| Ho raccontato alcune delle esperienze che ho vissuto prestando servizio come schiavo presso uomini italiani, ma oggi devo raccontare quella che, per me, è stata l'esperienza più bella della mia vita.
So che tutti tendiamo a idealizzare e a rendere più belle le storie che raccontiamo qui, ma posso dire che, per me, è stata la migliore esperienza di padrone e schiavo che abbia mai avuto.
Sono andato a Roma per visitare il Colosseo, la Fontana di Trevi e ho finito per incontrare un imperatore romano. Prima di raccontare la mia esperienza devo raccontare chi è il Dio che mi ha lasciato segnato e direi quasi innamorato: Si chiama @Master_Marte, nome che ha anche su Telegram: Ha quasi 30 anni, virile e mascolino, con i capelli ricci capelli e un aspetto maschile. Pelo sul petto ed è alto, forte, misura circa 1,90. Ha l'odore di un uomo, il suo aspetto è quello di maschio alfa e mascolino, e ha una taglia di 46 piedi che è una delizia, una delle migliori che abbia mai provato.
Ma la cosa migliore è il suo atteggiamento. Era un uomo bastardo, che faceva tutto quello che mi piaceva e anche quello che lo faceva sentire più potente.
I suoi piedi, di cui allego le immagini, erano meravigliosi. Con un aroma morbido ma naturale dei piedi maschili.
Prima di incontrarci eravamo d'accordo di incontrarci. Non ha mai voluto darmi foto sue, solo dei suoi piedi, che sono bellissimi. Mi ha avvertito, e non ha detto una bugia, che quando lo avrei visto di persona, mi sarei divertito. Di solito non mi piace incontrare qualcuno senza averlo visto in faccia, dato che ho avuto brutte esperienze, ma qualcosa mi ha fatto sospettare che questa volta sarebbe andata bene.
È arrivato il giorno dell'incontro e l'abbiamo finalizzato. Gli raccontai dell'albergo di Roma dove alloggiavo. Pensiero tipico: sarà una perdita di tempo, ne varrà la pena. Ero nervoso, come sempre.
Ricevo un messaggio su Telegram: Scendi, schiavo, il tuo Dio è arrivato.
Scesi senza sapere cosa avrei trovato: e la mia mente era paralizzata.
Alto, bello, bello, mascolino: ricordo ancora oggi i vestiti che indossava: una maglietta bianca corta, pantaloni verde guerra e bellissime infradito blu navy, il mio colore preferito e le mie calzature preferite, con la bandiera del Portogallo. Non riuscivo a staccare gli occhi da quei bellissimi piedi.
"Saliamo, signore?" gli ho detto nel mio povero italiano. Dato che la stanza era al primo piano, gli ho fatto segno e lui è salito davanti a me. Quei tacchi e le infradito, non potevo "Non fare altro che guardarli. Poi, per la prima volta dopo tanto tempo, essendo in un paese straniero, gli ho detto: "Signore, posso baciarti i piedi qui e umiliarmi". Anche nonostante il rischio, mi ha detto "Devi farlo, verme, adorare il vero uomo."
Il mio naso ha colto il meraviglioso aroma di piedi morbidi, tipico di una giornata calda. Il piacere era iniziato.
Entrammo nella stanza, mi tolsi le infradito quando mi diede l'ordine e lui ordinò "Annusa il mio profumo, che schifo". Il piacere di annusare le sue infradito era meraviglioso. Faceva ancora caldo, c'era l'odore dei piedi del mio imperatore romano.
Poi si sdraiò sul letto e disse: "Portami la mia birra", che gli aveva comprato prima. Salì sul letto, dopo essersi tolto la camicia e aver rivelato il suo bel petto peloso, muscoloso e forte, e disse: "Adesso mi servirai da poggiapiedi, puttana". E così ho passato un po' di tempo mentre lui si rilassava, bevendo Coronita e guardando la TV, e mi sono trasformato in un fottuto oggetto per il suo piacere, un poggiapiedi umano. Ha incrociato i piedi, mi ha piantato i talloni nella schiena e sono impazzito. Ero diventato un fottuto oggetto il cui unico scopo era servire quel maschio scalzo e con i piedi incrociati. Lui, nella sua gentilezza, mi ha consegnato le sue infradito e mi ha detto "Annusa e goditi l'aroma del tuo Maestro, un vero etero italiano"
Dopo un po' mi costrinse a sdraiarmi a terra sulla schiena e a mettermi i piedi sulla faccia: Puzza, maiale. Bacia e lecca i piedi del tuo Maestro. L'ho leccato e baciato appassionatamente, mentre nella sua meravigliosa lingua italiana continuava ad umiliarmi verbalmente. "Puttana spagnola, oggi scoprirai come si comporta un macho italiano, non dimenticherai questa giornata".
Ho potuto sentire la mia utilità quando mi ha messo le sue infradito sulla bocca, ordinandomi di leccarle dove avevano i piedi. Quel sapore, quell'aroma, quella sensazione di essergli sempre utile mi costringeva a dire "ti amo, signore" mentre lui mi diceva "ti disprezzo, sei una puttana, mi appartieni e non sarai mai più libero". ." Tutto quello che diceva, anche se non capivo tutto, mi emozionava sempre di più.
Dopo un po' mi fece riposare leccando senza sosta i suoi meravigliosi piedi, sempre in ginocchio mentre lui giaceva sul letto con il busto e la testa sollevati e facendo di tanto in tanto un gesto con le braccia, mostrando i muscoli e dicendo "Guarda, questo "È un vero maschio alfa italiano, apprezza la mia punizione, stronza."
Mentre leccava come una cagna (ero già una cagna senza libertà, e lo sarò sempre grazie a lui) parlavamo e le sue spiegazioni mi stupivano: era eterosessuale, gli piaceva farlo, lo faceva sentire potente e forte . Ma c'era qualcosa che mi colpì, quando gli raccontai le mie fantasie più intime: mi disse che il suo obiettivo nella vita sarebbe stato trovare una bella donna che capisse la sua natura di maschio alfa. Mi ha spiegato che lavora in un'azienda manageriale e che fin da piccolo ha dato per scontato di essere superiore, che è nato per dare ordini ed essere servito e che ha sempre avuto un carattere dominante. E che un giorno gli piacerebbe vivere con sua moglie e una schiava come me.
La mia mente ha iniziato a fantasticare e il mio pene ha iniziato a diventare sempre più grande. Mi ha svegliato dal sogno colpendomi con i suoi piedoni enormi sulla testa senza che me ne accorgessi mentre gli leccava i piedi colpendomi forte la faccia con le sue infradito. Mi ha ferito, ma mi ha ricordato che il mio obbligo era di essere grato per quelle umiliazioni e ho detto "Grazie, signore".
Ero tremendamente emozionato in ginocchio e lo imploravo ad alta voce e in italiano "Vero maschio italiano, desidero sentire la tua forza ed essere schiacciato come un verme".
La sua reazione fu di dirmi: Non puoi vivere senza essere umiliato, imparerai cos'è un vero macho, puttana spagnola." Mi ordinò di sdraiarmi per terra, mettendomi il cuscino in testa e poco a poco poco mi ha calpestato fino a toccarmi la testa, prima con un piede e poi con entrambi contemporaneamente, lasciando andare il peso.
Chiesi il permesso di masturbarmi e nella sua infinita generosità me lo concesse: Non sai che piacere fu, lo ricordo ancora: L'odore dei suoi piedi, la sua forza, la sensazione di essere a suo piacimento, il suo umiliante e parole ridicole: "Sei buono solo per essere il tappeto di un maschio italiano come me, senti dolore, senti il tuo maschio, ti piace il verme?" Al che ho risposto "Sì, mio maestro italiano, ti amo", lui ha risposto e "Ti odio, fottuto verme". "Non ho smesso di masturbarmi finché dal piacere che ho provato non è uscito il latte dal mio frutto."
È stato così meraviglioso che per tutta la sessione l'abbiamo ripetuto con lo stesso risultato: sono rimasta piena del mio stesso latte per il piacere che mi ha fatto provare quel puro maschio italiano.
Abbiamo terminato quella sessione lavandogli i piedi con sapone e applicandogli una crema idratante mentre continuava a ricordarmi quanto fosse bravo e quanto fossi patetico. Una volta lavati potevo solo baciarli.
Quando ebbe finito, infilò i piedi nelle sue meravigliose infradito, io mi inginocchiai e gli baciai i piedi, mentre lui ripeteva in italiano, emozionandomi e facendomi esplodere il desiderio: "Sei stato un bravo schiavo, lo sarai tutto la tua vita, e verrai di nuovo a Roma." per essere mio schiavo, lo so"
Wow, lo sapevo. Gli ho chiesto di incontrarci di nuovo il giorno successivo, ripetendo una seduta simile e ancora più piacevole.
Avevo accettato di risarcirlo e l'ho fatto, ma ho deciso che meritava di più. Gli ho dato una cifra maggiore perché potesse comprarsi delle belle infradito che gli piacevano, così da esserne nuovamente schiacciato al prossimo incontro al suo ritorno a Roma.
Non c'era bisogno di tornare, è venuto il giorno dopo su mia insistenza.
Anche oggi non vedo l'ora di ritornare a Roma. E non è che voglio vedere la città, non è che voglio tornare in Italia. Ho bisogno, come se fosse una droga, che @Master_Marte, il dio della guerra, mi schiavizzi di nuovo, mi usi, utilizzi e mi calpesti.
Lui era il dio della guerra e io ero uno schiavo totalmente sconfitto. Per sempre. Se mi leggerà, cosa che farà, questo racconto è per ringraziarvi pubblicamente di avermi fatto vivere la migliore esperienza della mia vita. Sempre ai tuoi piedi, ai piedi del maschio alfa italiano etero! |
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