Malesfoot - Forum Piedi Maschili

Votes taken by egopal01

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    Il tuo amico è etero e, quando si ha a che fare con ragazzi etero, uno non si può aspettare molto. Spesso noi feticisti confondiamo fantasie con la realtà. Cosa ti aspetti da lui? Che ti lasci baciare o leccare i suoi piedi senza che capisca che sei feticista? Mi pare molto difficile.

    Il consiglio che ti do è di lasciar stare. Basta battutine sui piedi, non ci guadagni niente e sembri solo strano. Se vuoi, quando siete soli, puoi anche di tua iniziativa iniziare a massaggiargli i piedi. All'inizio sarà stupito ma si accontenterà di qualsiasi scusa tu gli possa propinare ("te li sto massaggiando per noia", "te li sto massaggiando perché una ragazza che ho incontrato grazie a Tinder mi ha chiesto di farle massaggi e mi ha detto che faccio pena a farli quindi mi voglio allenare" e così via; se non sai costruire bugie limitati a un semplice "boh, mi va" con un atteggiamento molto scialla). Potrebbe anche non dirti niente e lasciarti fare. Un massaggio in privato non causa alcuna alterazione del rapporto, non è niente di scandaloso, però alla fin fine limitarsi a fare massaggi è una cosa frustrante. Hai quei piedi davanti e vuoi annusarli, leccarli, metterci la faccia... e invece uno cosa si ritrova a fare? Solo e sempre massaggi con una persona che magari nel frattempo ti parla della sua fidanzata. Da una parte sei grato che ti lasci massaggiare i suoi piedi, e se gli piace o ne è indifferente potrebbe diventare anche un'abitudine, ma dall'altra è un continuo limitare i propri impulsi o, peggio ancora, i propri sentimenti. C'è più frustrazione che piacere, te lo assicuro.
    Se passi allo step successivo (leccare, baciare, etc), riveli il tuo feticismo e, a meno che il tuo amico etero non abbia davvero un carattere dominante (e da quello che mi dici è possibile che sia solo un po' prepotente o che si diverta a farti scherzi innocenti), il tuo rapporto di amicizia con lui si può compromettere perché comunque introduci nel vostro rapporto una componente sessuale a cui lui però non è interessato. Potrebbe prenderti per un pervertito e chiudere l'amicizia così come potrebbe accettare o non essere realmente interessato al tuo feticismo, ma chiederti di non fare altro se non massaggiare i suoi piedi. Le probabilità che tu diventi una specie di "suo schiavetto dei piedi" sono moolto basse... nel senso che c'è una piccola percentuale di etero a cui eccita o piace l'idea di farsi leccare o annusare i piedi da un altro ragazzo, ma la grande maggioranza degli etero non ne è minimamente interessata. Magari il tuo amico approfitta spesso del tuo "buon cuore" per tenere comportamenti prevaricatori nei tuoi confronti, ma questo non significa necessariamente che sia interessato a soddisfare le tue fantasie sessuali di umiliazione - come lo sono quelle che riguardano i piedi.
    Vale scommettere un'amicizia di lunga data?

    Concludo dicendo che non voglio attaccarti, anche perché se hai fatto coming out con lui o che genere di rapporto nello specifico tu abbia con lui; è più uno sfogo mio. Comunque, se non segui il mio consiglio di lasciar perdere, rimango curioso di sapere gli sviluppi =)
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    Io sinceramente eviterei di scrivere un complimento a tema piedi su Instagram: è inutile e non c'è bisogno che troppe persone sappiano dei tuoi gusti personali. Se è un amico a cui tieni, io ti consiglio di evitare totalmente qualsiasi iniziativa. Se invece non tieni particolarmente alla sua amicizia, puoi rischiare proponendogli un massaggio, senza accennare al tuo feticismo, almeno all'inizio.
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    Mi fa sorridere che qualcuno si definisca "ragazzo" a 39 anni. Eterni giovani...
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    La verità è che non rivedrai mai più la maggior parte (se non la totalità) dei compagni di scuola, una volta sostenuto l'esame di maturità. Oggi realizzo che mi importava l'opinione di persone che non fanno nemmeno più parte della mia vita: quindi fai una analisi costi-benefici e, se da questa analisi capisci che perdi poco, osa
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    Concordo. Le sezioni esistono per un motivo, sinceramente mi scoccia leggere storie palesemente fantasiose laddove vengano spacciate per vere. Un po' di maturità. Comunque sempre meglio di quelli che raccontano le loro fantasie incestuose su padri, nonni e fratelli.
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    Hawk95, ti avevo consigliato di resistere proprio perché volevo vedere se lui passasse dal linguaggio non verbale a quello verbale! Una volta che avrà detto la fatidica frase "massaggiami i piedi" fidati che per te l'esperienza sarà molto migliore e lui sarà molto più disinibito: lui, da quanto ci racconti, è un padrone nato. Comunque anche se il tentativo è fallito, ti invidio molto: ha una meraviglia come amico e dei piedi bellissimi pronti per farsi massaggiare da te. Vai avanti così!
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    Se già ti hanno detto chiaramente che a loro non interessa non c'è niente che tu possa fare. Se vuoi puoi chiedergli di fargli dei massaggi ai piedi mentre ad esempio sono straiati sul divano, ma non più di tanto.
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    Peccato, non so perché ma mi sembrerebbe più umiliante se lui ti usasse come poggiapiedi senza lasciarti guardare la partita. Comunque mi piace che riusciate a mantenere un regolare rapporto di amicizia. Ti auguro tante belle cose! Per curiosità però io non gli masseggerei i piedi per un paio di volte mentre lui si sdraia per vedere fino a che punto arriva pur di vederti ai suoi piedi 😉
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    Senza offesa per nessuno, ma eccitarsi per i piedi dei propri genitori non è che sia proprio una cosa bella (e sto cercando di essere delicato). Capisco che qui siamo tutti disinibiti ed il bello del forum è proprio questo, ma almeno questo limite (cioè i genitori) dovremmo porcelo... Sarà che io vedo i piedi come una parte sessuale, ma mi farebbe senso pensare a mio padre in quel modo.
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    Continuo raccontandovi come si sono evoluti, ovviamente in maniera graduale, i rapporti tra me e mio cugino negli ultimi due anni.

    Quando si è piccoli (insomma in determinati anni dell'adolescenza che non posso qui specificare), anche un etero è più aperto a sondare la propria sessualità e a permettere comportamenti che, una volta più grande, non consentirebbe nella maniera più assoluta. Ad esempio, qualche anno fa potevo prendermi la libertà di massaggiargli il pacco mentre guardavamo un film: sotto la stessa coperta, per tutta la durata di un film prendevo nelle mani il suo pene e i suoi testicoli e delicatamente li massaggiavo, ma se esageravo mio cugino emetteva qualche verso - non mi diceva niente in maniera esplicita perché ogni volta nella stessa stanza c'erano altri cugini o mio fratello i quali neanche tutt'ora sanno della mia omosessualità o di quello che vi ho raccontato - e io allora capivo che mi dovevo contenere nel massaggio o mi dovevo fermare. Ripeto, solitamente, anzi quasi sempre, era una scommessa persa a darmi l'opportunità di "servirlo" ma i massaggi al suo pacco furono una libertà che mi presi spontaneamente e a cui lui non dava grande peso, almeno fino a qualche anno fa cioè fino a quando ciò che facevo lui lo percepiva come un gioco, senza dare peso a questioni relative all'orientamento sessuale. Oggi invece non mi sognerei mai di massaggiargli o anche solo toccargli il pacco perché questo implicherebbe rivelargli la mia omosessualità.

    Inoltre, come vi avevo già accennato, a lui non interessavano i massaggi e tutte queste altre pratiche: a lui interessava giocare (la scommessa era solo qualcosa che in fondo io avevo aggiunto) e, anche quando lo servivo, lui non ha mai mostrato alcuna indole da master. Certo, all'inizio era divertito e incuriosito (ad esempio lui stesso molte volte mi ricordava che avevo ancora una scommessa da pagare: una volta mi ha legato con la corda e si è proprio pulito i suoi piedi usando la mia faccia come un tappetino), ma ben presto, con l'abitudine, perse qualsiasi interesse e quindi ero sempre io alla fine a prendere iniziative. Lui è un tipo dolce, che non si arrabbia mai con nessuno, che evita le polemiche, che anche oggi mi abbraccia all'improvviso, è una persona che rispetto e ammiro veramente e che in realtà anche un po' invidio: insomma, in nessuna parte del suo cervello c'è un master pronto a dare ordini e a provare piacere da questo.

    Vi dicevo, con l'avanzare dell'età, con la presa di coscienza dei rispettivi orientamenti sessuali e anche per la minore frequenza delle occasioni in cui ci incontriamo, per farla breve, abbiamo smesso di fare giochi da ragazzini insieme e ho smesso di proporre delle scommesse a cui lui col tempo accettava con sempre maggiore riluttanza.

    Ci vediamo quasi ogni domenica nei pranzi di famiglia e, dopo pranzo, giochiamo a carte e lui poi si isola nella sua stanza o si mette nel salone a guardare un film sul divano. Quando è nel salone sul divano, io mi metto seduto ai suoi piedi (lui si sdraia completamente sul divano, mentre poi ci sono delle poltrone e divanetti occupati da altri parenti), lui poggia i suoi piedi sulle mie ginocchia e, protetto da una coperta che compre le mie mani le mie ginocchia e i suoi piedi, li massaggio per tutta la durata del film. Mi piace toccare i suoi piedi morbidi e sporchi, massaggiare la sua pianta e una ad una le sue dita, mentre ci sono anche altri parenti nella stanza che non immaginano neanche lontanamente la causa di alcuni movimenti della coperta che nasconde il mio massaggio e la mia passione per i piedi di Mario.

    Spesso, anche a metà del film, si annoia e si dirige nella sua camera: allora non mi importa quanto mi possa piacere il film, io mi alzo e mi dirigo con lui nella sua stanza. Nella stanza lui accende la Playstation, mette un videogioco (noiosissimo, in cui non si fa altro che sparare e cose così) e da solo gioca alla play, mentre parla con gli auricolari con un suo amico (che evidentemente gioca con lui), infischiandosene della mia presenza nella stanza. Non lo fa per cattiveria, si scusa sempre dicendo che non vuole deludere le richieste di gioco provenienti dal suo amico, ma io lo so che preferisce stare col suo amico - anche se virtualmente - piuttosto che con me e io non lo biasimo per questo: il suo cervello, seppur molto acuto e intelligente, è un cervello da adolescente etero e quindi è occupato da videogiochi, sport, motori e femmine, argomenti di cui a me non frega proprio niente.

    Insomma lui si siede su una sedia e inizia a giocare, ignorandomi del tutto. Io allora mi metto a terra a massaggiargli i piedi: gli gratto i calli, pulisco con le mani il piede numero 47 dalla sporcizia e dal sudore (mentre non mi vede, metto le mie mani divenute sporche in bocca), gli faccio massaggi circolari alla pianta, mi prendo cura di ogni suo dito e anche delle unghia che cerco di pulire con devozione. Questo trattamento può durare anche più di un'ora e lui per tutto il tempo non mi rivolge la parola: certe volte, gli faccio anche da poggiapiedi mentre lui, beato, parla col suo amico; mi piace che, quando si arrabbia perché magari un avversario del gioco "gli ha sparato", alza un po' il piede e sbatte con una certa foga il tallone sulla mia schiena. Prima mi chiedeva se volevo giocare, ma, visti i miei rifiuti, col tempo si è abituato a rivolgermi la parola mentre gioca solo per chiedermi di prendergli dei biscotti o dell'acqua: mio malgrado, me li chiede sempre con gentilezza. Inutile dirvi che il mio pene è sempre in erezione (erezione che cerco di nascondere), inutile dirvi che sondo spesso ogni rumore proveniente dalle altre stanze perché in casa ci sono sempre altri parenti ed è superfluo ormai dirvi che lui non prova alcun desiderio nei massaggi che spontaneamente gli faccio. Lui ha una pelle talmente insensibile che nemmeno soffre il solletico, quindi in pratica si lascia massaggiare solo perché ormai ha capito che a me piace: avrà intuito che mi piacciono i suoi piedi (sarebbe stupido altrimenti), ma penso che creda che io sia etero dato che mi fa vedere foto di ragazze su Instagram.

    Sono dei momenti di grande piacere per me, ma anche di frustrazione: io amo i suoi piedi e il mio naturale impulso è di leccarli, di farli aderire alla mia faccia, di sentirne gli odori e i sapori come facevo un tempo (ora posso farlo solo quando dorme alcune notti di estate quando dormiamo nello stesso letto, ma accade molto sporadicamente). Non mi è più possibile farlo, ma io, considerato che è un ragazzo muscoloso, alto, bello come il sole e dal carattere dolce e meraviglioso, lo considero come una divinità e per me è un onore anche solo il fatto che mi consenta di massaggiargli le sue virili e divine estremità.

    Questo è in pratica ciò che faccio abitualmente ogni settimana (sempre che non ci sia qualche parente, come mio fratello, che entri nella stanza e allora io non posso fare niente): massaggiargli i piedi e nient'altro.

    Ci sono state però alcune occasioni particolari di cui un po' mi vergogono a parlare, ma forse in questo forum posso concedermi la libertà di parlare senza vergogna.

    Intanto voglio dire che continuo a odorare i suoi vestiti e le sue scarpe: il loro odore mi inebria come se fosse il migliore dei profumi. Odoro quando ne ho l'occasione anche le mutande che lascia in giro: spesso si riesce a sentire, oltre il consueto odore di pene, anche l'odore della sua pipì; penso che potrei vivere con le sue mutande sporche in faccia: è un odore acre, ma è un privilegio per me avere l'occasione di assaporarlo. Sfortunatamente non ho mai visto una macchia di sperma e non vi nascondo che ancora oggi nei miei sogni mi gusto il suo caldo nettare, che ero solito ingerire di nascosto dopo le seghe che gli facevo qualche anno fa. Certe volte però c'è anche una striscia marrone abbastanza odorosa: lo so che è disgustoso, ma non posso fare a meno di godere anche di questo odore; è un odore che proviene dal suo corpo e quindi merita di essere venerato come dovrebbe essere venerato il suo corpo e, più latamente, la sua persona.

    Una volta inoltre mi è capitato di entrare in bagno mentre era intento a tagliarsi le unghia. Una volta uscito e lasciate le unghie tagliate nel bidet, ho chiuso la porta del bagno a chiave e le ho ingerite. Erano dure, sporche e tendevano ad incastrarsi tra i denti, ma erano state parte dei suoi piedi e quindi la cosa mi ha eccitato come mi eccita ingoiare i peli puberali che lascia dopo essersi seduto sulla tavolozza del bagno: non c'è niente di effettivamente gustoso in questo, ma io mi eccito lo stesso ed è chiaro quindi che il mio feticismo involva soprattutto la mia psiche.

    Adesso trascorre alcune mattinate a casa collegato con la didattica a distanza e a me sembra un'ottima occasione per prendermi cura dei suoi piedi, mentre casa sua è finalmente deserta (adoro i miei parenti, ma la domenica per me rappresentano un ostacolo ai miei desideri di massaggiargli i piedi, insomma sto sempre attento e in ansia per non farmi scoprire). È capitato quindi una volta che io andassi - con una banale scusa - a casa sua mentre lui era da solo ad ascoltare le lezioni online.

    Nonostante mi abbia acceso la televisione per tenermi occupato, mi sono subito gettato ai suoi piedi sotto la scrivania mentre lui era seduto intento ad ascoltare il professore. È stato bellissimo strisciare sotto la scrivania per fargli da poggiapiedi. Sono stato una buona mezz'ora con un suo tallone sulla mia schiena e un altro sul collo: quello appoggiato (almeno per diversi minuti) sul collo mi faceva male a dir la verità, ma non volevo venir meno al ruolo di poggiapiedi che mi ero autoimposto. Ho passato poi un paio d'ore a massaggiargli i piedi: ad un certo punto, mi sono straiato completamente a terra, ho preso un sua pianta e l'ho fatta aderire completamente alla mia fronte, al mio occhio e alla mia guancia e poi l'ho spostata sul mio naso per ricordare quell'odore del suo piede che ormai dopo due anni stavo dimenticando. Lui dopo una decina di minuti ha ritratto il piede e l'ha appoggiato sulla mia pancia, per cui ho ripreso a massaggiarlo. Molto tentennante e imbarazzato come non mai, dopo circa mezz'ora ho preso poi il suo piede, me lo sono messo di nuovo in faccia e ho uscito la lingua ingerendo la polvere, il sudore salato e la sporcizia che si era accumulata nel suo piede (girava per casa scalzo): lui ha subito ritratto il piede e mi ha dato un calcetto sulla guancia e un calcio sul fianco. Lì mi sono ricordato che esistono dei limiti che, con un etero non feticista, non devono essere superati, lì mi sono ricordato che mio cugino era una divinità benevola e che non dovevo approfittarne. Inoltre non vi spiego nemmeno quello che provo quando si gratta le palle mentre io mi trovo a terra e guardo la scena dal basso.

    Come avrete capito, mi eccita trovarmi ai suoi piedi, mentre non mi considera, mentre sono solo un oggetto al servizio dei suoi piedi, nonostante io non possa aspettarmi alcun comportamento davvero dominante da lui: ovviamente io, anche se sono fortunato anche solo a toccarlo, vorrei altro, ma so che sarebbe impossibile a causa della diversità della mia e della sua natura. Cerco però di servirlo portandogli cibo, acqua e oggetti di cui ha bisogno.

    Mi sa che mi sono dilungato troppo, quindi mi scuso se vi ho annoiato, voglio però dire una cosa. Io, relativamente a mio cugino, vivo un conflitto che va su tre piani diversi: da una parte lo reputo una sorta di divinità stupenda che meriterebbe davvero di tenermi a vita come schiavo (ma qui parlano le mie pulsioni slave, il mio subconscio, le parti più "perverse" di me); dall'altro lato, mi vergogno a riversare su una persona tanto gentile e dolce nei miei confronti le mie pulsioni: insomma mi vergogno a trattare come oggetto del mio desiderio mio cugino, non penso che sia il naturale rapporto che dovrebbe intercorrere tra cugini, cioè insomma un cugino non è quello che sta a terra a massaggiarti i piedi (ma qui parla la mia parte razionale, quella che ama in maniera pura la mia famiglia); e infine, c'è un lato più profondo, cioè il fatto che mi sobbalza non solo il pene ma anche il cuore quando lo tocco (ma qui parla il mio lato da gay romantico).

    Insomma vivo questo conflitto di pulsioni e sentimenti per una persona che molto probabilmente destina neanche un millesimo dei suoi pensieri nei miei confronti. Ma in realtà va bene così: questo è il modo in cui sono nato e sviluppato e devo accettare che io possa provare certe pulsioni e forse certi sentimenti per mio cugino.

    Comunque, mi scuso nuovamente per la lunghezza, spero di non avervi annoiato troppo. Fatemi sapere che ne pensate.

    Edited by egopal01 - 6/4/2021, 05:56
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    CITAZIONE (Fetishboy @ 4/4/2021, 16:21) 
    Bella storia! Ma quindi nella lotta perdeva chi riusciva a schiacciare l'altro con il piede?

    Vinceva chi riusciva a "sottomettere" l'altro, bloccandolo e mettendogli la pianta del piede in faccia. Mio cugino aveva proposto che avrebbe perso chi cadeva dal letto (di solito la facevamo sul letto matrimoniale della stanza degli ospiti di mia nonna), ma non mi sembrava abbastanza eccitante. Volevo perdere, ma in realtà in tutto quello che faccio sono abbastanza competitivo (alcuni dicono che è perché sono ariete, ma credo poco all'astrologia) quindi le lotte erano abbastanza movimentate ahah e quindi anche molto eccitanti per me.

    Per rispondere all'altro utente. Certo che ci vediamo ancora, oggi è festa e non ho il tempo, ma appena posso vi dico come si è evoluto il racconto negli ultimi due anni e mezzo circa.
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    Ho scoperto la mia attrazione per il piede maschile - e forse la mia omosessualità - con mio cugino che per ragioni di privacy chiamerò "Mario" (per le stesse ragioni non chiedemi foto dei suoi piedi). Mi scuso per eventuali errori di battitura (sono le 3 passate e sono cotto) e per la mia scrittura, ma non sono molto abituato a raccontare.

    Mario è oggi un ragazzo alto, muscoloso, sportivo, dai capelli neri e occhi marroni e con piedi numero 47. Certamente è etero.

    Tutto è iniziato con il gioco della bottiglia, eravamo da soli a casa di mia nonna e potevamo avere 18 anni, età in cui il pudore non si conosce: in quell'occasione ho dovuto odorargli e leccargli i piedi e le ascelle, ma anche le parti intime. Dopo che lo costrinsi a toccarmi un testicolo, si sedette sopra la mia faccia. Fu un'occasione strana, ma mi eccitò molto. Mi ricordo distintamente i suoi piedi sporchi, sudati e il loro sapore salaticcio e la mia lingua che, tentennante, risaliva la pianta dei suoi piedi, raccogliendo lo sporco (data la sua abitudine, che ha anche tutt'oggi, di camminare a piedi nudi in casa) e il suo sudore. Mi ricordo anche distintamente il primo contatto con l'odore molto forte dei suoi piedi, specialmente tra le dita: chiunque ne sarebbe rimasto disgustato, ma a me invece quella puzza fece ribollire tutti gli ormoni. Non fu comunque una vera e propria esperienza sessuale, ma un gioco visto con innocenza da entrambi: in seguito però l'innocenza in me venne meno.

    Da allora quando eravamo da soli ero solito - iniziativa sempre unilaterale - sempre proporgli giochi con scommesse che riguardavano ore di schiavitù o massaggi "totali": perdevo regolarmente (chi lo avrebbe mai detto). Da schiavo o per scommessa persa, gli portavo bicchieri d'acqua, gli facevo da poggiapiedi, gli leccavo/annusavo i piedi: il problema era che lui in realtà neanche allora - anche se prima lo considerava almeno curioso - era davvero interessato a quei trattamenti, ma era più che altro interessato al gioco, a giocare. La lotta era il gioco più frequente e perdeva chi riusciva a mettere ko l'avversario, mettendogli il piede in faccia (mia idea ovviamente). Spesso gli proponevo come scommessa il massaggio totale: gli massaggiavo tutto il corpo, nessuna parte esclusa; ben presto mi venne l'idea che anche una sega potesse essere considerata come massaggio e posso ben dire che la prima volta che è venuto nella sua vita, è venuto sulle mie mani.

    Quando mi era possibile gli odoravo le calze, le scarpe e anche le mutande che lasciava in giro. Adoravo inoltre lottare con lui e cercavo in tutti i modi possibili che mi trattenesse la faccia in mezzo alle sue cosce a stretto contatto col suo pacco, che bramavo - e bramo - alla stessa misura dei suoi piedi.
    Da quando avevamo 18 anni a quando ne avevamo 22 il meccanismo quindi era questo: schiavitù (ovviamente tra ragazzini quindi non date a questa parola significati molto estesi), massaggi totali, scommesse perse.

    In quegli anni inoltre trascorrevamo i mesi estivi insieme in una villa al mare e quindi c'erano molte occasioni. La notte dormivamo insieme e io, con la scusa che odio dormire guardando le finestre, gli chiedevo se potevamo dormire a testa e piedi. Una volta che si addormentava, passavo notti insonni ad odorare e leccare quelle piante dei piedi perennamente sporche deliziandomi del loro odore pungente e del loro sapore. La mia lingua non trascurava nessuna parte del suo piede e nessun dito, andando a pulire completamente il suo piede. Semplicemente certe volte facevo aderire il mio viso alla pianta dei suoi piedi che abbracciavo in modo da garantirne l'aderenza. Coi suoi movimenti notturni non era raro che mi desse calci in faccia o che poggiasse i suoi talloni sopra il mio volto. Ricordo l'ansia che lui si potesse svegliare o che qualche parente potesse entrare nella stanza: studiavo ogni rumore che sentivo, ogni luce che intravedevo, ogni movimento che faceva mio cugino nel sonno. Mi preoccupavo, ma si sa che l'ansia si può tramutare in adrenalina e questa in eccitazione; il proibito, il vietato, il nascosto hanno sempre il loro fascino.

    Una notte - di solito non ci riuscivo dato che lui dormiva, a differenza mia, sempre di lato - sono riuscito addirittura a dormire con la testa tra le sue cosce (lui dormiva in mutande) e con un suo movimento brusco in pratica mi sbatté il suo pacco, ovviamente chiuso dentro le mutande, in faccia. Mi ricordo che le sue erezioni notturne che mi sfioravano il volto, il lievissimo seppur percepibile odore di piscio (chiaro segno del fatto che non si asciugasse bene il suo arnese prima di riporlo dentro le mutande), la sua mano che occasionalmente entrava nelle sue mutande per grattarsi. Timoroso che qualche parente potesse trovarmi in quella posizione, nelle mattinate lo svegliai e gli dissi che mi ero svegliato in quella posizione, che in realtà è una vera e propria presa da cui non potevo liberarmi da solo: prima sbuffò per averlo svegliato, poi si mise a ridere e infine dopo avermi liberato da quella eccitante presa, si girò dall'altro lato. Mi viene oggi difficile pensare che lui non si sia accorto di niente, ma mi piace pensare che sia la sua intrinseca dolcezza e bontà ad averlo frenato dal pormi domande.

    Una volta per una scommessa persa, riuscii a fargli un pompino o, meglio, una sega diventò un pompino. La conversazione fu più o meno questa:

    "Ti sto segando da almeno tre ore, certo che ci stai tanto a venire"
    "Che ci vuoi fare, mica sei una ragazza, è ovvio che ci sto di più"
    Passati forse due minuti "Se entro un minuto non vieni, ti faccio un pompino e vedi che lo faccio anche se non mi piacciono i ragazzi" (ovviamente mentivo)
    "No, che cazzo dici? Ora vengo, aspetta, non fare cose da froci"
    Passato un minuto, mi feci coraggio e con le palpitazioni a mille presi in bocca il suo pene barzotto e iniziai a leccarlo. Lui prima emise un urlo, poi stesse in silenzio e infine mi mise la mano sui capelli: non riuscii a farlo venire, anche perché in bocca avevo un asta non completamente issata e rigida. Evidentemente non lo eccitava che un ragazzo gli prendesse in bocca il pene, ma gli piaceva la sensazione di una lingua che gli accarezzasse le sue parti intime. Io sentii chiaramente il sapore di pene, quel misto di sapore proprio del pene e di sapore di urina, e l'odore dei suoi peli puberali che sbatterono sul naso. Non fu in realtà un vero e proprio pompino, più che altro la mia bocca aveva accolto il suo pene mentre la mia lingua lo leccava. Questo momento di piacere durò fino a quando mi prese la faccia e la tirò in alto, liberando il suo pene. La sua reazione mi stupì: mi ringraziò ma mi disse che gli era sembrato strano e si mise a ridere (con la sua solita risata idiota dalla difficile interpretazione). Fortunatamente non ne parlammo più, evidentemente perché lui dava a quanto era successo meno valore di quanto gliene dessi io.

    Mi scuso per la prolissità ma via via che scrivo mi vengono in mente ricordi e cose che voglio condividere.

    Se volete sapere come si sono evoluti i nostri rapporti in questi ultimi due anni e mezzo circa dovrete aspettare fino a domani, sempre che ne sarete interessati. Intanto rendetemi partecipe di qualche vostra considerazione.

    Edited by Piedone85 - 4/4/2021, 10:11
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    Io ho sempre pensato che sia proprio l'odore dei piedi (o la puzza, se preferite) il motivo per cui il feticismo del piede è la parafilia più diffusa. Mi incuriosisce pensare che ci sono feticisti a cui non piace la puzza dei piedi. Beh, il mondo è bello perché è vario...
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    Immagino la conversazione con un etero...

    "Sai, vorrei essere il tuo leccapiedi"
    "Che cazzo dici? Sei malato?!?"
    "Era un pesce d'aprile hahaha"
    "Aaah, ok, mi pareva strano. Però in effetti mi piacerebbe che tu mi leccassi i piedi, tu vorresti..."
    "Certo che voglio farlo! Dici davvero?"
    "No, pesce d'aprile haha. Certo che ora mi fa un po'strano parlare con te, forse dovremmo smetterla di vederci".

    Ecco, questa è la conversazione catastrofica che mi è venuta in mente quando ho letto il tuo commento, ma io sono un pessimista di natura
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    Le scarpe da uomo aperte, come i sandali, sono l'antisesso. Almeno per i miei gusti personali, si salvano solo le infradito.

    Edited by egopal01 - 23/3/2021, 15:29
27 replies since 7/1/2019
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