CITAZIONE (piedibari @ 20/7/2022, 09:58)
Se non ho sbagliato la numerazione dei capitoli, il prossimo sarà il 100°. Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto anche perché altrimenti il racconto lo avrei intitolato una vita da schiavo o qualcosa del genere. E invece, capitolo dopo capitolo, i vostri commenti sia pubblici che privati mi hanno fatto capire che le disavventure di Roberto piacciono e anche parecchio e non mi pare che ci siano altri racconti sul forum che sono arrivati a 100 capitoli.
Perché l’ho scritto? Non lo so di preciso, ma ricordo che ho cominciato un giorno che al lavoro non avevo molto da fare e poi mi sono fatto prendere la mano.
Arrivato a questo punto, però, credo che sia doveroso innanzitutto ringraziare tutti quelli che stanno leggendo il racconto. Devo dire che i commenti positivi sono stati di gran lunga superiori a quelli negativi e questo mi fa piacere. Questo è un racconto di fantasia e come tale va letto e interpretato. Sto cercando di scrivere una storia che possa sembrare verosimile e tutto sommato ancorata alla realtà (per quanto reale possa essere il mondo di Roberto popolato da feticisti e master a ogni angolo di strada) non fermandomi solo all’aspetto fetish o di schiavitù ma cercando di parlare di tutta la sua vita, della sua storia con Michele, della sua famiglia e di altri personaggi che poco o nulla hanno a che fare con la schiavitù in modo che non sia un racconto in cui tutto il tempo il protagonista sta in ginocchio a farsi usare e malmenare.
Nello scrivere mi sono trovato davanti a due dilemmi “morali” (scusate il parolone):
1. questa storia non è certo uno spot per il sesso sicuro e la tutela della salute. Roberto (e gli altri schiavi di cui ho parlato) incontra chiunque, si fa usare da chiunque senza alcuna precauzione e soprattutto ingoia urina e sperma in quantità industriali. Mi rendo conto che avrei dovuto usare un po’ più di cautela, ma forse la storia ne avrebbe perso e allora diciamo che tutto questo può andare bene per un racconto inventato perché non bisogna mai dimenticarsi che di questo si tratta;
2. a un certo punto ero tentato di far sottomettere Roberto anche dagli allenatori della squadra di calcio e dall’allenatore di nuoto dei gemelli, ma ho rinunciato immediatamente perché sono adulti che (per quanto nella fantasia) lavorano a stretto contatto con ragazzini ed era meglio tenerli fuori da tutto. Il racconto è pieno di adolescenti che usano Roberto, ma parliamo di differenze di età non molto accentuate e anche qui, se letto come racconto di fantasia, penso che ci possa stare qualche forzatura.
A proposito, tutti i personaggi del racconto (tranne quelli veri, tipo i ragazzi di Amici) sono assolutamente frutto della mia fantasia anche se ispirati a qualcuno i cui piedi per un motivo o per l’altro mi attirano. C’è un solo personaggio reale ed è il padrone Gabriel, un ragazzo che abita nel mio palazzo, gioca a calcio e che per tutta l’estate va in giro in ciabatte Nike o Adidas (lo incontro abbastanza spesso ovviamente e devo sempre far richiamo al mio autocontrollo per non fargli proposte). Anch’io come tutti voi ho i miei personaggi preferiti e quelli che mi stanno un po’ più antipatici e credo che questa cosa emerga nella narrazione. Inutile dire che Michele, Gabriel e Fabio sono i miei preferiti in assoluto, ma sto amando anche Cosimo, un personaggio nato assolutamente per caso ma che mi sto divertendo a rendere sempre più presente (forse perché mi piacerebbe che ci fosse un Cosimo nella mia vita, ma anche un Roberto non mi dispiacerebbe affatto). Personalmente, mi piace anche Alessio anche se da un po’ lo trascuro, ma essendo il primo fidanzato di Roberto e quello che gli ha fatto scoprire la sottomissione, non posso non volergli bene.
Roberto non ha una caratterizzazione perché ognuno dei lettori possa essere libero di dargli la fisionomia che preferisce. C’è chi si immedesima in lui, chi lo vede con la faccia di un suo schiavo o con quella di qualcuno che vorrebbe ai propri piedi.
Finirà mai questa storia? Non lo so anche se ho provato a immaginare qualche finale. Per ora continuo a divertirmi a scrivere e finché nella giornata riesco a ritagliarmi lo spazio per farlo, vado avanti cercando sempre di trovare personaggi e situazioni che possano essere accattivanti anche se magari ripetitivi.