sotto alle p***e. Respira affannosamente. Per il secondo giro di solletico ho scelto uno spazzolino elettrico. Sono in ginocchio alle sue spalle, avvicino lo strumento al piede, lo appoggio tra le dita e lo accendo di scatto. Non ha molta libertà di movimento, non può sfuggire alla punizione; non ci prova neanche, gli piace. Continuo senza sosta spostando lo spazzolino su e giù, lui ride, lacrima e si eccita sempre più. La sua resistenza termina con qualche gemito, accompagnato da un’erezione, che bagna la punta della scarpa. Mentre prende fiato, soddisfatto, gli infilo in bocca una nuova ballgag, questa volta con apertura centrale, e la lego bene sulla nuca. Gli tolgo la benda, voglio che veda e riprendo in mano la frusta, che non era ancora stata usata per punizione. Sono in piedi a fianco del letto, lui di lato col viso che sporge dal bordo; mi vede avvicinarsi a lui col p**e in erezione, prova a dire qualche parola ma la costrizione non glielo permette. Scherzosamente gli chiedo se ha qualcosa da obiettare, ma prima che possa rispondere, glielo infilo in gola, appoggio la mia mano destra dietro la sua testa e ritmicamente la muovo avanti e indietro. Lui cerca di ritrarsi, ma il sapiente uso della corda sulla schiena lo fanno desistere, si arrende in fretta ed accetta il dono come si addice ad un buon schiavo. Lascio passare qualche minuto poi lo slego e lascio che si pulisca, si rivesta e lo lascio andare. Qualche giorno più tardi riceve sul telefono foto e video della sessione. Da buon schiavo sa quello che deve fare. Quello che non sa è quello che gli farò io.
  5. .
    Ciao,

    ho 34 anni e sono Bisex.
    Cerco interessati per adorazione e solletico, calze e piedi nudi.

    Biondo
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