| Cap 3. Umiliazioni
Continuavo a baciare quando ad un certo punto Nicolò mise il piede per terra, io strisciai per continuare a baciare il dorso ma lui torno a schiacciarmi la faccia stavolta con l'altro piede, dal mio viso uscì qualche lacrima che bagnò inevitabilmente il suo piede.
Iniziò a parlare : "Perché piangi schiavetto? È stato chiaro da quando ti ho visto guardarmi con insistenza i piedi cosa avrei fatto con te. Ah, per quanto riguarda la tua situazione economica so tutto"
nel togliere il piede e con la mia attenzione rivolta verso di lui continuò: " quindi non dirò niente a mia madre e continuerai ad avere i soldi"
" Davvero padrone? Grazie, grazie" Definirlo padrone mi uscì spontaneo
" Non fraintendermi, mia madre sapendo che sbavi ai miei piedi probabilmente ti caccerebbe e invece io voglio avere uno schiavo per un po'"
" Bene, con te voglio divertirmi, era da qualche anno che non vedevo un frocetto sbavare per i miei piedi, di gente che metaforicamente è sotto di me ne ho fin troppa ma vederti a 4 zampe letteralmente mi da una idea di quanto possa controllare certe menti. Mi hai chiamato padrone, eh? Bene, da oggi in poi mi chiamerai sempre padrone e per me sei uno schiavo "
" È giusto padrone, grazie padrone " dissi ancora in preda all'eccitazione,
" Ahahahahaha, cazzo che spasso che sei, tu neanche lo sapevi di essere così vero? "
" No, padrone "
Mi dette una leggera pedata in faccia aggiungendo:" E allora ringraziami come si deve"
" Grazie mio signore di avermi fatto conoscere che razza di essere sottosviluppato sia"
"Ahahaha, non ci credo"
Dopo aver detto queste cose che neanche io sapevo come mi fossero uscite baciai il dorso dei suoi piedi.
"La tua posizione di fronte a me deve essere a 4 zampe a meno che non ti ordini espressamente di camminare come gli uomini o di strisciare come un verme"
Dicendomi questo poi mi tirò un calcetto al sedere e continuò: Ora per esempio va a lavarti le mani, poi anche ripassando di qua potrai eccezionalmente camminare e andare in cucina per cucinarmi la cena, muoviti "
Eseguii subito l'ordine, una volta in cucina con il manzo a disposizione gli cucinai una lombata degna di un re quale era per me, poi lo chiamai con rispetto mentre lui era sul divano:" Padrone, la cena è in tavola se vuole."
"Bene" si limitò a dire, sempre solo con i boxer addosso
Era novembre ma la temperatura della casa era ottima e anche il pavimento era leggermente riscaldato, poi fuori non faceva tanto freddo.
Quando si mise a tavola mi guardò: "Che cazzo ci fai ancora in piedi?"
" Mi scusi padrone" dissi mettendomi a 4 zampe
" Vieni sotto il tavolo e fammi da poggiapiedi"
Eseguì zelante e sentì i suoi piedi possenti sul mio gracile corpo, ogni tanto li incrociava, ogni tanto me ne metteva uno sul collo e il mio corpo tremava a sostenere quel peso, inoltre avevo anche fame
Come se mi leggesse nella mente mi disse: "Ottima questa carne, bravo schiavo. Ma hai fame? Ne vuoi un po'?
" Si, padrone"
Sentì tagliare un altro pezzo, poi mi guardò mettendo la testa sotto il tavolo e sputò ciò che aveva masticato davanti a me ordinando: "Mangia"
Non riuscivo neanche a guardare quella poltiglia sputata, figurati a mangiarla, così dissi : "In realtà non ho tanta fame..."
" Mangia, se non vuoi che ti faccia mangiare la mia merda"
Al solo pensiero rabbrividivo, così mangiai il boccone sputato dinanzi a me sotto lo sguardo attento del mio nuovo padrone
"Com'è?"
" Buonissimo padrone, grazie" mentì io, era disgustoso
Mi carezzò grottescamente la guancia col piede, poi tornò a concentrarsi sul piatto e io gli continuai a fare da poggiapiedi per altri dieci minuti, poi mi tolse i piedi dal groppone e sull'uscio mi disse :" Metti apposto e poi vieni da me a continua il tuo lavoro da poggiapiedi.
" Si padrone "
Quando era nell'altra stanza mi alzai e avevo la schiena distrutta, così cercai di lavare lentamente piatto, bicchieri e posate visto ciò che mi attendeva.
Infatti sentii : "Oi, schiavo, ti muovi? "
"Arrivo padrone", appena fui sull'uscio mi mise a 4 zampe e gattonai dal mio padrone mentre vedeva una partita della sua Roma, mi mise i piedi sulla schiena, stavolta dopo mezz'ora cedetti e caddi quasi faccia a terra ma lui mi mise il piede un po' sollevato davanti alla faccia, io cercavo di baciarlo ma lui lo allontanava sempre di più, finché io ero di nuovo a 4 zampe e lui mi rimise il piede che volevo baciare sul groppone.
Resistetti altri 15 minuti circa, poi il mio corpo non resse più
" Che schiavo inutile" mi disse il mio giovane padrone con i piedi adosso a me
"Mi dis.."
Ma mi schiaccio fortemente la faccia dicendo: "Sta zitto, fino a fine partita mi farai da zerbino almeno"
Quel piede ancora più sudato di prima in faccia era il nirvana per me, per fortuna ero faccia a terra, l'erezione era troppo vistosa, non che il mio padrone sarebbe rimasto sorpreso...
Finita la partita fece un rutto e si alzò su di me, si stiracchio, poi scese dicendomi senza guardarmi : Vattene schiavo, ci vediamo domani e così dicendo andò in camera sua.
Sulla strada verso casa oltre a coprirmi l'erezione pensavo a quello che in un solo giorno era successo con uno dei miei più grandi idoli. Ero il suo schiavo e gli avevo baciato i piedi, avevo realizzato un sogno.
Quando entrai in casa ringraziai che mia madre non ci fosse e che i miei fratelli stessero dormendo, andai in bagno e toccandomi venni subito...
Una volta passata l'eccitazione piansi amaramente.
Continua...
Edited by David' s slave - 14/6/2021, 00:00 |
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